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giovedì 31 luglio 2025

No, non sei mia!


JUAN RAMÓN JIMÉNEZ

EX AMORE

Tu, quella di quella sera,
non eri là tu che sei.
Ah, no, no, non sei mia!
Dove, dove sei tu, quella,
dove, di', che non sei mia?

(da Eternità, 1918 - Traduzione di Claudio Rendina)

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C'è tutta una storia dietro questo Ex amore di Juan Ramón Jiménez, che poi fu tale solo apparentemente: se è vero che la dedica degli Idilli recita In Memoriam / ZCA, / morta all'amore - Carmen Hernández-Pinzón, erede dei due, scrive che, "all'inizio, il rapporto tra Zenobia e Juan era pessimo. Durante il corteggiamento, lei lo respinse spesso, e credo che lui scrisse quella dedica in un momento di rabbia"- in realtà Juan Ramón e Zenobia Camprubí si sposarono nel 1916 e rimasero insieme fino alla morte di lei, nell’ottobre 1956, tre giorni dopo che al poeta giunse la notizia del conferimento del Premio Nobel.

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Questo istante / che sta già per essere ricordo, che cos'è? / Musica folle, / che reca questi colori che non furono / - poiché furono / di quelle sere d'oro, amore e gloria -; / questa musica che sta per non essere, cos'è?
JUAN RAMÓN JIMÉNEZ, Pietra e cielo

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JimenezJuan Ramón Jiménez (Palos de Moguer, 24 dicembre 1881 - San Juan, Portorico, 29 maggio 1958), poeta spagnolo premiato con il Nobel nel 1956, fu uno dei principali esponenti della Generazione del ’14 e del Modernismo. La sua ricerca poetica lo portò a privilegiare la poesia nuda ed essenziale, fatta solo di immagine e di parola al di là della musicalità esteriore.


mercoledì 30 luglio 2025

La parola velluto


HANS MAGNUS ENZENSBERGER

IL MENTITORE

Io lavoro, mi diceva all’orecchio,
a cose totalmente futili.

La parola velluto, per esempio,
non è come sentire del velluto?
Un che di morbido, di peloso
sulla lingua.
Si può dire?
Si chiama così? - Così cosa?
- Questo soffio lanuginoso nel Suo orecchio.
- Nel mio orecchio? - Lei rabbrividisce.
- È dunque a questo che Lei lavora! - Sì.

Se si nomina qualcosa, esiste,
si rigonfia,
morbido e senza punte,
pura futilità
come questo brivido
che è una parola
e non è velluto.

(da Musica del futuro, 1991 - Traduzione di Anna Maria Carpi)

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Il poeta - dice Hans Magnus Enzensberger - è un creatore di futili sinestesie, sa creare bellissime menzogne, trasformando l'essere in parole, suggerendo quello che non si può dire ma che attraverso la poesia perlomeno si riesce a intuire.

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FOTOGRAFIA © YAOYAO/PIXABAY

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Un rischio che forse fa parte dello scrivere poesie, racconti, drammi: il rischio che tali valori siano fin da principio, indipendentemente dal loro fallimento o dalla loro riuscita, sterili e senza speranza. Chi fa letteratura come arte non è per questo confutato, ma non può neppure più essere giustificato.
HANS MAGNUS ENZENSBERGER

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Hans Magnus Enzensberger (Kaufbeuren, 11 novembre 1929 – Monaco, 24 novembre 2022), scrittore, poeta, traduttore ed editore tedesco. La sua poesia, con espressione volutamente antipoetica e provocatoria, non vede un mezzo di salvezza per l'uomo e si presenta come denuncia spietata di tutte le storture e debolezze della società.


martedì 29 luglio 2025

La mano sulla spalla


SANDRO PENNA

LA SEMPLICE POESIA FORSE DISCENDE

La semplice poesia forse discende
distratta come cala al viaggiatore
entro l’arida folla di un convoglio
la mano sulla spalla di un ragazzo.

(da Tutte le poesie, Garzanti, 1970)

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Un gesto casuale, distratto addirittura, ma è quella la poesia per Sandro Penna: è la creatività che si manifesta improvvisa, è quel lampo che illumina per un istante il mondo e nel suo bagliore lascia intravedere una parvenza di infinito.

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

La mia poesia lancerà la sua forza / a perdersi nell'infinito.
SANDRO PENNA

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Sandro Penna (Perugia, 12 giugno 1906 – Roma, 21 gennaio 1977), poeta italiano. Con toni epigrammatici, le sue poesie esprimono spesso un’intenso desiderio sensoriale di vita talora malinconico e cantano l’amore omosessuale (“Poeta esclusivo d’amore”, si definì egli stesso).


lunedì 28 luglio 2025

Lo scopo segreto del viaggiatore


CLAUDE ROY

L'AMICO DI WANG WEI

Un salice piangente sulla riva
del lago della Brezza di Maggio
nel Parco del Mezzogiorno di Pechino
e l'uccello bianco di cui non conosco il nome che
si china nelle risaie di Kuantung
sul dorso di un bufalo d'acqua
al fresco nel fango.

Hanno fatto il viaggio per venire a dirmelo
stamattina tra il sonno
e il giorno

«Lo scopo segreto del viaggiatore
è ignorare dove sta andando».

(da Ai confini del tempo, 1984)

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Il paesaggio cinese che affascina il poeta francese Claude Roy è, come nota Claude Tuduri, «il luogo comune per eccellenza (...) sospende ogni giudizio critico, esige un diritto indiviso all'immersione nella bellezza del mondo (...) vuole anche fare del lettore un viaggiatore immobile, promesso alla fiducia dello scrittore della lettera: acconsentire a vedere la montagna e le acque significa acconsentire a entrare e uscire dagli splendori dell'immagine, significa dire di sì al precedente di un visitatore che saprà renderci familiare lo stupore di un paesaggio inseparabile da mille altri ma sempre in divenire». Ed è in fondo quello che la massima finale riesce a spiegare come facendo un sunto delle immagini, sulle orme di Wang Wei, poeta e pittore cinese dell'VIII secolo.

