giovedì 28 novembre 2019

Come fosse cervo assetato


NIKIFÒROS VRETTÀKOS

SORTITA


Prendo la mia anima e la porto a spasso
se comincia a irrigidirsi il suo sorriso.
È lei a dirmelo: mi manca la pioggia,
il sole sui monti o tra le nuvole
e il vento che nasce senza posa nei boschi
tutto profumi e essenze, latte e musica.

Come fosse cervo assetato, la guido
al fluente, luminoso seno dell’eternità,
rinnova il sangue-luce dentro di lei e torna
di nuovo alla vita;
nel suo sorriso
un fresco accento di immortalità.


(da Girasole vespertino, 1976 – Traduzione di Gilda Tentorio)

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Il “fluente, luminoso seno dell’eternità”: è qualcosa che cerchiamo quando sentiamo il bisogno di staccare la spina, di riappropriarci del mondo che ci fa stare bene – nel caso del poeta greco Nikifòros Vrettàkos è il “mito” personale del monte Taigeto, per molti di noi saranno le montagne alpine o appenniniche o la riva del mare, o ancora un bosco, insomma un posto dove camminare fino a smarrirsi, “portando a spasso l’anima” e nutrendola di quei colori, di quelle luci, di quei silenzi…

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FOTOGRAFIA © WALLHERE
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LA FRASE DEL GIORNO
“Se potrai vivere / in sintonia con questo tempo”, dicevo tra me, /“allora farai la tua terra giardino”.
NIKIFÒROS VRETTÀKOS, Autobiografia




Nikifòros Vrettàkos (Krokeès, 1° gennaio 1912 – Plumitsa, 4 agosto 1991), scrittore e poeta greco. Partito per Atene alla scoperta del mondo, ne fu deluso. Prese parte in prima linea alla Seconda guerra mondiale e alla resistenza. Espulso dal Partito Comunista per il suo umanesimo di pace, visse in esilio la dittatura dei colonnelli. Tra le sue opere: Le smorfie dell’uomo, 1940, L’abisso del mondo, 1961, Itinerario, 1972, Protesta, 1974, Eliotropio pomeridiano, 1977, La filosofia dei fiori, 1988.

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