mercoledì 30 settembre 2020

Piogge ostinate dappertutto


MÄRTA TIKKANEN

NEL BEL MEZZO DI UNA BASSA PRESSIONE

Nel bel mezzo di una bassa pressione
piogge ostinate dappertutto
le nuvole temporalesche si ammassano oltre il bosco
la pioggia attende il momento di iniziare a scaricarle

Come all’inizio di un’ubriachezza
lunghi giorni umidi ovunque
ma riesci a dormire quando cadi nel sonno

Non è mai così calma casa nostra

(da La storia d’amore del secolo, 1978)

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La poetessa finlandese di lingua svedese Märta Tikkanen dovette affrontare nella sua vita il problema dell’alcolismo del marito, che raccontò nella raccolta La storia d’amore del secolo. Il paragone tra la tempesta e l’ubriachezza calza perfettamente: agli inizi è solo una minaccia che si profila lontana, poi esplode in tutto il suo fragore.

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FOTOGRAFIA © MICHAEL OLSEN/UNSPLASH

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LA FRASE DEL GIORNO
Questa società / vive / della nostra cattiva coscienza.
MÄRTA TIKKANEN, La storia d'amore del secolo




Märta Eleonora Tikkanen nata Cavonius (Helsinki, 3 aprile 1935), poetessa finlandese di lingua svedese. Giornalista di Hufvudstadsbladet dal 1956 e in seguito insegnante di svedese, è celebre soprattutto per la raccolta autobiografica La storia d’amore del secolo e per il romanzo Gli uomini non possono essere stuprati.


martedì 29 settembre 2020

Un pieno di versi


NELO RISI

MADRIGALE

Ho fatto un pieno di versi
per la traversata dei deserti
dell'amore, là dove il viaggiare
più comporta dei rischi, dove
occorre tenere gli occhi bene aperti
perché non sempre regge il cuore

A malapena si conserva un viso
se il tempo ingoia il resto;
con un ritratto appeso non si va
molto lontano, a meno che un sorriso
una figura non venga a divorarti
con dolcezza, un modo ancora
per stare con la vita.

(1993)

(da Il mondo in una mano, Mondadori, 1994)

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Un Nelo Risi ormai settantatreenne affronta la vecchiaia traendo un bilancio della sua vita: la poesia rappresenta la scorta di viveri per affrontare il percorso, è la testimonianza di un’esistenza, della quale conserva i punti salienti, quei vaghi ricordi che il tempo va cancellando: “Tempo vecchio itinerante / tu vai per la tua strada / che è larga - a malapena / io mi apro un sentiero / che alle mie spalle il tempo / inesorabile cancella...”

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DIPINTO DI RAFAL OLBINSKI

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LA FRASE DEL GIORNO
La vita si ripete per esistere.
NELO RISI




Nelo Risi (Milano, 21 aprile 1920 - Roma. 17 settembre 2015), poeta e regista italiano. Laureato in Medicina, non praticò mai la professione. Partito da una lezione montaliana, si staccò dall’ermetismo trovando il suo spazio espressivo in uno spirito critico, spesso ideologico, capace di indagare con una precisione nitida e scrupolosa gli aspetti psicologici e sociali del vivere.


lunedì 28 settembre 2020

Come farfalle


VLADIMIR NABOKOV

LETTERE

Ecco qui tutte le tue lettere (nelle loro grinze già si sciolgono
le tracce della penna impulsiva. Di giorno,
piegate, dormono tra fiori secchi
nel cassetto profumato, di notte escono.
Quasi diafane e fragili, planano, si impigliano su di me,
come farfalle: ne catturo una con le dita,
attraverso di essa guardo la notte blu
e le stelle vi tralucono.

(da Il sentiero empirico, 1923)

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Quella delle farfalle notturne da catturare è una reminiscenza della gioventù russa del poeta Vladimir Nabokov, esperto entomologo: non è strano dunque che abbia scelto questa similitudine per esprimere il leggero volteggiare di lettere d’amore scritte su carta sottile, quelle che si scambiava con Vera: “Anche le le tue lettere sono amabili come le notti bianche – anche quella in cui hai risolutamente sottolineato parecchie parole”. Quella degli scambi epistolari è purtroppo una delle cose che abbiamo sacrificato alla tecnologia: un mondo di profumi, di sensazioni tattili e visive che nessuna e-mail, nessun messaggio su Whatsapp  o Messenger di chi amiamo saprà mai rendere allo stesso modo.

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ILLUSTRAZIONE DI VLADIMIR NABOKOV
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LA FRASE DEL GIORNO
Sapere che si ha qualcosa di bello da leggere prima di coricarsi è una delle sensazioni più piacevoli della vita.
VLADIMIR NABOKOV




NabokovVladimir Vladimirovič Nabokov (Pietroburgo, 23 aprile 1899 – Montreux, Svizzera, 2 luglio 1977) scrittore, saggista, critico letterario, entomologo, drammaturgo e poeta russo naturalizzato statunitense, è conosciuto soprattutto per il romanzo Lolita. Ha scritto in russo e in inglese.


domenica 27 settembre 2020

Una pavida tortora


UMBERTO BELLINTANI

LA TORTORA E L’URAGANO

Il mio piccolo germe di grandezza
vorrei urlasse come
questo fuoco nel cielo divampante.

Come le nubi.
Come il gigante platano che s’incendia nel tramonto,
come la grandiosa morte della belva immane,
come la foresta.

Ma il piccolo germe di grandezza è tenuto in un serraglio
come un gorilla.
E temo che un giorno non riesca a spezzare queste sbarre
e muoia quale un povero
merlo senza un grido.

Amante come sono della bufera vorrei vedere il mondo
avvolgersi di fuoco,
e ogni uomo urlasse d’ebbrezza,
ogni uomo fosse un incendio nell’incendio,
e nel mattino una strepitosa mattina,
un rullo dei tamburi della guerra,
un uragano.

Questo vorrei.
Ma nel mio fondo non sono che una pavida tortora
che fa cru-crù e fugge
a un lieve battito di mani.