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

È più facile essere un viaggiatore o uno studioso che un amico o un amante.
CLAUDE ROY, La sventura di amare

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Claude Pierre Marie Félicien Roy (Parigi 28 agosto 1915 – 13 dicembre 1997). Scrittore e poeta francese. Impegnato politicamente, aderì nel 1943 al Partito comunista, da cui fu espulso nel 1957 per la sua condanna della repressione della rivolta ungherese. La sua opera riflette speranze e delusioni di un autore legato ai valori della libertà.


domenica 27 luglio 2025

Per una spilla persa


ROBIN MORGAN

CAVATINA DI BARBARINA

Quanto tormento per una spilla persa,
per un comune e pur utile fermaglio.
È una tragedia da nulla, di sicuro
buffa, persino
e a malapena degna della tonalità minore.

Mozart però sapeva quanto comune è il pianto
di chi ha perduto qualche minuta cosa
minuta e normale – del proprio padre un bacio
la lettera mai spedita –
che noi cerchiamo, quasi tenesse insieme
in fondo, i pezzi di una vita.

(da Poesia n. 294 - Giugno 2014 - Traduzione di Cristina Alziati e Maria Nadotti)

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"L'ho perduta ... me meschina! ... / Ah chi sa dove,sarà? / Non la trovo... e mia cugina ... E il padron cosa dirà?": il quarto atto delle Nozze di Figaro di Mozart, su libretto di Lorenzo Da Ponte si apre con la giovane serva Barbarina che nel buio è alla disperata ricerca della  spilla che il Conte le ha affidato da riconsegnare a Susanna come ricevuta del biglietto che ha fissato l'incontro amoroso tra i due. la poetessa statunitense Robin Morgan ne approfitta per considerare il valore delle piccole, a volte insignificanti, cose, che in determinate circostanze assumono una diversa valenza.

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FOTOGRAFIA © PITTSBURGH OPERA

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Il valore di una cosa è la sua desiderabilità.
CHRISTIAN VON EHRENFELS




Robin Morgan (Lake Worth, Florida, 29 gennaio 1941), attrice, poetessa e politica statunitense. Già nota come attrice bambina nel cast principale della serie televisiva Mama (1949-1956), è divenuta poetessa, scrittrice e attivista politica di primo piano nell’ambito del movimento femminista.


sabato 26 luglio 2025

Una specie di accordo


RYSZARD KAPUŚCIŃSKI

LA STRADA

La strada
quando la lasci indietro
scompare alle tue spalle
cessa di esistere
la geografia è una nozione soggettiva
una specie di accordo

(da Leggi naturali, 2006)

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"Esiste il mal di viaggio, una malattia sostanzialmente incurabile" scrive nel suo reportage In viaggio con Erodoto lo scrittore e poeta polacco Ryszard Kapuściński: la strada dunque è sempre questo momento presente, quest'attimo in cui siamo immersi, sempre in attesa di proseguire il cammino, di visitare altri luoghi e altre città, di incontrare altre persone.

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FOTOGRAFIA © PIXABAY

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Mi piace pensare a ogni strada come a una strada infinita, che gira intorno al mondo.
RYSZARD KAPUŚCIŃSKI, Lapidarium

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Ryszard Kapuściński (Pinsk, Bielorussia, 4 marzo 1932 – Varsavia, 23 gennaio 2007),  giornalista, scrittore e saggista polacco. Corrispondente dall'estero (1962-81) dell'Agenzia di stampa polacca, ha saputo unire alla lucidità di osservazione del giornalista la profondità di riflessione e di analisi psicologica, il gusto per la metafora, l'affabulazione del grande narratore.


venerdì 25 luglio 2025

Per poterti ritrovare


EZRA POUND

FRANCESCA

Venivi innanzi uscendo dalla notte
recavi fiori in mano
ora uscirai fuori da una folla confusa,
da un tumulto di parole intorno a te.

Io che ti avevo veduta fra le cose prime
mi adirai quando sentii dire il tuo nome
in luoghi volgari.
Avrei voluto che le onde fredde sulla mia mente fluttuassero
e che il mondo inaridisse come una foglia morta,
o vuota bacca di dente di leone, e fosse spazzato via,
per poterti ritrovare,
sola.

(da Personae, 1909)

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Isolare l'amata dal mondo, non permettere che nemmeno la sua immagine si involgarisca nelle sue brutture, mantenerla nella purezza della prima strofa, della prima apparizione dell'amore: è quello che il poeta statunitense Ezra Pound vorrebbe fare con Francesca.

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DIPINTO DI ALBERT HENRY COLLINGS

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Cantiamo amore e ozio, / Non altro bene è al mondo / Che valga la conquista.
EZRA POUND, Personae

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Ezra Weston Loomis Pound (Hailey, Idaho, 30 ottobre 1885 – Venezia, 1º novembre 1972), poeta, saggista e traduttore statunitense. Visse per lo più in Europa – in Italia particolarmente - e fu uno dei protagonisti del modernismo e della poesia di inizio XX secolo: temi ricorrenti la nostalgia per il passato e la fusione tra culture diverse.


giovedì 24 luglio 2025

Una donna qualunque


ALDO PALAZZESCHI

POESIA

Dal principio di questo secolo
la poesia è cambiata
ti sfido a riconoscerla
cambiata nel midollo delle ossa
nella pelle nella polpa
di chi la colpa?
di chi la fa.
Era sul trono come una regina
è diventata una donna qualunque
una donnicciola
un soggetto da marciapiede
una bagascia
una sgualdrina
non ha più la parola che risuona
che rimbomba
che pareva scendere dal cielo
come il fulmine
che t’inchiodava sulla seggiola
o che ti faceva rimanere
con la bocca spalancata
come per lo scoppio di una bomba
la parola te la senti scivolare
col ribrezzo che ti provoca fra le dita
il contatto di un’anguilla
ti parla con l’eloquio da mercato di una serva.
O ti dice delle cose per le quali
non basta un professore
di matematica a decifrarla.

