sabato 30 settembre 2023

La parola mentre


DULCE CHACÓN

SABBIA CHE SCIVOLA TRA LE DITA

Ti trattengo
solo il tempo
in cui fuggi.

Piacere e dolore
coincidono.
Tenerti
leggermente
perderti.

Tu mi hai insegnato
la parola mentre.

(da Contro il discredito dell’altezza, 1996)

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Sabbia che scivola tra le dita. Chi su una spiaggia non ne ha mai preso un pugno per lasciarla poi cadere lentamente seguendo il fluire dei granelli in direzione del vento? La poetessa spagnola Dulce Chacón ne trae una riflessione sul tempo che fugge, sul suo significato e sul suo valore.

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FOTOGRAFIA © PXHERE

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Chi potrebbe mai calcolare il percorso di una molecola? Come facciamo a sapere che la creazione dei mondi non è determinata dalla caduta dei granelli di sabbia?
VICTOR HUGO, I miserabili

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Dulce Chacón (Zafra, 3 giugno 1954 – Madrid, 3 dicembre 2003), scrittrice e poetessa spagnola. Impegnata socialmente, per i diritti delle donne e contro la violenza di genere e la guerra, fu autrice di poesie, romanzi e testi teatrali, dedicati in gran parte alla guerra civile spagnola.


venerdì 29 settembre 2023

Un ramo sospira


ROSA LEVERONI

VALLDEMOSSA

Sotto le nuvole
un ramo sospira
per raggiungerle.
Il ruscello mormora
un canto d'argento.

(da Presenza e ricordo, 1952)

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Valldemossa è una località collinare dell'isola di Maiorca, nota per avere ospitato tra il 1838 e il 1839 il compositore polacco Fryderyk Chopin e la sua compagna George Sand. La poetessa catalana Rosa Leveroni dipinge un bozzetto in cui la semplicità è il punto fondante di quell'emozione, l'anelito di bellezza.

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IMMAGINE © BING IMAGE CREATOR

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Ho fatto volare l'aquilone, / altissimo, del mio desiderio, / e tu non l'hai visto.
ROSA LEVERONI, Presenza e ricordo

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Rosa Leveroni i Valls (Barcellona, 1°aprile 1910 – Cadaqués, 4 agosto 1985), poetessa spagnola legata alla resistenza culturale catalana nel periodo franchista. La sua poesia, influenzata dall’opera di Carles Riba, è caratterizzata dal tema amoroso e dalla riflessione sul destino umano.


giovedì 28 settembre 2023

Tutto e niente


OMAR LARA

ELOGIO DELLA POESIA

Come sei tutto
   e niente

Come non esisti
   e mi fai vivere

Come mi fai nascere
  e morire

Come sei nube
  e abisso

Come mi chiama
  la tua parola

Come mi accendi
  e mi spegni

Come mi abbatti
  e mi svuoti

(da Carte di Harek Ayun, 2007)

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“Tutto e niente”: questo è la poesia secondo il poeta cileno Omar Lara. È un vuoto che riempie e un pieno che svuota, l’unico ossimoro capace di raccontare la realtà, di interpretarla andando oltre l’effimero momento presente: “Dietro le parole / Indugio / come se la speranza fosse un osso / ed io una lingua avida / o fosse - penso oggi – / un’orma la speranza / e io in punta di piedi vado verso quell’impronta”.

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ILLUSTRAZIONE DA WALLPAPERBOAT

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Non ho mai smesso di scrivere. A volte è stata la mia terapia personale e privata, altre volte la necessità di spiegare le cose, altre volte l'urgenza della comunicazione.
OMAR LARA, Hidalgo y música, 28 giugno 2016




Luis Omar Lara Mendoza (Nohualhue, Teodoro Schmidt, 9 giugno 1941 - Concepción, 2 luglio 2021), poeta, traduttore ed editore cileno. Fondatore della rivista Trilce, vi accorpò la generazione poetica che sarà dispersa dal golpe militare del 1973. Fu esule in Perù e poi a Bucarest e Madrid. La sua poesia tratta la nostalgia del passato, l’amore e la fugacità del tempo.


mercoledì 27 settembre 2023

Se piove sul tetto


LUCIANO ERBA

SENTIMENTO DEL TEMPO

a R. G.

Tu mi parli
della traccia di lepre sulla neve
di Mahori cantata dalla radio
quando ti svegli
che danzano a New York.
Ti fidi.
Così se piove sul tetto.
Io non so fermarmi
al segno dell’infinito
in quest’ombra di cose:
la mia pioggia
ha il rumore degli anni.

(da Il male minore, Mondadori, 1960)

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Dopo l'armistizio il ventunenne Luciano Erba finisce in un Arbeitlager nazista. Nella baracca, tra gli altri, c'è Renato Ghiotto,  che nel dopoguerra sarà scrittore e giornalista. Con lui il poeta condivide il sogno del jazz americano, voce di libertà. E la pioggia sul tetto della baracca ha quel suono di spazzole, di ritmica, ma anche la consapevolezza del tempo che scorre.


