lunedì 30 aprile 2018

L’abisso


INMACULADA MENGÍBAR

AFFETTI SPECIALI

Come qualcosa di inevitabile che si rinvia
e che finisce per accadere,

mi aggrappo al tuo collo
per non precipitare
nell’abisso
del mio stesso desiderio,

ma anche il tuo corpo è un precipizio,
e la tua bocca l’abisso di un bacio triste e finale.

E adesso?
Che sarà di noi?

(da Pantaloni bianchi di flanella, 1994)

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Affetti speciali/Effetti speciali: il gioco di parole che dà il titolo alla poesia di Inmaculada Mengíbar resta identico anche in italiano, ed è tutto quel gioco di metafore relative all’abisso, alla vertigine stessa del proprio desiderio – ineluttabile, come spiega Milan Kundera nell’Insostenibile leggerezza dell’essere: “la vertigine. L'ottenebrante, irresistibile desiderio di cadere. La vertigine potremmo anche chiamarla ebbrezza della debolezza. Ci si rende conto della propria debolezza e invece di resisterle, ci si vuole abbandonare a essa”.

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Lovers

SCENA DAL FILM “THE LOVERS” DI ROLAND JOFFRÉ © CORSAN FILMS

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LA FRASE DEL GIORNO
Delle poesie, talora, / come di tante cose nella vita, uno sa / con più sicurezza la fine che il principio..
INMACULADA MENGÍBAR, Pantaloni bianchi di flanella




mengibarInmaculada Mengíbar (Córdoba, 5 giugno 1962). Laureata in Filologia Spagnola, vive a Torremolinos. Ha pubblicato I giorni feriali (1988), Pantaloni bianchi di flanella (1994)  e Rovescio (1996).


domenica 29 aprile 2018

Fede in te


ANTONIA POZZI

CONFIDARE

Ho tanta fede in te. Mi sembra
che saprei aspettare la tua voce
in silenzio, per secoli
di oscurità.

Tu sai tutti i segreti,
come il sole:
potresti far fiorire
i gerani e la zàgara selvaggia
sul fondo delle cave
di pietra, delle prigioni
leggendarie.

Ho tanta fede in te. Son quieta
come l’arabo avvolto
nel barracano bianco,
che ascolta Dio maturargli
l’orzo intorno alla casa.

 
8 dicembre 1934

(da Parole, Mondadori, 1939)

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È nota la contrastata storia d’amore della poetessa Antonia Pozzi: studentessa al liceo classico Manzoni di Milano, intrecciò una relazione con il suo professore di greco e latino, Antonio Maria Cervi, interrotta nel 1933 in seguito all’intervento dei genitori di lei, l’avvocato Roberto Pozzi e la contessa Lina Cavagna Sangiuliani. Ma l’amore – dice Antonia – sa aspettare, sa attendere “in silenzio, per secoli  /di oscurità” con la speranza e la fiducia del credente. Speranza e fiducia che purtroppo Antonia Pozzi perse, avvelenandosi con i barbiturici nel prato dell’abbazia di Chiaravalle a soli 26 anni.

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Antonia

SCENA DA “ANTONIA”, 2015 DI FERDINANDO CITO FILOMARINO

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LA FRASE DEL GIORNO
Sperare / mentre il domani intatto sconfina / e tosto / dimenticare il volto / delle speranze, nel tempo vero.
ANTONIA POZZI, Parole




Antonia Pozzi (Milano, 13 febbraio 1912 – 3 dicembre 1938), poetessa italiana. Laureatasi in Filologia con una tesi su Flaubert, si tolse la vita dopo una contrastata storia d’amore. Il suo diario poetico Parole fu pubblicato postumo, nel 1939: composto a partire dai diciassette anni, riflette un'amara e inquieta sensibilità in cui si avverte l'influsso della lirica di Rilke.


sabato 28 aprile 2018

Straniero in me


GUY GOFFETTE

ICARO SI RISOLLEVA, PROLOGO

(Ispirata a Paesaggio con la caduta di Icaro, di Bruegel)

Per Yves Bergeret

Se ho davvero vissuto questa vita oppure
soltanto fantasticato nella luce
che inonda quest’ufficio sotto il mare dei tetti,

se è solo la mia lampada a offuscare
i segni in cammino, o la fatica ancora
di attendere che la pioggia smetta

la sua vana dattilografia sul vetro,
chi può dirlo e chi non riconoscermi
d’aver un giorno camminato sul mare,

rovesciato l’azzurro che lava gli uccelli
e dissipato l’oro del tremolo con la morte
in sordina dei vicini? Chi

se non questo straniero in me come un bambino
che insegue la sua ombra, con le mani tese
a l’anima più curva di quella del prodigo

che si occupa dei porci nella casa dell’esilio.

(da Elogio per una cucina di provincia, 1988 – Traduzione di Chiara De Luca)

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Chi è l’Icaro raffigurato dal poeta belga Guy Goffette? Chi è l’uomo che guarda dalla finestra nel crepuscolo oppure mentre piove? Ma è il poeta stesso, che si lascia ispirare dal celebre dipinto di Bruegel e si riconosce in quell’essere che osa salire fino al sole con il rischio di bruciare le sue ali di cera, quello “straniero” in sé che insegue la sua ombra.

