sabato 27 luglio 2024

Oh, i bei colori


SERGIO SOLMI

ENTRO LA DENSA LENTE DELL'ESTATE

Entro la densa lente dell'estate,
nel mattino disteso che già squarciano
lunghi, assonnati e sviscerati i gridi
degli ambulanti, - oh, i bei colori! Giallo
di peperoni, oscure melanzane,
insalate svarianti dal più tenero
verde all'azzurro, rosee carote...
e vesti accese delle donne, e muri
scabri e preziosi, gonfi ippocastani,
acque d'argento e di mercurio, e in alto
il cielo caldo e puro e torreggiante
di tondi cirri, o bel compatto mondo.
Lieto ne testimonia, sul pianeta
Terra, nella città Milano, mentre
vaga, di sé dimentico e di tutto,
lungo le calme vie che si ridestano,
- oggi, addì ventisette Luglio mille
novecento cinquanta - un milanese.

(da Dal balcone, 1968)

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Tanti colori e tanti suoni: la lente dell'estate registra tutto questo - e il poeta Sergio Solmi ci tiene a datare esattamente quel momento, quell'emozione provata in un punto preciso del tempo - il mattino del 27 luglio 1950 - e in un luogo preciso, uno dei tanti mercati milanesi.

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IMMAGINE CREATA CON INTELLIGENZA ARTIFICIALE

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  LA  FRASE DEL GIORNO  

O tu lindo liscio nitido / mondo, i tuoi quieti rumori!
SERGIO SOLMI, L’Approdo Letterario, V, 5-6, aprile-giugno 1956

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Sergio Solmi (Rieti, 16 dicembre 1899 – Milano, 7 ottobre 1981),  scrittore, poeta, critico letterario e saggista italiano. È stato poeta tanto originale quanto radicato nella tradizione italiana nonché felice traduttore. Come critico, si occupò di letteratura francese (Alain, Montaigne, Rimbaud), di paraletteratura e di Giacomo Leopardi.


venerdì 26 luglio 2024

Un immenso mare


PÀNOS SPÀLAS

LA STRADA APERTA

Nessun ostacolo davanti a me,
nulla che mi chiuda la nuda vista.
I miei occhi si sciolgono in lucidi ciottoli,
in conchiglie colorate e valve;
la mia luce tremola in un Qui,
la mia luce risplende in un lontano Laggiù.
Un immenso mare con la grazia del gatto
ai miei piedi fa moine,
nel mio petto si spiega un cielo profondo
e la mia forma si stampa
sul disteso fazzoletto del sole
che asciuga la bianca fronte del giorno.
Per vederti mi sono ornato
dei miei sedici anni:
con un'acre melagrana ho tinto la mia bocca:
ho messo i miei occhi, primaverili,
gli occhi dei miei vent'anni
e il loro lacrimoso sole estivo.
Quaggiù c'è un bel sito,
un paese di cento generazioni e terra rossa,
con salsezza e dieci fiumi
dove gli dei si bagnano insieme con gli uomini.
Davanti a me non c'è nessun ostacolo,
nulla che mi chiuda la vista delle stelle,
che mi tagli la via dell'infinito.
E più vanno i miei passi nel sole,
più passo a passo avanzo verso il mio centro.
Le onde sono aperte fino al riso dell'ostrica.
Aperta è la strada fino al primo gradino del dio.

(da Poesia greca contemporanea, Dall'Oglio, 1968 - Traduzione di Cristino G. Sangiglio)

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Delicata e suggestiva è la poesia di Pànos Spàlas, autore greco capace di esprimere con una struggente nostalgia l'amore per la propria terra e per quel mare dove "gli dei si bagnano insieme con gli uomini" : "Oh! felice giorno, nuova aurora, qui è il mio essere. / In questa terra dove nacqui / sono venuto a trovare lo splendore dei miei occhi".

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FOTOGRAFIA © LEONHARD NIEDERWIMMER/PIXABAY

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  LA  FRASE DEL GIORNO  

Leggero andando sulle vette innalzo il mio desiderio / in mezzo alla fiorita divina vastità / e goccia a goccia dagli acini / della vigna feconda bevo il tempo celeste.
PÀNOS SPÀLAS

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Pànos Spàlas (Kyparissia, 1909 - Atene, 1970), poeta e giornalista greco. Le sue poesie attingono alle radici del folklore e vivono di una nostalgia del passato. Tra le sue opere Notizie del Pireo, Transoceanica, Il pascolo delle pecore, Canzone di Krustalenia, Alfeo, La porta luminosa.


giovedì 25 luglio 2024

Buongiorno tristezza


PAUL ÉLUARD

LEGGERMENTE SFIGURATA

Addio tristezza
Buongiorno tristezza
Sei scritta nelle linee del soffitto
Sei scritta dentro gli occhi che amo
Tu non sei tutto quello che porta la miseria
Perché le labbra dei più poveri ti annunciano
con un sorriso.
Buongiorno tristezza
Amore dei corpi gentili
Essenza dell’amore
da cui sorge l’amabilità
Come un mostro senza corpo
Testa delusa
Tristezza, bel viso.