FOTOGRAFIA © NUR ANDI RAVSANJANI GUSMA/PEXELS

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Miei sogni aprirò / le vostre chiuse cerniere?
LUCIANO ERBA, Il male minore

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Luciano Erba (Milano, 18 settembre 1922 – 3 agosto 2010), poeta, critico letterario, traduttore del secondo Novecento, appartenente alla Quarta generazione della Linea Lombarda. Insegnò Letteratura Francese e Letterature Comparate  all’Università Cattolica di Milano.


martedì 26 settembre 2023

Assomigli al mare


LÊDO IVO

MARE FEMMINILE

Ti amo perché assomigli al mare
e accanto al tuo corpo i giorni si ripetono come cicatrici  non del tutto chiuse.
Ti amo perché sei più bella quando sosti
nei momenti senza rive o leggende
quando le tue ginocchia ricordano le sabbie dure
e il sangue è un sole che ti  scorre nelle vene.

Così come sei, ricordi il mare che si alza, il mare
      femminile delle scogliere e delle grotte sottomarine,
      il mare della mia infanzia, elevato nei miei sogni, il mare
      seduto come un trono sulla terra.
Con i tuoi piedi posti come prue di navi, evochi il
      mare spogliato di tutte le isole, il mare degli innamorati
      che si amano come bestie marine in mezzo ad
      acque alte, il mare di densità profonde come
      le chiesuole.
Ammetti l'amore unito all'acqua e alla pietra
e sei bella come il sogno, l'onda o il vento di mare.

(da Linguaggio, 1951)

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La poesia di Lêdo Ivo si bilancia in equilibrio tra la realtà e il ricordo. A questo si aggiunge lo stilema del mare, che è vita e colore e suono: quando diventa la donna amata, si fonde allora nell’universale, il paesaggio femminile è il paesaggio marino in una realtà alterata che è sì quella del sogno ma anche quella dell’infinito.

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DIPINTO DI ERIC ZENER

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   LA FRASE DEL GIORNO   

La mia terra è uguale al mare, ha la purezza dell’acqua. / Tutte le parole sono monete perdute.
LÊDO IVO, La notte misteriosa

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Lêdo Ivo (Maceió, 18 febbraio 1924 – Siviglia, 23 dicembre 2012), poeta, saggista e giornalista brasiliano, appartenente alla "Generazione del 1945". Dopo una prima fase poetica caratterizzata dallo stile surrealista, si avvicinò al modernismo seguendo come modelli Rimbaud e Mallarmé.


lunedì 25 settembre 2023

Un odore scomparso


FERNANDO BANDINI

LATTE CHE TRABOCCA

Che cose della vita porterei
se potessi con me nel mio ultimo viaggio
per salvarle da un calcinante oblio?

Rinchiuderei dentro un’ampolla il raggio
di un tramonto che ho visto a Malamocco
da un battello deserto mentre seguendo i venti
d’autunno i cormorani ci dicevano addio.

E assieme a quelle fioche
gocce d’oro del mondo raccolte da un oblò
io porterei con me
qualche odore:
                                  l’aroma
di foglie scompigliate e frante quando
il corpo tra di esse si apre un varco
pensandosi immortale,
e là, dietro le piante, c’è l’imbarco
di Caronte che attende;
ma il cuore non si arrende, ascolta le cicale
della sua brama e ingenti sogni stanzia
per l’alloro (che tocca
solo a pochi poeti), per l’amoroso mirto.
Ma soprattutto porterei con me
un odore scomparso dell’infanzia:
l’odore un po’ strinato del latte che trabocca
sopra un fornello a spirito.

(da Meridiano di Greenwich, Garzanti, 1998)

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Esselunga ha recentemente lanciato una campagna pubblicitaria intitolata “Che sapore ha un ricordo?” in cui vengono raccontate storie vere: i passanti rievocano con emozione un piatto della memoria. Quell’emozione nel ricordare i carciofi fritti o il bollito della mamma o il risotto con i funghi dei nonni, è la stessa commozione sinestetica del poeta vicentino Fernando Bandini: la luce di un tramonto veneziano, l’odore delle foglie mentre si cammina in un bosco, il profumo dell’alloro, del mirto sfregato tra le mani o – e si ritorna al ricordo pregnante dell’infanzia – l’odore del latte traboccato dal pentolino e bruciato sul fornello.

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FOTOGRAFIA © FOODHOW

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Si succedono i giorni / ma sottile è il quaderno / dove annotiamo il dare e l’avere.
FERNANDO BANDINI, In modo lampante

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Fernando Bandini (Vicenza, 30 luglio 1931 - 25 dicembre 2013),  poeta, scrittore e docente italiano di stilistica e metrica presso l'Università di Padova. Aveva la capacità di scrivere non solo in italiano ma anche nel dialetto vicentino e in latino, lingua che aveva appreso nonostante non avesse praticato studi classici.


domenica 24 settembre 2023

Pomodori secchi


VITTORIO BODINI

I POMODORI SECCHI

I pomodori secchi
attaccati a uno spago
e le donne dai cuori di cicoria.
I pomodori secchi e i datteri gialli,
e le donne che colgono le olive
fra gli olivastri, con la bocca viola;
tutto è univoco e perso a furia d'esistere.

Dove hai nascosto, cielo, l'altra ipotesi?
Quale parte è la nostra?
Non saremo null'altro
che rozzi testimoni di questo esistere?

(da Inediti 1954-1961, in Tutte le poesie, Mondadori, 1983)

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Tutto il sapore del Sud, il Sud ancestrale che è fatto di antiche tradizioni e di memorie, del calore delle estati e della povertà contadina, emerge nei versi di Vittorio Bodini, poeta salentino: il sud del “polpo sbattuto ancora vivo contro lo scoglio” degli ulivi, delle foglie di tabacco, dei “grandi piatti di conserva sulle terrazze” e dei pomodori messi a seccare al sole. Ma la chiusa pone anche una domanda esistenziale.