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EDWARD HOPPER, “UFFICIO IN UNA PICCOLA CITTÀ”

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LA FRASE DEL GIORNO
Il poeta è un contrabbandiere, un guado, una cinghia di trasmissione. Attento ai movimenti dell'anima e presente al presente, ha il compito di mettere in parole l'impalpabile della vita.
GUY GOFFETTE, Levure littéraire, n. 5




Guy Goffette (Jamoigne, 18 aprile 1947) poeta e scrittore belga. Insegnante, libraio, editore, vive e lavora a Parigi. Yves Bonnefoy lo ha battezzato “erede di Verlaine”, capace di mantenere “le cose semplici, meravigliosamente in grado di catturare le emozioni e i desideri comuni a tutti noi”.


venerdì 27 aprile 2018

Che trepida grazia


VITTORIO SERENI

PIAZZA

Assorto nell’ombra che approssima e fa vana
questa che mi chiude d’una sera,
anche più vano
di questi specchi già ciechi,
io non so, giovinezza, sopportare
il tuo sguardo d’addio.

Ma della piazza, a mezza sera,
vince i deboli lumi
la falce d’aprile in ascesa.
Sei salva e già lunare?
Che trepida grazia
la tua figura che va.

(da Frontiera, Edizione di Corrente, 1941)

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La piazza, l’agorà, è soprattutto nei paesi mediterranei il luogo principe dell’aggregazione, il punto di ritrovo della collettività. Ed è il luogo dove Vittorio Sereni sente improvvisamente finire la giovinezza una sera d’aprile. Come rileva Rudolf Schuerch, è questo il momento di svolta della sua poesia: “La metamorfosi (poiché di questo si tratta) della figura di Diana in Proserpina rappresenta il salvataggio estremo del sentimento sereniano, che si opera proprio nel momento in cui la giovanile Diana tende a scomparire come evocazione rassicurante, ora ridotta a «specchi ciechi»”.

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Page

GREGORY ALLEN PAGE, “PIAZZA DI COMO”

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LA FRASE DEL GIORNO
La giovinezza è tutta nella luce / d’una città al tramonto / dove straziato ed esule ogni suono / si spicca nel brusio.
VITTORIO SERENI, Diario d’Algeria




Vittorio Sereni (Luino, 27 luglio 1913 – Milano, 10 febbraio 1983), poeta italiano, è il capostipite della variante lombarda del novecentismo poetico, detto “Linea lombarda”. Ufficiale di fanteria, viene fatto prigioniero dopo l’8 settembre 1943. Nel dopoguerra è direttore letterario di Mondadori e cura la prima edizione dei Meridiani.


giovedì 26 aprile 2018

Il raggio di luce


LEAH GOLDBERG

STANOTTE

Come il raggio di luce, che fende
il calice di cristallo nel suo cuore
animandosi nei giochi di colori
e nelle danze di bagliori addormentati,
ha attraversato la mia mente il ricordo
del tuo sguardo di allora.
Puoi sentirmi? Stanotte ho riso.

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“Di memorie d'amore / gli anni hanno adornato il mio viso / segnandomi i capelli di  lievi filigrane grigie: / son diventata così bella” scriveva la poetessa israeliana di origini lituane Leah Goldberg: un raggio di sole che attraversa un cristallo riesce a trarne magicamente i vividi colori dell’arcobaleno, così il sopito ricordo amoroso riprende vita e si rianima.

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Tokujin

INSTALLAZIONE DI TOKUJIN YOSHIOKA

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LA FRASE DEL GIORNO
Paesaggi riflessi / nel mio sguardo / strade percorse / han marcato i miei passi.
LEAH GOLDBERG




Leah Goldberg o Lea Goldberg (Kaliningrad, Lituania, 29 maggio 1911 – Gerusalemme, 15 gennaio 1970), poetessa, scrittrice, drammaturga e traduttrice di lingua ebraica. Nel 1935 emigrò nel Mandato britannico della Palestina. Dal 1954 insegnò all’università Ebraica di Gerusalemme. Padroneggiava sette lingue, e tradusse dal russo, dal tedesco e dall’italiano.


mercoledì 25 aprile 2018

Il giglio di quell’amore


MARIO TOBINO

IL PERIODO CLANDESTINO

Fu un amore, amici,
che doveva finire;
credemmo che gli uomini fossero santi,
i cattivi uccisi da noi,
credemmo diventasse tutta festa e perdono,
le piante stormissero fanfare di verde,
la morte premio che brilla
come sul petto del bambino
la medaglia alle scuole elementari.
Con pena, con lunga ritrosia,
ci ricredemmo.
Rimane in noi il giglio di quell’amore.

(da L'asso di picche, Vallecchi, 1955)

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25 aprile, anniversario della Liberazione. Lo scrittore e poeta viareggino Mario Tobino riflette sul periodo della Resistenza, di quando partecipò attivamente alla lotta contro i nazifascisti sulle colline toscane. Non si nasconde che fu una guerra civile - e ne tratterà ampiamente nel romanzo Il clandestino - che italiani combatterono contro italiani, e questa è la sua pena mentre ricorda quel sogno, quell’amore che fu per lui la lotta partigiana.

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Johnny

UNA SCENA DAL FILM “IL PARTIGIANO JOHNNY” © FANDANGO

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LA FRASE DEL GIORNO
Anche vinto il nemico è qualcuno, che dopo averne sparso il sangue bisogna placarlo, dare una voce a questo sangue, giustificare che l’ha sparso.
CESARE PAVESE, La casa in collina

 



Mario Tobino (Viareggio, 16 gennaio 1910 – Agrigento, 11 dicembre 1991), scrittore, poeta e psichiatra italiano. Autore prolifico, esordì prima come poeta per poi affermarsi come romanziere. Le sue opere sono segnate da uno spiccato autobiografismo e da un forte connotato psicologico e sociale.


martedì 24 aprile 2018

I cannoni delle indolenze


GUILLAUME APOLLINAIRE

RICONOSCENZA

Alla signorina P.