(da E tu che m'ascolti, Mondadori, 1963)

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Il poeta mantovano Umberto Bellintani, riecheggiando il Cecco Angiolieri di  “S’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo”, vorrebbe avere la potenza di fuoco del tramonto, ardere come un incendio nella sera, rendere visibile la sua grandezza come un uragano. Ma è una mite tortora, timida e spaventata da ogni piccolo rumore.

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FOTOGRAFIA © MRCLEAN1982

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LA FRASE DEL GIORNO
Oh, ma non ho voce per dire quanto credo / che la notte non è per il giorno, / che la pena non è per la pace.
UMBERTO BELLINTANI, Forse un viso tra mille




Umberto Bellintani (Gorgo di San Benedetto Po, 10 maggio 1914 – San Benedetto Po, 7 ottobre 1999), poeta italiano. Diplomatosi in scultura, prese parte alla Seconda guerra mondiale in Grecia e Albania, finendo prigioniero dei tedeschi dal 1943 al 1945. Esordì nel 1953 con Forse un viso tra mille, cui seguì nel 1955 E tu che mi ascolti. Dopo un lungo periodo di silenzio pubblicò nel 1998 Nella grande pianura.


sabato 26 settembre 2020

Una notte chiara


ÁNGEL AUGIER

NOTTURNO DIVERSO

È una notte chiara: quella del mare e della luna.
C’era un villaggio di luci nell’acqua calma
con strade solitarie dove, senza volerlo,
lasciavamo vagare la nostra inquieta tenerezza.

Era una notte chiara, splendente tra le ombre.
Ci tingevano la luna e l’orizzonte
al ritmo della vecchia voce del barcaiolo.


(da Canzoni per la tua storia, 1939)

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Il poeta cubano Ángel Augier è un cantore della quotidianità, della quale cerca la bellezza e la poesia: esprime queste intime esperienze estetiche attraverso i suoi sentimenti, come una limpida notte sul mare, con un gioco di riflessi di luna, che a sua volta rievoca un’altra notte colma di tenerezza passata con l’amata.

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FOTOGRAFIA © WALLPAPERFLARE

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LA FRASE DEL GIORNO
Marittima e fruttata, solare e sola,  / le onde che costituiscono la tua corolla / formano, Cuba, il guscio della tua allegria.
ÁNGEL AUGIER, Isola in contatto




Ángel Augier (Santa Lucia, oggi Municipio de Rafael Freyre, 1° dicembre 1910 – L’Avana, 20 gennaio  2010), poeta, saggista, critico letterario e giornalista cubano, vincitore del Premio Nacional de Literatura. Specialista nell’opera dei poeti Nicolás Guillén e Rubén Darío, fondò l’Unione degli scrittori e artisti cubani e la Revista de Literatura cubana.


venerdì 25 settembre 2020

Siamo tutti diversi


MISUZU KANEKO

L’UCCELLINO, LA CAMPANA E IO

Per quanto apra le mie braccia
non posso alzarmi fino al cielo.

Ma l’uccellino che può volare
non sa correre veloce sulla terra come me.

Per quanto scuota il mio corpo
Nessun suono meraviglioso ne uscirà.

Ma la campana non conosce
tante canzoni come me.

La campana, l’uccellino e, infine, io:
siamo tutti diversi ma tutti ugualmente bravi.

(da Sei un’eco? La poesia perduta di Misuzu Kaneko, 2016)

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Non siamo tutti uguali, per fortuna: c’è chi sa dipingere, chi sa scrivere, chi sa mettere le mani su un carburatore, chi sa fare merletti, chi è bravo in cucina, chi è assolutamente negato ma magari sa suonare a meraviglia il violino. La poetessa giapponese Misuzu Kaneko mette in risalto questa differenza di capacità nella sua favoletta in versi.


ILLUSTRAZIONE DI JENNIFER CARRASCO

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LA FRASE DEL GIORNO
Nel mondo non ci sono mai state due opinioni uguali. Non più di quanto ci siano mai stati due capelli o due grani identici: la qualità più universale è la diversità.
MICHEL DE MONTAIGNE, Saggi




Misuzu Kaneko nata Teru Kaneko (Nagato, 11 aprile 1903 – Senzaki, 10 marzo 1930), poetessa giapponese. Esordì come scrittrice di poesie per bambini quando era impiegata in una libreria di Shimonoseki ottenendo un grande successo. Dimenticata per anni dopo il suicidio, fu riscoperta nel 1966 dal poeta Setsuo Yazaki che curò la riedizione dei suoi testi.


giovedì 24 settembre 2020

Il puro e caldo azzurro


FËDOR TJUTČEV

PRIMO AUTUNNO

Si dà di primo autunno un tempo
meraviglioso e breve:
il giorno è come di cristallo
e luminose son le sere…

Dove passò la forte falce e cadde
la spiga, è tutto vuoto ora ed aperto:
solo del ragno tenue filo
scintilla nell'aperto solco.
L'aria è deserta, uccello più non s'ode,
ma son lontane ancora le bufere infernali
e il puro e caldo azzurro si rovescia
sulla campagna che riposa.

(da Poesie, Adelphi, 2011 - Traduzione di Tommaso Landolfi)

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C’è nel primo autunno ancora lo strascico dell’estate, che se ne va come una bella sposa che si attarda alla sua festa: il poeta russo Fëdor Tjutčev, interprete della natura e del Cosmo, riesce a cogliere tutta la dolcezza che ancora si riversa nelle giornate di fine settembre – bastano quattro o cinque immagini a delineare il bozzetto.


FOTOGRAFIA © ALICJA/PIXABAY

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LA FRASE DEL GIORNO
Nella chiarezza v'è delle autunnali / sere un tenero, un misterioso incanto.
FËDOR TJUTČEV, Poesie




Fëdor Ivanovič Tjutčev (Ovstug, 5 dicembre 1803 - Carskoe Selo, 27 luglio 1873), poeta e scrittore russo. Fu diplomatico per 22 anni, anche a Torino, e a Monaco, dove conobbe Heine e Schelling. Non si curò dei propri versi, che furono scoperti dai simbolisti russi a inizio Novecento.


mercoledì 23 settembre 2020

All’ora del crepuscolo


UNA MARSON

CREPUSCOLO

Come si intenerisce il cuore
all’ora del crepuscolo,
Più dolce sembra il profumo
del fiore senza sole.