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FOTOGRAFIA © VERACI

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Tu non conosci il Sud, le case di calce / da cui uscivamo al sole come numeri / dalla faccia d'un dado.
VITTORIO BODINI, La luna dei Borboni e altre poesie




Vittorio Bodini (Bari, 6 gennaio 1914 – Roma, 19 dicembre 1970), poeta, ispanista e traduttore italiano. La sua poesia si distingue per una appassionata adesione alle ragioni storiche e geografiche di un Sud rivissuto con amore-odio, ma sempre poeticamente ricreato con intensa nostalgia, non di rado acuita da esistenziali vicende e soffusa di dolente ironia.


sabato 23 settembre 2023

Inizio d’autunno


MATSUO BASHŌ

*

Inizio d’autunno:
nel mare e nei campi
un verde solo


*

Da Est a Ovest
la stessa malinconia:
vento d’autunno


*

È bellissimo
dormire in autunno
come ospite.


*

Luna del raccolto
Per tutta la notte
Intorno allo stagno.

(da Lo stretto sentiero per il profondo Nord, 1702)

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Con l’equinozio, alle 8.50 di questa mattina, inizia ufficialmente l’autunno. Matsuo Bashō, attento al delicato equilibrio delle stagioni, ai lievi mutamenti che ne annunciano l’arrivo, dipinge questi “quadretti” nel suo Oku no Hosomichi (Lo stretto sentiero per il profondo Nord), resoconto dei viaggi che compì nel Giappone settentrionale sul finire del XVII secolo.

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UTAGAWA HIROSHIGE, "SCENA AUTUNNALE AL TEMPO DI ITAYAMA"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

L’autunno è la primavera dell’inverno.
HENRI DE TOULOUSE-LAUTREC

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Matsuo Bashō (Ueno, 1644 – Ōsaka, 28 novembre 1694), poeta giapponese del periodo Edo. Contribuì in modo determinante all'evoluzione della poesia lirica attraverso un nuovo genere breve, l’haiku, che, pur derivando da forme poetiche già esistenti, ne rinnovava profondamente gli schemi superando le emozioni personali e identificando l'uomo con la natura.


venerdì 22 settembre 2023

Al confine dei sogni


KAJETAN KOVIČ

ISTRUZIONI PER DORMIRE

Certo, addormentarsi.
Scacciare la luna
dalla finestra.
Mettere in contumacia
le zanzare.
Stabilire per i gatti
lo spazio notturno.
Zittire i malinconici
cani dei vicini.
Chiudere l’udito
a tutti i rumori
tranne a quello della pioggia.
Relegare tutti i pensieri
angosciosi nel posto
che gli spetta,
nel tempo passato
o futuro.
sistemare i sentimenti
nei reconditi
meandri del cuore,
in astucci
chiusi a chiave fino all’alba.
Reprimere i dolori.
Controllare i desideri
e superare le offese.
Non comporre poesie.
Afferrare il filo di una storia
e inventare una favola.
Fungere da mamma a se stessi.
Essere la propria amata.
Coprire di baci
il cuore insoddisfatto.
Coprire con una coperta
le membra infreddolite.
Entrare
nell’enclave monastica
del buio e del silenzio.
Andare lontano.
In capo al mondo.
Al confine dei sogni e dei non sogni.
E magari
ancora più lontano.

(da Estate, 1990 -Traduzione di Jolka Milič)

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In una sua poesia, Kajetan Kovič, dice di “costruire l’edificio dell’anima”: be’, è in fondo quello che si deve fare per addormentarsi, spogliarsi delle contingenze giornaliere, eliminare tutte le distrazioni esterne, per ritrovarsi alla fine nella sospensione dello stato di coscienza.

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DIPINTO DI ERIC ZENER

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Dio benedica chi ha inventato il sonno, mantello che avvolge i pensieri di tutti gli uomini, cibo che soddisfa ogni fame, peso che equilibra le bilance e accomuna il mandriano al re, lo stolto al saggio.
MIGUEL DE CERVANTES, Don Chisciotte

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Kajetan Kovič (Maribor, 21 ottobre 1931 – Lubiana, 7 novembre 2014), poeta, scrittore, traduttore e giornalista sloveno. La sua poesia, nata intimista neoromantica, ha poi praticato l’esistenzialismo in rapporto alle minacce tecnologiche, il neoesprossionismo e il classicismo.


giovedì 21 settembre 2023

Del suo volo solitario


GIAMPIERO NERI

PAESAGGI INOSPITI, III

Del suo volo solitario
che volteggia nell’aria
si riflette un’ombra nell’erba,
come una impronta
che si staglia netta
un istante
prima di scomparire.

(da Paesaggi inospiti, Mondadori, 2009)

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A una stessa ora / c’è una macchia più scura / fra le foglie, un battito d’ali / un volo calmo sulle cime degli alberi”: è la poiana, rapace di medie dimensioni che abita i boschi e le pinete. Il poeta Giampiero Neri ne osserva il “volo silenzioso / in ampi cerchi” rimanendo colpito dall’ombra disegnata sul terreno, illusoria replica di quel volo.

