sabato 30 novembre 2019

La mia patria A4


ANA BLANDIANA

LA PATRIA DELL’INQUIETUDINE

La patria dell’inquietudine è qui
Disposta a ripensarci
Da un momento all’altro
E tuttavia non desiste dall’attendere
Qualcosa d’indefinito.
La patria è qui,
Fra queste pareti
A pochi metri l’una dall’altra,
E neppure in tutto lo spazio che le separa,
Ma solo sul tavolo cosparso di fogli e di matite
Pronte a scattare in piedi e mettersi a scrivere,
Scheletri di vecchie penne rianimatesi all’improvviso
Da tempo inutilizzate, dall’inchiostro rinsecchito,
Che scivolano frenetiche sulla carta
Senza lasciare traccia…
La patria dell’inquietudine è qui:
Riuscirò mai un giorno
A decifrare le tracce che non si vedono,
Ma che io so che esistono e che aspettano
Che le passi in bella copia
Nella mia patria A4?


(da La mia patria A4, Aracne, 2015 - Traduzione di Mauro Barindi)

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La patria dentro un foglio di carta (A4 è la dimensione standard, quella 29,9 x 21 mm): è naturalmente la patria della poesia quella in cui si riconosce la poetessa rumena Ana Blandiana . Non poteva essere certo la Romania del terrore stalinista, quella del regime di Ceausescu che asserviva ogni cosa alla propaganda e al partito, compresa la letteratura. No, la patria di Ana Blandiana è questa misteriosa terra dai confini non ben definiti, indeterminata, sospesa tra il reale e il misterioso, infinita eppure in grado di entrare in un foglio A4.

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//DIPINTO DI VLADIMIR KUSH
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LA FRASE DEL GIORNO
E di me stessa il ricordo rivibra /  – Nella luminosa cripta a mo’ di vocabolario –, / Come un insetto rappreso nell’ambra.
ANA BLANDIANA, La mia patria A4




Ana Blandiana, pseudonimo di Otilia Valeria Coman (Timișoara, 25 marzo 1942), poetessa romena, sostenitrice dei diritti civili in Romania .Prima della rivoluzione del 1989, famosa dissidente e sostenitrice dei diritti dell'uomo, ebbe il coraggio di contestare in numerose interviste e dichiarazioni pubbliche il dittatore Nicolae Ceaușescu.

venerdì 29 novembre 2019

Con la foglia gialla


HARRY MARTINSON

SENTITI D’ACCORDO

Sentiti d’accordo in tempo con tutto quello che perisce
e lascia che il cuore raccolga tutta la sua nostalgia
che è molto grande e non si contiene in nessuna tomba.
Fai di questa nostalgia la canzone del cuore.

Sentiti d’accordo in tempo con il ruscello che si irrigidisce
e raggricciato gela sotto il ponte.
Una volta era il nastro più bello nei capelli dei campi dell’estate.
Una volta correva selvatico in un argenteo serpeggiare attraverso una foresta.
Era una primavera.
Una ragazza tornava a casa con un cesto di spugnole.
Era bella.

Era primavera.

Sentiti d’accordo in tempo
con quello che è degno di essere rimpianto
con tutto quello che si è messo in cammino attraverso l’estate per morire.
Sentiti d’accordo in tempo d’autunno con la foglia gialla
che incerta lascia il suo ramoscello
un giorno quando l’estate abdica nel vento
e l’albero depone la sua corona
sul guanciale di muschio che dovrà sopravvivere.


(da Cicala, 1953 - Traduzione di Giacomo Oreglia)

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L’autunno e l’inverno sono il tempo del riposo: campi e piante giacciono nel freddo senza produrre. Il poeta svedese Harry Martinson, Premio Nobel per la Letteratura nel 1974, ci invita a riflettere su questo alternarsi di vita e stasi, ci esorta alla sintonia con la natura, a considerare che le cose debbano morire per poi rinascere.

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IMMAGINE DA PINTEREST

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LA FRASE DEL GIORNO
I muschi si approfondiscono lentamente / nei segni delle cicatrici delle pietre, / anno dopo anno.
HARRY MARTINSON, Cespi




Harry Martinson (Jämshög, 6 maggio 1904 – Stoccolma, 11 febbraio 1978,) scrittore e poeta svedese. Nel 1949 venne eletto membro dell'Accademia Svedese. Nel 1974 gli venne conferito il Premio Nobel per la letteratura, insieme al connazionale Eyvind Johnson con la seguente motivazione: “per una scrittura che cattura le gocce di rugiada e riflette il cosmo”.


giovedì 28 novembre 2019

Come fosse cervo assetato


NIKIFÒROS VRETTÀKOS

SORTITA


Prendo la mia anima e la porto a spasso
se comincia a irrigidirsi il suo sorriso.
È lei a dirmelo: mi manca la pioggia,
il sole sui monti o tra le nuvole
e il vento che nasce senza posa nei boschi
tutto profumi e essenze, latte e musica.

Come fosse cervo assetato, la guido
al fluente, luminoso seno dell’eternità,
rinnova il sangue-luce dentro di lei e torna
di nuovo alla vita;
nel suo sorriso
un fresco accento di immortalità.


