lunedì 17 febbraio 2025

L’anima delle cose


ROSE AUSLÄNDER

MISTERO

L'anima delle cose
mi fa percepire
le particolarità
di mondi infiniti
Con trepidazione
cerco il volto
di ogni cosa
e trovo in ognuna
un mistero
I segreti mi parlano
una lingua viva
Sento il cuore del cielo
battere nel mio cuore

(da Un altro giorno di caldo e vento, 1982)

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La poetessa tedesca Rose Ausländer nella sua meditazione riesce a sentire la presenza del trascendente nelle cose, l'esistenza di un mistero che rimane tuttavia insondabile, racchiuso nel suo ostinato segreto, eppure così vivo nel suo sfuggire.

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FOTOGRAFIA © SABINE BENDS/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO 

La cosa più bella che possiamo sperimentare è il mistero. È la fonte di ogni vera arte e scienza.
ALBERT EINSTEIN, La mia concezione del mondo

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Rose Ausländer, nata Rosalie Beatrice Scherzer (Černivci, Ucraina, 11 maggio 1901 – Düsseldorf,  3 gennaio 1988), poetessa ebrea tedesca. Dai toni fiabeschi della gioventù passò a narrare con dolore la deportazione e lo sterminio degli ebrei e l’alienazione di New York, dove visse a lungo.


domenica 16 febbraio 2025

Centenario di Enrico Thovez


Ecco uno dei poeti che piacciono a questo blog: quelli oscuri, dimenticati, persi nei meandri del tempo e delle antologie scolastiche. Enrico Thovez, poeta, pittore e critico letterario nato a Torino nel 1869, moriva nel capoluogo torinese il 16 febbraio di cento anni fa. "Fare della mia esistenza un'opera di poesia è per me lo scopo più alto: anzi non è un desiderio, ma un bisogno" scrisse, "vi è in me qualcosa di incoercibile che m'incalza oltre dei limiti consueti". Ci riuscì? Solo in parte: la sua poesia, che si avvale di un verso prosastico per simulare l'esametro classico, scivola spesso nel moralismo o nell'enfasi o si perde nell'irrisolto o ancora si specchia troppo in se stessa.

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PIOVE. STO QUI SU I RAMI DEL CILIEGIO

Piove. Sto qui su i rami del ciliegio.
Odo il sottile crepitìo dell’acqua
sopra le foglie, una voce monotona, 
grave di un vago senso di dolore.
Il vento aggela: mi rannicchio e sogno
Fra l’intrico dei rami vedo a torno
le colline sfumanti nella nebbia: 
sale continua: il piano pare un mare.
Guardo in basso, ai miei piedi, i solchi bruni 
della terra inzuppata e l’erba magra: 
la pioggia cresce. Me la sento acuta
nella nuca e nel collo come spilli. 
Socchiudo gli occhi, e irrigidito, immagino 
di essere ramo anch’io, fatto partecipe 
di questa lenta vita vegetante, 
come la mia che torpe senza amore.

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IL RAMO DEL MELO RESISTE E SCRICCHIOLA FRAGILE

Il ramo del melo resiste e scricchiola fragile
alla mia mano che tenta
piegarlo a me prono
per giungere il frutto pendulo.
Dal ripido clivo,
tra l'esili foglie
vermiglie e citrine
splende la piana azzurrina
là giù lontana, infinita,
sotto il dorato languore del cielo d'ottobre;
coste boscose si arrossano;
vetri percossi sfavillano.
Nell'umida sera
dal fondo di valli
si leva un coro di vendemmiatrici;
lento, ondeggiante, dolente.
Un guizzo: un ricordo. Mi vedo
fanciullo in quell'atto stesso.
La vita trascorse
tra due frutti colti.