(da La vita immediata, 1932)

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La tristezza su un volto femminile o quella che nasce dal desiderio appagato o ancora quella della natura, "colori dolci della carità, tristezza, barlumi sui rami spogli". Una tristezza - quella cantata dal poeta francese Paul Éluard - da non demonizzare, ma da accettare nel fluttuare dei sentimenti. E sì, il celebre romanzo di Françoise Sagan del 1954 prende il suo titolo dal secondo verso di questa poesia: Bonjour tristesse.

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IMMAGINE © GOODFON

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Ci servono poche parole per esprimere l'essenziale.
PAUL ÉLUARD, L'avvenire della poesia




Paul ÉluardPaul Éluard, pseudonimo di Eugène Émile Paul Grindel (Saint-Denis, 14 dicembre 1895 – Charenton-le-Pont, 18 novembre 1952), poeta francese, è stato tra i maggiori esponenti del movimento surrealista. La sua poesia evolve da tematiche individualiste, di lirismo amoroso, a contenuti di forte ispirazione sociale.


mercoledì 24 luglio 2024

Un altro firmamento


TAKIS VARVITSIOTIS

SOTTO LE TUE PALPEBRE CHIUSE

Sotto le tue palpebre chiuse
ci sono sentieri che portano
a un altro firmamento più luminoso
ci sono vetri che cantano
golette che viaggiano
C'è una neve nera che si scioglie
in una notte senza sponde.

(da Poesie, 1941-2002)

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Basta chiudere gli occhi per entrare in una diversa dimensione, in un nuovo paesaggio, come dice il poeta greco Takis Varvitsiotis, addentrarci nei territori del sé e dell’immaginazione: è lì che “cantano le primavere”, è lì che “si dipanano i meravigliosi fili”, è lì che “mille palpebre” coprono la poesia.

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ROB GONSALVES, "MOON RIVER"
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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Finché ci saranno poeti / gli uccelli voleranno / e gli alberi fioriranno / nessuna mano empia potrà / fermare la primavera.
TAKIS VARVITSIOTIS

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Takis Varvitsiotis (Salonicco, 1916 - 1° febbraio 2011), poeta greco. Avvocato, pubblicò le sue prime poesie nel 1936. Fu anche un illustre saggista e traduttore di opere di celebri poeti francesi, spagnoli e latinoamericani: la sua poesia è lirica e perspicace, con influenze del neosimbolismo e del surrealismo francese di Éluard e Reverdy.



martedì 23 luglio 2024

Julia Uceda


Se ne è andata alla soglia dei 99 anni la poetessa spagnola Julia Uceda, una delle voci "più personali e riconosciute" dell'attuale poesia spagnola e insignita, tra gli altri, del Premio Nazionale di Poesia. Il sindaco di Ferrol, José Manuel Rey Varela, ha affermato che la sua "eredità continuerà a vivere nella memoria e nel cuore di tutti gli amanti della poesia". Inserita nella Generazione del '50, esordì nel 1959 con Farfalla in cenere e proseguì con una poetica vicina all'estetica sociale prevalente in quegli anni. A partire dalla sua terza raccolta di poesie, Senza molta speranza (1966), iniziò una nuova direzione estetica segnata dall'incorporazione del pensiero greco-latino e approfondendo da un lato l'investigazione dell'ignoto e dall'altro i fantasmi della storia spagnola.

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SETTIMANE

Quanti lunedì e martedì
nella polvere, dietro, sulle strade.
Saranno stati anche diversi, ma tutti
sembravano uguali.

Cerco le sedie, le finestre, i letti
della febbre o del pianto, del mal di denti,
in quei lunedì o martedì, e ora tutto
sembra fuori posto.

Formano un mucchio di cose, ore,
pietre, parole, matite, destini,
ma hanno varcato la porta
portando dentro il freddo.

A volte li risveglia una vecchia
canzone, una via, un amico,
e mi fa sorridere che tutti ora
sembrino domeniche.

(da Poesia completa, 2023)

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LA STRANIERA

La fatica è sedersi senza farsi notare.
                     Cesare Pavese: «Il vino triste».

