mercoledì 31 maggio 2023

Bivio


ANA EMILIA LAHITTE

CHIAMIAMO VITA

Chiamiamo vita
questo bivio
tra la solitudine e l'universo.

(da Gironsiglos, 2005)

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Grazia, delicatezza ma anche chiarezza e concretezza: queste sono le caratteristiche dell'opera di Ana Maria Lahitte. Alla poetessa argentina bastano dieci parole per esprimere la sua visione dell'esistenza, senza venire a compromesso con facili scappatoie.

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IMMAGINE © BING/IA

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Siamo ciò che non vediamo. /Siamo ciò che ignoriamo.
ANA EMILIA LAHITTE




Ana Emilia Lahitte (La Plata, 19 dicembre 1921 – 10 luglio 2013), poetessa e scrittrice argentina. Ha pubblicato 27 libri suddivisi tra poesia, narrativa, teatro e saggi. Ha collaborato con diversi ministeri alla diffusione della poesia argentina nel mondo.


martedì 30 maggio 2023

Sapore di sole



JOSEP MARIA LÓPEZ-PICÓ

PIACERE DEL PORTO

Quell'uomo dagli occhi grigi, pieni di nebbie del nord,
Stava succhiando un'arancia in un angolo del porto.
Mi guardò. Il suo sguardo «Che sapore di sole», mi disse.
E mi sembrava che la nebbia nei suoi occhi si stesse sciogliendo.

(da Poesie del porto, 1911)

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Josep Maria López-Picó, poeta catalano, fu esponente del Novecentismo, corrente letteraria spagnola che faceva del senso estetico il suo credo: la semplice presenza di un marinaio che mangia un’arancia in un porto basta a scatenare la poesia in una scena muta dove le uniche parole sono lette dal poeta in uno sguardo.

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IMMAGINE © BING/IA

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Questi uomini sembrano diversi da noi; / vengono sulla terra e cantano. / Portano con sé tutto il mare.  /  Per questo la terra è piccola per loro / ed estranei i vi si muovono con infinita angoscia.
JOSEP MARIA LÓPEZ-PICÓ, Poesie del porto

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Josep Maria López-Picó (Barcellona, 14 ottobre 1886 – 18 maggio 1959), poeta catalano. Orientato dapprima verso una lirica di forte impronta francese, si sottrasse gradatamente a ogni influenza straniera aderendo alla corrente letteraria nota come Novecentismo, movimento estetico in opposizione al Modernismo.


lunedì 29 maggio 2023

E99 da Chico


RAYMOND CARVER

AUTOSTRADA E99 DA CHICO

Stanno al suolo i germani reali,
è notte. Chiocciano
nel sonno e intanto sognano
il Messico e l’Honduras. Si china
il crescione su un fosso d’acqua irrigua
e i salici si abbassano,
sotto il peso dei corvi.
Campi di riso galleggiano sotto la luna.
E anche le foglie d’acero bagnate s’aggrappano
al parabrezza. Ti dico Maryann,
sono felice.

(da Voi non sapete che cos'è l'amore, 1984 - Traduzione di Riccardo Duranti e Francesco Durante)

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Raymond Carver guida sulla State Route 99, l'autostrada che taglia la California da nord a sud, da Red Bluff a Wheeler Ridge attraversando Sacramento. Chico è la prima città di un certo spessore - 100.000 abitanti, sede dell'Università di Stato e un'area agricola vastissima distesa ai piedi delle colline.  È ormai notte e il paesaggio scorre dietro il finestrino dell'auto di Raymond e Maryann: un momento che non ha nulla di eccezionale o di prodigioso, eppure è memorabile per quella sua "felicità di niente".

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FOTOGRAFIA © PXHERE

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  LA FRASE DEL GIORNO  

La vita tranquilla non dà preavvisi. / Consuma i climi dello sconforto /  e compare, a piedi, non riconosciuta, senza offrire nulla, / e tu sei lì.
MARK STRAND, Più scuro

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Raymond Clevie Carver Jr. (Clatskanie, Oregon, 25 maggio 1938 - Port Angeles, Washington, 2 agosto 1988), scrittore, poeta e saggista statunitense. Maestro della narrativa breve, mette in scena gente comune, spesso disperata. La sua opera, concentrata sulla vita quotidiana, è espressa con un voluto linguaggio ordinario e minimale.


domenica 28 maggio 2023

Una storia d’amore


AMALIA BAUTISTA

BERKSHIRE

Devo tornare a casa, è molto tardi,
ma dici "aspetta, ti voglio vedere"
le ginocchia con quelle calze nere".
Ti mostro le mie ginocchia. Ti saluto
per l’ennesima volta. Ma non vado
né del resto tu vuoi che me ne vada.
Mi hai mostrato buffe fotografie,
i paesi più bizzarri sull'atlante,
i tuoi scacchi, le stampe della Vergine,
le tue matite e alcuni dei tuoi versi.
Mi hai parlato di tutto ciò che odi
e delle poche cose che ti piacciono.
Entrambi allora abbiamo pensato
che le risorse si erano esaurite,
ma le mie gambe sono decisive,
e fanno complottare in un istante
notturna e folle una storia d’amore.
Tornerò a casa che sarà già l'alba;
incontrerò un ubriaco per la strada
un gatto che fruga la spazzatura,
i cani infastiditi che non dormono,
e anche l'auto potrebbe non partire.