(da Girasole vespertino, 1976 – Traduzione di Gilda Tentorio)

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Il “fluente, luminoso seno dell’eternità”: è qualcosa che cerchiamo quando sentiamo il bisogno di staccare la spina, di riappropriarci del mondo che ci fa stare bene – nel caso del poeta greco Nikifòros Vrettàkos è il “mito” personale del monte Taigeto, per molti di noi saranno le montagne alpine o appenniniche o la riva del mare, o ancora un bosco, insomma un posto dove camminare fino a smarrirsi, “portando a spasso l’anima” e nutrendola di quei colori, di quelle luci, di quei silenzi…

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FOTOGRAFIA © WALLHERE
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LA FRASE DEL GIORNO
“Se potrai vivere / in sintonia con questo tempo”, dicevo tra me, /“allora farai la tua terra giardino”.
NIKIFÒROS VRETTÀKOS, Autobiografia




Nikifòros Vrettàkos (Krokeès, 1° gennaio 1912 – Plumitsa, 4 agosto 1991), scrittore e poeta greco. Partito per Atene alla scoperta del mondo, ne fu deluso. Prese parte in prima linea alla Seconda guerra mondiale e alla resistenza. Espulso dal Partito Comunista per il suo umanesimo di pace, visse in esilio la dittatura dei colonnelli. Tra le sue opere: Le smorfie dell’uomo, 1940, L’abisso del mondo, 1961, Itinerario, 1972, Protesta, 1974, Eliotropio pomeridiano, 1977, La filosofia dei fiori, 1988.

mercoledì 27 novembre 2019

L’altra grazia



BARTOLO CATTAFI

LA GRAZIA

Sarebbe dunque in questo lividore
d’aria la grazia
che fa cadere a fiocchi
gelo candore oblio?
e dove metteresti l’altra grazia
che c’imbratta la faccia
di fiamme e fumo
che ci rammenta d’essere
schiatta di legna da ardere al buon Dio.


Cimbro, 4 dicembre 1978


(da Chiromanzia d’inverno, Mondadori, 1983)

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Dicembre 1978, il poeta siciliano Bartolo Cattafi è molto malato: ha un tumore ai polmoni di infausto esito, anche se i familiari non glielo hanno comunicato. Alloggia presso la casa dei suoceri a Cimbro, nel Varesotto, e si sottopone a radioterapia e chemioterapia. Comprende comunque che sta per giungere la fine e scrive versi che tracciano il bilancio di una vita. Si avvicina a una grazia di cui avverte l’imponderabile presenza, la riconosce sotto forma di ghiaccio e fuoco: la prima appare come bellezza, delicatezza, leggiadria; la seconda come un aiuto soprannaturale che conduce l’uomo verso Dio.

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IMMAGINE DA YOUTUBE


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LA FRASE DEL GIORNO
Stanco debole indegno mi trascino / piango per le mie cose trascinate / lieto di non avere in me che cose amate.
BARTOLO CATTAFI, Chiromanzia d’inverno




Bartolo Cattafi (Barcellona Pozzo di Gotto, 6 luglio 1922 – Milano, 13 marzo 1979),  poeta italiano. La sua poesia spazia sui dilemmi esistenziali con sensibilità di diarista, spesso con uno sguardo metafisico dove sono protagonisti il vuoto e la solitudine. Nei suoi versi il tema del viaggio è una costante metafora del vivere.

martedì 26 novembre 2019

Tutti i poeti erano byroniani


WENDY COPE

CANZONCINA PER I POETI

Per me tutti i poeti erano byroniani,
perversi, un po’ pericolosi e strani.
Poi ne incontrai qualcuno. È buffa la realtà:
l’acqua tonica liscia è più frizzante,
un piano-pensionati è più rassicurante.
Eppure ti assicuro, non molto tempo fa
Per me tutti i poeti erano byroniani,
perversi, un po’ pericolosi e strani.


(da Guarire dall’amore, Crocetti, 2012 – Traduzione di Silvio Raffo)

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Con la straordinaria leggerezza poetica e quella pennellata di ironia con qui rifinisce i suoi versi, la poetessa inglese Wendy Cope definisce i poeti grazie a questo triolet – ovvero una particola forma fissa di poesia in cui i primi e i due ultimi versi risultano uguali e in rima baciata-, i poeti dunque appaiono spesso persone normali, non emergono tra la folla salvo rari casi come il citato Byron dalla giovinezza burrascosa.

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FOTOGRAFIA DI HENRI CARTIER-BRESSON


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LA FRASE DEL GIORNO
La cosa interessante è che non incontri spesso un poeta che non ha il senso dell'umorismo ma alcuni di loro lo tengono fuori dalle poesie perché hanno paura di essere visti come autori di versi leggeri.
WENDY COPE




Wendy Cope (Erith, 21 luglio 1945) è una poetessa britannica. Lettrice di Storia al St. Hilda’s College, ha esordito nel 1986 con Preparando una cioccolata per Kingsley Amis, facendosi notare per l’ironia e l’arguzia delle sue poesie.

lunedì 25 novembre 2019

A dirsi cuore dentro il cuore


ALFONSO GATTO

ALLEGORIA DELLE MERAVIGLIE

La meraviglia - gridala - è del cielo
aperto a dirsi cielo dentro il cielo.
La meraviglia - tacila - è del cuore
rinchiuso a dirsi cuore dentro il cuore.


(da Rime di viaggio per la terra dipinta, Mondadori, 1969)

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Una quartina che esprime appieno una delle caratteristiche della poesia di Alfonso Gatto, quella relazione che intercorre tra l’interno e l’esterno, tra la distanza e la vicinanza, tra l’io e il mondo, tra il senso di morte e il vivere, e anche tra il segno pittorico e quello verbale nel caso dei versi di questa raccolta, Rime di viaggio per la terra dipinta.

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CATHERINE FRESHLEY, "PAESAGGIO"

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LA FRASE DEL GIORNO
La tenerezza di vedere i cieli / sillabati di pace è come un vino / che ci raccoglie nella sua leggenda
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ALFONSO GATTO, Rime di viaggio per la terra dipinta






Alfonso Gatto (Salerno, 17 luglio 1909 – Orbetello, 8 marzo 1976), poeta e scrittore italiano. Ermetico, ma di confine, giornalista e pittore, insegnante di Letteratura all'Accademia di Belle Arti, collaboratore di “Campo di Marte”, la sua poesia è caratterizzata da un senso di morte che si intreccia al vivere.


domenica 24 novembre 2019

La voce che mi insegue


CLARIBEL ALEGRÍA

POESIA

A Juan Ramón Jiménez

Inconfondibile
è la voce
che mi insegue
che non si scolla da me
che tesse insonnie.
Come la pioggia
cade
come il vento
solo questa voce ascolto
mi possiede
lascia cadere avanzi di pane
e fugge via.