Una sola betulla crepuscolare
Impallidisce sulla soglia dell’orizzonte
Dove fugge la misura angolare
Dal cuore all’anima e alla ragione

Il galoppo azzurro delle ricordanze

Attraversa i lillà degli occhi

E i cannoni delle indolenze

Sparano i miei sogni verso
                                            i
                                            cieli

(da Calligrammi, 1918 - Traduzione di Sergio Zoppi)

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Su un treno che lo riporta al reggimento a Nîmes il 2 gennaio 1915, il poeta francese Guillaume Apollinaire incontra una ragazza algerina, di Orano, Madeleine Pagès, in viaggio tra Nizza e Marsiglia: ne nasce un breve amore che sfocerà in una promessa di matrimonio mai mantenuta. Ma in quella primavera del 1915 l’animo di Apollinaire è innamorato e sereno nonostante si trovi nei pressi del fronte ed esprime così, con i suoi versi che precorrono il surrealismo, la poesia di un paesaggio che sa ispirare sogni e ricordi.

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Austin

ACQUARELLO DI BRIDGET AUSTIN

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LA FRASE DEL GIORNO
E l'anima tuttavia afferra l'anima stessa di lontano / Più profondamente più completamente ancora.
GUILLAUME APOLLINAIRE




Wilhelm Albert Włodzimierz Apollinaris de Wąż-Kostrowick (Roma, 26 agosto 1880 - Parigi, 9 novembre 1918), noto con lo pseudonimo di Guillaume Apollinaire, poeta francese sostenitore di una totale libertà formale e di nuovi contenuti frutto dell’indagine dell’inconscio, fu un precursore del Surrealismo. Combattente nella Prima guerra mondiale, fu vittima dell’epidemia di febbre spagnola.


lunedì 23 aprile 2018

Di giorno in giorno


PEDRO TAMEN

RIASSUNTO

Consegno il giorno di oggi a quello di domani
come chi dà un frutto a un'altra bocca:
così, di giorno in giorno, si fa il giorno
- tranquillo, universale, indifferito.

Solo che non è il fiume che mi lava,
ma acqua definita, al suo posto.

(da Poesia n. 266, Dicembre 2011 - Traduzione di Giulia Lanciani)

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il giorno come un’acqua che scorre, come un oggetto da consegnare al domani una volta che è finito. Il poeta portoghese Pedro Tamen riesce in pochi versi ad esprimere questo senso metafisico dello scorrere del tempo nel quale siamo immersi.

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Magritte

RENÉ MAGRITTE, “LA BATTAGLIA DELLE ARGONNE”

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LA FRASE DEL GIORNO
Come un silenzio pieno / che ti venisse agli occhi di mattina / e amarti fosse l’abito / scelto al cominciar del giorno.
PEDRO TAMEN




Pedro Mário de Alles Tamen  (Lisbona, 1° dicembre 1934), poeta e critico letterario portoghese, è autore di significative raccolte in cui predilige un lessico ludico e infantile con forme sintatticamente trasgressive.


domenica 22 aprile 2018

La tela dei paradisi perduti


GIUSEPPE UNGARETTI

QUANDO OGNI LUCE È SPENTA

Quando ogni luce è spenta
E non vedo che i miei pensieri,

Un'Eva mi mette sugli occhi
La tela dei paradisi perduti.

1932

(da Sentimento del tempo, Vallecchi, 1933)

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Nella solitudine dei pensieri, nel buio della notte, riemergono nella memoria di Giuseppe Ungaretti, portate da una donna simbolica e misteriosa, le nostalgie di un paradiso perduto, quello dell’infanzia trascorsa ad Alessandria d’Egitto: “L’infanzia ho sotterrato / Nel fondo delle notti / E ora, spada, invisibile, / mi separa da tutto”.

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Aleko

DISEGNO DI MARC CHAGALL PER “ALEKO”

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LA FRASE DEL GIORNO
Figlia indiscreta della noia, / memoria, memoria incessante, / le nuvole della tua polvere, / non c'è vento che se le porti via? // Gli occhi mi tornerebbero innocenti, / vedrei la primavera eterna // E, finalmente nuova, | o memoria, saresti onesta.
GIUSEPPE UNGARETTI, Sentimento del tempo


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Giuseppe Ungaretti (Alessandria d'Egitto, 8 febbraio 1888 – Milano, 1º giugno 1970) è uno dei tre grandi poeti dell’Ermetismo italiano. Trasferitosi a Parigi nel 1912, prese parte alla Prima guerra mondiale nelle trincee del Carso e poi in Champagne. Dal 1935 al 1942 insegnò in Brasile e dal 1947 al 1965 fu professore di letteratura moderna alla Sapienza.


sabato 21 aprile 2018

La donna amata


VINÍCIUS DE MORAES

LA BRUSCA POESIA DELLA DONNA AMATA

Rio de Janeiro , 1938

Lontano dai pescatori i fiumi infiniti muoiono lentamente di sete…
Li hanno visti camminare di notte per amore — oh, la donna amata è come una sorgente!

La donna amata è come il pensiero di un filosofo che soffre
La donna amata è come il lago che dorme sulla collina sperduta
Ma chi è questa misteriosa che arde nel petto come una candela?
Lei che ha occhi, labbra e dita nella sua forma inesistente?

Per il grano che nasce nei campi assolati la terra amorosa ha innalzato il volto pallido dei gigli
E i contadini si sono mutati in principi dalle mani affusolate e dai visi trasfigurati…

Oh, la donna amata è come l’onda solitaria che corre lontano dalle spiagge
Depositata sul fondo ci sarà la stella, e altro ancora.

(da Nuove poesie, 1938)

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Vinícius de Moraes, poeta e cantante brasiliano, inseguì la “donna” per tutta la vita – non a caso si sposò ben nove volte! Questa donna amata è un po’ come quella di Paul Éluard, una donna che è intermediaria tra il poeta e la poesia ma soprattutto natura, è il mondo stesso che si manifesta, il centro esatto dell’universo.