(da Prigione d’amore, 1988)

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La poesia di Amalia Bautista, come nota Jorge Valdés Díaz-Vélez, è una “conversazione fuori dal tempo, dentro un gioco di luci e di specchi poetici”, un lucido soliloquio che rende visibile la coscienza della nostra epoca e fa partecipe il lettore del suo modo di sentire la dolcezza, l’amore, l’ansia, la perplessità – in questo caso la libertà di abbandonarsi ad una storia d’amore che forse è solo di una notte ma che travalica la ragione abbandonandosi alla pura passione. In realtà, Amalia e l’uomo che “giocava a scacchi e gli piaceva / mangiare nei ristoranti orientali, / i classici, le gambe delle ragazze” si rivedranno e intrecceranno una relazione finché lui, “un giorno / si stancò di immaginarmi diversa / e se ne andò. Come tutti i fantasmi”.

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FOTOGRAFIA © JULIA MALUSHKO/PEXELS

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Non può essere peccato questo darsi, / questo sfilarsi a precludere il nulla, / questo atto di fede.
AMALIA BAUTISTA




Amalia Bautista (Madrid, 1962) è una poetessa spagnola. Laureata in Scienze dell’Informazione. Con un linguaggio colloquiale esprime una profonda ansia di assoluto, intesa come amore, soprattutto su temi erotici, dove indaga la passione e l’emozione.


sabato 27 maggio 2023

Mille volti


RAÚL GUSTAVO AGUIRRE

PER VIVERE

Per vivere,
ho cercato un posto buio.
Per vivere.

Per vivere
ho praticato il mimetismo.
Per vivere.

Ho indossato mille volti,
mille volti innocenti,
mille volti compiacenti.
Per vivere.

Mille volti diversi,
amore mio, amore mio buono,
amore mio, tu hai solo
il volto dell'amore.

Ho scavato la terra,
ho taciuto, mi sono nascosto,
ho cancellato tutte le mie tracce,
mi sono sbarazzato di tutto,
amore mio, per vivere.

Per vivere,
ho cercato un luogo puro.
Per vivere.

Per vivere,
c'era solo questo abisso,
amore mio, per vivere.

(da Segnali di vita, 1962)

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La ricetta del vivere – o meglio del resistere, del sopravvivere, è quella che consegna il poeta argentino Raúl Gustavo Aguirre, in bilico sull’abisso del mondo. Due sono i modi per riuscire a non precipitare: se uno è certamente l’amore, l’altro è la poesia, “una delle poche possibilità di vera comunicazione umana, forse l'unica. Ci permette di ritrovarci in una verità profonda. Che esistiamo: interi, reali, liberi”.

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PAUL BOND, "TRA QUI E ALTROVE"
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  LA FRASE DEL GIORNO  

La bellezza delimita. Al sangue e al fuoco nell'interno invisibile.  / Affinché il nostro volto - qualunque sia / il momento - abbia qualcosa da dire alle stelle.
RAÚL GUSTAVO AGUIRRE

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Raúl Gustavo Aguirre (Buenos Aires, 2 gennaio 1927 – 18 gennaio 1983), poeta argentino. Appartenente al gruppo dell’Invenzionismo, mostrò una certa influenza surrealista. Traduttore di Rimbaud e Apollinaire, diresse per dieci anni la rivista Poesía Buenos Aires.


venerdì 26 maggio 2023

A mezzo maggio


GESUALDO BUFALINO

INIZIAZIONE

Nella bella pazzia
così superbo e timido
tento i miei gesti primi
come il bambino a mezzo maggio sporge
il piede bianco nel mare gentile.

(da L’amaro miele, Einaudi, 1982)

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Lo scrittore siciliano Gesualdo Bufalino dice di aver intrapreso l’iniziazione alla follia: “Ma è sempre un altro, è sempre un altro / che si lamenta in vece mia, / e l’angoscia si fa più scaltra, / più volontaria la pazzia”. Dobbiamo comunque tenere presente che, come scrisse nel Malpensante, la “pazza di casa” è l’immaginazione, ben diversa dalla “scema del villaggio” che è la realtà. L’intuizione di questa poesia, del resto, vive semplicemente nell’immagine del ragazzo che “tenta” timidamente il mare ancora freddo di metà maggio.

