mercoledì 10 luglio 2024

Quel nonnulla di sabbia


GIUSEPPE UNGARETTI

VARIAZIONI SUL NULLA

Quel nonnulla di sabbia che trascorre
Dalla clessidra muto e va posandosi,
E, fugaci, le impronte sul carnato,
Sul carnato che muore, d'una nube…

Poi mano che rovescia la clessidra,
Il ritorno per muoversi, di sabbia,
Il farsi argentea tacito di nube
Ai primi brevi lividi dell'alba…

La mano in ombra la clessidra volse,
E, di sabbia, il nonnulla che trascorre
Silente, è unica cosa che ormai s'oda
E, essendo udita, in buio non scompaia.

(da Il taccuino del vecchio, Mondadori, 1960)

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La mano che rovescia la clessidra, e il riflesso di una nuvola nel vetro che contiene la sabbia, tutto qui. Ma intanto quel "nulla" che è il tema della poesia di Giuseppe Ungaretti è il tempo che scorre, è il flusso inesorabile del quale nulla rimane, come in un simile madrigale di Gabriele D'Annunzio, dove è la mano a disperdere la sabbia: “Alla sabbia del Tempo urna la mano / Era, clessidra il cor mio palpitante, / L’ombra crescente d’ogni stelo vano / Quasi ombra d’ago in tacito quadrante".

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FOTOGRAFIA © FERNANDO ZHIMINAICELA/PIXABAY

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Agglutinati all'oggi / I giorni del passato / E gli altri che verranno.
GIUSEPPE UNGARETTI, Il taccuino del vecchio

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Giuseppe Ungaretti (Alessandria d'Egitto, 8 febbraio 1888 – Milano, 1º giugno 1970) è uno dei tre grandi poeti dell’Ermetismo italiano. Trasferitosi a Parigi nel 1912, prese parte alla Prima guerra mondiale nelle trincee del Carso e poi in Champagne. Dal 1935 al 1942 insegnò in Brasile e dal 1947 al 1965 fu professore di letteratura moderna alla Sapienza.


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