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ILLUSTRAZIONE DI FERNANDO VICENTE

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LA FRASE DEL GIORNO
La donna amata è quella che indica la notte e dal cui petto sorge l’alba.
VINÍCIUS DE MORAES




Marcus Vinícius da Cruz de Mello Moraes (Rio de Janeiro, 19 ottobre 1913 – 9 luglio 1980), poeta, cantante, compositore, drammaturgo e diplomatico brasiliano. Di famiglia facoltosa, fu addetto d’ambasciata a Los Angeles e Parigi. Nel 1958 diede il via alla bossanova con i testi scritti con Jobim di Canção do amor demais, album di Elizeth Cardoso. Si sposò nove volte.


venerdì 20 aprile 2018

Un’immutabile felicità


LARS GUSTAFSSON

VITA

La vita scorre attraverso il mio tempo,
e io, un volto non rasato,
dove le rughe sono profonde, analizzo le tracce.

Pensieri come bestiame,
avanzano sulla strada per bere,
estati perdute ritornano, ad una ad una,

profonda come il cielo viene la malinconia,
per la pianta di carice che fu,
e le nuvole che allora rotolavano più bianche,

eppure so che tutto è uguale,
che tutto è come allora e irraggiungibile;
perché sono al mondo,

e perché mi prende la malinconia?
E gli stessi lillà profumano come allora.
Credimi: c’è un’immutabile felicità.

(da Poesia, n. 333, Gennaio 2018 - Traduzione di Enrico Tiozzo)

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La vita che scorre nelle terzine del poeta svedese Lars Gustafsson è in fondo la vita di tutti noi, quella quotidiana che ci pone di fronte alle sue feste comandate, ai suoi impegni, alle preoccupazioni, alle corse per fare in tempo, la vita che ci sembra fluire velocemente e che quando ci fermiamo a pensare ci riserva sorprese, tanto che qualche volta, nella meraviglia di un carpe diem, ci accorgiamo che in realtà quella che consideriamo malinconia forse altro non è che felicità.

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Lillà

JULIYA ZHUKOVA, “VECCHIA CASA E LILLÀ”

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LA FRASE DEL GIORNO
Quanta vita può esserci, chiusa nei cassetti? Forse l'intero universo non è che un cassetto chiuso, un ricordo di se stesso?
LARS GUSTAFSSON, Le bianche braccia della signora Sorgedahl




Lars_Gustafsson_02Lars Gustafsson (Västerås, 17 maggio 1936 – 3 aprile 2016), poeta e scrittore svedese. Dalla fine degli Anni ‘50 ha prodotto una copiosa opera letteraria composta da romanzi, saggi, poesie e racconti. Nominato al Nobel, ottenne la Medaglia di Goethe.


giovedì 19 aprile 2018

Le case di gelato


ANTIGONE KEFALA

LA TERRA PROMESSA, I

Le strade erano di pasta dolce
le case di gelato
le bestie di liquirizia.
– Che bello -, abbiamo detto,
– Respirare l’aria verde
come in una favola,
nutrirci di acqua verde, salmastra,
respirare il fumo che si leva
dalle verdi rocce delle colline
e la luna solitaria
inchiodata in fondo al cielo.

(da Assenza, 1992)

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La terra promessa è l’Australia, dove la famiglia della poetessa Antigone Kefala emigrò dalla Grecia nel 1951: e questo paese appare di fiaba, addirittura surreale, un mondo completamente diverso agli occhi di chi è emigrato dall’Europa ancora sconvolta dagli effetti della guerra con davanti tutta una serie di possibilità ma anche gli effetti straniarti di ritrovarsi in un posto del tutto differente per paesaggio, usi e tradizioni.

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Australia

FOTOGRAFIA © SOUTH AUSTRALIA

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LA FRASE DEL GIORNO
Per un Emigrante, il Paese è irrilevante salvo che non sia il suo.
EMILY DICKINSON, Lettera a T.W. Higginson, giugno 1869




KefalaAntigone Kefala (Brăila, Romania,  28 maggio 1935) è una poetessa e narratrice australiana di origini greche, considerata tra le voci principali dell’emigrazione: la sua poesia è spesso centrata sull’alienazione e sulle differenze che prova chi è catapultato in un paese straniero.


mercoledì 18 aprile 2018

Il potere dell’amore


EDNA ST. VINCENT MILLAY

L’AMORE NON È CIECO

L'amore non è cieco. Basta un occhio
per vedere che non sei bello, oppure
quante donne lo sono. Vedi tutti
i tuoi difetti: gli occhi dilatati,
alta la fronte. Di principi estetici
sono troppo imbevuta, fin da piccola,
per poter liberare la mia mente,
dirti perfetto e amarti da morire.
Più sottile è il potere dell'amore:
ha tanta forza che dico "Non bello"
come dicessi "Non qua" o "Non là"
"distesa", oppure "a scrivere una lettera".
So cos'è il bello di cui tutti parlano;
ma mi chiedo se sia così importante.

(Love is not blind, da L’amore non è cieco, Crocetti, 2001 – Trad.di Silvio Raffo)

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L’amore è cieco, si dice spesso, ovvero obnubila le facoltà mentali e ci fa vedere come una dea o un dio la nostra amata o il nostro amato. È un modo di dire molto antico, probabilmente discende dalla notte dei tempi, visto che è attestato già nella Roma di 2400 anni fa: “Amor caecus est”. Anche Shakespeare è d’accordo: “Amore è cieco, e gli amanti non vedono le amabili follie cui s’abbandonano”. È un assunto, o meglio un luogo comune, che la poetessa statunitense Edna St. Vincent Millay, con la sua autoironia e il suo ragionare d’amore spesso anticonvenzionale e provocatorio nell’America di un secolo fa, rovescia di 180 gradi: quello che conta dice, alla fine, non è l’aspetto estetico, ma il sentimento.

