LARS GUSTAFSSON
VITA
La vita scorre attraverso il mio tempo,
e io, un volto non rasato,
dove le rughe sono profonde, analizzo le tracce.
Pensieri come bestiame,
avanzano sulla strada per bere,
estati perdute ritornano, ad una ad una,
profonda come il cielo viene la malinconia,
per la pianta di carice che fu,
e le nuvole che allora rotolavano più bianche,
eppure so che tutto è uguale,
che tutto è come allora e irraggiungibile;
perché sono al mondo,
e perché mi prende la malinconia?
E gli stessi lillà profumano come allora.
Credimi: c’è un’immutabile felicità.
(da Poesia, n. 333, Gennaio 2018 - Traduzione di Enrico Tiozzo)
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La vita che scorre nelle terzine del poeta svedese Lars Gustafsson è in fondo la vita di tutti noi, quella quotidiana che ci pone di fronte alle sue feste comandate, ai suoi impegni, alle preoccupazioni, alle corse per fare in tempo, la vita che ci sembra fluire velocemente e che quando ci fermiamo a pensare ci riserva sorprese, tanto che qualche volta, nella meraviglia di un carpe diem, ci accorgiamo che in realtà quella che consideriamo malinconia forse altro non è che felicità.
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JULIYA ZHUKOVA, “VECCHIA CASA E LILLÀ”
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LA FRASE DEL GIORNO
Quanta vita può esserci, chiusa nei cassetti? Forse l'intero universo non è che un cassetto chiuso, un ricordo di se stesso?
LARS GUSTAFSSON, Le bianche braccia della signora Sorgedahl
Lars Gustafsson (Västerås, 17 maggio 1936 – 3 aprile 2016), poeta e scrittore svedese. Dalla fine degli Anni ‘50 ha prodotto una copiosa opera letteraria composta da romanzi, saggi, poesie e racconti. Nominato al Nobel, ottenne la Medaglia di Goethe.
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