(da Voci, Samuele Editore, 2015 - Traduzione di Zingonia Zingone)

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“Il profeta, come il poeta, si ritrova tra le mani e sulle labbra un messaggio sconvolgente con il quale deve convivere e che non può tacere a chi gli è compagno in umanità. E al poeta, come al profeta, è richiesto un atto di obbedienza e di sottomissione affinché la sua parola divenga energia creatrice, linguaggio promotore di storia” scriveva Enzo Bianchi su Avvenire del 13 aprile 2008. È quella stessa voce profetica che detta e insinua, che fa balenare la luce nel buio, a inseguire la vita della poetessa nicaraguense Claribel Alegría.

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FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA

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LA FRASE DEL GIORNO
Mi succede qualcosa e mi chiedo “perché?”, e cerco risposte che posso trovare solo attraverso la scrittura e soprattutto attraverso la poesia, che è trasparente.
CLARIBEL ALEGRÍA, Blog del Goethe Institut, 16 luglio 2014




Claribel Isabel Alegría Vides (Estelí, 12 maggio 1924 – Managua, 25 gennaio 2018), poetessa, giornalista e scrittrice nicaraguense considerata con la connazionale Gioconda Belli la maggiore esponente della Letteratura del Centro America.


sabato 23 novembre 2019

Come neve che cade


ANNE STEVENSON

LEZIONE

Ragazzi e ragazze l’inverno persuade
Che è l’amore come neve che cade;
E rende bello tutto quello che tocca
Sebben perisca il fiato della sua bocca.


(da Poesia, 351, settembre 2019 - Traduzione di Carla Buranello)

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L’amore è come la neve che cade, dice la poetessa statunitense Anne Stevenson: quindi ammaliante, affascinante, magico, romantico, poetico, capace di far risplendere di sé anche la normalità quotidiana. Sebbene, ci mette in guardia Anne, possa essere effimero o comunque finire…

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FOTOGRAFIA DA PINTEREST

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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia è una vocazione dopotutto, non una carriera.
ANNE STEVENSON




Anne Stevenson (Cambridge, Regno Unito, 3 gennaio 1933), poetessa statunitense. Nata in Inghilterra, dove suo padre studiava, scelse di ritornarvi dopo avere vissuto dall’età di sei mesi nel Michigan e avervi ottenuto la laurea. Ha pubblicato una dozzina di raccolte di poesie e saggi su Sylvia Plath ed Elizabeth Bishop.


venerdì 22 novembre 2019

La poesia senza parole


ANTONIO COLINAS

A MO’ DI POETICA

Vorrei soltanto
scrivere le mie parole con i silenzi:
scrivere la poesia senza parole.
Vorrei soltanto
sussurrare la poesia
come una preghiera di silenzio
nel silenzio.


(da Canzoni per una musica silenziosa, 2014).

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Un ossimoro: sia il titolo della raccolta del poeta spagnolo Antonio Colinas, che cita una “musica silenziosa”, sia questo desiderio di scrivere la poesia con il silenzio. Ma un ossimoro solo apparente: nel silenzio più alta è la meditazione e più in sintonia è l’animo con l’armonia del mondo.

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FOTOGRAFIA © 99PX

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LA FRASE DEL GIORNO
Il silenzio è il linguaggio di tutte le forti passioni, dell'amore (anche nei momenti dolci) dell'ira, della meraviglia, del timore ecc.
GIACOMO LEOPARDI, Zibaldone




Antonio Colinas Lobato (La Bañeza, 30 gennaio 1946) è un poeta, romanziere e traduttore spagnolo.Il suo lavoro presenta ampiezza e relativa varietà: ha pubblicato poesie, romanzi, saggi e memorie, oltre a una sorta di prosa poetica e aforistica, ed ha effettuato numerose traduzioni tra le quali molte di testi poetici e autori italiani.


giovedì 21 novembre 2019

Gli alberi nudi


EDITH SÖDERGRAN

AUTUNNO

Gli alberi nudi stanno intorno alla tua casa
e lasciano entrare cielo e aria senza fine,
gli alberi nudi scendono alla riva
e si specchiano nell'acqua.
Un bimbo gioca ancora, nel fumo grigio dell'autunno,
una fanciulla va, i fiori tra le mani,
e all'orlo del cielo
in volo si alzano uccelli bianco-argentati.


(da Poesie, 1916)
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La riva è un luogo caro alla poesia di Edith Södergran: un luogo di frontiera, un posto dove l’essere viene attirato tra la vita impossibile e quella desiderata. La poetessa finlandese vi osserva la vita – in questo caso una veste autunnale la ammanta di grigio e d’argento – e resta in bilico tra la speranza di qualcosa che possa superare la delusione della vita e l’amara constatazione che nulla all’essere umano è certo.
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FOTOGRAFIA © FREE PHOTOS/PIXABAY

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LA FRASE DEL GIORNO
I giorni d'autunno sono traslucidi / dipinti sul terreno dorato della foresta.
EDITH SÖDERGRAN, Poesie




Edith Södergran (San Pietroburgo, 4 aprile 1892 – Roščino, 24 giugno 1923) poetessa finlandese di lingua svedese. Navigando tra Simbolismo ed Espressionismo con influssi nietzschiani, diede il via al Modernismo in salsa scandinava. Esordì nel 1916 con la raccolta Poesie, cui seguirono Lira di settembre, L'altare delle rose, L’ombra del futuro e Il paese che non esiste. Morì di tisi a 31 anni.


mercoledì 20 novembre 2019

Ansia mia amorosa


FRANCO FORTINI

DA UNA CANZONE DEI PRIMI DEL SECOLO

O vita, o vita mia,
o cuore di questo cuore,
come sono corse le nostre ore,
come lunga la via!