(da Sinfonie e altri versi, Cadmo, 1989)

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Con il Modernismo e l'Ermetismo, la poesia all'inizio del XX secolo ha imboccato una nuova strada, subendo una trasformazione significativa nella forma e adottando il verso libero. E Aldo Palazzeschi, crepuscolare, poi futurista, poi giocoso fautore dell'avanguardia, coglie questo cambiamento, talora però troppo oscuro ed enigmatico, questa caduta del tono e del contenuto, così distante da D'Annunzio o da Carducci.

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FOTOGRAFIA © RICHARD BELL/UNSPLASH

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Il poeta ha la facoltà di fissare con la immagine o nelle parole l'istante che fugge e di poterlo comunicare agli altri.
ALDO PALAZZESCHI, La Fiera Letteraria, 4 ottobre 1953

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Aldo Palazzeschi, pseudonimo di Aldo Pietro Vincenzo Giurlani (Firenze, 2 febbraio 1885 – Roma, 17 agosto 1974), scrittore e poeta italiano, uno dei padri delle avanguardie storiche. Dall'esordio come crepuscolare e dalla breve adesione al Futurismo, attraversò il «ritorno all'ordine» degli anni Venti e la ripresa sperimentale delle avanguardie degli anni Sessanta con inconfondibile giocondità, enigmatica e inafferrabile.


mercoledì 23 luglio 2025

Le stelle scrivono


OCTAVIO PAZ

FRATELLANZA

Sono uomo: duro poco ed enorme è la notte.
Ma guardo in alto: le stelle scrivono.
Senza capire comprendo: anch’io sono scrittura
e in questo stesso istante qualcuno mi sta decifrando.

(da Dentro l'albero, 1987)

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La poesia è una specie di cosmogonia che scrive il suo mito e che al contempo ne è scritta: Octavio Paz, poeta messicano e Premio Nobel per la Letteratura 1990, contemporaneamente attraverso la poesia, prosegue la sua ricerca interiore lasciandosi guidare e decifrare dall'universo.

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ALEX RUIZ, "NOTTE STELLATA"

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Lettere pure, / costellazioni di segni, cesure / nella carne del tempo, oh scrittura, / rigo nell'acqua!
OCTAVIO PAZ, Il fuoco di ogni giorno

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Octavio Irineo Paz Lozano (Città del Messico, 31 marzo 1914 – 20 aprile 1998),  poeta, scrittore, saggista e diplomatico messicano, premio Nobel per la letteratura nel 1990. La sua poesia è fatta di sperimentazione e anticonformismo, un continuo mettersi in discussione del linguaggio, “lotta continua contro la significazione”.


martedì 22 luglio 2025

L’unico vino


ENRIQUE BADOSA

VINOGRAFIA

...E non solo retsina tranquille,
anche se a volte un po' chiassose.
Assaporo la gioia di un
muscoloso "Malvicino" cretese.
Mi riposo nei placidi "Demesticas",
i vini bianchi, sereni e bonari,
e i rossi, gioviali e chiacchieroni,
come una notte a Sparta...
Lodo il "Mavrodaphne", la "Dafne Nera",
pomposo di generosità.
E quei vini pietrosi
che Santa Irene invecchia a Santorini?
Il "Vino Santo", il "Santino", le Malvasie profonde,
tutte con la minaccia del vulcano.
E quelli di Samo, dolci, e quelli secchi,
così colloquiali, saggi, sentenziosi?
E quelli di Cos, pieni di ragione?
E quel vino di un giorno egocentrico,
quando la Grecia quasi non era più la Grecia,
ma la mia solitudine.
Aveva un colore chiaro e amichevole,
un tocco meditativo di amarezza
e una tristezza alla fine buona.
Non sono mai riuscito a ricordare il suo nome.
Era l'unico vino da bere in solitudine.

(da Mappa della Grecia, 1979)

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Se l 'Alfred Prufrock di Thomas Stearns Eliot misurava la sua vita a cucchiaini di caffè, il poeta spagnolo Enrique Badosa ha misurato la sua esperienza in Grecia sulla base dei vini bevuti, elencandoli secondo le loro caratteristiche. Ma, naturalmente, quello che rimane impresso è l'ultimo vino bevuto, quello della memoria, quello della nostalgia.

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

La più definitiva / è questa aridità cercata per ricordo. / Ora sai perché Ulisse torna.
ENRIQUE BADOSA, Mappa della Grecia

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Enrique Badosa Pedro (Barcellona, 21 marzo 1927 – 31 maggio 2021), poeta e giornalista catalano in lingua spagnola. Laureato in Lettere e Filosofia, giornalista di ABC, scrisse 21 raccolte poetiche dallo stile elegante sostenute da una solida cultura classica. Fu traduttore in catalano di Orazio e di poeti francesi e in spagnolo di opere medievali catalane.


lunedì 21 luglio 2025

Centenario di Martin Camaj


Nasceva il 21 luglio di cento anni fa a Temal, nella zona di Scutari, il poeta albanese Martin Camaj. Fuggito in Jugoslavia dopo aver preso parte alla resistenza contro i partigiani comunisti che instaurarono il regime di Hoxha, si laureò in filologia a Belgrado e proseguì la sua formazione universitaria a Sarajevo prima e poi, nel 1956, dopo il deteriorarsi della situazione jugoslava, a Roma. La sua attività lo portò alla ricerca sulle lingue delle comunità arbëresh  dell'Italia meridionale. I suoi versi, influenzati dall'ermetismo di Giuseppe Ungaretti, che fu suo insegnante a Roma, ruotano attorno a temi come l'esilio, la perdita e la ricerca della tradizione e la solitudine provocata dai cambiamenti futuri.

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FRAMMENTO

L'operaio parte in cerca di lavoro all'estero
con un pezzo di cielo tra le braccia
e sale marino in cassette di pino.
In mano ha una fionda
e in bocca ciottoli di fiume
al posto del pane.

La strada davanti a lui è illuminata
dalle braci ardenti dei suoi occhi.