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FOTOGRAFIA DA PINTEREST

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Il volo non è semplicemente un vile processo meccanico, ma un'arte raffinata, puramente estetica, poesia del movimento.
BILL PEET, La spada nella roccia

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Giampiero Neri, pseudonimo di Giampietro Pontiggia (Erba, 7 aprile 1927 – Milano, 14 febbraio 2023), poeta italiano. Austera e severa, la sua poesia pratica l'osservazione di uno spazio rarefatto, spesso quello della sua città natale, diventa nei suoi versi la scena dell'amore e della vita, in lampi di intimità con il lettore.


mercoledì 20 settembre 2023

L’estate in partenza


HARRIET MONROE

IL GIARDINO

Nascosto sotto la collina,
con pesanti vesti strascicate e veli aggrovigliati di verde,
tanto che resta visibile solo il suo faccino smunto,
il giardino giace timido e malinconico,
sospirando per l'estate in partenza,
facendo risuonare nell’aria il canto della sua fontanella.
E soprattutto, placido, rassicurante,
dispone la clematide
come la prima neve.

(da La differenza e altre poesie, 1925)

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L’estate che parte lascia sempre un po’ di malinconia – oltre al sollievo per il calo delle temperature: è la bella stagione che si chiude e avvicina l’inverno con i suoi rigori. La poetessa statunitense Harriet Monroe coglie questo stato d’animo immaginandolo appartenente ad un piccolo giardino.

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IMMAGINE © BING IMAGE CREATOR

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Dire che era una bella giornata non riuscirebbe a spiegarlo. Era quel giorno in cui la fine dell'estate si interseca perfettamente con l'inizio dell'autunno.
ANN PATCHETT, Verità e bellezza

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Harriet Monroe (Chicago, Illinois, 23 dicembre 1860 – Arequipa, Perù, 26 settembre 1936), editrice, critica letteraria e poetessa statunitense. È conosciuta principalmente per essere stata la fondatrice della rivista Poetry, che fu pubblicata per la prima volta nel 1912 e come sostenitrice di Wallace Stevens, Ezra Pound, Hilda Doolittle, T. S. Eliot, William Carlos Williams e Carl Sandburg.


martedì 19 settembre 2023

Al bordo del libro


KARL KROLOW

LEGGENDO

Ho lasciato tutto
quello che avevo in mano.
Dietro di me, vaga lenta
la mia ombra
da nord a est.
La mia memoria termina
al bordo del libro
A poco a poco evapora
accanto a me l'acqua
nel bicchiere.
Il tempo
passa senza rimpianti.
È una storia
perfetta: manca
un punto di fuga
dove andare
a trovare qualcosa.

(da Nient’altro che la vita, 1970)

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Il poeta tedesco Karl Krolow entra nei panni di ogni lettore: l’atto di leggere è un isolamento dal mondo e dal tempo, esige un’attenzione intellettuale che ci trasporta altrove pur lasciandoci dove siamo. Il tempo stesso – se la storia è perfetta – si restringe e si dilata in ciò che il libro evoca. E, spiega lo stesso Krolow, “Nel testo della poesia, la possibilità stessa di realizzazione (punto di fuga / dove andare / a trovare qualcosa) è messa in discussione e rifiutata. Il «secondo» tempo che si presenta in questo modo per il lettore è l'anti-tempo, il tempo senza orologi da torre e da tasca”.

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CHARLES EDWARD PERUGINI, "DONNA CHE LEGGE"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

A seconda del lettore, e del libro, si tratta di lettura o di avventura.
NICOLÁS GÓMEZ DÁVILA, In margine a un testo implicito

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Karl Krolow (Hannover, 11 marzo 1915 – Darmstadt, 21 giugno 1999) conosciuto anche come Karol Kröpcke, poeta tedesco. Si è affermato come una fra le voci più autentiche della moderna lirica tedesca con raccolte di versi che si ispirano a una visione della natura sensitiva e precisa, in uno stile che contempera le esigenze innovatrici con un senso vigile della tradizione.


lunedì 18 settembre 2023

Alberi, erba e nuvole


WILLIAM CARLOS WILLIAMS

A MARCO ANTONIO IN PARADISO

Questa tranquilla luce riflessa
del mattino, quante volte
dall'erba, dagli alberi e dalle nuvole
entra nella mia stanza a nord
toccando le pareti con
erba, nuvole e alberi.
Antonio,
alberi, erba e nuvole.
Perché seguisti
quel corpo amato
con le tue navi ad Azio?
Spero sia stato perché
la conoscevi palmo a palmo
dai piedi inclinati verso l'alto
alle radici dei suoi capelli
e di nuovo giù e perché
l'hai vista
oltre la furia della battaglia
— nuvole e alberi ed erba —

Per questo allora stai
ascoltando in paradiso.

(da Collected Poems, 1921–1931, 1934)

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È famosa la storia d'amore tra Marco Antonio, triumviro a Roma, e Cleopatra, regina d'Egitto, che culminò nel suicidio di entrambi, assediati da Ottaviano dopo la battaglia di Azio nel 31 avanti Cristo. Shakespeare ne trasse una tragedia, Antonio e Cleopatra, dove il triumviro, che progetta di uccidere la regina dopo un suo tradimento, non vi riesce  e con il cuore pieno di rimorso, decide che la sua vita non ha più senso: riesce a ferirsi per trascinarsi fino al  mausoleo di Cleopatra  ancora viva e morire tra le sue braccia. William Carlos Williams, con bene in mente il discorso di Antonio sulle nuvole che mutano di forma - "adesso il tuo capitano è proprio una di tali forme: io sono ancora Antonio, ma pure non posso conservare questa forma visibile, mio fante" - mette in risalto l'esperienza e l'impegno del triumviro romano nell'amore : è questo il "paradiso", l'aspirazione più alta dell'uomo.

