MARIO BENEDETTI
INTIMITÀ
Sogniamo assieme
assieme ci svegliamo
il tempo fa e disfa
e intanto
non gli importa il tuo sogno
o il mio sogno
siamo pigri
o troppo cauti
crediamo che non precipiti
questo gabbiano
crediamo che sia eterno
questo accordo
che la battaglia è nostra
o di nessuno
viviamo assieme
assieme soccombiamo
ma questa distruzione
è uno scherzo
un dettaglio un impeto
un residuo
un aprirsi e chiudersi
del paradiso
ormai la nostra intimità
è così immensa
che la morte la nasconde
nel suo vuoto
voglio che mi racconti
il dolore che taci
dal canto mio,
ti offro la mia ultima speranza
sei sola
sono solo
ma a volte
la solitudine può
essere
una fiamma.
(da Contro i ponti levatoi, 1966)
.
L’amore spesso unisce due solitudini. Il poeta uruguaiano Mario Benedetti lo colloca all’interno del tempo, della finitudine umana: nonostante lo stare assieme, il dormire, il sognare e e lo svegliarsi nello stesso letto, resta questa tensione temporale con il suo carico di frustrazioni e disinganni, contro cui lotta l’intimità.
.
CLARE ELSAESSER, “ASLEEP”
.
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LA FRASE DEL GIORNO
Ti voglio nel mio paradiso / ossia quel paese / in cui la gente vive felice / anche senza permesso.
MARIO BENEDETTI, Poesie di altri
Mario Orlando Hamlet Hardy Brenno Benedetti-Farugia, noto come Mario Benedetti (Paso de los Toros, 14 settembre 1920 – Montevideo, 17 maggio 2009), poeta, saggista, scrittore e drammaturgo uruguaiano. Figlio di immigrati italiani, fece parte della Generazione del’45. Nel 1973 fu costretto all’esilio dal golpe militare. Rientrò nel 1983.
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