Venite presto, ali della notte,
il crepuscolo ferisce nel profondo;
lasciate che il buio avvolga il mondo,
il mio dolore si addormenterà.


(da La falena e la stella, 1937)

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L’ora dolcissima e magica del crepuscolo richiama a volte vecchie memorie e fa risorgere le nostalgie: è quella che nel canto VIII del Purgatorio Dante chiama “l'ora che volge il disìo ai navicanti, / e 'ntenerisce il core”. È il momento in cui la poetessa giamaicana Una Marson si riempie contemporaneamente di dolcezza e di tristezza, in una parola, di malinconia.

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FOTOGRAFIA © HDQWALLS

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LA FRASE DEL GIORNO
La prova della vera cultura / è l'abilità / di muoversi tra gli uomini, / est o ovest, / nord o sud, / con facilità e sicurezza, / irradiando la pura luce / di una gentile umanità.
UNA MARSON




Una Maud Victoria Marson (Santa Cruz, 6 febbraio 1905 – 6 maggio 1965), poetessa, scrittrice e femminista giamaicana. Nel 1932 si trasferì a Londra diventando la prima donna nera a lavorare per la BBC. La sua poesia è stata criticata per aver imitato modelli europei, ma ha saputo far conoscere al mondo la poesia caraibica.


martedì 22 settembre 2020

L’oro d’autunno


DIEGO VALERI

L’ORO D’AUTUNNO

L’oro d'autunno sale giorno a giorno,
per gradini di verde
lungo il fuso del pioppo,
fino all'esile vetta. Ancora resta
lassù sospeso, un breve tempo; e intanto
l'ultimo verde cade. Poi nel bianco
cielo, come una fiamma fatua, dolce –
mente si esala, vola via, si perde
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(da Il flauto a due canne, Mondadori, 1958)

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Oggi alle 15.31, con l’equinozio d’autunno – il momento in cui il sole si trova allo zenit rispetto all’Equatore – entreremo nell’autunno. Ho scelto questa poesia di Diego Valeri per celebrare quella che è la più appariscente caratteristica della stagione, il cambio di colore delle foglie prima della loro caduta: ori, bronzi, rossi vermigli, cremisi infiammano parchi e giardini prima di cedere al nudo grigiore dell’inverno.


FOTOGRAFIA © IG / MARZIA PICCINELLI

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LA FRASE DEL GIORNO
E così te ne vai tu pure, estate. / Di giorno in giorno più breve è la luce, / più basso il cielo.
DIEGO VALERI, Calle del vento




Diego Valeri (Piove di Sacco, 25 gennaio 1887 – Roma, 27 novembre 1976), poeta, traduttore e accademico italiano, fu ordinario di Letteratura Francese all’Università di Padova per oltre vent’anni, tranne nel periodo 1943-45 quando riparò in Svizzera come rifugiato politico.


lunedì 21 settembre 2020

Quella che non si udiva


CÉSAR ANTONIO MOLINA

COMPLEANNO

Oh, tutto era acceso.
La musica trascinava goffamente
avanti e indietro.
Entrava e usciva gente sconosciuta.
E c’erano molte voci e lingue diverse.
Ma quella che ricordo di più era la tua,
quella che non si udiva.

(da Per non andare da nessuna parte, 1994)

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Un’altra declinazione dell’assenza, questa volta ad opera del poeta spagnolo César Antonio Molina: tra tanta gente che balla e che fa festa al compleanno, nel brusio, nel rumore, nel vociare, nel ritmo incessante della musica a risaltare è un fragoroso silenzio, il vuoto dell’amata.

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DIPINTO DI ROB GONSALVES

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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia è uno stato d’animo, un modo di osservare il mondo.
CÉSAR ANTONIO MOLINA, Hoy, 3 maggio 2020




César Antonio Molina Sánchez (La Coruña, 1952), scrittore, traduttore, e poeta spagnolo. Gestore culturale e professore universitario, è stato ministro della Cultura tra il 2007 e il 2009 e direttore dell'istituto Cervantes e del Circolo di Belle Arti di Madrid. La sua prima raccolta poetica, Epica, apparve nel 1974.


domenica 20 settembre 2020

Centenario di Hanns Cibulka


Il 20 settembre del 1920 nasceva a Jaegerndorf, villaggio dei Sudeti oggi rinominato Krnov e appartenente alla Repubblica Ceca, il poeta tedesco Hanns Cibulka. Nel 1939 fu arruolato nella Wehrmacht e combatté in Italia. Ammalatosi di malaria, fu fatto prigioniero e rinchiuso nel campo americano di Catania. Rilasciato al termine del conflitto, non aveva più la sua patria, passata alla Cecoslovacchia: si stabilì a Berlino Est, nella zona di occupazione sovietica, e poi nella DDR, dove lavorò come bibliotecario prima a Jena e poi a Gotha. La sua opera poetica tratta in principio della perdita della patria e delle esperienze belliche per poi arrivare all’ambientalismo, tema che lo fece cadere in disgrazia presso il regime della Germania Democratica. Dopo la riunificazione tedesca si interessò dello sviluppo sociale dell’Europa. Morì a Gotha il 20 giugno del 2004.

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HANNS CIBULKA A GOTHA NEL 1994  © TURINGIA ALLGEMEINE

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PROLOGO

Un terremoto
passa attraverso il verso,
il sismografo sussulta,
si spezza l’arco teso del giambo,
la rima,
che si innamora di se stessa,
muore.

Il linguaggio
si alza davanti a noi
nudo,
e scaglia a terra
il suo collare di ferro.