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POMPEO BATONI, "CLEOPATRA E ANTONIO MORIBONDO"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

È un amore miserabile quello che si può misurare.
WILLIAM SHAKESPEARE, Antonio e Cleopatra

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WilliamsWilliam Carlos Williams (Rutherford, New Jersey, 17 settembre 1883 – 4 marzo 1963), poeta, scrittore e medico statunitense. Fece parte degli “Altri” con Man Ray e Duchamp, divenendo uno dei principali esponenti del Modernismo americano. Per “Quadri da Bruegel e altre poesie” ottenne nel 1963 un Premio Pulitzer postumo.


domenica 17 settembre 2023

L’uno all’altro siamo patria


ANA BLANDIANA

PATRIA

In te nessuno mi manca mai,
terra tramontata nel sonno
lungo orbite verdi,
e sono straniera se varco il confine
delle tue chiome sfibrate.
Soltanto la tua lingua
so parlare in sogno
e dire fiabe solo per te,
mio precario paradiso,
mio precario signore.
È freddo fuori
e fitta è la nebbia,
si fa sera,
Il tempo scende lento,
ma come si sta bene e al caldo a casa,
quando l'uno all'altro siamo patria.

(da Il sonno nel sonno, 1977 – Traduzione di Biancamaria Frabotta e Bruno Mazzoni)

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Il concetto di patria è spesso presente nei versi di Ana Blandiana, poetessa rumena. Ma non la patria come nazionalità – sebbene il fatto di avere scelto il nome del villaggio dei genitori come pseudonimo sia significativo dell’attaccamento alle radici – quanto piuttosto un paese personale, che sia la“patria fragile” dell’estate o quella inquieta della poesia. C’è poi la minuscola patria, quella a due, il paese dell’amore, nella cui intimità ci si sente a casa.

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FOTOGRAFIA © BING IMAGE CREATOR

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Io vedo soltanto il sentiero / e di tanto in tanto / le ombre delle nuvole / inviarmi messaggi / che non capisco.
ANA BLANDIANA, Ottobre, novembre, dicembre

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Ana Blandiana, pseudonimo di Otilia Valeria Coman (Timișoara, 25 marzo 1942), poetessa romena, sostenitrice dei diritti civili in Romania .Prima della rivoluzione del 1989, famosa dissidente e sostenitrice dei diritti dell'uomo, ebbe il coraggio di contestare in numerose interviste e dichiarazioni pubbliche il dittatore Nicolae Ceaușescu.


sabato 16 settembre 2023

Il fuoco


HALINA POŚWIATOWSKA

IL FUOCO CHIEDE CIBO

Il fuoco chiede cibo
cibo che ha bisogno di nutrirsi
della vita - di un corpo

così ti porto un cuore
il mio cuore ardente
il fuoco lo divora con desiderio

poi scorrazza per la città
ma la città è tutta d'oro
non è una città è una stella

(da Hymn bałwochwalczy, 1958)

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Il fuoco chiede cibo, il fuoco dell'amore divora: lo si sa dai tempi dei tempi se già il Cantico dei Cantici recita "Tenace come gli inferi è la passione: / le sue vampe sono vampe di fuoco". A portare qui per la città il suo cuore di fuoco è la poetessa polacca Halina Poświatowska, che nelle sue poesie alterna e fonde amore e morte, consapevole del suo destino che la porterà alla fine a soli 32 anni per le complicazioni seguite ad un'operazione al suo cuore malato.


FOTOGRAFIA © GERALT/PIXABAY

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Il fuoco cresce, e non basta. Chiede d’esser nutrito, tutto chiede, tutto vuole.
GABRIELE D'ANNUNZIO

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Halina Poświatowska nata Halina Myga (Częstochowa, 9 maggio 1935 - Varsavia, 11 ottobre 1967), poetessa e scrittrice polacca. La sua poesia è appassionata ma non sentimentale e tratta i temi dell'amore e della morte e dell'ineluttabilità del suo destino - aveva un difetto cardiaco allora incurabile.


venerdì 15 settembre 2023

Alla terrificante bellezza


ADÉLIA PRADO

COSTELLAZIONE

Guardavo attraverso la finestra
la Via Lattea versarsi
sulla massa degli alberi.
A causa del vetro, della trasparenza dell'aria,
o perché in me sono nate le lacrime,
ho avuto l'impressione che alcune stelle
si tuffassero nel fiume,
che altre si impigliassero tra i rami.
La gente dormiva,
ho invocato Dio
come il cane che senza apparente minaccia
abbaiava disperato nella notte meravigliosa:
O Agnello di Dio, o Croce del Sud,
O Agnello, o Croce!
Come il cane, la mia lingua abbaiava
alla terrificante bellezza.