(da Poemi d'amore e di morte, Treves, 1922)

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Altre poesie di Enrico Thovez sul Canto delle Sirene:

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  LA FRASE DEL GIORNO 

La storia del pensiero umano ci dice quanto sia difficile la teoria dei fatti umani: psicologici, artistici, politici, economici, sociali. Ogni teoria è cacciata dalla successiva; e quello che pareva un sole di verità agli uni, si rivela agli altri un lumicino che si spegne con un soffio.
ENRICO THOVEZ, Il filo di Arianna

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Enrico Thovez (Torino, 10 novembre 1869 – Torino, 16 febbraio 1925) è stato un critico letterario, poeta e pittore italiano. La sua poesia usa il verso prosastico – due ottonari in realtà – e precipita spesso nell’enfasi, riuscendo a risaltare nella descrizione di ambienti oscuri e in penombra.


sabato 15 febbraio 2025

Un fiore dal tuo nome


CAROL ANN DUFFY

QUANDO ALLORA

Mi inginocchiai in giardino allora,
cercando di coltivare un fiore dal tuo nome;
dove i fiori languivano sugli steli,
finché avresti dato il permesso alla pioggia.
Nascosto nella boscaglia, uno scricciolo –
quando allora era ora, avrei voluto che il mio cuore avesse
fatto lo stesso.

2022

(da Poesie d'amore, Crocetti, 2024 - Traduzione di Floriana Marinzuli e Bernardino Nera)

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L'amore narrato dalla poetessa scozzese Carol Ann Duffy ha molti volti: dalla passione al desiderio, dallo struggimento alla sofferenza. Qui siamo dalle parti della separazione della lontananza, di quell'assenza che ferisce e che comunque proviamo a superare riempiendo in qualche modo il vuoto: "Ti voglio e non sei qui. Mi soffermo / in questo giardino, a respirare il colore che il pensiero è / prima di diventare linguaggio nell’aria ferma. Pure il tuo nome / è un pallido spettro e, per quanto lo esali senza / posa, non mi rimarrà accanto. Stanotte / ti invento, ti immagino, i tuoi movimenti più nitidi / delle parole che ti faccio dire e che hai già detto".

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ILLUSTRAZIONE © ROSZIE/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Un tuo bacio, / rievocato, sfila, come fossero perle, questa catena di parole. / Cieli immensi ci congiungono, unendo qui a lì. / Desiderio e passione nell’aria che pensa.
CAROL ANN DUFFY, Lo splendore del tempio

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Carol Ann Duffy (Glasgow, 23 dicembre 1955), poetessa e drammaturga scozzese, direttrice dei corsi di scrittura creativa presso la Manchester Metropolitan University e, dal 1º maggio 2009 Poeta Laureato del Regno Unito. Nelle sue poesie dà spesso voce a personaggi di outsiders.


venerdì 14 febbraio 2025

Amore è un faro


WILLIAM SHAKESPEARE

SONETTO 116

Non sia mai ch’io ponga impedimenti
all’unione di anime fedeli; Amore non è amore
se muta quando scopre un mutamento
o tende a svanire quando l’altro s’allontana.

Oh no! Amore è un faro sempre fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
è la stella-guida di ogni sperduta barca,
il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.

Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote
dovran cadere sotto la sua curva lama;
Amore non muta in poche ore o settimane,

ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio.
Se questo è errore e mi sarà provato,
io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.

(da Sonetti, 1609 – Traduzione di Maria Antonietta Marelli)

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Per San Valentino, quest'anno sono andato sul classico: ecco William Shakespeare che presenta la sua concezione di amore ideale. E allora ecco gli ingredienti necessari: l'unione delle anime e la fedeltà, la certezza che fa dell'amore il centro del mondo, la sua resistenza al tempo.


FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Oh, spirito d'amore, come sei fresco tu, e vivificante, tu che, se nella tua capacità puoi ricevere tutto, come il mare, non ti lasci da nulla penetrare, qual che ne sia l'altezza e la sostanza, senza svilirlo di senso e valore in men che non si creda! Perché l'amore è sempre così pieno d'estrose fantasie da esser alta fantasia da solo.
WILLIAM SHAKESPEARE, La dodicesima notte

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William Shakespeare (Stratford-upon-Avon, 23 aprile 1564 - 23 aprile 1616), drammaturgo e poeta inglese, considerato il più  eminente drammaturgo della cultura occidentale. Il suo dono poetico consiste nella trasformazione dall'interno dei modelli esistenti, dal poemetto ovidiano alla tragedia, dalla commedia plautina a quella romantica o romanzesca, storica o leggendaria.


giovedì 13 febbraio 2025

Accordi di cristalli


MANUEL ALTOLAGUIRRE

L'ANIMA

La pioggia è sguardi d’angeli
in gloria, accordi di cristalli.
E su tutto questo: l’allegria di stare
non accanto, né sopra e
neppure dentro, ma in lei.
Confusi entrambi, più che fusi.
Diventati ormai un solo corpo,
un’anima sola che bacia se stessa
negli spazi bianchi, dimentica del mondo.