(da L'uomo da solo e con gli altri, 1978)

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IL FILO RITROVATO

Nella scorsa notte si spensero le luci e rimase
la città nel buio sino all'alba.
Le massaie cercarono le lampade a petrolio
e non le trovarono al buio.
Al mattino si riversò il sole e impallidì
le guance alla volta celeste.
Al mattino osservai il cerchio dei sogni
sul suolo
e ritrovai il filo dissolto
là ove la luce si ferma.

(da L'uomo da solo e con gli altri, 1978 - Traduzione di Francesco Solano)

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Buona è la tua via. / Le Parche sono i volti più brutti / dei miti classici. Non hai scritto di loro, / ma di lastre di pietra e di fronti umane / coperte di rughe, e di amore.
MARTIN CAMAJ, L'uomo da solo e con gli altri

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Martin Camaj (Temal, 21 luglio 1925 – Monaco di Baviera, Germania, 12 marzo 1992), poeta, linguista, e scrittore albanese. È considerato uno dei maggiori autori di prosa albanese moderna. È noto per il suo romanzo psicologico Rrathë e per le ricerche sul folklore.


domenica 20 luglio 2025

Il fiore dell’addio


JACQUES PRÉVERT

SOTTO IL VOMERE

Sotto il vomere del tuo dolce sguardo d’acciaio
il mio cuore s’è scavato
e in questa terra arata
il fiore dell’addio ha cominciato a urlare
Oggi
nella medesima città
la città dove ci siamo lasciati
io sono il solo a vedere la tua statua
in piazza della Scomparsa
Già migliaia di giorni son passati
dall’ultimo giorno che t’ho baciata
e talvolta io mi guardo nello specchio
senza avere il coraggio di radermi
E capita sempre di lunedì
il lunedì i barbieri sono chiusi
e io mi annoio
Allora spalanco la finestra
e ti chiamo
e tu sei lì
con un rasoio d’oro e un pennello d’argento
e la gran bagnarola del tuo ultimo amante
nella sua quaranta cavalli fiammante e rombante
Io ti raggiungo
e mi faccio la barba come mai nessun re se l’è fatta
e mi faccio il bagno a centocinquanta all’ora
come nessuno al mondo
ha fatto mai il bagno
tranne quelli a cui la cosa è accaduta
Non ti chiedo nemmeno dove andiamo
e non è per discrezione
ma perché sono sicuro
che tu non ne sai nulla
E come sempre mi poni indovinelli
mi domandi in che giorno è nata la morte
o se la vita un giorno dovrà morir del tutto
poi mi domandi perché mai io rido
e come mai ci siamo lasciati
Un cognome con il de sta seduto al volante
la macchina è sua
ma lui non sa di preciso chi c’è dentro
Io le mie mani tutte insaponate
gliele sbatto sugli occhi
Cucù chi è
E la macchina fa un balzo tale che…
Ma sempre ci sarà un buco nel muro
dell’inverno per rivedere l’estate più bella
Nella ferramenta ritorta e spezzata il sangue schizzato
un gran falò è scoppiato
E senza che nessuno li chiami
i ricordi felici vengono a dir presente
a riprendere posto accanto al fuoco vivo
Il tempo non sa l’ora
l’ora non dice il tempo
Un giorno un lampo di calore
ci ha trapassati entrambi
cicatrice felice della felicità
chi mai potrebbe cancellarla.

(da La pioggia e il bel tempo, 1951 - Traduzione di Ivos Margoni)

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Jacques Prévert con toni via via ironici, surreali e addirittura grotteschi che si trasformano infine in malinconici e nostalgici, disegna l'immagine di un uomo abbandonato dall'amata - resta impresso quel suo "sguardo d'acciaio" che come un vomere ara il terreno del sentimento fino a fare sbocciare "il fiore dell'addio". Il tempo passa, i giorni scorrono e all'assenza di lei è stata addirittura eretta una statua. Ed è tutto quello che resta: il ricordo, "un buco nel muro dell'inverno per rivedere l'estate più bella”.

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FOTOGRAFIA © LEE SEONGHAK/PIXABAY

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Anche se la felicità si dimentica un po' di te, non dimenticarla mai del tutto.
JACQUES PRÉVERT, Spettacolo

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Jacques Prévert (Neuilly-sur-Seine, 4 febbraio 1900 – Omonville-la-Petite, 11 aprile 1977), poeta e sceneggiatore francese. Surrealista, anarchico, polemico, umorista: molte sono le facce di Prévert, ma una la convinzione che sottende la sua poetica: l’amore è l’unica salvezza del mondo


sabato 19 luglio 2025

Dionicio Morales


"L'origine e la ragione della mia vita è la poesia, ho fatto tutto per essa e attraverso di essa", ha detto una volta il poeta messicano Dionicio Morales, scomparso il 17 luglio. Nato nel 1943 a  Cunduacán, fu segretario di Carlos Pellicer, che fu il suo mentore e lo introdusse alla poesia quando gli diede da leggere le opere complete di Rubén Darío. Come scrive José Homero, la sua è “una poesia che non cerca di rinnovare la tradizione, ma che diventa necessaria perché ci permette di definirla meglio (…)  rappresenta la transizione tra una poesia celebrativa del mondo, e con esso, della natura e dell'amore, e la consapevolezza che nemmeno la passione può salvarci”.