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FOTOGRAFIA © TOA HEFTIBA/UNSPLASH

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Del resto, previdenza e follia in me han fatto sempre tutt'uno, né ho mai rinunziato all'impossibile con la debole scusa che era, appunto, impossibile..
GESUALDO BUFALINO, Le menzogne della notte

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Gesualdo Bufalino (Comiso, 15 novembre 1920 – Vittoria, 14 giugno 1996), scrittore, poeta e aforista italiano. Insegnante, si rivelò tardi alla letteratura pubblicando nel 1981 Diceria dell'untore, con cui vinse il Premio Campiello. Con il romanzo Le menzogne della notte vinse nel 1988 il Premio Strega. Il suo stile ricercato, ricco e  "anticheggiante" gli deriva dall’abilità linguistica e da una vasta cultura.


giovedì 25 maggio 2023

Un vascello


ODYSSEAS ELYTĪS

EGEO

Ora tutto sussurra
tranne il vento leggero

L’amore
L’arcipelago
La prua delle sue spume
I gabbiani dei suoi sogni
Sull’albero più alto il marinaio
sventola
Una canzone

L’amore
La sua canzone
E gli orizzonti del suo viaggio
E l’eco della nostalgia
Sul più bagnato scoglio la
promessa sposa attende
Un vascello

L’amore
II suo vascello
La noncuranza degli zefiri
Il fiocco della sua speranza
Nel suo rullìo più lene culla
un’isola
L’avvento.

(da Orientamenti, 1940 – Traduzione di Filippomaria Pontani)

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Questi versi, che hanno il sapore di una antica ballata, appartengono alla prima raccolta del poeta greco Odysseas Elytīs, Orientamenti, in cui il futuro Premio Nobel combina intrecciandoli come un arazzo i temi dell’amore, dell’eros e della bellezza con la natura senza tempo del mondo greco e in particolare di quello del Mar Egeo.

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VLADIMIR KUSH, "ARRIVO DELLA NAVE FIORITA"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Impara a pronunciare bene la realtà.
ODYSSEAS ELYTĪS, Il piccolo marinaio

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Odysseas Elytīs, pseudonimo di Odysseas Alepoudellīs (Candia, 2 novembre 1911 – Atene, 18 marzo 1996), poeta greco, tra i maggiori Surrealisti, è stato insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1979 per “il desiderio di libertà intellettuale e sviluppo della creatività, che traspare dalla sua poesia”.


mercoledì 24 maggio 2023

Eppure si ricorda


THOMAS BAILEY ALDRICH

RICORDO

La mia mente disperde mille cose
le date di guerre e morti di re,
eppure si ricorda l'ora stessa
- mezzogiorno alla torre del villaggio,
l'ultima azzurra giornata di maggio -
Vivace da qui proveniva il vento,
increspando il fiume lungo il sentiero;
Poi, fermandosi qui, posò il suo carico
di aromi di pino, e scosse svogliato
due petali dalla rosa selvatica.

(da La tragedia di Stillwater, 1880)

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Cosa ci fa ricordare una cosa e un’altra no? Perché tratteniamo memorie insignificanti e ne dimentichiamo altre? Qual è il dettaglio che imprime il ricordo nella mente? La capacità selettiva della memoria ritiene solo quello che considera significativo captandolo attraverso sensi. Ecco allora come si spiega questo ricordo del poeta statunitense Thomas Bailey Aldrich: l’emozione del momento ha catturato come una sinestetica lastra fotografica la bellezza di un mezzogiorno di maggio.

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IMMAGINE © BING/IA

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Mi piace avere una cosa suggerita piuttosto che raccontata per intero. Quando ogni dettaglio è dato, la mente riposa soddisfatta e l'immaginazione perde il desiderio di usare le proprie ali.
THOMAS BAILEY ALDRICH

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Thomas Bailey Aldrich (Portsmouth, New Hampshire, 11 novembre 1836 – Boston, Massachusetts, 19 marzo 1907), scrittore, poeta ed editore statunitense. Direttore dell’Atlantic Monthly, lanciò il finale a sorpresa nei racconti e scrisse poesie che riflettono i suoi viaggi europei e la natura del New England.


