MARÍA SAUCEDO
SENZA TITOLO
A quei tempi
non valevo niente
e mi consumavo gli occhi
Mettevo il cuore
nel fango
e ci giocavo a palla
Imparai a scrivere, a leggere
e a tacere
In questi tempi invece
non valgo niente (talvolta)
ma ora so dove
ho messo il cuore
e mi si riempie di canzoni.
(da Questo ponte, la mia spalla. Voci di donne terzomondiste negli Stati Uniti, 1988)
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Momenti difficili, di angosce spesso immotivate, di sentimenti che danzano da un umore all’altro: l’adolescenza, la gioventù è spesso questo conflitto di emozioni, soprattutto se vissuta in quartieri degradati, come il barrio messicano di Pilsen, a Chicago, dove crebbe la poetessa messicana María Saucedo, immigrata da bambina negli Stati Uniti.
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ILLUSTRAZIONE DI CHRISTIAN SCHLOE
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LA FRASE DEL GIORNO
Il cuore umano a me dà l’impressione di un pozzo profondissimo. Nessuno sa cosa ci sia laggiù. Si può solo cercare di immaginarlo dalle cose che ogni tanto vengono a galla.
HARUKI MURAKAMI, I salici ciechi e la donna addormentata
María Saucedo (Monterrey, 23 aprile 1954 – Pilsen, Chicago,12 novembre 1981), poetessa e attivista politica messicana, si impegnò strenuamente per i diritti delle donne e degli immigrati, per l’appoggio a un’educazione bilingue e per la realizzazione di una scuola che ora porta il suo nome. Morì in un incendio a soli 27 anni.
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