FOTOGRAFIA © EL HERALDO DE TABASCO

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SEGNI, I

A Eunice Odio

L'alba spunta sul mondo
Di soprassalto ci si sveglia
con la certezza che il giorno prima
ha piovuto tutta la notte sulla stessa pietra
e che il vento         orizzontale
ha posato il primo uccello del giorno
sull'albero
                più alto

E non si sa che cosa fare     di fronte
alla realtà che di nuovo comincia,
se essere tristi    piangere    o sfogare
la rabbia precoce sul giorno
o semplicemente sedersi
e da lì osservare
come                    
         passa
                   la vita

(da Iscrizioni e segni, 1985)

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LE PIETRE DEL BOSCO, 1

Le pietre del bosco non dormono mai
                                                  sognano
l'immortalità degli esseri e delle cose
                                                  amate
Custodiscono in sé
                              il grande peso del mondo
Trascinano la vita pietrificata nelle loro viscere
Nessuno sa che sono lisce e morbide dentro
Respirano desiderio
                             Sognano
dalla loro anonima serenità romanzi lustrali

(da Le stagioni spezzate, 2003)

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Il poeta è chi davvero lega la sua vita e la sua esperienza con l’arte.
DIONICIO MORALES, Ritrovamenti

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Dionicio Morales (Cunduacán, 14 novembre 1943 – Tabasco, 17 luglio 2025), poeta e critico letterario messicano. Allievo di Carlos Pellicer, pubblicò una ventina di raccolte poetiche. La sua poesia si concentra su un universo interiore che ribolle e si nutre di immediatezza, interrogandosi sulla realtà, sulla vita e sull’amore.


venerdì 18 luglio 2025

Come un salvagente


ELIO PAGLIARANI

CANTO D'AMORE

Avevi gambe da cavalla pregna
e capelli di stoppa, le tue forme
fatte da un falegname ho combattuto
sicuro di rifare, immaginando
se tiravo coi denti i tuoi capezzoli
una turgida ricchezza. Stavi bene
vestita da marinaio, bianco e blu.
 
Sulla sabbia ho lottato per aprirti
e scioglierti d’un dubbio, sottoveste
da treni popolari.
                                     Sa Dio cosa
credevo di vedere, nei suoi mobili
occhi.
            Se questa fosse colpa!, andiamo,
illusione d’età, che lascia il segno
è la menzogna: dichiarata grande
la vita, eccomi a torcere la schiena
a dire: è strano è strano, come un’oca.
 
Riconosco che invece d’affogare
ti ho adoperata come un salvagente.
 
Qui, dove il mare ha rotto, non rimane
memoria, e se mi coglie tradimento
dal profondo, è la notte chiarezza
connubio mare luna in queste terre
basse, è Villa Serena così spoglia,
silenzio, smarrimento alle minacce
dell’alba.

(da Cronache ed altre poesie, 1954)

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"Viserba doveva avere, fra il Trenta e il Quaranta, duemilacinquecento/tremila abitanti d’inverno, sui diecimila d’estate. Era costituita da alcune centinaia di villette, la maggior parte delle quali a un solo piano, con relativo giardino e pozzo e fico" scriveva Elio Pagliarani nella sua autobiografia Pro-memoria a Liarosa. Ed è lì, nella Viserba non ancora diventata stazione balneare di massa che si svolgono gli incontri amorosi con la ragazza dalle "gambe di cavalla pregna",  davanti a Villa Serena, "la più modesta come dimensioni e spazio, ma orgogliosamente in riva al mare, e in bel rilievo come fosse su un picco". Il distico isolato è quello che - come si dice - vale il prezzo del biglietto: "Riconosco che invece d'affogare / ti ho adoperata come un salvagente".

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Non c'è risoluzione nel conflitto / storia esistenza fuori dell'amare /     altri, anche se amore importi amare / lacrime, se precipiti in errore /  o bruci in folle o guasti nel convitto / la vivanda, o sradichi dal fitto / pietà di noi e orgoglio con dolore.
ELIO PAGLIARANI, La ragazza Carla

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Elio Pagliarani (Viserba, 25 maggio 1927 – Roma, 8 marzo 2012), poeta e critico teatrale italiano. Tra i principali esponenti della neoavanguardia, fu uno dei protagonisti del Gruppo '63, all'interno del quale occupò tuttavia una posizione autonoma e personale. La sua poesia nasce dalla cronaca e dalla vita quotidiana.


giovedì 17 luglio 2025

Madreperla e luce


JUSTO JORGE PADRÓN

DONNE NORDICHE

Corpi di dee, corpi densi d'oro,
corpi dove si accendono madreperla e luce,
con lampi di cigno e luna e mare calmo.
Corpi in cui sorge la giovinezza del cielo,
l'alterigia della neve accecante.
Corpi di marmo ardente,
di indelebile freschezza, splendenti
come rami d'acqua e sole sulla sabbia.
Corpi dal respiro cristallino,
trasparenza di fronde,
che attraversano le mie notti, abbagliando i miei giorni.

Corpi duri di donne nordiche
che ho incontrato in luoghi che mi hanno dato
lo splendore della foresta,
le onde della segale, le aule, i treni,
basalti di nebbia e caverne,
o nei nudi pomeriggi estivi
sotto l'ombra chiara del sorbo.
Corpi di morbidezza nati dalla brezza,
con la rapida gioia delle cascate e dei fiumi
che mi attraversano la pelle, amando nel mio ricordo.

(da La betulla in fiamme, 1978)

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Justo Jorge Padrón, poeta spagnolo, era gran conoscitore dei paesi scandinavi e si era specializzato nella traduzione degli autori svedesi e norvegesi. Di quei viaggi nelle terre nordiche si porta il sensuale ricordo delle donne, nelle quali ritrova il paesaggio di candori e di boschi, il biancore e la luce.

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HANS DAHL, "RAGAZZA VICINO A UN FIORDO"

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

La memoria è un vino e un destino. / Mi raggiunge come un aroma sognante.
JUSTO JORGE PADRÓN, Brivido

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Justo Jorge Padrón (Las Palmas de Gran Canaria, 1° ottobre 1943 - Madrid, 11 aprile 2021),​ poeta, saggista e traduttore spagnolo, figura importante della generazione poetica del Settanta. La sua poesia risalta per la sintesi tra lingua, emozione, concetto filosofico e immaginazione.


mercoledì 16 luglio 2025

Vagando tra le idee


VICTOR BOTAS

CON UNA PENNA INDECISA SCRIVO

Con una penna indecisa scrivo
parole indecise. (Voglio darvi
un po' del mio spirito). È difficile
riempire così tanta carta con righe
capaci di emozionare. A ogni passo,
il sentiero si biforca e ne compaiono
altri, mai pensati; solo uno,
che non saprò mai trovare, è quello giusto.
Così scrivo, vagando tra le idee
e le loro vane parole. (Somiglia
molto questo mestiere a quell'altra, più ricca
ricerca, che è la vita. Il vantaggio
della letteratura è che, se voglio,
posso strappare la pagina. Posso ripetermi).