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Edna

EDNA ST. VINCENT MILLAY CON IL MARITO EUGEN JAN BOSSEVAIN NEL 1924

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LA FRASE DEL GIORNO
L’amore non è cieco. Forse siamo tutti nati ciechi e l’amore finalmente ci dà la vista.
KAMAND KOJOURI




Edna St. Vincent Millay (Rockland, 22 febbraio 1892 – Austerlitz, 19 ottobre 1950), poetessa e attivista femminista statunitense. Fu insignita del Premio Pulitzer per la Poesia nel 1923. Il poeta Richard Wilbur scrisse di lei che “ha scritto alcuni dei più bei sonetti del secolo”.


martedì 17 aprile 2018

Una mano guantata


ALMUDENA GUZMÁN

MI SFUGGI

Mi sfuggi nei corridoi come
un discobolo unto di olio.
Ma tutto ciò che parla è una mano guantata
dalle mie calze

(Nuda, strofino la sua voce contro i fianchi del lenzuolo
per non addormentarmi così triste).

(da Tu, 1986)

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È una solitudine piena di desiderio quella che racconta la poetessa spagnola Almudena Guzmán: l’assenza, la nostalgia dell’amante lontano hanno anche un contorno fisico: “Velatamente, / facendo scorrere il chiavistello / è arrivata al mio appartamento / una pantera diafana con la pelle di diamante / che mi morderà la nuca quando meno me lo aspetterò. / È il desiderio”. Cedervi, appagarlo, è il solo modo di rendere meno acuta la tristezza.

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Schiele

EGON SCHIELE, “DONNA DISTESA”

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LA FRASE DEL GIORNO
Talvolta l’amore e il desiderio dormono assieme. / In quelle notti si vedono la luna e il sole.
LILIANE WOUTERS, L’aloe




Almudena Guzmán (Navacerrada, 1964) è una poetessa spagnola. Filologa, ha ottenuto un dottorato cin una tesi su Francisco de Quevedo. La sua poetica ha una tendenza neosurrealista venata da una sensualità sincera e naturale. Collabora con il quotidiano ABC.


lunedì 16 aprile 2018

A quei tempi


MARÍA SAUCEDO

SENZA TITOLO

A quei tempi
non valevo niente
e mi consumavo gli occhi

Mettevo il cuore
    nel fango
e ci giocavo a palla

Imparai a scrivere, a leggere
    e a tacere
In questi tempi invece
non valgo niente (talvolta)
ma ora so dove
ho messo il cuore
e mi si riempie di canzoni.

(da Questo ponte, la mia spalla. Voci di donne terzomondiste negli Stati Uniti, 1988)

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Momenti difficili, di angosce spesso immotivate, di sentimenti che danzano da un umore all’altro: l’adolescenza, la gioventù è spesso questo conflitto di emozioni, soprattutto se vissuta in quartieri degradati, come il barrio messicano di Pilsen, a Chicago, dove crebbe la poetessa messicana María Saucedo, immigrata da bambina negli Stati Uniti.

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Schloe

ILLUSTRAZIONE DI CHRISTIAN SCHLOE

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LA FRASE DEL GIORNO
Il cuore umano a me dà l’impressione di un pozzo profondissimo. Nessuno sa cosa ci sia laggiù. Si può solo cercare di immaginarlo dalle cose che ogni tanto vengono a galla.
HARUKI MURAKAMI, I salici ciechi e la donna addormentata




Saucedo

María Saucedo (Monterrey, 23 aprile 1954 – Pilsen, Chicago,12 novembre 1981), poetessa e attivista politica messicana, si impegnò strenuamente per i diritti delle donne e degli immigrati, per l’appoggio a un’educazione bilingue e per la realizzazione di una scuola che ora porta il suo nome. Morì in un incendio a soli 27 anni.


domenica 15 aprile 2018

Non ci sono poeti


MARTHA ASUNCIÓN ALONSO

MUTAZIONI POETICHE

Nella mia famiglia non ci sono poeti.

Però mio nonno Gregorio,
quando annaffiava l’orto a Belinchón,
è rimasto così tanti pomeriggi
a osservare il canale, mormorando:

Non beviamo
l’acqua: è essa a berci.
L’acqua
è
la donna.

No, nella mia famiglia non ci sono poeti.

Ma una volta, da bambina, trovai dei gusci
di un uovo azzurro
ai piedi del mandorlo.
Li mostrai a mio padre e mio padre, silenzioso,
mi insegnò a costruirgli un nido
con i rametti;
e mi spiegò perché: ci sono pezzi di vita
che valgono
interi sogni.

Nella mia famiglia, vi dico, non ci sono poeti.

Ma quando la mia bisnonna
Asunción
vide per la prima volta il mare
- la prima e l’unica -,
mi dicono che restò molto seria, tacendo
a lungo, prima di dire:
 
Grazie
per
gli occhi.

Non so da dove vengo. Nella mia famiglia
non ci sono poeti
cattivi.


(da Wendy, 2015)

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Con paradossale ironia la poetessa spagnola Martha Asunción Alonso afferma che nella sua famiglia non ci sono poeti prima di lei, ma poi con esempi mirati dimostra in effetti il contrario lasciando intendere che una sottile vena poetica attraversa il suo albero genealogico, dal nonno ispirato dalla natura alla bisnonna meravigliata del mare passando per il padre dall’animo gonfio di poesia.