Se parole dico ancora, se
guardo e non so più che cosa,

la prima e l’ultima sarai per me,
ansia mia amorosa.


(da Composita solvantur, Einaudi, 1994)

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Una celeberrima canzonetta napoletana diventa poesia: 'O surdato 'nnammurato, edita nel 1915 con testo di Aniello Califano e musica di Enrico Cannio, inanella il suo ritornello, tradotto in italiano, ai versi di Franco Fortini. La voce popolare e quella colta così si sovrappongono.

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DIPINTO DI RICHARD BLUNT


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LA FRASE DEL GIORNO
Non è vero che non siamo stati felici. / Lo sei stato ogni volta / che un occhio / fissava deciso / a negare o ad imprendere. / Se entravi in una città ancora ignota / o dove il mare sta. / Se un gesto ricordava il buon uso dell’amore.
FRANCO FORTINI, Una volta per sempre




Franco Fortini, nato Franco Lattes (Firenze, 10 settembre 1917 – Milano, 28 novembre 1994), poeta, critico letterario, saggista e intellettuale italiano. La sua poesia è testimonianza anche ideologica delle lotte di classe del primo dopoguerra, voce progressista e coscienza critica del fallimento degli ideali.

martedì 19 novembre 2019

La piuma bianca


SUNAY AKIN

AMARE

Saper vedere
che cade
fra i fiocchi della neve
la piuma bianca dell'uccello migratore
riparato sotto la grondaia.

Ecco
amare.

(da AntiQuori, Fermenti, 2005 - Traduzione di Laura Rotta e Giampiero Bellingieri)

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Amare è distinguere il particolare dal generale, è scegliere (farsi scegliere da) un volto tra mille e mille, riconoscere l’altra metà secondo il mito platonico: quella piuma bianca – candido fiocco di neve mimetizzato tra migliaia e nonostante questo scorto – è davvero l’amore, secondo il poeta turco Sunay Akın .

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FOTOGRAFIA © CLIPDEALER

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LA FRASE DEL GIORNO
Il poeta che non partecipa / alla difesa della vita / è come la firma / che ritiene se stessa / una macchia d’inchiostro.
SUNAY AKIN, AntiQuori




Sunay Akın (Trebisonda, 12 settembre 1962), poeta, scrittore, conduttore televisivo, giornalista e filantropo turco. È il fondatore del Museo del giocattolo di Istanbul. il suo stile è influenzato principalmente da Orhan Veli Kanık e Cemal Süreya. Le sue poesie sono generalmente liriche brevi e di tono delicato.


lunedì 18 novembre 2019

Dietro il foglio bianco


ANISE KOLTZ

SUL DAVANZALE

Sul davanzale
si appoggia il giorno

Mi guarda silenzioso

Intanto io sverno
dietro il foglio bianco


(da Canti di rifiuto II, 1995)

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Il foglio bianco, la pagina che attende la poesia, è l’universo dove vive la poetessa lussemburghese Anise Koltz: è la tana sicura in cui superare l’inverno, è il luogo dove va alla ricerca di sé, se è vero che “Chissà / chi sono // le mie impronte digitali / cambiano ogni giorno”.

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EDWARD HOPPER, "HOTEL LOBBY", PART.
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LA FRASE DEL GIORNO
Il mondo è virtuale. / Il visibile / resta invisibile.
ANISE KOLTZ, Canti di rifiuto II




Anise Koltz (Eich, 12 giugno 1928), poetessa lussemburghese. Di origini ceche, tedesche, inglesi e belghe, iniziò a pubblicare in tedesco per poi divenire una delle principali scrittrici in lingua francese. Al suo attivo ha anche dei racconti per bambini e numerose traduzioni.

domenica 17 novembre 2019

Le tue ferite


CLARIBEL ALEGRÍA

AFFETTI

A Juan Gelman

Poiché ho imparato ad amarmi
posso sanguinare
con le tue ferite.


(da Sopravvivo, 1978)

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Il 26 agosto 1976 a Buenos Aires, durante la dittatura militare, furono sequestrati dall’esercito i figli del poeta Juan Gelman: la diciannovenne Nora Eva e il ventenne Marcelo Ariel, con la nuora incinta María Claudia García Irureta Goyena, anche lei diciannovenne, finirono nella lunga lista dei “desaparecidos”. Di Marcelo saranno ritrovati resti; la figlia partorita in prigionia da María Claudia, Macarena, potrà riunirsi al nonno solo nel 2000, scegliendo di cambiare il suo cognome in Gelman García. La poetessa nicaraguense Claribel Alegría scrisse questi versi quando ormai appariva chiaro che la situazione dei ragazzi volgeva a una tragica conclusione: un atto di empatia verso l’amico poeta, una condivisione del dolore.

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DIPINTO DI BANSKY

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LA FRASE DEL GIORNO
Sono una scintilla / sulla terra / un sollievo fugace / del cuore che ci pensa.
CLARIBEL ALEGRÍA




Claribel Isabel Alegría Vides (Estelí, 12 maggio 1924 – Managua, 25 gennaio 2018), poetessa, giornalista e scrittrice nicaraguense considerata con la connazionale Gioconda Belli la maggiore esponente della Letteratura del Centro America.


sabato 16 novembre 2019

Di tutto sono felice


VLADISLAV CHODASEVIČ

LA PIOGGIA

Di tutto sono felice: della città fradicia,
dei tetti, fino a ieri polverosi,
che oggi, lustri come seta lucida,
brillano in rivoli d’argento.


Felice della mia passione spenta,
guardo dalla finestra sorridendo,
mentre passi oltre veloce
per la strada scivolosa, sola.


Felice che più forte cada la pioggia,
mentre, riparata in un androne altrui,
tu rovesci l’ombrello bagnato,
sgrullandoti dalla pioggia.


Felice che tu mi abbia dimenticato
quando esci da quel portico,
senza uno sguardo alla mia finestra,
senza rivolgermi il viso.