(da Terra de Santa Cruz, 1981)

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“La terrificante bellezza”, quella che incute addirittura timore da tanto è estesa, quella che Sant’Agostino chiamò “bellezza mutevole creata dalla Bellezza Immutabile”: la poetessa brasiliana Adélia Prado ammira nella notte il cielo stellato – quello dell’emisfero australe, dove spicca la Croce del Sud – e ne rimane estasiata e commossa.

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FOTOGRAFIA © PXHERE

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Se la bellezza è considerata una funzione, sarà l'unica cosa richiesta alla letteratura.
ADÉLIA PRADO, Suplemento Literário de Minas Gerais, Giugno 1984

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Adélia Luzia Prado de Freitas, meglio conosciuta come Adélia Prado (Divinópolis, 13 dicembre 1935), poetessa, docente e filosofa brasiliana. La sua poesia, modernista, parla del vivere quotidiano in una piccola città con perplessità e con un incanto guidato dalla fede cristiana.


giovedì 14 settembre 2023

Costruire la speranza


CLEMENTINA SUÁREZ

LA POESIA

Se inizi a scrivere una poesia
pensa in anticipo a chi la leggerà.
Beh, una rima è soltanto una rima
quando qualcuno la capisce e sopravvive
prima di tutto e soprattutto,
in fuga dalla mediocrità
che esaltano la petulanza e la prolissità.

La poesia non è necessariamente così com'è
ma come dovrebbe essere nel suo alito di giustizia.
Basta una parola per costruire la speranza
e parlare di essa è più importante
della più bella ma irrilevante poesia.

(da I segnali del poeta, 1969)

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"Io sono un poeta / un esercito di poeti. / Io oggi voglio scrivere una poesia / una poesia fischi / una poesia fucili (...) Oggi voglio costruire e distruggere, / innalzare le impalcature della speranza": la visione poetica di Clementina Suárez, prima donna dell'Honduras a pubblicare un libro di versi, Corazón sangrante, capace di scandalizzare quel mondo chiuso con la sua vita bohémiènne, è un inno alla speranza, che racchiude in sé l'amore, l'eros, la maternità e la libertà.

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IMMAGINE © LA TRIBUNA

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Seduti sulla riva della vita / siamo in tre: / il mio sogno, la poesia e io.
CLEMENTINA SUÁREZ, I segnali del poeta

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Clementina Suárez (Juticalpa, 12 maggio 1902 - Tegucigalpa , 9 dicembre 1991), poetessa honduregna. Riconosciuta a livello internazionale, è considerata la "matriarca della poesia honduregna", promotrice della cultura e dell'arte in Honduras e in America Centrale.


mercoledì 13 settembre 2023

I tuoi lineamenti semplici


ÁGNES NEMES NAGY

TI SIEDI E LEGGI

Ti siedi e leggi. Quanto sei sola, nemmeno tu lo sai.
Ma a volte indovini e poi con un movimento lento,
e un pizzico di lieve tristezza i tuoi lineamenti semplici
si immergono nella luce.

(da La notte di Akhenaton, 2004)

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Una poesia delicata dove apparentemente nulla succede, questa della poetessa ungherese Ágnes Nemes Nagy: in realtà c’è tutto uno stato d’animo che si manifesta nel ritratto, nel bozzetto, se ci immaginiamo la stanza in cui la donna immersa nella lettura emerge dalla concentrazione in cui è sprofondata.

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FRANZ EYBL, "RAGAZZA CHE LEGGE"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Nel momento in cui leggo, è vero, sono come sospeso in un altrove tessuto di ombre e di fantasmi. Leggendo, calati nella logosfera del testo, ci si può persino sentire, a occhi aperti, immersi in un sogno più vero e più vivo della realtà circostante.
EZIO RAIMONDI, Un’etica del lettore




Ágnes Nemes Nagy (Budapest, 3 gennaio 1922 – 23 agosto 1991), poetessa, scrittrice, educatrice e traduttrice ungherese. Con l’avvento del comunismo,le fu proibito di pubblicare dal 1949. Fu simbolo della resistenza letteraria al realismo socialista. Durante il periodo stalinista visse di borse di studio a Roma e Parigi e lavorò come insegnante.


martedì 12 settembre 2023

La donna del quadro


JOSÉ CORREDOR-MATHEOS

CHE SOLITUDINE AFFLIGGE

Davanti al dipinto di Edward Hopper, Stanza d’albergo

Che solitudine affligge
la donna del quadro?
Deve ancora disfare
le valigie
come me.
Non è tornata
da nessun posto,
e non sembra che stia
per partire.
Siamo tutti come lei:
ignari,
collocati in un tempo
e in uno spazio
che non possono essere nostri.
Nessuna solitudine può
essere condivisa,
ed è questo ciò che la affligge
e che ci affligge.
Sapere che siamo soli,
e che non siamo soli,
e così è più profonda ancora
la solitudine

(da Un pesce che va per il giardino, 2007)

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Di Edward Hopper si è spesso detto che era un "pittore per scrittori": le sue immagini hanno ispirato numerosi poeti e scrittori da Anne Carson a Joyce Carol Oates, da Alain de Botton a Josefa Parra. José Corredor-Matheos entra nella Stanza d’albergo in empatia con la gelida tensione che pervade la ragazza: l'essere umano sopravvive in una società disagevole, dove la solitudine, l’ansia, l'angoscia e l'alienazione sono amplificate.

