mercoledì 27 novembre 2019

L’altra grazia



BARTOLO CATTAFI

LA GRAZIA

Sarebbe dunque in questo lividore
d’aria la grazia
che fa cadere a fiocchi
gelo candore oblio?
e dove metteresti l’altra grazia
che c’imbratta la faccia
di fiamme e fumo
che ci rammenta d’essere
schiatta di legna da ardere al buon Dio.


Cimbro, 4 dicembre 1978


(da Chiromanzia d’inverno, Mondadori, 1983)

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Dicembre 1978, il poeta siciliano Bartolo Cattafi è molto malato: ha un tumore ai polmoni di infausto esito, anche se i familiari non glielo hanno comunicato. Alloggia presso la casa dei suoceri a Cimbro, nel Varesotto, e si sottopone a radioterapia e chemioterapia. Comprende comunque che sta per giungere la fine e scrive versi che tracciano il bilancio di una vita. Si avvicina a una grazia di cui avverte l’imponderabile presenza, la riconosce sotto forma di ghiaccio e fuoco: la prima appare come bellezza, delicatezza, leggiadria; la seconda come un aiuto soprannaturale che conduce l’uomo verso Dio.

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LA FRASE DEL GIORNO
Stanco debole indegno mi trascino / piango per le mie cose trascinate / lieto di non avere in me che cose amate.
BARTOLO CATTAFI, Chiromanzia d’inverno




Bartolo Cattafi (Barcellona Pozzo di Gotto, 6 luglio 1922 – Milano, 13 marzo 1979),  poeta italiano. La sua poesia spazia sui dilemmi esistenziali con sensibilità di diarista, spesso con uno sguardo metafisico dove sono protagonisti il vuoto e la solitudine. Nei suoi versi il tema del viaggio è una costante metafora del vivere.

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