Felice che sia tu a passare oltre,
eppure che io possa vederti,
che tanto magnifica e innocente
passi col suo ardore la primavera.


(da Non è tempo di essere, Bompiani, 2019 – Traduzione di Caterina Graziadei)

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”Un diaframma è frapposto fra il poeta e il mondo, spesso il vetro della finestra, da cui osserva la realtà, sempre altra da sé” scrive Caterina Graziadei nella prefazione a "Non è tempo di essere", raccolta dei versi del poeta russo Vladislav Chodasevič. Eccola lì la vita che scorre, vicina ma distante, lontana anni luce da quel piccolo mondo, dalla stanza: ecco la pioggia che ricopre le  miserie cittadine, ecco l’ex amata che si bagna sotto un inutile ombrello e passa oltre, come passa oltre a ogni istante l’esistenza.

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VEKKAS MAKALLEY, "DONNA CON OMBRELLO"

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LA FRASE DEL GIORNO
Risplendi nel fulvo riverbero, / e strida la penna solerte. / Vive nel suo rapido crepitio / tutto l’anelito del mio essere.
VLADISLAV CHODASEVIČ, Non è tempo di essere




Vladislav Felicianovič Chodasevič (Mosca, 16 maggio 1886 – Parigi, 14 giugno 1939),  poeta e critico letterario russo. Esordì su una rivista simbolista nel 1907 con Giovinezza. Discepolo di Maksijm Gor’kij, pubblicò in seguito la raccolta metafisica La lira pesante. Fu marito della scrittrice Nina Berberova.


venerdì 15 novembre 2019

Il bar


KARMELO C. IRIBARREN

I VECCHI SÌ CHE SANNO


Mi inteneriscono soprattutto
queste coppie
di vecchietti zoppicanti
che si reggono in piedi a fatica
e tuttavia arrivano ogni giorno
puntuali all’appuntamento
con i caffelatte
e il giornale.
Guardano come se in realtà
quello che accade
non gli importasse, come se
se ne fregassero
di tutto
a questo punto.
E la sola cosa che vogliono
è che domani il bar
sia al suo posto.
E che lo possano vedere.


(da La condizione urbana, 1995)

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Il poeta basco Karmelo C. iribarren indaga ancora una volta il mondo a lui noto dei bar, quel microcosmo dove si diverte ad osservare la vita: questi teneri anziani guardano ormai con l’occhio distaccato di chi ha visto ormai tutto e non si aspetta nulla perché più nulla ha da perdere.
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FOTOGRAFIA © LEE MILLER ARCHIVE
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LA FRASE DEL GIORNO
Carattere fondamentale della vecchiaia è il disinganno; in essa non più di quelle illusioni che davano alla vita una bellezza incantevole ed all'attività uno stimolo; si ha conosciuto la nullità e la vanità in questo basso mondo di qualunque magnificenza.
ARTHUR SCHOPENHAUER, Aforismi sulla saggezza del vivere




IribarrenKarmelo C. Iribarren (San Sebastián,  19 settembre 1959), è un poeta spagnolo, autodidatta. Associata al “realismo sporco” di Bukowski e Carver, in realtà la sua è una poesia più minimale, molto spesso frutto di osservazione della strada e dei bar, che l’ha fatta definire “realismo pulito” e “poesia di esperienza”. Tra le sue raccolte poetiche Serie B, Dal fondo del bar, Ondata di gelo, Attraversando la notte, La pelle della vita.

giovedì 14 novembre 2019

Come un’onda


RAINER MARIA RILKE

MARE CALMO LA MIA VITA: IL DOLORE


Mare calmo, la mia vita: il dolore
ha dimora in case costiere,
non si arrischia fuori dai cortili.
Solo a volte, più vicino, più lontano,
un tremolio: come argentei gabbiani
passano in alto, turbati, i desideri.


Poi ogni cosa torna alla quiete…
Sai dirmi che vuole la mia vita?
Lo hai già potuto indovinare?
Carica di conchiglie come un’onda
del mare mattutino, rumoreggiando,
alla tua anima vuole approdare.



Mein Leben ist wie leise See:
Wohnt in den Uferhäusern das Weh,
wagt sich nicht aus den Höfen.
Nur manchmal zittert ein Nahn und Fliehn:
aufgestörte Wünsche ziehn
darüber wie silberne Möven.

Und dann ist alles wieder still. . .
Und weißt du was mein Leben will,
hast du es schon verstanden?
Wie eine Welle im Morgenmeer
will es, rauschend und muschelschwer,
an deiner Seele landen.

(da Silenzio e tempesta, Marco Saya Edizioni, 2019 – Traduzione e cura di Raffaela Fazio)
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È uscita per Marco Saya Edizioni Silenzio e tempesta, una raccolta di poesie d’amore di Rainer Maria RIlke tradotte da Raffaela Fazio, che è ne anche la curatrice. Propongo questa lirica, che rappresenta appieno quella “complessa sensibilità che concilia magnificamente lucidità e visionarietà” citata dalla curatrice nella prefazione: nel mare calmo della vita, solo talora solcato da guizzi argentei di onde e voli di gabbiani, appare “il salto, l’evocazione che sorprende”, ovvero il disvelarsi del desiderio amoroso che – nella visione di Rilke – consiste in questo: “due solitudini che si proteggano, che si limitino e si inchinino l'uno dinanzi all'altra”.
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DIPINTO DI PIERRE MARCEL
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LA FRASE DEL GIORNO
Gli amanti separati, incessantemente, / perdono le cose su cui mai ebbero presa / quando il loro tempo tremanti li cingeva.
RAINER MARIA RILKE, Silenzio e tempesta





René Karl Wilhelm Johann Josef Maria Rilke, noto come Rainer Maria Rilke (Praga, 4 dicembre 1875 – Les Planches, 29 dicembre 1926), scrittore, poeta e drammaturgo austriaco di origine boema. È celebre soprattutto per le Elegie duinesi  i Sonetti a Orfeo e I quaderni di Malte Laurids Brigge. La sua poesia, influenzata da Nietzsche, vede una realtà senza consolazioni.

mercoledì 13 novembre 2019

Quanto fosse alto


REINER KUNZE

IL MURO

Quando l’abbiamo abbattuto non immaginavamo
quanto fosse alto
dentro di noi


C’eravamo abituati
al suo orizzonte


E all’assenza di vento

Alla sua ombra nessuno
gettava ombra


E ora siamo qui
spogli di giustificazioni


Per il 3 ottobre  1990.