martedì 23 maggio 2023

Antón Arrufat


Dopo I sette contro Tebe non mi è stato permesso di pubblicare per quattordici anni. Nascosto nel seminterrato della Biblioteca Marianao, ho continuato a scrivere il mio romanzo. Dico ‘nascosto’ perché la direttrice, che eseguiva gli ordini, mi osservava attentamente. Non mi lasciava scrivere, ricevere visite e nemmeno rispondere al telefono. Scrivere era l'unica cosa che mi interessava e lo facevo di nascosto quando lei non c'era o si stancava di guardarmi. (…) Ero un tipo pericoloso, 'ideologicamente corrotto', un dissidente convinto e contagioso”: così nel 2014 raccontava a The White Review la vicenda che segnò la sua vita il poeta e drammaturgo cubano Antón Arrufat, scomparso all’Avana il 21 maggio all’età di 87 anni. Lo scandalo fu il ritiro dell’opera – insieme a quella di Heberto Padilla – e la cancellazione del premio José Antonio Ramos in quanto il testo fu ritenuto “ideologicamente malsano” dal regime castrista, ovvero “controrivoluzionario” in quanto parlava di omosessualità. Il suo nome fu cancellato dalle biblioteche, i suoi testi sparirono, la sua “morte civile” fu completata dal divieto di telefonare e di ricevere ospiti. Della sua opera, Mihály Dés scrisse: “Di fronte a folklorismi tropicali e barocchi, Arrufat rappresenta una tradizione classicista appena esistente nella letteratura cubana. Distaccato e ironico, premuroso e spesso allegorico, ha una sensibilità quasi medievale nel cogliere in dettaglio il significato più ampio; nel particolare, il generico”.

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FOTOGRAFIA © CREART

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ARRIVA IL MOMENTO

Non hai mai voluto ascoltare
il linguaggio degli uccelli.
Ti è mancata la pazienza di ascoltare.

Amavi la città,
la sua fretta, forse il suo canto.

Comunque, sei invecchiato
e gli uccelli continuano
a parlare di te.
La città è diventata muta.

Sdraiati dolcemente,
dolcemente
e infine ascolta.

(da Il vecchio carpentiere, 1999)

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REALTÀ DELLA PAGINA

In un'ora, un minuto, un secondo
— davvero, precisamente, quanto? —,
metto le pietre, costruisco uno stagno,
l’acqua scorre fino a riempirlo,
faccio nuotare i pesci, crescere il muschio,
verdenero lo ripristino,
lo faccio odorare - senza tempo - di marciume,
immobilizzo le acque,
rifletto una stella,
noto l'assenza di alberi,
apro uno spazio su questa linea,
poi pianto un salice e un cipresso
- ricordo di due parole
che Juan Clemente Zenea scelse in carcere.
Con i rami cresciuti tocco l'acqua.
Immune al vento atroce del tempo,
mi siedo sulla riva dello stagno,
lentamente appare il cigno.

(da Il vecchio carpentiere, 1999)

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Beh, spesso mi piace vedere le persone sfocate. Allora, quando tolgo gli occhiali, dico: Adesso mi riposo, sprofondo nel nulla. In altre parole, abbiamo la possibilità di rendere incorporeo ciò che è corporeo. Che è una delle cose che la poesia cerca di fare.
ANTÓN ARRUFAT, Con 2 que se quieren, 16 febbraio 2011




Antón Arrufat Mrad (Santiago di Cuba, 14 agosto 1935 – L’Avana, 21 maggio 2023), poeta, drammaturgo, romanziere e saggista cubano di padre catalano e madre libanese. Nel 1968 fu osteggiato dal regime castrista e gli fu impedito di pubblicare a causa della sua omosessualità. La sua poesia, solitaria e attenta alle piccole cose, ha toni minimali e riflessivi.


lunedì 22 maggio 2023

Sogno la tua voce lenta


JAMES WRIGHT

IN MEMORIA DI UN POETA SPAGNOLO

("Prendi congedo dal sole e dal grano per me",
    Miguel Hernández, scritto in carcere, 1942)

Ti vedo soffocare
sotto le nere increspature dei muri imbiancati.
Le tue mani diventano gialle tra le rovine del sole.
Sogno la tua voce lenta, che vola,
seminando le acque oscure dello spirito
con liuti e chicchi.

Qui, nel Midwest americano,
quei semi volano fuori dal campo e attraverso lo strano paradiso del mio cranio.
diffondono dalle loro ali un tranquillo addio,
un saluto al mio paese.

Ora il crepuscolo si avvicina,
un lungo tramonto.
I silos strisciano via verso ovest.

(da Il ramo non si spezzerà, 1963)

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Il tormentato poeta statunitense James Wright trova consonanza nella vita di un altro poeta, quel Miguel Hernández che fece della sofferenza personale la sua cifra poetica: antifranchista,  fu condannato alla pena capitale poi tramutata in trent'anni di carcere, che non scontò in quanto morì di tubercolosi dopo soli tre anni. L'empatia di Wright è totale, trasforma quel carcere spagnolo nel suo Midwest americano.

