giovedì 11 ottobre 2018

Infanzia come un sogno


MARÍA CRISTINA URSIC

NELLA TRISTE DISTANZA DEGLI ANNI

Nella triste distanza degli anni
ricordo la mia infanzia come un sogno,
di lente rondini nel cielo, in volo,
dei bei giorni andati, ormai perduti.

Nelle notti d’angoscia, senza pace,
nel bel mezzo dell'ombra del silenzio,
io sento oscuramente che quel tempo
nell'anima mi accende come un faro.

Con la sua luce diafana di seme,
l'infanzia accarezza le mie ferite
versandomi le ali sulla fronte.

Dentro quell’aria la lucida gioia
di una bimba lontana si sprigiona
come un accorato albero di luci.

(da Mano fugace, 1980)

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Il cuore desolato, la tristezza infinita della poetessa cilena María Cristina Ursic le fanno rimpiangere – un po’ come accadde per Cesare Pavese – il tempo dell’infanzia, visto come un’età dell’oro, scevra dalle preoccupazioni e dalle angosce portate dalla vita adulta.

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Infanzia

DIPINTO DI CORI CREED

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LA FRASE DEL GIORNO
Una volta usciti dall'infanzia, occorre soffrire molto a lungo per rientrarvi.
GEORGES BERNANOS, Pensieri, parole, profezie




thMaría Cristina Ursic (Punta Arenas, 1940 – 28 maggio 1985). Laureata in letteratura spagnola all’Università Cattolica del Cile, lasciò un unico libro a testimonianza del suo doloroso percorso di vita, “Mano fugace”, edito nel 1980.


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