(da Un giorno su questa terra, 1998 – Traduzione di Anna Chiarloni)

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È di qualche giorno fa la ricorrenza del trentennale della Caduta del Muro di Berlino: a noi che allora assistemmo davanti alla televisione alla sbornia collettiva che aveva preso i berlinesi riversatisi per le strade apparve subito chiaro che il mondo sarebbe cambiato. In meglio, pensavamo. In realtà molte luci e molte ombre si sono succedute a quelle giornate novembrine del 1989 e a quell’ottobre in cui i berlinesi dell’est gridavano in piazza “Noi siamo il popolo!” e altri muri si sono poi edificati in varie parti del mondo. Il poeta tedesco Rainer Kunze aveva vissuto fino al 1977 dall’altra parte del Muro, nella Repubblica Democratica che di democratico aveva solo il nome: osteggiato dal regime comunista era riuscito a trasferirsi all’Ovest. In occasione della riunificazione tedesca, altro momento storico, che sarebbe avvenuta undici mesi dopo, il 3 ottobre 1990, Kunze scrisse questi versi a rappresentare quanto quell’ingombrante presenza non fosse solo fisica ma anche mentale.

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DUE BERLINESI DELL’OVEST A COLLOQUIO CON PARENTI RIMASTI ALL’EST - FOTOGRAFIA DAL WEB

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LA FRASE DEL GIORNO
I muri nella mente spesso resistono più a lungo di quelli realmente costruiti.
WILLY BRANDT, Awake!, 22 dicembre 1991




Reiner Kunze (Oelsnitz, 16 agosto 1933) è un poeta tedesco. Cresciuto nella Repubblica Democratica fu ostacolato dal regime per le sue idee liberali: lasciò l’insegnamento e fu costretto a dedicarsi a lavori manuali. Nel 1977 si trasferì nella Repubblica Federale, a Passau, dove tuttora vive.

martedì 12 novembre 2019

Stelle false


GHIANNIS RITSOS

SCOLORIMENTO

Più passa il tempo e più ingrandisce il mare.
Contemporaneamente perde i suoi colori,
le cime si spezzano una a una. Innumerevoli ancore
arrugginiscono sulla terraferma. Quella che chiamavamo
libertà che non fosse la perdita? E che non sia
la perdita l’unico guadagno? Dopo
né perdita né guadagno. Niente. Le luci
della dogana e della taverna sul mare spente.
Solo la notte con le sue stelle false.

Kalamos, 10.X.82


(da Il funambolo e la luna, Crocetti, 1984 - Traduzione di Nicola Crocetti)

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Passa il tempo e ogni cosa sbiadisce in questi versi del poeta greco Ghiannis Ritsos: è ampiamente visibile negli oggetti elencati, dalle ancore arrugginite alle corde di ormeggio spezzate, addirittura nello scolorire del mare. E con le cose, sottintende il poeta, sbiadisce anche la vita.

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FOTOGRAFIA © JAMES BALDWIN

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LA FRASE DEL GIORNO
Ah, sì, invecchiano anche le statue e le poesie.
GHIANNIS RITSOS, Molto tardi nella notte




Ghiannis Ritsos (Monemvasia, 1º maggio 1909 – Atene, 11 novembre 1990), poeta greco tra i maggiori del XX secolo. Fu candidato nove volte al Premio Nobel. La sua vita fu animata da un'incrollabile fede negli ideali marxisti e nelle virtù catartiche della poesia.


lunedì 11 novembre 2019

La casa sul dorso


OLAV H. HAUGE

CONCHIGLIA

Costruisci una casa per la tua anima
e vaghi fiera
alla luce delle stelle
con la casa sul dorso
come una chiocciola.
quando si avvicina il pericolo
ti infili dentro
e sei al sicuro
dentro la tua dura
conchiglia.

E quando non ci sei più
la casa
sopravvive,
testimonianza
della bellezza della tua anima.
e il mare della tua solitudine
vi canterà
nell'intimo
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(da Sotto la rupe, 1951)

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Non è solo la conchiglia a “costruire una casa per la tua anima” e a lasciare in questo modo una traccia di sé, del suo transito terreno: dietro le parole del poeta norvegese Olav H. Hauge c’è la vita stessa di ogni uomo e di ogni donna, di ogni essere umano che lascia testimonianza della sua esistenza sotto forma di memoria, che sia ricordo o poesia, che sia arte o una casa. Tutti noi costruiamo ogni giorno questa conchiglia.

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JAI JOHNSON, “CONCHIGLIA”

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LA FRASE DEL GIORNO
Guarda, l’oceano scintilla, / anch’io ho stelle / e azzurre profondità.
OLAV H. HAUGE, Sotto la rupe




Olav Håkonson Hauge (Ulvik, 18 agosto 1908 – 23 maggio 1994), traduttore e poeta norvegese. Giardiniere, uomo di grande cultura, tradusse in lingua nynorsk Blake, Brecht, Celan, Hölderlin e Sylvia Plath. La sua è poesia modernista, che invade il territorio della poesia concreta.


domenica 10 novembre 2019

Perché siamo il mare


CLARIBEL ALEGRÍA

LA VOCE DEL RUSCELLO

Torno verso il mare
è lì che nacqui
mi accolse una roccia
quando saltai sulla terra.
Scendo piano
mi trattengo nel muschio
tra i fiori selvatici
scendo a cercare il fiume
che mi riporti al mare.
Il mio vicino
il torrente
non sa che io esisto
brama
salta
riempie canali
scoppia
anche lui cerca il fiume
dissolversi nel fiume
che mi riporti al mare
perché il mare ci aspetta
perché il mare è la culla
perché siamo il mare.


