SALVATORE QUASIMODO
A ME DISCESA PER NUOVA INNOCENZA
Era beata stanotte la tua voce
a me discesa per nuova innocenza
nel tempo che patisco un nascimento
d'accorate letizie.
Tremavi bianca,
le braccia sollevate;
e io giacevo in te
con la mia vita
in poco sangue raccolta,
dimentico del canto
che già m'ha fatto estrema,
con la donna che mi tolse in disparte,
la mia tristezza
d'albero malnato.
(da Oboe sommerso, Edizioni di Circoli, 1932)
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Come uomo il poeta siciliano Salvatore Quasimodo si sente solo e perduto, un "albero malnato " e "sradicato dei vivi" . Cerca una causa al suo dolore e un senso alla sua esistenza ma soprattutto un argine alla sua solitudine. Dimenticare per un'ora il forzato "esilio" lontano dalla sua isola è possibile solo nell'amore, che consente di ricostituire una "nuova innocenza". Amore che trovò nella relazione con Amelia Spezialetti, conosciuta nel 1931 a Imperia, mentre era impiegato al Genio Civile.
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JACK VETTRIANO, "L'UOMO CON IL VESTITO BLU"
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LA FRASE DEL GIORNO
Ti cammino sul cuore, / ed è un trovarsi d'astri / in arcipelaghi insonni, / notte, fraterni a me / fossile emerso da uno stanco flutto.
SALVATORE QUASIMODO, Oboe sommerso
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Salvatore Quasimodo (Modica, 20 agosto 1901 – Napoli, 14 giugno 1968), poeta e traduttore italiano, esponente di rilievo dell'ermetismo. Essenziale ed epigrammatico, ha temperato gli influssi originari in un linguaggio poeticamente sempre più autonomo, che libera un’intensa sensualità in trepide visioni. Premio Nobel per la letteratura 1959 “per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi”.