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EDWARD HOPPER, "STANZA D'ALBERGO", 1931

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Probabilmente [la mancanza di comunicazione nelle opere] è un riflesso della mia, se così posso dire, solitudine. Non lo so. Potrebbe essere l'intera condizione umana.
EDWARD HOPPER, intervista a Sunday Show, NBC, 1964

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José Corredor Matheos (Alcázar de San Juan, 14 luglio 1929), poeta, critico d'arte, storico, traduttore e saggista spagnolo della Generazione degli anni '50. La "sete di assoluto" lo separa dal realismo confessionale per avanzare verso il culturalismo e la poesia essenziale delle forme nude.


lunedì 11 settembre 2023

Pompieri di New York


GIOVANNI GIUDICI

DEDICATO AI POMPIERI DI NEW YORK

Bambini in trecento son morti
Bambini che prima di ieri
Erano giovani e forti

A loro nei vostri pensieri
Tenetevi stretti un minuto
Quando giocate ai pompieri

Il vostro gentile saluto

(da Corriere della Sera, 16 settembre 2001)

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Eran trecento: eran giovani e forti: / E sono morti”: è il celebre incipit di una poesia del 1857, La spigolatrice di Sapri di Luigi Mercantini, studiata nelle scuole del secolo scorso. I trecento sono i patrioti mazziniani massacrati dalle truppe borboniche nel loro tentativo di liberare i detenuti politici e provocare una rivolta. Ma qui, nel contesto preciso della poesia scritta a caldo da Giovanni Giudici dopo l’11 settembre 2001 – la vera data spartiacque tra due secoli e due millenni, con tutto quello che ne è seguito – a contare è soltanto il patriottismo, l’eroismo di quei pompieri che entrarono nelle Torri Gemelle colpite dall’attentato per salvare centinaia di persone. Fu un'incredibile dimostrazione di coraggio e di altruismo: dopo tanti anni, molti di loro ancora ne portano i segni, dallo stress post traumatico ai problemi respiratori per le sostanze inalate, molti sono morti per patologie legate al loro lavoro in quelle giornate. Negli attacchi rimasero uccise 2977 persone: 344 erano vigili del fuoco, 71 agenti delle forze dell'ordine e 55 militari. Dimostrarono, come ha notato nel ventennale il segretario generale dell’ONU António Guterres, “l’umanità e la compassione che il terrorismo cerca di cancellare”.

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FOTOGRAFIA © THOMAS E. FRANKLIN/BERGEN COUNTRY RECORD

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Ricordiamoci l’11 settembre / preghiamo ognuno con le nostre preghiere / qualunque nome abbia il nostro Dio – / che non sia mai un Dio assassino / che ci sorrida bambino.
GIUSEPPE CONTE [il poeta ligure, non il politico pugliese]

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Giovanni Giudici (Porto Venere, 26 giugno 1924 – La Spezia, 24 maggio 2011), poeta e giornalista italiano. Della sua formazione cattolica e del suo lavoro nell'industria ha fatto i poli di una tensione che lo trascende e caratterizza il suo impegno civile. Numerose le sue traduzioni: Frost, Sylvia Plath, Orten, Pound, Ransom e Puškin.


domenica 10 settembre 2023

Felice nei giardini


RICHARD ALDINGTON

AU VIEUX JARDIN

Mi sono seduto qui felice nei giardini,
guardando la quieta pozza e le canne
e le nuvole scure
che il vento dell'aria superiore
strappava come i verdi rami frondosi
degli alberi dai colori diversi della tarda estate;
ma sebbene mi delizino molto
questi e le ninfee,
ciò che mi fa più vicino al pianto
è il colore rosa e bianco delle pietre lisce del lastricato,
e le erbe giallo pallido
tra esse.

(da Immagini, 1915)

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Richard Aldington, poeta imagista inglese, affida a una tranquilla scena di fine estate le sue impressioni. Riesce così a coniugare i suoi sentimenti, quel senso di beatitudine che prova, con le nuvole riflesse nel laghetto, con le ninfee,  con il lastricato, dando per così dire un colore alle sue percezioni.

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CLAUDE MONET, “IL PONTE GIAPPONESE”

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Il fumo azzurro salta / come nuvole vorticose di uccelli che svaniscono. / Così il mio amore balza verso di te, /  svanisce e si rinnova.
RICHARD ALDINGTON, Guerra e amore

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Richard Aldington (Portsmouth, 8 luglio 1892 – Sury-en-Vaux, 27 luglio 1962), poeta, scrittore e saggista britannico. Fu uno dei principali esponenti dell'imagismo, del quale sviluppò la corrente ellenizzante e parnassiana.  La Prima guerra mondiale lo portò a un esame severo e spesso pungente della realtà contemporanea.


sabato 9 settembre 2023

Il mondo immaginato


WALLACE STEVENS

SOLILOQUIO FINALE DELL'INNAMORATA INTERIORE

Accendi la prima luce della sera, come in una stanza
in cui riposiamo e, con poca ragione, pensiamo
il mondo immaginato è il bene supremo.

Questo è dunque il rendez-vous più intenso.
È in tale pensiero che ci raccogliamo
fuori da ogni indifferenza, in una cosa:

entro una sola cosa, un solo scialle
che ci stringiamo intorno, essendo poveri: un calore,
una luce, un potere, l'influsso prodigioso.