Mi sono alzata senza che se ne accorgessero
e me ne sono andata senza farmi notare.
Ero stata tutto il giorno
tra loro, provando
a farmi sentire,
cercando di dire 
quello che mi avevano chiesto di fare.
Ma il compito che mi avevano dato
non era preciso. il fumo,
la musica, il rumore delle risate
e i baci – esplodevano
come rose nell'aria -,
erano più forti della mia voce. Stanca
del mio lavoro inutile,
mi alzai,
aprii la porta
e lasciai quel posto incantevole.
Dalla strada
guardai attraverso la finestra: nessuno
aveva notato la mia assenza.
Mi incamminai. Mi voltai:
nessuno mi seguiva.

(da Senza troppa speranza, 1966)

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Altre poesie di Julia Uceda sul Canto delle Sirene:

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  LA  FRASE DEL GIORNO  

Per come è il mondo, la poesia è un atteggiamento etico.
JULIA UCEDA, El País, 29 gennaio 2004

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Julia Uceda Valiente (Siviglia, 22 ottobre 1925 – Ferrol, 21 luglio 2024), poetessa e docente spagnola. Vincitrice del Premio Nazionale di Poesia 2003 con Nel vento, verso il mare. Dal 1965 al 1973 visse e insegnò nel Michigan, poi in Irlanda, prima di tornare in Galizia. Tra i suoi temi l’amore che trascende la vita quotidiana, il sogno, il tempo e il ricordo.


lunedì 22 luglio 2024

Il triangolo della luna piena


ALDO PALAZZESCHI

LUNA PIENA

Al centro del cielo di latta
s’appiccica
il triangolo della luna piena;
scarlatta.
“Ti senti di volermi bene un pochino?”.
Sembra d’essere nel mondo
in fondo a un azzurro catino.

(da Poesie, Preda, 1930)

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La poesia di Aldo Palazzeschi è spesso un'evasione assoluta dal reale, diretta a un mondo fantastico dove in un incastro di rime e di assonanze le immagini si susseguono creando paesaggi irreali, come questo "paese giocattolo", magari lo stesso di Rio Bo: "Tre casettine / dai tetti aguzzi, / un verde praticello, / un esiguo ruscello".

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TOMASZ SȨTOWSKI, "LA CITTÀ DELLA LUNA"

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

La poesia è nell'umanità come l'oro nelle grandi sabbie aurifere: tocca al poeta individuarlo, raccoglierlo e formarlo in piccole sbarre.
ALDO PALAZZESCHI, Quadrivio, 17 febbraio 1935

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Aldo Palazzeschi, pseudonimo di Aldo Pietro Vincenzo Giurlani (Firenze, 2 febbraio 1885 – Roma, 17 agosto 1974), scrittore e poeta italiano, uno dei padri delle avanguardie storiche. Dall'esordio come crepuscolare e dalla breve adesione al Futurismo, attraversò il «ritorno all'ordine» degli anni Venti e la ripresa sperimentale delle avanguardie degli anni Sessanta con inconfondibile giocondità, enigmatica e inafferrabile.


domenica 21 luglio 2024

Sulla luna


VICENT ANDRÉS ESTÉLLES

MI PIACE MOLTO

Mi piace molto la mattina presto, lavorare nel mio orto,
bietole, lattuga, ravanelli, pomodori;
innaffiare con brevi getti i solchi corti,
strappare le erbacce nocive.

Oggi il giornale ha detto che l'uomo è arrivato sulla luna,
mi sono voltato a guardarla, inarcandomi sui solchi;
non ho visto nulla e ho continuato.

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I grandi avvenimenti della storia e il loro impatto sulle nostre vite. Il poeta catalano Vicent Andrés Estellés il 21 luglio 1969 prende atto di quello che gli dicono giornali, radio e televisioni: nella notte europea l'uomo è arrivato sulla luna, compiendo "un piccolo passo per un uomo ma un grande passo per l'umanità". Ma il poeta, come un antico filosofo greco o latino, continua imperterrito a zappare il suo orto, ad annaffiare le verdure, gettando solo un'occhiata distratta a quella luna, che sembra la stessa di sempre.

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FOTOGRAFIA © YUNUS TUĞ/PEXELS

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

La Luna era una cosa affascinante, romantica e misteriosa che se ne stava lassù in cielo, irraggiungibile, nonostante i tuoi desideri e i tuoi sogni. Ma tu hai ragione: una volta raggiunta è solo una squallida palla di roccia.
KEN KEELER, Futurama, Stagione 1, Episodio 2

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Vicent Andrés Estellés (Burjasot, 4 settembre 1924 – Valencia , 27 marzo 1993), poeta e giornalista spagnolo in lingua valenciana. È considerato uno dei principali innovatori della poesia contemporanea valenciana. La sua visione estetica è stata definita “arrabbiata”, poiché descrive l'oppressione personale, collettiva e nazionale.