Vers libre,
con te
libererò
la verità,
e quando la terra grida
di notte,
sii come l’erba,
che incessantemente


cresce

(da Poesiealbum 181, 1982)

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TEMPESTA

Raffiche forti come vele
frustano il muro,
oh fame di vastità,
di spazio.

Tempesta,
l’aria nella mia stanza
è esaurita,
spalanco la finestra.

Dove cominciamo,
gli grido contro.

Là,
dove le tue domande sono chiare.


(da Dove le tue domande sono chiare, 2014)

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LA FRASE DEL GIORNO
Finché una parola / si accende ancora nei tuoi occhi, / vita, / resta quello che si può sempre chiamare: / terra, acqua, aria.
HANNS CIBULKA




Hanns Cibulka (Jaegerndorf, ogg Krnov, Repubblica Ceca, 20 settembre 1920 – Gotha, 20 giugno 2004), scrittore, poeta e giornalista tedesco. Combattente e prigioniero in Italia, alla fine del conflitto riparò nella zona di occupazione sovietica – poi Repubblica Democratica Tedesca.


sabato 19 settembre 2020

Nome sostantivo


KIKÍ DIMULÀ

IL PLURALE

L’amore:
nome sostantivo,
molto sostantivo,
numero singolare,
genere né femminile né maschile,
genere indifeso.
Numero plurale:
gli amori indifesi.

La paura,
nome sostantivo,
dapprima numero singolare
e dopo plurale:
le paure.
Le paure
per ogni cosa a partire da adesso.

La memoria,
nome proprio dei rimpianti,
numero singolare,
solo numero singolare
e indeclinabile.
La memoria, la memoria, la memoria.

La notte,
nome sostantivo,
genere femminile,
numero singolare.
Numero plurale:
le notti.
Le notti da ora in poi.


(da Un minuto insieme, 1998)

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La poetessa greca Kikí Dimulà traccia la sua grammatica poetica di quattro sostantivi che le sono cari: l’amore, la paura, la memoria e la notte assumono una loro connotazione che va al di là del nome, del genere e del numero, le tipiche classificazioni dei vocaboli, vivono incarnandosi nella vita stessa della scrittrice.

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IMMAGINE © SYNTHETIK

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LA FRASE DEL GIORNO
Le parole hanno inimicizie, / hanno antagonismi / se una ti imprigiona, / l’altra ti libera
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KIKÍ DIMULÀ, Un po’ di mondo




Vasiliki “Kikí” Dimulà nata Radou (Atene, 19 giugno 1931 – 22 febbraio 2020), poetessa greca. Impiegata a lungo presso il Banco di Grecia, fu ammessa all’Accademia di Atene nel 2002. La sua poesia tratta l’assenza, la perdita, la società, la solitudine e il tempo con la personalizzazione di concetti astratti e l’uso insolito di parole comuni, spesso con un velo di amara ironia.

venerdì 18 settembre 2020

Le acque calme dei laghi



HERNÁN MIRANDA

ARS VATICINANDI

Invece di sfere di cristallo
lucidate da tante carezze di maghi incompetenti
preferisco contemplare le acque calme dei laghi.

Lì c’è ogni cosa: soli in movimento
e libellule che volteggiano come elicotteri
e allegri visi di ragazze che si specchiano nell’acqua.
Quest’ultima, con un po’ di fortuna.


(da L’arte di vaticinare, 1970)

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Hernán Miranda è poeta che ama raccontare la realtà attraverso dei piccoli momenti, anche banali, che però sono in grado di esprimere l’emozione poetica dell’uomo comune, le sue miserie quotidiane, i sogni, lo scorrere del tempo, la sottomissione al potere – l’opera è del 1970 e vaticina realmente in certe sue parti ciò che accadrà in Cile nel 1973. Qui si specchia nelle acque placide di un lago e immagina di leggervi il futuro tra libellule e riflessi.

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FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA

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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia è stata la mia zattera di salvataggio.
HERNÁN MIRANDA




Juan Hernán Miranda Casanova (Quillota, 1941), poeta cileno. Appartenente alla generazione letteraria chiamata “del 1960”, dopo il golpe del 1973 si esiliò prima in Argentina e poi a Panama, ritornando in patria nel 1981, dove insegnò alla Scuola di Giornalismo ed esercita come giornalista pubblicista.


giovedì 17 settembre 2020

Bicentenario di Émile Augier


Il 17 settembre 1820 nasceva a Valence, nel Delfinato, il poeta e drammaturgo francese Èmile Augier. Noto per le buone costruzioni teatrali a carattere sociale, spesso polemiche e critiche contro la borghesia ma pur sempre nel limite del conformismo, fu autore, oltre che di commedie in versi, anche di poesie. In contrasto con il Romanticismo, fu stroncato da Barbey d’Aurevilly come “poeta senza ideale e senza profondità. Essenzialmente il poeta del borghese, cui rende onore”.

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COME L’EDERA

L’amore negli anziani ha radici strane
e trova – come l’edera tra le rovine,
nei cuori devastati dal tempo e dai mali -
cento brecce dove infilare i suoi rami ostinati.


(da L’avventuriera, 1860)

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A UNA RAGAZZA

Povera bimba che vuol lottare con la natura,
che dubita d’amore, e rifiuta la sua legge
che cosa hai sofferto e da quale ferita
un cuore  diciottenne ha perso la fede?

Io che sono già vecchio nelle cose umane
il cui cuore ha a sua volta spesso sanguinato,
io non rimpiango il sangue puro che le mie vene
hanno versato sulle siepi dove cercavo l’amore.

Perché ciò che appresi da rose e spine,
è che il solo bene del mondo è amare,
che anche le pene d’amore sono divine
e che è meglio spezzarsi il cuore che chiuderlo.