(da Solitudini unite, 1931)

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L'immagine di cui si serve il poeta spagnolo Manuel Altolaguirre per descrivere la comunione dell’anima con la pioggia che lo avvolge è simile all’unione totale che raggiungono gli amanti: una totale fusione, la gioia di essere non insieme, né sopra, e nemmeno dentro, ma in essa, raggiungendo l’oblio del mondo.

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FOTOGRAFIA © ALEKSANDAR PASARIC/PEXELS

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Il mio amore ha avuto la forma della tua vita.
MANUEL ALTOLAGUIRRE, Fine di un amore

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Manuel Altolaguirre Bolín (Malaga, 29 giugno 1905 – Burgos, 26 luglio 1959), poeta surrealista spagnolo della Generazione del '27. Con i suoi toni intimisti e spirituali cantò l'amore e la solitudine Egli stesso indicò Juan Ramón Jiménez e Pedro Salinas come suoi ispiratori.


mercoledì 12 febbraio 2025

Attraversando il sogno


SEBASTIÃO DA GAMA

STIAMO ATTRAVERSANDO IL SOGNO

Stiamo attraversando il sogno,
commossi e silenziosi.

Arriviamo? Non arriviamo?

Che ci siano frutti o no,
andiamo verso il sogno.
Basta la fede in ciò che abbiamo
basta, la speranza in ciò
che forse non avremo.
Basta che diamo la nostra anima,
con la stessa gioia,
a ciò che non conosciamo
e a ciò che fa parte del nostro quotidiano.

Arriviamo? Non arriviamo?

─ Partiamo. Andiamo. Siamo.

(da Stiamo attraversando il sogno, 1953)

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Il poeta portoghese Sebastião da Gama ci invita ad abbandonarci fiduciosi al sogno, a non richiuderci sul nostro quotidiano, ma a volare con la fantasia, ad affidarci alla speranza di qualcosa di più grande, senza timore dell’ignoto.

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DIPINTO DI SHAWN CARGILL


  LA FRASE DEL GIORNO 

Il sogno non è soltanto una comunicazione (magari una comunicazione cifrata), ma anche un’attività estetica, un gioco dell’immaginazione, che è di per sé un valore. Il sogno è la prova che immaginare, sognare ciò che non è accaduto, è tra i più profondi bisogni dell’uomo.
MILAN KUNDERA, L’insostenibile leggerezza dell’essere

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Sebastião Artur Cardoso da Gama (Azeitão, 10 aprile 1924 – Lisbona, 7 febbraio 1952), poeta e docente portoghese. La sua opera è legata alla Serra da Arrábida , dove visse e che assunse come motivo poetico primario (fin dal suo libro d'esordio, Serra-Mãe, 1945), e alla sua tragedia personale, causata dalla tubercolosi che lo colpì.


martedì 11 febbraio 2025

Scrivere il tuo nome


GLORIA FUERTES

VEDI CHE SCIOCCHEZZA

Vedi che sciocchezza,
mi piace scrivere il tuo nome,
compilare i documenti con il tuo nome,
riempire l'aria con il tuo nome;
dire ai bambini il tuo nome
scrivere a mio padre morto
e dirgli che quello è il tuo nome.
Credo che ogni volta che lo dico tu mi ascolti.
Penso che porti fortuna:
Cammino per le strade così felice
e non porto altro che il tuo nome.

(da Tutto fa paura, 1958)

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Gloria Fuertes, poetessa spagnola, trattava con ironia anche i temi universali, come l'amore. Scrivere il nome della persona amata, pronunciarlo inutilmente non è però cosa vana. Dirlo è come averla accanto, è una piccolissima cosa che procura un attimo di felicità.

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FOTOGRAFIA © PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO 

In questo mondo di secoli. / In questo mondo di sigle, / di idee e di partiti / (tutti bipartiti), / da sempre mi affilio / io appartengo all’AMORE.
GLORIA FUERTES, Peccavamo come angeli

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FuertesGloria Fuertes García (Madrid, 28 luglio 1917 - 27 novembre 1998), poetessa e scrittrice di libri per bambini, fu legata alla Generazione del’50 e al movimento denominato “postismo”. Femminista e omosessuale, difese l’uguaglianza tra uomini e donne, il pacifismo e la tutela dell’ambiente