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Illenye

DIPINTO DI JEANNE ILLENYE

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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia è un ramo saldo / a cui ogni tanto lego la mia altalena / per dondolarmi sopra il nero.
ANDONIS FOSTIERIS




Martha AsunciónMartha Asunción Alonso (Madrid, 23 maggio 1986), laureata in Filologia Francese, docente di scuola secondaria e universitaria, ha insegnato in Francia, nei Territori d’oltremare e in Canada. È autrice di Cronologia verde di un autunno (2009), Trattenere la primavera (2011), La solitudine creola (2013), Skinny Cap (2014) e Wendy (2015).


sabato 14 aprile 2018

Il suo amore


IDEA VILARIÑO

LA NOTTE

La notte non era il sogno
Era la sua bocca
Era il suo bel corpo spogliato
Dei gesti inutili
Era il suo volto pallido che mi guardava nell’ombra
La notte era la sua bocca
La sua forza e la sua passione
Era i suoi occhi seri
Le pietre dell’ombra che cadevano nei miei occhi
Ed era il suo amore
Che mi invadeva così lento
Così misterioso.

(da Poesie d’amore, 1957)

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L’amore muta la visione delle notti di Idea Vilariño: la poetessa uruguaiana nel 1950, in un bar del barrio Malvín a Montevideo, ha conosciuto il poeta Juan Carlos Onetti e ora diversa è la dimensione notturna nelle sue poesie, non è più la visione cosmica dell’infinito a dominare, ma la pura passione.

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Goodaboom

MIKI DE GOODABOOM, “AMANTI A PAFO”

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LA FRASE DEL GIORNO
Tra le tue braccia / tra le mie braccia / nelle lenzuola morbide / nella notte / teneri / soli / feroci / nell’ombra / nello scorrere delle ore / tra / un prima e un poi.
IDEA VILARIÑO, Poesie d’amore notturne




Idea Vilariño (Montevideo, 18 agosto 1920 – 28 aprile 2009), poetessa, saggista e critica letteraria uruguaiana. Appartenne al gruppo della Generazione del ‘45 con Juan Carlos Onetti e Mario Benedetti. Le sue poesie sono spesso caratterizzate da una introspezione intima. Pur accettando i premi conferiti, rifiutò di rilasciare interviste, di fare promozione ai propri libri e di commentare la sua poetica.


venerdì 13 aprile 2018

Non appena canterà la Sirena


PEDRO LASTRA

ASPETTO OGNI GIORNO CHE CANTI LA SIRENA

Non intendo turarmi le orecchie con la cera:
non appena canterà la sirena
vogherò fino alla spiaggia
evitando le acque fragorose,
le onde agitate che disegnano il tuo volto.

(da Notizie dall’estero, 1979)

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È un Odisseo anche il poeta cileno Pedro Lastra: a differenza dell’eroe omerico però non si fa legare all’albero maestro della nave per udire le Sirene mentre ai suoi marinai ha fatto chiudere le orecchie con la cera. Tutt’altro, si lancia con la sua scialuppa verso il luogo dove canta la sua Sirena, quella della nostalgia, quella dell’assenza, quella che canta l’ombra lunga della memoria.

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Olbinski

DIPINTO DI RAFAL OLBINSKI

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LA FRASE DEL GIORNO
L'altra versione sei tu, furtiva, / quando i tuoi giorni mi passano accanto senza  / fermarsi, / quando il vento spande / i tuoi capelli sulla mia memoria.
PEDRO LASTRA, Notizie dall’estero




Pedro Lastra Salazar (Quillota, 3 marzo 1932) è un poeta e saggista cileno. Professore di letteratura spagnola a Chillán, New York, Buffalo, Saint Louis, Lima e La Paz, è membro dell’Accademia Cilena del Linguaggio.


giovedì 12 aprile 2018

Noi lo sappiamo


ALFONSO BREZMES

LA GRAMMATICA DELL’AMORE

Io lo so.
Tu lo sai.
Noi lo sappiamo.
Loro non lo sanno.

(da Dono delle lingue, 2015)

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È semplicissima, elementare, la grammatica dell’amore del poeta spagnolo Alfonso Brezmes, che può anche essere resa matematicamente: 1 + 1 = 2 e tutti gli altri fuori. La diade, la coppia, è consapevole di sé e questa è la sua unica e sola condizione necessaria sufficiente.

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Amore

FOTOGRAFIA © NUMBER KIT

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LA FRASE DEL GIORNO
In ogni amore del mondo / ci si salva dal naufragio.
ALFONSO BREZMES, Il dono delle lingue




Alfonso Brezmes (Madrid, 1966), poeta spagnolo, fotografo e funzionario statale. La sua poesia è al tempo stesso colta e popolare, tanto da farlo apprezzare sia da critici e lettori tradizionali sia da un più largo pubblico. Il suo immaginario si nutre di riferimenti letterari (Baudelaire, Rilke…) ma anche di cinema e di cultura pop.


mercoledì 11 aprile 2018

Questo darsi


AMALIA BAUTISTA

LUSSURIA

Non può essere peccato questo darsi,
questo sfilarsi a precludere il nulla,
questo atto di fede.
Che nessuno pensi di venire da noi con un racconto
pieno di repressione e di negazioni.
Chi non percepisce la generosità
della mia pelle e delle tue mani
non deve parlare.

(da Tre desideri, 2005)

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La lussuria è l’abbandono ai piaceri del sesso, che si trasforma spesso in desiderio ossessivo e smodato di soddisfare tali piaceri. Alcune religioni la considerano un peccato, tanto che per i cattolici è uno dei sette vizi capitali e per Dante (Inferno, V,39) i lussuriosi sono coloro “che la ragion sommettono al talento”. Ma, dice la poetessa spagnola Amalia Bautista, questo non può essere vero, non può essere un peccato amare con generosità.