(da I giocatori, 1855)

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LA FRASE DEL GIORNO
Gli uomini chiamano difetti delle donne le qualità che essi non hanno.
ÉMILE AUGIER




Guillaume Victor Émile Augier (Valence, 17 settembre 1820 – Croissy-sur-Seine, 25 ottobre 1889), poeta, drammaturgo e scrittore francese. Appartenente alla “Scuola del buon senso”, si oppose al romanticismo. In teatro segnò l’avvento della commedia di costume. Le sue opere soffrono un quadro della Francia sotto Luigi Filippo e Napoleone III, con attacchi alla borghesia capitalistica.


mercoledì 16 settembre 2020

Mia chimera


GHIORGOS SEFERIS

SCOLII

Sulla veranda si era fatta sera
la fretta batteva le ali a noi vicina
e nei due cuori aveva la sua tana
una confessione contrapposta.

Sfiorita la voce infruttuosa
sui labbri sciami di errori a iosa
solo dal fondo del corpo, cielo,
aspettavamo della grazia il velo.

Il buio ronzava nella villa
e dalla luce della stella a oriente
fino al magnete dei tuoi capelli,
ricorda l'angelo trascendente

all'improvviso con rapidi anelli
caduti, due ventagli nel pensiero
che con la stessa implorazione
leggevamo come un evangelo.

Donna estranea al mio cuore,
bella donna adorata,
mi resta il tuo stupore
in questa sera insensata

dei tuoi occhi gli anelli neri
e l'orrore leggero della sera…
Chìnati, rientra nel tuo fodero
lama del mio silenzio, mia chimera.


(da Le poesie, Crocetti, 2017 – Traduzione di Nicola Crocetti)

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Una visione, il ricordo di un amore lontano e perduto, si ricrea in questi versi del poeta greco Ghiorgos Seferis, Premio Nobel per la Letteratura nel 1963. Gli scolii sono le annotazioni che vengono apposte a un testo manoscritto, e in questo caso vengono a commentare ciò che è stato, la bellezza di un passato che però lì rimane confinato e, se ritorna una sera, è soltanto un’illusione che non può avere i toni consolatori della nostalgia.

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LEONID AFREMOV, "GLI INNAMORATI II"

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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia ha le sue radici nel respiro umano: e cosa mai saremmo se il nostro respiro dovesse venir meno?
GHIORGOS SEFERIS, Lettura per il Premio Nobel, 11 dicembre 1963




Ghiorgos Seferis, pseudonimo di Gheorgios Seferiadis (Vourla, Turchia, 13 marzo 1900 - Atene, 20 settembre 1971), poeta, saggista e diplomatico greco, premio Nobel per la letteratura nel 1963 con la seguente motivazione: “Per la sua scrittura distinta, ispirata da un profondo sentire per il mondo della cultura ellenica”.

martedì 15 settembre 2020

Dove tutto si fonda


PAUL ÉLUARD

TU SEI LA SOMIGLIANZA

Ti levi e l’acqua si spiega
Ti stendi e l’acqua si schiude
Tu sei l’acqua distolta dai gorghi
Sei la terra che mette radici
E dove tutto si fonda
Fai bolle di silenzio nel deserto dei fragori
Canti inni notturni su funi d’arcobaleno,
Sei dovunque abolisci ogni strada
Tu sacrifichi il tempo
All’eterna giovinezza della fiamma esatta
Che vela la natura ricreandola
Donna tu metti al mondo un corpo sempre uguale
Il tuo
Tu sei la somiglianza


(da Facile, 1935)

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“Io sono l’assoluto, / l’essere definitivo” risponde più avanti in Facile la voce femminile a queste parole del poeta francese Paul Éluard: la donna è tutto, è l’essere a somiglianza di Dio, capace di creare la vita, di fare da tramite con l’assoluto, di rendere finalmente l’amore simile all’ideale platonico.

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IMMAGINE DA PINTEREST

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LA FRASE DEL GIORNO
Ho un corpo per attenderti per seguirti / Dalle porte dell’alba alle porte / dell’ombra / Un corpo per passare la mia vita ad amarti / Un corpo per sognare al di fuori del tuo sonno.
PAUL ÉLUARD, La Fenice




Paul ÉluardPaul Éluard, pseudonimo di Eugène Émile Paul Grindel (Saint-Denis, 14 dicembre 1895 – Charenton-le-Pont, 18 novembre 1952), poeta francese, è stato tra i maggiori esponenti del movimento surrealista. La sua poesia evolve da tematiche individualiste, di lirismo amoroso, a contenuti di forte ispirazione sociale.


lunedì 14 settembre 2020

Centenario di Mario Benedetti


Il poeta uruguaiano Mario Benedetti è spesso presente in questo blog. A maggior ragione lo si deve celebrare oggi, giorno in cui ricorre il centenario della sua nascita, avvenuta a Paso de Toros il 14 settembre 1920. Benedetti fu per anni direttore della rivista Marcha, chiusa dal regime dittatoriale nel 1974. L’anno prima, il poeta era fuggito in Argentina per scampare al golpe dittatoriale in Uruguay. L’esilio lo portò in Argentina, Perù, Cuba e Spagna e durò fino al 1985. Autore prolifico, nella sua opera analizza l’amore, la morte, il tempo, l’inquietudine umana, le sensazioni del vivere quotidiano, senza ignorare i temi sociali: la povertà, l’ingiustizia, la solitudine. Mario Benedetti morì nella sua casa di Montevideo il 17 maggio 2009.
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LEI CHE PASSA

Passo che passa
volto che passavi
che vuoi di più
ti guardo
poi mi scorderò
poi e solo
solo e poi
di certo mi scordo.

Passo che passi
volto che passavi
che vuoi di più
ti amo
ti amo solo due
o tre minuti
per amarti di più
il tempo manca.

Passo che passi
volto che passavi
che vuoi di più
ah no
ah non mi tentare
che se ci tentiamo
non potremo scordarci
addio.

(da L’amore, le donne, la vita,
Nottetempo, 2019 - Traduzione di Stefania Marinoni)

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VICEVERSA

Ho paura di vederti
necessità di vederti
speranza di vederti
sgomento di vederti
ho voglia di trovarti
preoccupazione di trovarti
certezza di trovarti
poveri dubbi di trovarti
ho urgenza di udirti
allegria di udirti
augurio di udirti
e timore di udirti
cioè
riassumendo
sono fottuto
e raggiante
forse più il primo
che il secondo
ed anche
viceversa.