(da Le cose che mi perseguitano, 1979)

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La metapoesia di Victor Botas presuppone un rapporto io-tu che trasporta lo scritto su un piano diverso: il poeta non è solo in questo suo vagare in un mondo di sentieri che si biforcano e di strade da prendere (riecheggiano naturalmente Borges e Robert Frost), ma porta con sé il lettore, che è il destinatario finale del suo scrivere, o meglio, per sua stessa ammissione, del suo spirito.

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NIK AD, "SCRIVENDO"

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Mi manca / il tuo sguardo / altrimenti / tutta la letteratura / sarebbe inutile.
VICTOR BOTAS, Le cose che mi perseguitano

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Víctor Botas (Oviedo, 24 agosto 1945 - 23 ottobre 1994), poeta e scrittore spagnolo appartenente alla generazione poetica del '77. La sua opera si inserisce in un secondo periodo generazionale i cui autori non hanno seguito la "dissidenza" dei poeti più recenti, ma hanno cercato di modulare le tradizioni precedenti senza rompere con esse.


martedì 15 luglio 2025

Mezza estate


DUNCAN BUSH

MEZZA ESTATE. NOTTE

C’è un momento in estate in cui tutto si ferma.
Le dieci, e il giovane pero ancora
risplende bianco come una sposa

contro alberi turgidi per la sera, neri per il giugno.
C’è un momento (potrebbe anche non essere
la sera del 21)

in cui in modo infinitesimo la tua vita ruota
con l’anno (anche se forse non ne hai
trentacinque e potresti

non arrivare ai settanta). Un momento
in cui quel dito di vino dimenticato
nel bicchiere trattiene tutta

la luce che se ne va, e non ha un tremore
come se i tuoi innumerevoli progenitori avessero
vissuto, procreato, fossero morti

solo perché tu vedessi tale immobilità.
C’è questo momento in una estate in cui le estati
appaiono in silhouette, e le foglie più alte

di quegli alberi che sono antichi come la tua ascendenza
stormirebbero di più sotto il respiro
del tuo bimbo che di sopra dorme.

C’è un momento in estate in cui tutto si ferma
(ma la pera non più grande di una bacca
maturerà sotto le foglie)

e tu siedi tanto a lungo alla finestra che la stanza è buia,
e solo questa pagina alzata è illuminata,
anche se le lettere le vedi appena.

Poi guardi fuori di nuovo, e il pero
è sparito, dentro al buio circostante. E il domani
d’ora in poi significa solo questo:

un giorno, poi un giorno, poi un giorno. E la vita,
che una volta era grande come quel mappamondo lì,
ti sta più stretta della tua pelle, e la puoi contare.

(da Poesia n. 228 Giugno 2008  - Traduzione di Giorgia Sensi)

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Il poeta gallese Duncan Bush riconosce un momento in cui il tempo sembra essere sospeso, agganciato alle stelle di una notte di mezza estate: è come se l'anno fosse giunto al suo culmine e da lì potesse solo discendere lentamente verso la sua fine. Così anche la vita, che si riconosce non essere più quella del bambino che esplorava un mondo che sembrava infinito.

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IMMAGINE © WALLPAPERUSE

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Guardare così a lungo il cielo di notte è / un modo di rendere grazie o pregare?
DUNCAN BUSH

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Duncan Bush (Cardiff, 6 aprile 1946 – 18 agosto 2017), poeta, romanziere, drammaturgo, traduttore e documentarista gallese. Ha contribuito alla fondazione della rivista letteraria semestrale The Amsterdam Review e ha tradotto poesia dal francese e dall’italiano. Le sue raccolte poetiche Aquarium e Salt hanno ricevuto il Welsh Arts Council Prize for Poetry.


lunedì 14 luglio 2025

Andiamo in Europa


ANTONIO COLINAS

ANDIAMO, ANDIAMO IN EUROPA

E dicevamo: andiamo, andiamo in Europa,
alta Ginevra di cristallo spessissimo,
caffè di pietra a luci rosse, oh Calvino,
e quanti laghi e cattedrali, Friburgo, Salisburgo,
Nietzsche vaga follemente per le foreste di Sils,
credo che il disco di Parigi sia
un po' consumato, ma i suoi ori!
E dicevamo: più lontano, anche se
la pelle bruciava, la pioggia cadeva a Boulogne,
tra due anarchici la donna irlandese
cantava, gli aeroplani sui prati gocciolanti
di Welwyns Gardens, un cielo di birra,
Siena, Siena: i tuoi riccioli di fanciulla
e il tuo labbro morbido come un'oliva,
la notte sorge con le magnolie
sui bordelli di Pompei,
affrettati, arriveremo ancora in tempo
per toccare i seni
della notte greca.

(da Tomba a Tarquinia, 1975)

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È lo stesso Antonio Colinas, poeta spagnolo, a dichiarare il tema di Tomba a Tarquinia, la sua opera del 1975: “il dialogo tra le mie radici della terra di León, la sua intrastoria, e il mondo e lo spirito mediterraneo”. Un viaggio per esplorare l'Europa, dunque, ma anche se stessi, per arrivare a comprendere davvero le proprie radici.

