ALDO PALAZZESCHI
POESIA
Dal principio di questo secolo
la poesia è cambiata
ti sfido a riconoscerla
cambiata nel midollo delle ossa
nella pelle nella polpa
di chi la colpa?
di chi la fa.
Era sul trono come una regina
è diventata una donna qualunque
una donnicciola
un soggetto da marciapiede
una bagascia
una sgualdrina
non ha più la parola che risuona
che rimbomba
che pareva scendere dal cielo
come il fulmine
che t’inchiodava sulla seggiola
o che ti faceva rimanere
con la bocca spalancata
come per lo scoppio di una bomba
la parola te la senti scivolare
col ribrezzo che ti provoca fra le dita
il contatto di un’anguilla
ti parla con l’eloquio da mercato di una serva.
O ti dice delle cose per le quali
non basta un professore
di matematica a decifrarla.
(da Sinfonie e altri versi, Cadmo, 1989)
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Con il Modernismo e l'Ermetismo, la poesia all'inizio del XX secolo ha imboccato una nuova strada, subendo una trasformazione significativa nella forma e adottando il verso libero. E Aldo Palazzeschi, crepuscolare, poi futurista, poi giocoso fautore dell'avanguardia, coglie questo cambiamento, talora però troppo oscuro ed enigmatico, questa caduta del tono e del contenuto, così distante da D'Annunzio o da Carducci.
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FOTOGRAFIA © RICHARD BELL/UNSPLASH
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LA FRASE DEL GIORNO
Il poeta ha la facoltà di fissare con la immagine o nelle parole l'istante che fugge e di poterlo comunicare agli altri.
ALDO PALAZZESCHI, La Fiera Letteraria, 4 ottobre 1953
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Aldo Palazzeschi, pseudonimo di Aldo Pietro Vincenzo Giurlani (Firenze, 2 febbraio 1885 – Roma, 17 agosto 1974), scrittore e poeta italiano, uno dei padri delle avanguardie storiche. Dall'esordio come crepuscolare e dalla breve adesione al Futurismo, attraversò il «ritorno all'ordine» degli anni Venti e la ripresa sperimentale delle avanguardie degli anni Sessanta con inconfondibile giocondità, enigmatica e inafferrabile.

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