(da Inventario Uno, 1963 - Traduzione di Martha Canfield)

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Le poesie di Mario Benedetti sul Canto delle Sirene

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LA FRASE DEL GIORNO
Ogni volta che ti innamori / non spiegare niente a nessuno / lascia che l’amore ti invada / senza entrare nei dettagli.
MARIO BENEDETTI




Mario Orlando Hamlet Hardy Brenno Benedetti-Farugia, noto come Mario Benedetti (Paso de los Toros, 14 settembre 1920 – Montevideo, 17 maggio 2009), poeta, saggista, scrittore e drammaturgo uruguaiano. Figlio di immigrati italiani, fece parte della Generazione del’45. Nel 1973 fu costretto all’esilio dal golpe militare. Rientrò nel 1983.


domenica 13 settembre 2020

Nella sera chiara


JAIME TORRES BODET

INVITO AL VIAGGIO

Mano nella mano
nella sera chiara,
andiamo nel bosco
che ha tempie d’argento.

Lì nella pineta,
accanto alla valle,
scorre un’acqua limpida
che pulisce l’anima.

scenderemo insieme,
a guardarla insieme
e a guardarci insieme
nelle sue onde rapide…

Sotto il cielo d’oro
c’è sulla montagna
una quercia scura
che fa scura l’anima:

Saliremo insieme
a toccare i rami
sentendo il profumo
dei suoi mieli grezzi…

L’autunno ci chiama
con suono di flauti:
andiamo a cercarlo
nella sera chiara.


(da Canzoni, 1922)

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Un sogno d’amore giovanile dalle reminiscenze baudelairiane del poeta messicano Jaime Torres Bodet: avanzare mano nella mano con l’amata in un tramonto che porta l’autunno con sé. La struttura simmetrica delle quartine in senari è ancora lontana dal modernismo cui aderirà successivamente ma la poesia manifesta già quell’incarnazione degli atteggiamenti emotivi nei confronti della vita, quel valorizzare le immagini che saranno la cifra della sua opera.

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FOTOGRAFIA © HD WALLPAPER

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LA FRASE DEL GIORNO
Nient'altro, poesia: / la più alta clemenza /  è nel cupo fiore /  che dà tutta la sua essenza.
JAIME TORRES BODET




Jaime Torres Bodet (Città del Messico, 17 aprile 1902 – 13 maggio 1974), poeta, scrittore e politico messicano. Più volte ministro, fu direttore generale dell’UNESCO e ambasciatore in Francia. La sua poesia ha un accento sapido e malizioso grazie al quale egli non cadde mai in effetti facili o gratuiti.



sabato 12 settembre 2020

Non so se è amore


EUNICE ARRUDA

ALTRO DUBBIO

Non so se è
amore

o

la mia vita che chiede
aiuto


(da Altro dubbio, 1963)

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L’irrequietezza, l’inquietudine, un senso di essere in balia del destino dominano i versi della poetessa brasiliana Eunice Arruda. Così anche l’amore diventa un dubbio che la attanaglia: invece di viverlo pienamente, di abbandonarsi, si chiede se non sia piuttosto una risposta alla sua inquietudine.

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EDWARD HOPPER; "INTERVALLO"

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LA FRASE DEL GIORNO
Ho costruito la mia / casa sulla / sabbia // Ogni giorno / ricomincio.
EUNICE ARRUDA, I momenti




Eunice Carvalho de Arruda (Santa Rita do Passa Quatro, 15 agosto 1939 - San Paolo, 21 marzo 2017), poetessa brasiliana. Laureatasi in Comunicazione e Semiotica, diresse l’Unione Brasiliana degli Scrittori. Esordì nel 1960 con È tempo di notte, cui seguirono altre tredici raccolte e un’antologia. La sua poesia fa della concisione un perno: taglia e riduce all’osso la parola.


venerdì 11 settembre 2020

Una poesia che profumi di te


DARÍO JARAMILLO AGUDELO

UN GIORNO

Un giorno ti scriverò una poesia che non parli del cielo o della notte; una poesia che ometta i nomi dei fiori, che non abbia gelsomini o magnolie.
Un giorno ti scriverò una poesia senza uccelli, senza sorgenti, una poesia che ignori il mare
e che non guardi le stelle.
Un giorno ti scriverò una poesia che si limiti a passare le dita sulla tua pelle
e che trasformi in parole il tuo sguardo.
Senza similitudini, senza metafore; un giorno scriverò una poesia che profumi di te,
una poesia al ritmo dei tuoi battiti, con l’intensità della stretta del tuo abbraccio.
Un giorno ti scriverò una poesia, il canto della mia felicità.


(da Poesie d’amore, 1986)

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Quando la poesia non basta, ovvero quando la parola non è sufficiente: il poeta colombiano Darío Jaramillo Agudelo sa che i versi possono racchiudere la realtà, raccontarne il mare e le stelle, enumerarne i fiori e gli uccelli, descriverne i cieli e le notti. Ma non riescono a essere l’eros di un corpo umano, non ne posseggono gli sguardi e la passione, la tensione e il profumo.

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IMMAGINE DA PINTEREST

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LA FRASE DEL GIORNO
Io profumo di te / e il tuo odore mi impregna dopo che siamo stati a letto, / e questo aroma raffinato mi nutre, / e questo respiro essenziale mi sostituisce. / Io profumo di te.
DARÍO JARAMILLO AGUDELO, Poesie d’amore




Darío Jaramillo Agudelo (Santa Rosa de Osos, 28 luglio 1947) è un poeta, romanziere e saggista colombiano, considerato il principale innovatore della poesia amorosa in Colombia, e uno dei migliori poeti della "generazione disincantata".


giovedì 10 settembre 2020

Un verde di giada


UMBERTO BELLINTANI

SERA DI GORGO

Ancora opache innanzi a questa
sera ed umane.
Ora sono delle anime viola
le figure d’intorno al carretto
di chi grida il bel rosso d’anguria.
E l’asino è un’ombra che sogna
e mastica biada.