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MIGUEL HERNÁNDEZ - FOTOGRAFIA © CANARIAS NOTICIAS

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  LA FRASE DEL GIORNO  

E ora, come allora, mi sento in grado di non lasciare nessun uomo solo nelle sue disgrazie.
MIGUEL HERNÁNDEZ, Discorso all'Ateneo di Alicante, 21 agosto 1937

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James Arlington Wright (Martins Ferry, Ohio, 13 dicembre 1927 – New York, 25 marzo 1980), poeta statunitense. Nel 1956 emerse sulla scena letteraria statunitense con la raccolta The Green Wall, con cui si affermò come esponente della corrente deep image. Vinse il Premio Pulitzer per la poesia nel 1972 per Poesie scelte.


domenica 21 maggio 2023

Tra un respiro e l’altro


TOMÁS SEGOVIA

RESPIRI NELLA NOTTE

Qui contro la mia pelle il soffio
     del tuo respiro nel sonno
e dall'altra parte fuori
Il sussurro del vento che vaga nella notte
che trae dallo sfondo l'effusione solitaria
del silenzioso tumulto delle cose
E tra un respiro e l’altro
con le ali aperte che cadono nel tempo
l'estensione dell'abbraccio
     di un me stesso felice dell'assenza musicale
che beve un profondo fiume d'amore e di mistero
le cui due mani sono
due respiri diversi.

Princeton, 10/11/1969

(da Terzetto, 1970)


Un uomo sveglio nella notte, abbracciato nel letto alla donna che ama e che dorme. È il poeta messicano Tomás Segovia, in quel periodo professore a Princeton e da quella “alcova chiusa” che è punto centrale della sua poetica, ascolta il mondo manifestarsi nei due diversi respiri, quello all’esterno, della natura, e quello all’interno, della donna: l’amore è l’unico punto fermo capace di ovviare alla mancanza di radici e alla vita nomade cui è stato costretto.

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CLARE ELSAESSER, "COPERTINA A STRISCE"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

In te sola si rompe il tumulto del tempo. / In te sola si ode la lingua in cui sogno.
TOMÁS SEGOVIA




Tomás Segovia (Valencia, 21 maggio 1927 – Città del Messico, 7 novembre 2011),  scrittore, poeta e saggista spagnolo, naturalizzato messicano. Esule con la famiglia all’età di 9 anni in Francia e Marocco, trascorse gran parte della vita in Messico. I suoi versi sono esistenziali e quotidiani. Tra le sue traduzioni celebri l’Amleto di Shakespeare e le opere di Lacan.


sabato 20 maggio 2023

Kevin Ireland


Il poeta, romanziere e scrittore neozelandese Kevin Ireland, è morto giovedì ad Auckland all'età di 89 anni. Autore di venti libri di poesie, sei romanzi, numerosi racconti e due memorie, nel 1957 abbandonò il paese natale per l’Irlanda, di cui assunse con atto notarile anche il nome (si chiamava Jowsey), affermando di voler diventare una sua creazione. In Irlanda lavorò come lettore di tipografia al Times, considerandosi “un poeta neozelandese in esilio” e rimpiangendo la patria: “Ci sono nomi come Rangitoto, le cui sillabe mi sono portato dietro come un'eco nella testa,  nei lunghi anni del mio esilio oltreoceano: sono questi i nomi che mi recito per localizzare piccoli territori del cuore dove le bandiere dei miei ricordi non sono mai ammainate”. La sua poesia è minimalista e ironica, ed è costruita su metafore ben definite che trattano spesso il tema amoroso.

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FOTOGRAFIA © STUFF

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DOMANDE A CUI È NECESSARIO RISPONDERE

Il tipo di domanda
che bussa alla porta
e fa vibrare la serratura,
chiedendo una risposta risoluta
e senza mai alzare una scarpa
per spostare la sua ombra dal gradino,
sta semplicemente facendo del suo meglio
per ingannarti
e bloccare la luce.

Ci sono due modi
per rispondere a una domanda del genere.
Il primo è alzarsi in punta di piedi
e guardarsi alle spalle
e menzionare educatamente la fila
di dubbi, suppliche,
contestazioni e obiezioni
che ha causato dietro di sé.
Dovrai attirare l’attenzione sul fatto
che si estendono
lungo il sentiero
fino al cancello del giardino.

L’altro è più subdolo.
Inviti la domanda entrare,
le offrì la sedia migliore,
le versi da bere,
le chiedi di aspettare solo un momento,
poi silenziosamente
esci dalla porta sul retro.

(da Quattordici motivi per scrivere, 2001)

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UNA POESIA PER BABBO NATALE

Ieri sera a letto
abbiamo scritto nelle nostre teste
una poesia perfetta su di te.

Le parole brillavano, i versi brillavano,
poi ci siamo svegliati
e i nostri doni erano spariti.

La poesia è ormai perduta per sempre.
Ma tutti gli amanti dormono
a tale prezzo.