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Schiele

EGON SCHIELE, “GLI AMANTI”

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LA FRASE DEL GIORNO
La lussuria è come l'avarizia: aumenta la propria sete con l'acquisizione dei tesori.
CHARLES DE MONTESQUIEU, Lo spirito delle leggi




Amalia Bautista (Madrid, 1962) è una poetessa spagnola. Laureata in Sceienze dell’Informazione. Con un linguaggio colloquiale esprime una profonda ansia di assoluto, intesa come amore, soprattutto su temi erotici, dove indaga la passione e l’emozione.


martedì 10 aprile 2018

Scopri stenditoi odorosi


LUCÍA RIVADENEYRA

STENDITOI

Non patire d’insonnia, piuttosto vieni
e conosci la terrazza di casa mia.
sali senza paura. Godi.
Cerca gatti grigi accarezzali.
Avvilùppati in qualche ragnatela.
Orina nelle bottiglie polverose.
Scopri stenditoi odorosi,
appèndivi desideri  come lenzuola.
Coccola il reggiseno,
palpane i fondi con fervore suicida,
scova nelle tasche di gonne e camicette.
Sorridi, grida, trema.
Trova la luna tra le calze nere
E quando sarai assetato
Bevi il mare delle mie mutandine.


Gli stenditoi, i fili tesi dove porre ad asciugare la biancheria, fanno già poesia da sé, con i panni mossi dal vento (c’è una celebre scena di Pearl Harbor in cui gli aerei giapponesi in avvicinamento sorvolano e agitano le lenzuola stese). La poetessa messicana Lucía Rivadeneyra vi aggiunge quella che è la sua cifra poetica, l’erotismo, immaginando il suo amante aggirarsi di notte per la terrazza di casa avvolgendosi nella sua biancheria come se si rapportasse con il corpo che quegli indumenti vestono.

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Biancheria

DIPINTO DI CAROLEE CLARK

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LA FRASE DEL GIORNO
Ti offro il mio silenzio / pugno di vento / che sibila il tuo nome.
LUCÍA RIVADENEYRA, Rescoldos




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Lucía Rivadeneyra (Morelia, 26 agosto 1957), poetessa messicana. Insegnante di giornalismo e letteratura all’UNAM, ha pubblicato numerose raccolte dove protagonisti sono l’amore appassionato, l’erotismo e la solitudine.


lunedì 9 aprile 2018

Elogio del silenzio


JESÚS URZAGASTI

ELOGIO DEL SILENZIO

Il silenzio viene da molto lontano
per sentirlo devi penetrare nella densità dell’origine
toccare la materia che sfugge dai suoi gravi enigmi
sorprendere la quiete nascosta nel movimento
mettere sotto chiave il brusio ineguale del destino.
Con una parola puoi nominarlo
e sfiorarlo con il pensiero
ma nel suo instabile e vasto regno
nessuno entra se non a piedi scalzi.
Si installa dove il tempo si arresta
estraneo a ombre e luci
e se a un tratto svanisce
il ribollente mondo rimane attonito.
Nessuno sa perché la musica dell’universo
è l’altra faccia del silenzio
tutti ignorano su che cosa si fonda
un tale sortilegio senza partitura.
Porto di uscita e di arrivo
profondità che non si appanna sulle alture
specchio invisibile della solitudine
che abita in tutti gli angoli del corpo
qualcosa di ancora più puro è il silenzio
quando per il tanto meditare sull’immensità
che non ha mai un posto
ti arrendi e ne senti la mancanza.

(da Poesia, 272, Giugno 2012 – Traduzione di Claudio Cinti)

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Il silenzio è merce rara in questi tempi: sembra che vogliamo colmare il nostro vuoto interiore riempiendo di suoni il silenzio; fateci caso: c’è musica negli ascensori e nei parcheggi degli ipermercati e dove non c’è musica spesso intervengono i rumori della città. Eppure il silenzio è di chi medita, è di chi crea e, come dice il poeta boliviano Jesús Urzagasti, “Il silenzio non dichiara un’impossibilità, al contrario, stabilisce una certezza di altro ordine”.

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Solitudine

IMMAGINE © SIIR FM

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LA FRASE DEL GIORNO
il poeta è quel bambino che, messo di fronte alla solitudine, oscilla senza tristezza tra la follia e la lucidità.
JESÚS URZAGASTI, Poesia, 272 – Giugno 2012




jesus-urzagastiJesús Urzagasti Aguilera (Campo Pajoso, 15 ottobre 1941 – La Paz, 27 aprile 2013), narratore e poeta boliviano, è celebre soprattutto per i romanzi Tirinea (1967) e Nel paese del silenzio (1987).


domenica 8 aprile 2018

L’amore non è ricevere


GIOVANNI TESTORI

BISOGNA AMARSI MENO

Bisogna amarsi meno,
bisogna lasciare al tempo
l'ingorda gioia d'insegnare
che l'amore non è ricevere,
né dare,
ma lasciarsi prendere,
affondare.

(da Opere 1965-1977, Bompiani, 1996)

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Amarsi meno, ciò che sembra un controsenso in questa poesia di Giovanni Testori, è invece un saggio consiglio sulla necessità di abbandonarsi all’amore – non è nuovo: risale su per i secoli dal Novecento dello scrittore lombardo ai duemila e passi anni che ci separano da Virgilio e dalle sue Bucoliche: “Omnia vincit amor et nos cedamus amori”. Tutto vince l’amore, e noi abbandoniamoci all’amore…

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Klimt

GUSTAV KLIMT, “IL BACIO”, PART.