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IMMAGINE CREATA CON IA

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

La poesia è una fusione ideale di sentimento e pensiero.
ANTONIO COLINAS, Trépanos, 10 maggio 2022

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Antonio Colinas Lobato (La Bañeza, 30 gennaio 1946, poeta, romanziere e traduttore spagnolo.Il suo lavoro presenta ampiezza e varietà: ha pubblicato poesie, romanzi, saggi e memorie, oltre a una sorta di prosa poetica e aforistica, e ha effettuato numerose traduzioni tra le quali molte di testi poetici di autori italiani.


domenica 13 luglio 2025

Dolce vagare


VINCENZO CARDARELLI

SERA DI GAVINANA

Ecco la sera e spiove
sul toscano Appennino.
Con lo scender che fan le nubi a valle,
prese a lembi qua e là
come ragie fra gli alberi intricate,
si colorano i monti di viola.
Dolce vagare allora
per chi s’affanna il giorno
ed in se stesso, incredulo, si torce.
Viene dai borghi, qui sotto, in faccende,
un vociar lieto e folto in cui si sente
il giorno che declina
e il riposo imminente.
Vi si mischia il pulsare, il batter secco
ed alto del camion sullo stradone
bianco che varca i monti.
E tutto quanto a sera,
grilli, campane, fonti,
fa concerto e preghiera,
trema nell’aria sgombra.
Ma come più rifulge,
nell’ora che non ha un’altra luce,
il manto dei tuoi fianchi ampi, Appennino.
Sui tuoi prati che salgono a gironi,
questo liquido verde, che rispunta
fra gl’inganni del sole ad ogni acquata,
al vento trascolora, e mi rapisce,
per l’inquieto cammino,
sì che teneramente fa star muta
l’anima vagabonda.

(da Poesie, Mondadori, 1942)

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Su Gavinana, località montana dell'Appennino pistoiese, scende il tramonto. Vincenzo Cardarelli sta vagabondando, portando a spasso la sua inquietudine e in quell'atmosfera dorata, in quel vociare, in quel risuonare di campane trova un momento di pace alla sua angosciata solitudine, pur rimanendo in disparte da quelle presenze lontane.

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FOTOGRAFIA © THE DIGITAL ARTIST/PIXABAY

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

L'idea che ci facciamo d'ogni cosa / è cagione che tutto ci deluda.
VINCENZO CARDARELLI, Poesie

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Vincenzo Cardarelli, nato Nazareno Caldarelli (Corneto Tarquinia, 1º maggio 1887 – Roma, 18 giugno 1959), poeta, scrittore e giornalista italiano. Sorta dall’Avanguardia degli Anni Dieci, la sua poetica rivela influssi dell’espressionismo linguistico e del frammentismo, ad esprimere  temi come lo sradicamento, il viaggio, l'adolescenza, la perdita di identità.


sabato 12 luglio 2025

Stanotte la tua voce


SALVATORE QUASIMODO

A ME DISCESA PER NUOVA INNOCENZA

Era beata stanotte la tua voce
a me discesa per nuova innocenza
nel tempo che patisco un nascimento
d'accorate letizie.

Tremavi bianca,
le braccia sollevate;
e io giacevo in te
con la mia vita
in poco sangue raccolta,
dimentico del canto
che già m'ha fatto estrema,
con la donna che mi tolse in disparte,

la mia tristezza
d'albero malnato.

(da Oboe sommerso, Edizioni di Circoli, 1932)

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Come uomo il poeta siciliano Salvatore Quasimodo si sente solo e perduto, un "albero malnato "  e "sradicato dei vivi" . Cerca una causa al suo dolore e un senso alla sua esistenza ma soprattutto un argine alla sua solitudine. Dimenticare per un'ora il forzato "esilio" lontano dalla sua isola è possibile solo nell'amore, che consente di ricostituire una "nuova innocenza". Amore che trovò nella relazione con Amelia Spezialetti, conosciuta nel 1931 a Imperia, mentre era impiegato al Genio Civile.

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JACK VETTRIANO, "L'UOMO CON IL VESTITO BLU"

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Ti cammino sul cuore, / ed è un trovarsi d'astri / in arcipelaghi insonni, / notte, fraterni a me / fossile emerso da uno stanco flutto.
SALVATORE QUASIMODO, Oboe sommerso


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Salvatore Quasimodo (Modica, 20 agosto 1901 – Napoli, 14 giugno 1968), poeta e traduttore italiano, esponente di rilievo dell'ermetismo.  Essenziale ed epigrammatico, ha  temperato gli influssi originari in un linguaggio poeticamente sempre più autonomo, che libera un’intensa sensualità in trepide visioni. Premio Nobel per la letteratura 1959 “per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi”.


venerdì 11 luglio 2025

Un bacio ed è lungi


GUIDO GOZZANO

L'ASSENZA

Un bacio. Ed è lungi. Dispare
giù in fondo, là dove si perde
la strada boschiva, che pare
un gran corridoio nel verde.

Risalgo qui dove dianzi
vestiva il bell'abito grigio:
rivedo l'uncino, i romanzi
ed ogni sottile vestigio...

Mi piego al balcone. Abbandono
la gota sopra la ringhiera.
E non sono triste. Non sono
più triste. Ritorna stasera.

E intorno declina l'estate.
E sopra un geranio vermiglio,
fremendo le ali caudate
si libra un enorme Papilio...

L'azzurro infinito del giorno
è come seta ben tesa;
ma sulla serena distesa
la luna già pensa al ritorno.

Lo stagno risplende. Si tace
la rana. Ma guizza un bagliore
d'acceso smeraldo, di brace
azzurra: il martin pescatore...

E non son triste. Ma sono
stupito se guardo il giardino...
stupito di che? non mi sono
sentito mai tanto bambino...

Stupito di che? Delle cose.
I fiori mi paiono strani:
Ci sono pur sempre le rose,
ci sono pur sempre i gerani...

(da I colloqui, Treves, 1911)

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La donna incontrata se ne va, se n'è andata, è solo ricordo. È solo assenza, quell'assenza che è parte integrante della poetica di Guido Gozzano, che si sente estraneo al mondo, in un perenne "esilio" fatto di rinunce e di esclusione. Non è tristezza quella che il poeta prova, piuttosto un'attonita, allucinante malinconia.