(da Quattordici motivi per scrivere, 2001)

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Le poesie si nutrono di disordine / e hanno bisogno del disordine umano.
KEVIN IRELAND, Proprio così




Kevin Mark Ireland, nato Jowsey (Auckland, 18 luglio 1933 - 19 maggio 2023),  poeta, scrittore di racconti, romanziere e librettista neozelandese. Le sue poesie hanno uno  stile scarno e umoristico che emerge da un minimalismo risoluto costruito con l’uso regolare di immagini e metafore estese, forme accuratamente modellate e il tema ricorrente dell'amore.


venerdì 19 maggio 2023

La sera rugginosa


GHIANNIS RITSOS

INSUCCESSO

Vecchi giornali gettati in cortile. Sempre le stesse cose.
Malversazioni, delitti, guerre. Che cosa leggere?
Cade la sera rugginosa. Luci gialle.
E quelli che un tempo avevano creduto nell’eterno sono invecchiati.
Dalla stanza vicina giunge il vapore del silenzio. Le lumache
salgono sul muro. Scarafaggi zampettano
nelle scatole quadrate di latta dei biscotti.
Si ode il rombo del vuoto. E una grossa mano deforme
tappa la bocca triste e gentile di quell’Uomo
che ancora una volta provava a dire: fiore.

Karlòvasi, 4.VII.87

(da Molto tardi nella notte, Crocetti, 2020 - Traduzione di Nicola Crocetti)

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Il tempo scorre lento nel buen retiro di Karlòvasi, comune alla periferia di Samo: scorre l'estate sull'isola, scorrono gli echi della vita del mondo che giunge fino a lì. Tutto prosegue tranquillamente, ma rimane insoluto per Ghiannis Ritsos il mistero della poesia: "Nell'istante / in cui ero ormai pronto a scoprire il mio significato / la vecchia si alzò a chiudere la porta".

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FOTOGRAFIA © GERHARD HUBER/GLOBAL GEOGRAPHY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Anche la ripetizione / è un rinnovamento.
GHIANNIS RITSOS, Corpo nudo

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Ghiannis Ritsos (Monemvasia, 1º maggio 1909 – Atene, 11 novembre 1990), poeta greco tra i maggiori del XX secolo. Fu candidato nove volte al Premio Nobel. La sua vita fu animata da un'incrollabile fede negli ideali marxisti e nelle virtù catartiche della poesia.


giovedì 18 maggio 2023

Chi ha scritto il libro


JOAN MARGARIT

LETTURA

Entro in altre vite.
Sono giorni che leggo, ma ora
alzo gli occhi perché mi rendo conto
che non so quasi nulla di chi ha scritto il libro.
Mi vergogno di non sapere
altro che la sua chiarezza. Tutta la sopravvivenza
è questo tipo di conversazione
silenziosa e senza tempo. È una cosa spaventosa
e avviene nell'abisso della mente,
un freddo cielo azzurro in cui l'amore
è l'unica forma di posterità.

(da Non era lontano, non era difficile, 2010)

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Come scrisse J.D. Salinger nel Giovane Holden: “Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere vorresti che l'autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira”. Leggere, come nota il poeta catalano Joan Margarit, è davvero penetrare anche per poco nelle vite altrui, nella mente altrui: la parola è la chiave che ci viene concessa dallo scrittore per aggirarci nelle sue stanze, e al contempo è il grimaldello che ci permette di evadere dalle nostre stanze, di costruire altri edifici consentendo al testo di sopravvivere.

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ISAAC ISRAELS, "RAGAZZA CHE LEGGE SUL DIVANO"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Leggere non servì soltanto da risorsa conoscitiva, utile a esplorare, dal fondo del mio pozzo buio, il più che potessi del lontanissimo cielo: significò soprattutto mangiare, saziare una mia fame degli altri e delle loro vite veridiche o immaginarie: dunque fu, in qualche modo, una pratica cannibalesca.
GESUALDO BUFALINO, Cere perse




Joan Margarit i Consarnau  (Sanaüja, 11 maggio 1938 – Sant Just Desvern, 16 febbraio 2021), poeta e architetto catalano. Si definiva poeta bilingue catalano/castigliano, disdegnava le correnti poetiche e considerava il poeta  "l’essere più realista e più pragmatico perché beve dalla realtà”.


mercoledì 17 maggio 2023

Piccoli fogli


NIKIFÒROS VRETTÀKOS

DISTRIBUZIONE

Molto probabilmente, nessuno mi chiederà
che cosa ho fatto della mia anima. Ma a te
devo una risposta prima di chiudere
il mio lungo monologo.
                Ebbene,
con dolorose forbicine mi taglio l'anima in piccole
foglie,  in piccoli fogli, in piccoli fulmini
e la distribuisco ai passanti.