Qui, ora, dimentichiamo l'un l'altro e noi stessi.
Sentiamo l'oscurità di un ordine, un tutto,
un conoscere, ciò che fissò il rendez-vous

entro il suo confine vitale, nella mente.
Diciamo Dio e l'immaginazione sono tutt'uno...
Quanto in alto l'altissima candela irraggia il buio.

Di questa luce stessa, della mente centrale,
facciamo un'abitazione nell'aria della sera,
tale che starvi insieme è sufficiente.

(da Harmonium, 1923 - Traduzione di Massimo Bacigalupo)

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L'innamorata interiore (the “paramour" in originale, ovvero "l'amante", "la spasimante") è, secondo il poeta statunitense Wallace Stevens, l'immaginazione, quella che risiede in un luogo interno a noi, nelle profondità del pensiero.  Dio stesso è un'estensione dell'immaginazione, un Dio che "deve essere personale perché solo le persone lo creano" come "sostentamento eterno", incarnarsi dell'immensità nella mente umana.

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PABLO DOMINIC, "LIBRO E LAMPADA"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Considerare l’immaginazione come metafisica significa pensarla come parte della vita, e pensarla come parte della vita significa rendersi conto della portata dell’artificio. Viviamo nella mente.
WALLACE STEVENS

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Wallace Stevens (Reading, Pennsylvania, 2 ottobre 1879 – Hartford, Connecticut, 2 agosto 1955) è stato un poeta statunitense. Laureato ad Harvard, avvocato dal 1904, lavorò per una compagnia di assicurazioni. Espressione tra le più alte del Modernismo, nei suoi versi risaltano  l'immaginazione e lo spessore metaforico del linguaggio.


venerdì 8 settembre 2023

Il masso


JOSÉ EMILIO PACHECO

RITORNO A SISIFO

Il masso è rotolato ancora come sempre
lo spingerò, lo spingerò in salita
per vederlo rotolare di nuovo.

Inizia la battaglia che ho combattuto mille volte
contro il masso, Sisifo e me stesso.

Masso che non ti fermerai mai in vetta:
ti ringrazio per essere rotolato in discesa.
Senza questo dramma inutile, la vita sarebbe inutile.

(da Il silenzio della luna, 1996)

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Il mito di Sisifo è celebre: uomo scaltro e senza scrupoli, si prese gioco degli dèi, che lo condannarono a spingere un enorme masso sul versante di una montagna; giunto sulla vetta, il masso torna a rotolare a valle e Sisifo deve ricominciare la fatica. Il ciclo ripetitivo appare molto moderno, vicino alle nostre vite frenetiche – del resto secondo alcuni il mito raffigura la fatica del giorno nel far salire il disco del sole; ad esempio, Albert Camus lo considera la personificazione dell’assurdità della vita umana e ritiene che "la lotta stessa verso le vette fosse sufficiente per riempire il cuore di un uomo". Sulla stessa lunghezza d’onda è il poeta messicano José Emilio Pacheco.

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IMMAGINE DA PINTEREST

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Sisifo ama il suo masso, perché lo trascina.
ELIAS CANETTI, Aforismi per Marie-Louise

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José Emilio Pacheco Berny (Città del Messico, 30 giugno 1939 - 26 gennaio 2014), scrittore, poeta, saggista e traduttore messicano. Fu parte integrante della Generazione dei ‘50. La sua poesia concentra l’attenzione sulla storia, sulla ciclicità del tempo, sull’universo dell’infanzia e sulla vita nel mondo moderno.


giovedì 7 settembre 2023

La sera circolare


OCTAVIO PAZ

TRA L'ANDARSENE E IL RESTARE

Tra l’andarsene e il restare dubita il giorno,
innamorato della sua trasparenza.

La sera circolare è già baia:
nel suo quieto viavai oscilla il mondo.

Tutto è visibile e tutto è elusivo,
tutto è vicino e tutto è intoccabile.

I fogli, il libro, il bicchiere, la matita
riposano all’ombra dei loro nomi.

Palpitare del tempo che nelle mie tempie ripete
la stessa ostinata sillaba di sangue.

La luce fa del muro indifferente
uno spettrale teatro di riflessi.

Nel centro di un occhio mi scopro;
non mi guarda, mi guardo nel suo sguardo.

Si dissipa l’istante. Senza muovermi,
io resto e me ne vado: sono una pausa.

(da Albero dentro,  1987 - Traduzione di Ernesto Franco)

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È il tramonto e  secondo Octavio Paz, poeta messicano, "tutto è visibile e tutto è elusivo, / tutto è vicino e tutto è intoccabile": sembra di poter bere il sole in una tazza come Emily Dickinson, ma regna soltanto l'eterea illusione della sera, il suo gioco di ombre e di luci nel quale ci riconosciamo immagine passeggera quando finalmente abbandoniamo la frenetica ruotine delle nostre vite per soffermarci ad osservare, meditando..


FOTOGRAFIA © ARIFUR RAHMAN TUSHAR/PEXELS

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   LA FRASE DEL GIORNO   

L'irrealtà di ciò che si vede dà realtà allo sguardo.
OCTAVIO PAZ, Bianco

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Octavio Irineo Paz Lozano (Città del Messico, 31 marzo 1914 – 20 aprile 1998),  poeta, scrittore, saggista e diplomatico messicano, premio Nobel per la letteratura nel 1990. La sua poesia è fatta di sperimentazione e anticonformismo, un continuo mettersi in discussione del linguaggio, “lotta continua contro la significazione”.