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LA FRASE DEL GIORNO
Il vero amore è un atto di totale abbandono.
PAULO COELHO, Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduto e ho pianto




TestoriGiovanni Testori (Novate Milanese, 12 maggio 1923 – Milano, 16 marzo 1993),  scrittore, drammaturgo, storico dell'arte e critico letterario italiano. Nato da una famiglia profondamente cattolica, Testori esprime nei suoi studi e in tutte le sue opere un forte legame con la religione. Celebri le sue opere teatrali L’Ambleto e Macbetto in cui riscrive Shakespeare in chiave comica.



sabato 7 aprile 2018

Gli specchi


ALFONSO BREZMES

LA MEMORIA FERITA

Mi fanno paura gli specchi, questi esseri
che, dopo essere stati fatti in mille pezzi,
seguitano ad esistere in ogni loro frammento.

Assomigliano troppo a un cuore.

(da Ultramor, 2017 – Traduzione di Mirta Amanda Barbonetti)

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Dal fondo remoto del corridoio lo specchio ci spiava. Scoprimmo (a notte alta questa scoperta è inevitabile) che gli specchi hanno qualcosa di mostruoso. Bioy Casares ricordò allora che uno degli eresiarchi di Uqbar aveva giudicato che gli specchi e la copula sono abominevoli, poiché moltiplicano il numero degli uomini”: così Jorge Luis Borges in Finzioni. È un assunto che il poeta spagnolo Alfonso Brezmes, appassionato lettore dello scrittore argentino, trasporta in forma poetica, praticando un’analogia spettacolare con il cuore: così come ogni frammento di specchio riflette ancora tutto quanto, così un cuore in frantumi continua a sentire.

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Deuschle

CATHY DEUSCHLE, “FRAMMENTI DI SPECCHIO II”

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LA FRASE DEL GIORNO
La vita: quel vecchio film. / E questa strana sensazione / di esserti perso / qualcosa d’importante / della trama.
ALFONSO BREZMES, Il dono delle lingue




Alfonso Brezmes (Madrid, 1966), poeta spagnolo, fotografo e funzionario statale. La sua poesia è al tempo stesso colta e popolare, tanto da farlo apprezzare sia da critici e lettori tradizionali sia da un più largo pubblico. Il suo immaginario si nutre di riferimenti letterari (Baudelaire, Rilke…) ma anche di cinema e di cultura pop.


venerdì 6 aprile 2018

In quell’oro


JORGE LUIS BORGES

LA LUNA

a María Kodama

C’è tanta solitudine in quell’oro.
La luna delle notti non è la luna
che vide il primo Adamo. I lunghi secoli
della veglia umana l’hanno colmata
di antico pianto. Guardala. È il tuo specchio.

(da La moneta di ferro, 1976 – Traduzione di Tommaso Scarano)

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Penso che la poesia, la memoria, l’oblio, abbiano arricchito il mondo” chiosa lo scrittore argentino Jorge Luis Borges a proposito di questa sua poesia: la luna che vediamo non è quella che videro i nostri progenitori: “generazioni di uomini hanno guardato verso la luna, hanno pensato ad essa e l’hanno mutata in mito, per esempio quelli di Endimione e di Latmo (…) Quando guardo la luna non sto guardando solo un luminoso volume nel cielo. Sto guardando anche la luna di Virgilio, di Shakespeare, di Verlaine, di Góngora. E così ho scritto questa poesia”.

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FOTOGRAFIA © TICBEAT

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LA FRASE DEL GIORNO
Ariosto mi insegnò che sull'incerta / luna dimorano i sogni, l'inafferrabile, / il tempo che si perde, il possibile / o l'impossibile, che è la stessa cosa.
JORGE LUIS BORGES, Il creatore




Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo (Buenos Aires, 24 agosto 1899 – Ginevra, 14 giugno1986), scrittore, poeta, saggista, traduttore e accademico argentino. Creatore di un genere oggi definito “borgesiano”, a definire una concezione della vita come storia, come finzione, come opera contraffatta spacciata per veritiera, come fantasia o come reinvenzione della realtà.


giovedì 5 aprile 2018

Intercambiabili


ALAIN BOSQUET

DIO DICE AL SUO POETA

Dio dice al suo poeta:
«Ti ho scelto perché m'informi
sulla mia identità».
Il poeta è dispettoso: traccia una parola,
poi una seconda, poi le cancella.
Dio si fa più pressante:
«Mostra agli uomini come venerarmi:
ti ho creato per questo».
Il poeta sorride, scrivendo la parola “rosa”,
la parola “azzurro”, la parola “tucano”,
la parola “silenzio”, la parola “dio”.
E dice:
«Sono tutte intercambiabili le parole».

(da Il tormento di Dio, 1987)


Ecco un’altra delle numerose poesie in cui il poeta francese di origini russe Alain Bosquet contempla le origini, ritornando nell'immaginazione al momento della Genesi, della creazione del mondo: è un modo di investigare per scoprire quello che Dio inventerà per penetrare nei meandri segreti del divino, per provare a capire come è sorto l’universo, come si rapportano l’uomo e la poesia di fronte al mistero.

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Broomfield

FRANCES BROOMFIELD, “IL SOGNO DI ROUSSEAU”

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LA FRASE DEL GIORNO
Il poeta prima trova, poi cerca.
ALAIN BOSQUET, Il guardiano dei roseti




Anatole Bisk, detto Alain Bosquet (Odessa, Ucraina, 28 marzo 1919 – Parigi, 17 marzo 1998), poeta e scrittore di origini ucraine naturalizzato francese nel 1980. Combattente nella Seconda Guerra mondiale prima  con l’esercito belga e poi con quello americano, prese parte alla programmazione dello sbarco alleato in Normandia.