(da Itinerario, 1972)

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"Finché / gli uomini si daranno l’un l’altro la mano / esisterà anche la poesia. / La poesia nasce / insieme alle cose, insieme all’amore, / insieme al dolore": è umanesimo la poesia di Nikifòros Vrettàkos, si riversa all'esterno, colloquia con la dignità dell'uomo.

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FOTOGRAFIA © ONE CLICK GROUP UK/FLICKR

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  LA FRASE DEL GIORNO  

La penna si è sciolta. Ora è luce. / Un raggio d’oro annodato alla mia mano.
NIKIFÒROS VRETTÀKOS, L'abisso del mondo

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Nikifòros Vrettàkos (Krokeès, 1° gennaio 1912 – Plumitsa, 4 agosto 1991), scrittore e poeta greco. Partito per Atene alla scoperta del mondo, ne fu deluso. Prese parte in prima linea alla Seconda guerra mondiale e alla resistenza. Espulso dal Partito Comunista per il suo umanesimo di pace, visse in esilio la dittatura dei colonnelli.


martedì 16 maggio 2023

Un momento d’oro


JOSÉ EMILIO PACHECO

PIOGGIA DI SOLE

La ragazza nuda prende il sole
appena coperta
dalla presenza delle fronde.

Apre il suo corpo al sole
che in una pioggia di fuoco
lo riempie di luce.

Tra i suoi occhi chiusi
l'eternità diventa un momento d'oro.
La luce è nata perché lo splendore di questo corpo

le desse vita.
Un altro giorno
la terra sopravvive grazie a lei

che senza saperlo
è il sole
tra il fruscio delle fronde.

(da Città della memoria, 1990)

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Il sole come fonte di vita – in questi versi del poeta messicano José Emilio Pacheco si traveste da Zeus e rievoca il mito di Danae: la sua però è una pioggia di luce e l’oro – in un rovesciamento di ruoli, emerge dall’interno, dalle palpebre chiuse della ragazza capaci di trasformare quella luce in bellezza.

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FOTOGRAFIA © JEAN BEAUFORT/PDP

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Lo dico senza dolore e senza disprezzo alcuno: / i miei versi vivranno meno della tua bellezza.
JOSÈ EMILIO PACHECO, Controelegia

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José Emilio Pacheco Berny (Città del Messico, 30 giugno 1939 - 26 gennaio 2014), scrittore, poeta, saggista e traduttore messicano. Fu parte integrante della Generazione dei ‘50. La sua poesia concentra l’attenzione sulla storia, sulla ciclicità del tempo, sull’universo dell’infanzia e sulla vita nel mondo moderno.


lunedì 15 maggio 2023

La sola verità


WILLIAM BUTLER YEATS

CANZONE PER BERE

Il vino raggiunge la bocca
e l'amore raggiunge gli occhi,
questa è la sola verità che ci è dato conoscere
prima di invecchiare e morire.
Sollevo il bicchiere alle labbra,
ti guardo e sospiro.

(da Il berretto verde e altre poesie, 1910)

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Semplici e diretti, i versi del poeta irlandese William Butler Yeats, premiato con il Nobel nel 1923, costituiscono una specie di “memento mori”, un invito a cogliere i piaceri della vita, ad assaporarne il gusto e ad ammirarne la bellezza restando però consci della sua fugacità.

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FOTOGRAFIA © JILL WELLINGTON/PIXABAY
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  LA FRASE DEL GIORNO  

Sogna, sogna, perché anche questo è dolce.
WILLIAM BUTLER YEATS

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Yeats_BoughtonWilliam Butler Yeats (Dublino, 13 giugno 1865 – Roquebrune-Cap-Martin, 28 gennaio 1939), poeta, drammaturgo, scrittore e mistico irlandese.Fu insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1923 “per la sua poetica sempre ispirata, che con alta forma artistica ha dato espressione allo spirito di un'intera nazione”.


domenica 14 maggio 2023

Rimpiangerai un giorno


ADAM ZAGAJEWSKI

DI MIA MADRE

Di mia madre nulla saprei dire –
come ripeteva, rimpiangerai un giorno,
quando non ci sarò più, e come io non credevo
né nel “più”, né nel “non ci sarò”,
come mi piaceva guardare, quando leggeva un romanzo alla moda,
dando un’occhiatina subito all’ultimo capitolo,
come in cucina, reputando che non sia, questo,
il luogo fatto per lei, prepara il caffè domenicale,
oppure, ancora peggio, i filetti di merluzzo,
come aspetta l’arrivo degli ospiti e si guarda allo specchio,
facendo quella faccia che la proteggeva dal
vedere realmente se stessa (cosa che, pare,
ho ereditato da lei, insieme ad alcune altre debolezze),
come, poi, disinvoltamente disserta di cose
che non erano il suo forte, e io con pungente
stoltizia la richiamavo, come quando
si paragonò a Beethoven nel processo di crescente sordità,
e io dissi, crudelmente, ma sai, lui
aveva talento, e come tutto mi perdonava
e come io lo ricordo, e come volavo da Houston
al suo funerale e in aereo veniva dato
un film comico e come piangevo di riso
e di rimpianto, e come nulla ero in grado di dire
e continuo a non esserlo.