Là in cielo è un verde di giada;
una rondine vi si tuffa,
esce, si perde:
è quasi ora di accendere lucerne.


(da Forse un viso tra mille, Vallecchi, 1953)

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Umberto Bellintani è poeta che sa esprimere l’armonia con la natura e con il mondo circostante in cui è fortemente radicato, il Po mantovano di Gorgo e San Benedetto. Quest’atmosfera arcadica e bucolica è fortemente caratterizzata attraverso i colori, che sbiadiscono in un crepuscolo di fine estate e disegnano un acquarello con sapienti parole evocative.

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FOTOGRAFIA © MAPLOGS

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LA FRASE DEL GIORNO
Sono un topo di campagna, sono il grillo / che nel cuore mi ricanta ogni sera / se l'ascolto dal paterno focolare.
UMBERTO BELLINTANI, Forse un viso tra mille




Umberto Bellintani (Gorgo di San Benedetto Po, 10 maggio 1914 – San Benedetto Po, 7 ottobre 1999), poeta italiano. Diplomatosi in scultura, prese parte alla Seconda guerra mondiale in Grecia e Albania, finendo prigioniero dei tedeschi dal 1943 al 1945. Esordì nel 1953 con Forse un viso tra mille, cui seguì nel 1955 E tu che mi ascolti. Dopo un lungo periodo di silenzio pubblicò nel 1998 Nella grande pianura.

mercoledì 9 settembre 2020

Il più pazzo e lunare


EDWARD ESTLIN CUMMINGS

AMORE È PIÙ OSCURO ANCORA

Amore è più oscuro ancora
che dimenticare, più
chiaro ancora che ricordare,
più raro d’onda umida
più frequente che deludere,

è il più pazzo e lunare
e non sarà minore
di tutto il mare che solo
è più profondo del mare,

amore è sempre meno
di vincere, mai meno
di vivere, appena più
grande del minimo principio,
sempre un po’ meno
di perdonare,

è il più savio e solare
e non può spegnersi più
di tutto il cielo che solo
è più alto del cielo.


(da 50 poesie, 1940 – Traduzione di Salvatore Quasimodo)

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Il poeta statunitense Edward Estlin Cummings fornisce la sua definizione dell’amore: qualcosa che è a volte più e a volte meno di qualcosa, non assoluto dunque, ma soggetto ad altri elementi. Eppure, nemmeno il linguaggio è in grado di catturarne appieno l’essenza, se servono similitudini per arrivare ad avvicinare soltanto una comprensione.

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DIPINTO DI RICHAR BLUNT

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LA FRASE DEL GIORNO
L’amore è tutto e più di tutto.
EDWARD ESTLIN CUMMINGS, 50 poesie




Edward Estlin Cummings,  noto anche come e.e. cummings (Cambridge, 14 ottobre 1894 – North Conway, 3 settembre 1962),  poeta, drammaturgo, scrittore e saggista statunitense. È celebre per il suo uso poco ortodosso delle maiuscole e delle regole della punteggiatura, e per il fatto di servirsi delle convenzioni sintattiche in modo avanguardista e innovativo.


martedì 8 settembre 2020

La luce bianca del mattino


NANCY MOREJÓN

CAVALLI DAVANTI AL MARE

Di fronte a questi cavalli,
nella loro stessa luce
o la luce bianca del mattino,
il tempo si sofferma
dimentico di code e criniere
di questi cavalli che lo fiutano
nella sua immobilità terrestre.
E posso guardare
l’incresparsi del tempo davanti alle onde
che si sollevano e si abbassano
nella loro stessa luce
o la luce bianca del mattino
dove l’esistenza non è altro
che questi cavalli davanti al mare.


(da La Quinta de los Molinos, 2002

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Una scena idilliaca in cui la tranquillità e l’atmosfera sanno porre in armonia con l’ambiente naturale e il mondo. Alla poetessa cubana Nancy Morejón basta osservare questi cavalli liberi sulla spiaggia  di fronte al mare nell’alba per sentire il tempo quasi fermarsi e in questa effimera immobilità sentirsi viva.

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JIM WARREN, "CAVALLO"

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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia è un atto di fede, un atto da cui partire per realizzare un sogno e credere che un mondo migliore sia possibile.
NANCY MOREJÓN, La Jiribilla, 17 settembre 2011




Nancy Morejón (L’Avana, 7 agosto 1944​),  poetessa, drammaturga, saggista e traduttrice cubana. Nazionalista, la sua opera tratta la mitologia della nazione cubana e la mescolanza razziale, la schiavitù e un moderato femminismo. La sua poesia si fa più lirica, intima  e spirituale quando l’argomento è erotico o bucolico​.


lunedì 7 settembre 2020

Ali


BLAGA DIMITROVA

MI AVVOLGANO ALI

Mi avvolgano ali, senza racchiudermi.
Il mio spirito aperto, non in me ripiegata.
Non dietro a una spalla, al sicuro protetta,
ma fianco a fianco contro il vento in bufera.


1958

(da A domani, 1959 - Traduzione di Valeria Salvini)

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“Mi avvolgano ali” desidera la poetessa bulgara Blaga Dimitrova, ma non ali che racchiudano dentro un bozzolo o una crisalide, non ali per essere protetti, per rintanarsi; sono invece ali da dispiegare, ali di libertà che permettano di volare anche nella tormenta. Non le ali della crisalide ma quelle della farfalla.