(da Voci, Samuele Editore, 2015 – Traduzione di Zingonia Zingone)

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Parla il ruscello in questa poesia di Claribel Alegría, ma è la voce della stessa poetessa, giunta ormai novantenne al tramontare dei suoi giorni, a descrivere la vita, a rappresentare quest’ansia di mare che resta ancestrale negli esseri umani: da lì veniamo, lì torneremo.

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FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA

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LA FRASE DEL GIORNO
Poesia – Inconfondibile / è la voce / che mi insegue / che non si scolla da me / che tesse insonnie.
CLARIBEL ALEGRÍA, Voci




Claribel Isabel Alegría Vides (Estelí, 12 maggio 1924 – Managua, 25 gennaio 2018), poetessa, giornalista e scrittrice nicaraguense considerata con la connazionale Gioconda Belli la maggiore esponente della Letteratura del Centro America.


sabato 9 novembre 2019

Le maniere di amare


AMELIA ROSSELLI

SE NON È NOIA È AMORE

Se non è noia è amore. L'intero mondo carpiva da me i suoi
sensi cari. Se per la notte che mi porta il tuo oblio
io dimentico di frenarmi, se per le tua evanescenti braccia
io cerco un'altra foresta, un parco, o una avventura : –
se per le strade che conducono al paradiso io perdo la
tua bellezza: se per i canili ed i vescovadi del prato
della grande città io cerco la tua ombra : – se per tutto
questo io cerco ancora e ancora : – non è per la tua fierezza,
non è per la mia povertà : – è per il tuo sorriso obliquo
è per la tua maniera di amare. Entro della grande città
cadevano oblique ancora e ancora le maniere di amare
le delusioni amare.


(da Variazioni belliche, Garzanti, 1964)

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Come scrisse Bianca Maria Frabotta “La poesia di Amelia Rosselli è oscura eppure chiarissima. Certo, bisogna abituarvisi, come quando si entra da fuori in una stanza buia”. È un paragone davvero calzante, e possiamo rendercene conto da questa poesia sull’amore inserita nella sua raccolta d’esordio: il testo poetico diventa davvero “delirio o rullo” come descrisse la stessa poetessa il suo modo di scrivere.

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DIPINTO DI LEONARD AFREMOV

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LA FRASE DEL GIORNO
Se l'anima è la ritrosia dei sensi, allora l'amore è una / scienza che cade al primo venuto.
AMELIA ROSSELLI, Variazioni belliche




Amelia Rosselli (Parigi, 28 marzo 1930 – Roma, 11 febbraio 1996), poetessa, organista ed etnomusicologa italiana che ha fatto parte della "generazione degli anni trenta". È rimasta una figura di scrittrice unica per il suo plurilinguismo e per il tentativo di fondere l'uso della lingua con l'universalismo della musica.


venerdì 8 novembre 2019

La luce dei tuoi occhi


GIORGIO ORELLI

LA SCOLOPENDRA

Dove una sola volta sei passata
e a me distratto lampeggiò brunetta
la luce dei tuoi occhi,
una specie di gioia anticipata
esplode, si sparpaglia.
O soltanto si tratta della luce
e niente c’è di nuovo,
se non l’erba che fumiga strepita,
la scolopendra dal rosso ventre
che agita folle i piedi nell’azzurro.


(da L’ora del tempo, Mondadori, 1962)

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I versi del poeta ticinese Giorgio Orelli assurgono spesso a bestiario: vi abitano la lepre, la martora, il ragno, gli scoiattoli, l’anguilla, i piccioni e certamente la scolopendra, artropode chilopode che si muove tra le pietre e che viene qui a rappresentare il rapido passaggio della donna amata a rievocare un canto stilnovistico di Lapo Gianni: “Nel vostro viso angelico amoroso / vidi i begli occhi e la luce brunetta, / che 'nvece di saetta / mise pe' miei lo spirito vezzoso”.

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DIPINTO DI SALLY STORCH

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LA FRASE DEL GIORNO
Stringi per lei nella mano un rametto /  di calicanto, vivi in questo odore.
GIORGIO ORELLI, L’ora del tempo




Giorgio Orelli (Airolo, 25 maggio 1921 – Bellinzona, 10 novembre 2013), scrittore, poeta e traduttore svizzero di lingua italiana. La sua poesia, in parte appartenente al filone post-ermetico, a tratti avvicinata a quella Linea Lombarda, è ricca di grazia musicale e si caratterizza per una sua ironica ambiguità.

giovedì 7 novembre 2019

Rami e radici


FRANCO FORTINI

LE PICCOLE PIANTE

Le piccole piante mi vengono incontro e mi dicono:
«Tu, lo sappiamo, nulla puoi fare per noi.
Ma se vorrai entreremo nella tua stanza,
rami e radici fra le carte avranno scampo».

Ho detto di sì a quella loro domanda
e il gregge di foglie ora è qui che mi guarda.
Con le foreste riposerò e le erbe sfinite,
vinte innumerabili armate che mi difendono
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(da Composita solvantur, Einaudi, 1994)

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Queste foglie d’aceri e questa luce / mi rammentano che una volta sono stato / visitatore d’un santuario, viaggiando la Cina. /(…) / Indulgo ai cortili perfetti”: diventa un cortile anche la poesia nella raccolta-testamento di Franco Fortini, le piante si impossessano di ogni cosa, ricoprono tutto come una tomba vegetale.