(da Asimmetria, 2014 - Traduzione di Marco Bruno)

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Per la Festa della Mamma ho scelto dei versi molto personali che il poeta polacco Adam Zagajewski dedicò alla madre Ludwika, scomparsa a 81 anni nel 1991: è un impasto di dolore e di memorie, di ricordi e di rimpianti, di dolcezza ma anche di rimorsi.

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ADAM ZAGAJEWSKI CON LA MADRE LUDWIKA A STOCCOLMA © ADAM ZAGAJEWSKI

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Il passato non è passato, nel cuore delle madri: è presente.
ALBERTO JACOMETTI, Mia madre

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Adam Zagajewski (Leopoli, Ucraina, 21 giugno 1945) è un poeta, scrittore e saggista polacco. Esordì nel 1972 con Komunikat. Nel 1976 aderì al Comitato per la Difesa degli Operai e la dittatura comunista gli impedì di pubblicare. Cominciò allora il suo esilio a Houston e Parigi. Tornò a risiedere a Cracovia nel 2002.


sabato 13 maggio 2023

Allontana dalle apparenze


JOAN VINYOLI

NIENTE, FUMO

La poesia allontana dalle apparenze
e rende più vicina la realtà
Memoria: perdersi in un là
che è solo qui, dietro
tende trasparenti.
                                       E cosa vedi?
Niente, fumo.
                                In verità vi dico
che nulla diventa vero se non
attraverso la parola creatrice del silenzio.

(da Tuttavia le parole, 1973)

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"Vado alla deriva verso distanze inconcepibili": la poesia del catalano Joan Vinyoli è una ricerca dell’assoluto, un’esplorazione della materia per raggiungere la conoscenza, una continua indagine sulla realtà in cui però prevale il pessimismo. Non sembrerà strano allora che per lui essere poeta significa “costruire sempre sul vuoto”.

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FOTOGRAFIA © REFLEX PRODUCTION/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Molte cose si possono fare / che non sono niente, partendo da un principio: / il presente è tutto e niente.
JOAN VINYOLI, Tuttavia le parole

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Joan Vinyoli i Pladevall (Barcellona, 3 luglio 1914 - 30 novembre 1984), poeta catalano. Fortemente influenzato dall’opera di Rainer Maria Rilke, mise in pratica la sua massima: “La poesia non è fatta di sentimenti, ma di esperienze”, coniugando realismo ed esistenzialismo.


venerdì 12 maggio 2023

Un incantesimo


JUAN EDUARDO CIRLOT

INTONAZIONE D’INCANTESIMO

Ogni urlo che chiede di luna un’eco
è sete che affligge un albero secco

Ogni pietra che da sola si innalza
è stele di un dio che nessuno canta.

Ogni solco di calce, ogni amarezza
è il muro buio della mia ebbrezza.

Ogni rosa di cristallo, ogni fiamma
dà voce al fremito che mi infiamma.

Ogni spiaggia senza mare, ogni nudo
campo è terra di sole che mai eludo.

Ogni sangue che conosco, ogni mela
è via più lontana che il mondo svela.

Ogni verso che scrivo, ogni canto
è come un incantesimo, soltanto.

(da Albero agonico, 1945)

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Quell'uomo dai capelli sparsi non è altro che l'esumatore di un mondo prima irredento. Ha appreso, attraverso la sofferenza, formule magiche che gli altri non conoscono: incantesimi per evocare e ricreare danze interiori”: esordisce così Juan Eduardo Cirlot presentando la figura di un poeta. È la sua visione della poesia, quella di un rigore di linguaggio che permette la rivelazione e la scoperta. Allora, “razze sordomute, perdute nei loro luoghi profondi, acquistano improvvisamente la loro voce (…) finché tutta la terra non diventa eco”.

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FOTOGRAFIA © CROMACONCEPTOVISUAL/PIXABAY
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  LA FRASE DEL GIORNO  

La bellezza è l'illusione della trascendenza.
JUAN EDAURDO CIRLOT, Del non mondo




Juan Eduardo Cirlot Laporta (Barcellona, 9 aprile 1916 – 11 maggio 1973), poeta e scrittore spagnolo. Surrealista e dadaista, assunse una vasta tradizione spiritualista con l'interesse per la simbologia che permeò tutta la sua attività letteraria. La sua scrittura riversa atti di giocoleria lessicale all'interno di un generale tono elegiaco.