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FRANCESCA WOODMAN, DALLA SERIE "ON BEING AN ANGEL"

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LA FRASE DEL GIORNO
Poeta. Un Prometeo che ha rubato agli dei non il fuoco, ma la parola.
BLAGA DIMITROVA, Thanal online, ottobre 2006




Blaga Nikolova Dimitrova (Bjala Slatina, 2 gennaio 1922 – Sofia, 2 maggio 2003), poetessa, scrittrice e politica bulgara, vicepresidente della Bulgaria dal gennaio 1992 al luglio 1993. Nel tempo la sua poetica passò da tematiche sentimentali che la portarono a scrivere prevalentemente liriche d'amore ad un maggiore impegno sociale e politico.


domenica 6 settembre 2020

Centenario di Paul-Jean Toulet


Paul-Jean Toulet, poeta francese di origini creole, figlio di un coltivatore di canna da zucchero alle Isole Mauritius, moriva il 6 settembre del 1920, cento anni fa. Famoso per il suo spirito aspro, per il suo brillante umorismo e per la dipendenza dall’oppio, scrisse la sua opera più famosa, Contrerimes, pubblicata postuma, con versi di sua invenzione, rimati secondo lo schema ABBA alternando versi lunghi a versi corti per costruire delicate quartine musicali tra l’ironico e l’amaro, che furono un modello per i cosiddetti “fantaisistes”, attivi dal 1911 fino alla Grande Guerra.

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NOTTURNO

O mare, di cui odo il batticuore
per la tenebra informe,
come seno di donna che non dorme
per travaglio d’amore…

Un vento sordo la scogliera assale…
Come, se in cuor mi stride
un canto di sirena e mi deride…
Cuore, divino male.

Come, più niente lacrime, mai più
per me pietà né pena…
Piano, come da un fianco che si svena,

la pioggia cade giù
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LA VITA, È PIÙ CHE L’OMBRA SOPRA IL MURO

La vita è, più che l’ombra sopra il muro,
un inane miraggio;
ma quello che vi traccia il tuo passaggio,
geroglifico oscuro,

mi seduce, il tuo riso come un volo
di spade lampeggianti,
e quei tuoi stessi menzogneri pianti
che specchiavano il sole.

Pure non è morire un’ombra vana.
Se hai paura, la notte,
non ascoltare il tuo cuore che batte:
è troppo strana pena.


(da Le Controrime, Sellerio, 1981 – Traduzione di Gesualdo Bufalino)

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TU CHE MI FAI PENSARE, O BRUNA

Tu che mi fai pensare, o bruna
Così pallida, al chiaro della luna;
A un tempo bianco e lento
Dove il palombo esali il suo lamento.

Dal cielo il giorno spazza via la luna,
La bionda se ne ride della bruna.
Undici giorni quell’amor mi morse:
L’amore non è fumo, forse?


(da Poesie, EInaudi, 1966 – Traduzione di Maria Luisa Spaziani)

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LA FRASE DEL GIORNO
Non cercare l’amore oltre lo stesso amore. / L’infinito ha misura, nel suo solo infinito.
PAUL-JEAN TOULET, Canzoni




Paul-Jean Toulet (Pau, 5 giugno 1867 – Guéthary, 6 settembre 1920), poeta francese, esponente del Simbolismo minore. Di origine creola, trascorse i primi anni di vita nell'isola Mauritius. In seguito si trasferì a Parigi dove raggiunse la notorietà collaborando a La Vie parisienne.


sabato 5 settembre 2020

Guardalo come ride


GIOVANNI GIUDICI

L’UOMO CHE DORMENDO RIDEVA

Nel cuore di un qualche sogno che mi vedessero
Ben disteso castamente sul letto
E commentando - guardalo come ride
Lui che da sveglio sta sempre così sulle sue

Nel flusso dei pensieri che carezzandomi
Colmi di letizia alle spalle
Attraverso la buca del cervello oltre la fronte
Volassero una brezza di aquilone

Lo immagino come potrebbe
Darsi la bella visione
Chiusa agli osceni che sghignazzano intorno
Vattelapesca cosa gli naviga in testa

Vieni tu a popolarmi fabbricatore di sorprese
Che all'improvviso tramuti le lacrime
Tu che da un rametto
Ricavi zufoli

Scopritore di nidi mago di mani ombra
Che alle pareti della sera parlano il lupo
Tu che fai treno e l'urlo della sirena
Tu annunciatore della neve sulla porta

Separa acqua da vino nel medesimo bicchiere
Dimmi un pensiero che mi abita dentro
Fa’ il verso alla civetta che da fuori ti risponde
Raccontami il futuro del domani che è passato

Principio di tutto l'amore
Ben composto castamente sul letto
Guardami come rido mentre ti aspetto
O mio tardo visitatore.


(Da Il ristorante dei morti, Mondadori, 1981)

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Il mondo del sogno è quello in cui l’inconscio domina e prende possesso delle nostre vite. Ciò che è stato represso durante il giorno esce come un animale notturno a svolgere le sue cacce. Questa felicità del sogno, questa ilarità magica si manifesta nell’uomo che dorme nella poesia di Giovanni Giudici. Come il signor Anselmo della novella Tu ridi di Luigi Pirandello: “Provvidenzialmente la natura, di nascosto, nel sonno lo ajutava. Appena egli chiudeva gli occhi allo spettacolo delle sue miserie, la natura, ecco, gli spogliava lo spirito di tutte le gramaglie, e via se lo conduceva, leggero leggero, come una piuma, pei freschi viali dei sogni più giocondi. Gli negava, è vero, crudelmente, il ricordo di chi sa quali delizie esilaranti; ma certo, a ogni modo, lo compensava, gli ristorava inconsapevolmente l’animo, perché il giorno dopo fosse in grado di sopportare gli affanni e le avversità della sorte”.

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ASHA CAROLYN YOUNG, "UOMO CHE DORME"

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LA FRASE DEL GIORNO
La mia colpa sociale è di non ridere, / di non commuovermi al momento giusto.
GIOVANNI GIUDICI, La vita in versi




Giovanni Giudici (Porto Venere, 26 giugno 1924 – La Spezia, 24 maggio 2011), poeta e giornalista italiano. Della sua formazione cattolica e del suo lavoro nell'industria ha fatto i poli di una tensione che lo trascende e caratterizza il suo impegno civile. Numerose le sue traduzioni: Frost, Sylvia Plath, Orten, Pound, Ransom e Puškin.