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DIPINTO DI CHARLES COURTNEY CURRAN

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Mi lascio vivere… E così dolce.
GUIDO GOZZANO, Lettera ad Amalia Guglielminetti, 11 dicembre 1907

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Guido Gustavo Gozzano (Torino, 19 dicembre 1883 – 9 agosto 1916),   poeta italiano, fu il capostipite della corrente letteraria post-decadente del crepuscolarismo. Inizialmente si dedicò alla poesia nell'emulazione di D'Annunzio e del suo mito del dandy. Successivamente, la scoperta delle liriche di Giovanni Pascoli lo avvicinò alla cerchia di poeti intimisti, accomunati dall'attenzione per "le buone cose di pessimo gusto". Morì di tisi a 32 anni.


giovedì 10 luglio 2025

Fiocco per fiocco


ÁNGELA FIGUERA AYMERICH

INSONNIA

La notte è una povera bestia scura
ferita dalla scudisciata del vento…

I miei occhi insonni
navigano nel buio.
Il mio cuore sta sprofondando
tra ansia e paura…

E dentro, fiocco per fiocco,
il verso è tessuto.

(da Donna di creta, 1948)

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Più di un giorno mi duole di essere poeta. / Di aver labbra, aver gola, che si apprestano al canto”: la poetessa basca Ángela Figuera Aymerich come una Penelope a rovescio, la notte, preda dell’insonnia, dei pensieri, dell’ansia, mentre fuori il vento soffia forte, tesse la sua tela di versi.

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FOTOGRAFIA  KAAZOOM/PIXABAY

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

E, né dentro né fuori, sulla tangente / che solo in un punto aderisce al vero, / solo e vigile, insonne o sonnambulo, / il poeta serba il suo arduo equilibrio.
ÁNGELA FIGUERA AYMERICH, I giorni duri

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Ángela Figuera Aymerich (Bilbao, 30 ottobre 1902 – Madrid, 2 aprile 1984),  scrittrice spagnola, rappresentante della cosiddetta poesia senza radici della prima generazione spagnola del dopoguerra. Dall'attaccamento al quotidiano e al paesaggio degli esordi è passata ad una visione più impegnata del mondo sviluppando la sua fase di poesia sociale, definita "esistenzialismo solidale".


mercoledì 9 luglio 2025

Case delle bambole


JOHN GOULD FLETCHER

SCATOLE DI GIOCATTOLI

Le città sono le scatole di giocattoli
con cui il tempo gioca:
E spesso ci sono molte case delle bambole
le cui bambole sono andate perdute.

(da Stampe giapponesi, 1918)

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La frammentazione e l'esplorazione dell'esperienza soggettiva sono temi classici del modernismo esploso all’inizio del secolo scorso. John Gould Fletcher, poeta statunitense, li traduce nel corollario dell’Imagismo con l’attenzione prestata agli elementi visivi. E dunque la città diventa dimostrazione dell’alienazione dei tempi moderni, trasformando le case in capricciose scatole, in case delle bambole, in giochi del tempo.

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IMMAGINE CREATA CON IA

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Ci sono molte storie che ho dimenticato da tempo, / perché dentro quei palazzi ogni notte una danzatrice / danza, e brillano nella notte. / (La mia anima riprende il filo del suo antico sogno).
JOHN GOULD FLETCHER, L’oro degli sciocchi

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John_Gould_Fletcher-1927John Gould Fletcher (Little Rock, Arkansas, 3 gennaio 1886 – 10 maggio 1950), poeta imagista e critico d’arte statunitense, primo poeta del Sud a vincere il Premio Pulitzer. Tra le sue opere: Goblins e pagode (1916), Stampe giapponesi (1918), Poesie scelte (1938) e La montagna che brucia (1946).


martedì 8 luglio 2025

Un verso basta


EUGÉNIO DE ANDRADE

BILANCIA

Su un piatto della bilancia, un verso basta
a pesare la mia vita sull'altro.

(da Ufficio di Pazienza, 1994)

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Il poeta portoghese Eugénio De Andrade in un'intervista parlò di suo nonno, scalpellino: "Ha usato il granito come materiale, le sue case sono ancora in piedi; suo nipote lavora con la polvere, senza alcuna intenzione di sfidare il tempo". Ed è tutto qui il senso di questi due versi: su un piatto della bilancia i poeti mettono la propria vita, sull'altro, a compensare, la propria opera, la poesia.


ILLUSTRAZIONE DI CHRISTIAN SCHLOE

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

La parola poetica è un modo di ricreare la realtà. Attraverso la poesia possiamo trasformare il mondo, dargli nuovi significati e dimensioni.
EUGÉNIO DE ANDRADE

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Eugénio de Andrade, pseudonimo di José Fontinhas Rato (Póvoa do Atalaia, 19 gennaio 1923 – Porto, 13 giugno 2005), poeta e scrittore portoghese, tradusse García Lorca, Borges, Saffo e Ritsos. Della sua opera José Saramago disse che è una "poesia del corpo cui si arriva attraverso una depurazione continua”.


lunedì 7 luglio 2025

Fra sogno e sogno


HERMANN HESSE

LULU

Fugace come l’ombra timida
d’una nuvola su pascoli alpini
con pena sommessa mi toccò
la taciturna vicinanza della tua bellezza.

Fra sogno e sogno a volte
vuol sorprendermi la vita,
luccica così chiara ed attrae così lietamente
e si spegne – continuo a sognare.

Sogno del tempo
del risveglio – dei destini,
e le ombre passavano sopra di me,
mentre i miei occhi dormivano.

(da Poesie d’amore, Newton, 1989 - Traduzione di Bruna Maria Dal Lago Veneri)


Lulu, nomignolo di Julie Hellmann, figlia dell'oste del Corona di Basilea, è protagonista di questo sogno d’amore giovanile di Hermann Hesse. Un amore sospeso tra il platonico e il sensuale, incalzato dalla bellezza che sa coglierci di sorpresa.

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ODILON REDON, “RITRATTO DI VIOLETTE HEYMANN”

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Chi ama come si dovrebbe amare, diventa poeta ed eroe per un sorriso, per un cenno, per una parola di colei che ama.
HERMANN HESSE, Aforismi

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Hermann Hesse (Calw, 2 luglio 1877 – Montagnola, 9 agosto 1962) scrittore, poeta, aforista, filosofo e pittore tedesco naturalizzato svizzero, è stato insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1946. Celebri i suoi romanzi Siddhartha, Peter Camenzind, Demian, Il lupo della steppa.