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IMMAGINE DA PINTEREST

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LA FRASE DEL GIORNO
Chi gli agi fugge per amar naufragi? / A chi, più del riposo, il viaggio piace / E il lungo errare è più dolce del porto?
FRANCO FORTINI, Composita solvantur




Franco Fortini, nato Franco Lattes (Firenze, 10 settembre 1917 – Milano, 28 novembre 1994), poeta, critico letterario, saggista e intellettuale italiano. La sua poesia è testimonianza anche ideologica delle lotte di classe del primo dopoguerra, voce progressista e coscienza critica del fallimento degli ideali.

mercoledì 6 novembre 2019

Centenario di Sophia De Mello Breyner Andresen


Il 6 novembre del 1919 nasceva a Porto la poetessa portoghese Sophia De Mello Breyner Andresen, prima donna a ricevere il Prêmio Camões. La sua è una poesia di sobrietà espressiva, costruita con modi contenuti così da dare massima espressione alla parola, rigorosamente ritagliata nella sua essenza per raccontare il mare e la natura mediterranea, il ricordo dell’infanzia, l’antichità classica. Ne sorge una nostalgia per un tempo ormai perduto, un’età dell’oro che spazia da Odisseo a Pessoa, un tempo assoluto così diverso dal tempo frammentato in cui viviamo.

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PENELOPE

La notte disfo il mio percorso
tutto quanto ho tessuto non è vero,
ma solo tempo, per occupare i tempi morti,
e ogni giorno mi avvicino e ogni notte mi allontano

(da Coral, 1951)

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ASSENZA

In un deserto senz'acqua
In una notte senza luna
In un paese senza nome
O in una terra nuda

Per quanto grande sia la disperazione
Nessuna assenza è più profonda della tua

(da Mar Novo, 1958)

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ECCOMI

Eccomi
spoglia di tutte le mie vesti
separata da indovini maghi e dei
per essere sola davanti al silenzio
davanti al silenzio e allo splendore del tuo viso

Ma tu sei l’assente di tutti gli assenti
né la tua spalla mi sostiene né la tua mano mi tocca
il mio cuore discende la scala del tempo nel quale non vivi
e il tuo appuntamento
sono pianure di silenzio

Scura è la notte
scura e trasparente
ma il tuo volto è oltre il tempo opaco
e io non abito i giardini del tuo silenzio
perché sei di tutti gli assenti l’assente

(da Livro sexto, 1962)

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Altre poesie sul Canto delle Sirene:

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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia mi condurrà nel tempo / quando non sarò più la dimora del tempo / e passerò solitaria / tra le mani di chi legge.
SOPHIA DE MELLO BREYNER ANDRESEN, Libro sesto




Sophia de Mello Breyner Andresen (Porto, 6 novembre 1919 – Lisbona, 2 luglio 2004), poetessa portoghese, seconda donna a vincere il Premio Camões nel 1999. La sua opera consta di 15 libri di poesia, pubblicati tra il 1947 e il 1999, che riconoscono alla parola un valore intrinseco e per questo sono rigorosi, armonici ed equilibrati. Scrisse anche racconti, opere teatrali e libri per ragazzi


martedì 5 novembre 2019

Mia charmeuse


GIOVANNI GIUDICI

A UNA GIOVANE SINDACALISTA

Parleranno di Beatrice, di Laura, di Eleonora
D'Este e Juliette Récamier,
Di Jeanne e Madame Sabatier
E molte altre ancora.


Ma io solo qui scrivo di te.
Mia charmeuse, mia encantadora:


Secoli di trattati sull'erotismo
Non valgono la tua risata di gola.


(da Il male dei creditori, Mondadori, 1977)

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Un elogio della bellezza: è quello che fa divertito e sornione il poeta spezzino Giovanni Giudici delineando questo ritratto femminile e attingendo a secoli di letteratura e di storia – facile riconoscere le donne amate da Dante e Petrarca, un po’ meno la musa di Torquato Tasso, Eleonora, e quella di Baudelaire, Madame Sabatier, e le icone di bellezza Giovanna d’Arco e Juliette Récamier, modella di Jacques-Louis David e François Gérard.

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FRANCINE VAN HOVE, "IL FIORE DI VINO"

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LA FRASE DEL GIORNO
Tu – non foglia che cresce / ma crescersi di foglia. / Tu – non mare che splende / ma splendersi del mare. / Tu – amore nell'amare. // Ciao, Sublime. // Ciao, Essere Umano semplicemente..
GIOVANNI GIUDICI, O beatrice




Giovanni Giudici (Porto Venere, 26 giugno 1924 – La Spezia, 24 maggio 2011), poeta e giornalista italiano. Della sua formazione cattolica e del suo lavoro nell'industria ha fatto i poli di una tensione che lo trascende e caratterizza il suo impegno civile. Numerose le sue traduzioni: Frost, Sylvia Plath, Orten, Pound, Ransom e Puškin.

lunedì 4 novembre 2019

Un conto scoperto


ANISE KOLTZ

E SE LA MIA POESIA FOSSE SOLO UN VISTO

E se la mia poesia fosse solo un visto
per un paese lontano
una fattura non pagata
un conto scoperto?


(da Il portatore d’ombra, 2001)

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La poetessa lussemburghese Anise Koltz si interroga spesso sullo scopo della sua poesia: “Io non invento la poesia / esiste in qualche parte / dell’universo” e ancora “Nelle mie poesie / ripercorro / la mia geografia interiore”. Quella poesia che canta nelle radici, che protegge come una cabina mentre ci si spoglia, che diventa deserto quando non chiama o debito non pagato, può essere allora un visto per addentrarsi nel paese del suo stesso arcano: “Ogni poesia è senza risposta”.

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ILLUSTRAZIONE DI LÉONARD COMBIER

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LA FRASE DEL GIORNO
La carta bianca / insaziabile / mangiatrice di parole.
ANISE KOLTZ, Rinascerò




Anise Koltz (Eich, 12 giugno 1928), poetessa lussemburghese. Di origini ceche, tedesche, inglesi e belghe, iniziò a pubblicare in tedesco per poi divenire una delle principali scrittrici in lingua francese. Al suo attivo ha anche dei racconti per bambini e numerose traduzioni.