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sabato 31 maggio 2025

Cosa brilla nel cielo?


HUMBERTO AK’ABAL

API

Cosa sono quelle cose?
Cosa brilla nel cielo?
chiesi a mia madre.
Api, rispose.

Da allora, ogni notte,
i miei occhi mangiano il miele.

(da Altre volte sono un giaguaro, 2006)

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Una delicatissima poesia in cui risaltano tutto il rispetto per la natura e la sua sacralità e l’atavico tramandarsi della conoscenza. Le stelle come api valgono una sinestesia gusto/vista per il poeta guatemalteco in lingua maya K’iche’ Humberto Ak’abal

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FOTOGRAFIA © ANDRE COSSO/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

I poeti / sono come le api: / altri mangiano quello che preparano.
HUMBERTO AK’ABAL, Tessitore di parole




Humberto Akʼabal (Momostenango, 31 ottobre 1952 – Città del Guatemala, 28 gennaio 2019), poeta maya Kʼicheʼ guatemalteco in lingua Kʼicheʼ. La sua è una poesia dalla semplicità essenziale, dalla sacralità elementare all'interno della quale parole pulsanti rivelano atti, cose ed esseri direttamente naturali.


venerdì 30 maggio 2025

La dolce sera


RACHEL KORN

SERA

Le rondini, come frecce scure,
solcavano l'aria
in lungo e
in largo,
e la dolce sera
sembrava prossima
a raccogliersi
nell'inquietudine a e nei dolori del giorno
prima di passare.
La Terra trattenne il respiro
per catturare il suono
della linfa gorgogliante nei tronchi degli alberi
assorti
in attesa
del momento sensibile
in cui il cielo avrebbe posto sulle loro teste
una corona di stelle.

(da Poesie scelte, 1986)

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La sera segna un passaggio, come se il crepuscolo spalancasse la porta della notte e la chiudesse sull’irrequietezza del giorno, sul suo frenetico movimento. È il momento di quiete in cui anche la natura sospira attendendo il riposo – come coglie bene la poetessa canadese di lingua yiddish Rachel Korn.

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FOTOGRAFIA © MAZSOKA/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Era già l'ora che volge il disio / ai navicanti e 'ntenerisce il core.
DANTE ALIGHIERI, Divina Commedia




Rachel (Rokhl) Häring Korn (Pidlisky, Ucraina, 15 gennaio 1898 – Montreal, Canada, 9 settembre 1982), poetessa e scrittrice di lingua yiddish. Trasferitasi in Polonia all’inizio della Grande Guerra, esordì in polacco, per passare subito all’yiddish. Riparata a Mosca nel 1941 dopo l’invasione tedesca, emigrò infine in Canada nel 1948. Tristezza, sradicamento e solitudine caratterizzano molte delle sue poesie.


giovedì 29 maggio 2025

Un boccone di notte


GHIANNIS RITSOS

IL TUO CORPO TAGLIATO

Il tuo corpo tagliato
da una lama di luce –
per metà carne,
per metà ricordo.

Illuminazione obliqua,
il grande letto
intero,
il tepore lontano,
e la coperta rossa.

Chiudo la porta,
chiudo le finestre.
Vento con vento.
Unione inespugnabile.

Con la bocca piena
di un boccone di notte.
Ahi, l’amore.

(da Erotica, Crocetti, 1981 - Traduzione di Nicola Crocetti)

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"La notte ti spoglia. Le sue mani tremano. Tutto nudo, il tuo corpo brilla nell'ombra": un raggio di luce che filtra dalle persiane accostate e va a illuminare un corpo di donna disteso su un letto dalla coperta rossa: nella memoria di Ghiannis Ritsos questa fugace immagine notturna diventa poesia ed è bellissima la chiusa, con quel "boccone di notte" giunto ad appagare la fame.

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IMMAGINE © WALLPAPERFLARE

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Giungono notti più lunghe. / Piante carnivore / avvolgono la casa, / avvolgono il letto. / Le tue labbra assenti / mi suggono.
GHIANNIS RITSOS, Erotica

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Ghiannis Ritsos (Monemvasia, 1º maggio 1909 – Atene, 11 novembre 1990), poeta greco tra i maggiori del XX secolo. Fu candidato nove volte al Premio Nobel. La sua vita fu animata da un'incrollabile fede negli ideali marxisti e nelle virtù catartiche della poesia.


mercoledì 28 maggio 2025

Che fare di questo cuore'?


JORGE BOCCANERA

NOTIZIE DI UNA DONNA QUALUNQUE, XIV

Che fare di questo cuore?
Abbatterlo a menzogne?
Annegarlo con le parole?
Lanciarlo ai cani?
Segargli un gradino?
Dimenticarlo in un taxi?
Ridurlo in cenere?
Lanciargli addosso le pietre più nere della notte?

Che farò di questo cuore disordinato e triste,
che non risponde a nulla e non ricorda il suo nome
da quell'agguato tra i tuoi seni?

(da Notizie di una donna qualunque, XIV)

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"Che farò di questo cuore?" si chiede il poeta argentino Jorge Boccanera. Che fare, se non risponde agli stimoli, se non ama o non sa più amare?. Eppure "questo cuore dinosauro" ha saputo fare innamorare una donna per un attimo, questo cuore che "urla, legge vecchi giornali, / chiede un altro giro e sogna raffiche di odio,  / resti di qualche naufragio, fottute / invasioni che vengono a saccheggiare"..

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PAUL BOND, "SOLLEVANDO I SOGNI ALLA LUCE DI UN ALTRO SOLE"

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  LA FRASE DEL GIORNO 

I miei versi si confondono e bruciano come il mio cuore.
JOSÉ MARTÍ, Versi liberi

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bio-boccaneraJorge Boccanera (Bahía Blanca, 18 aprile 1952), poeta, drammaturgo e saggista argentino. Dal 1976 visse esule in Messico e Costarica a seguito del golpe militare. Tornato a Buenos Aires nel 1997, si occupa esclusivamente di attività letterarie.


martedì 27 maggio 2025

Le inutili armi


MARGHERITA GUIDACCI

IL VUOTO E LE FORME

L’inseguimento, la lotta
sull’orlo invisibile,
le immagini afferrate, già credute
nostre, ed in un istante
ridivenute nebbia,
il deluso ritorno –
di cacciatore a cui toccò soltanto
uno stormir di frasche e il breve lampo grigio
della lepre che a balzi si salva tra i cespugli;
di pescatore la cui lunga attesa
finì in un guizzo ironico di carpa,
quella beffa d’argento sull’amo appena sfiorato…

Come siamo sconfitti!
Come ci cadono di mano le inutili armi!
La pietra resta pietra, il foglio una frusciante
assenza, la tastiera
ostinato silenzio.

Il vuoto si difende.
Non vuole che una forma lo torturi.

(da Il vuoto e le forme, Rebellato, 1977)

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Quel qualcosa che sfugge e che non riusciamo ad afferrare: la lepre veloce che si nasconde nel folto, il guizzo della carpa che svanisce nelle profondità del lago... Ci resta quel vuoto, dice la poetessa fiorentina Margherita Guidacci, ed è così anche con la poesia, ben poco è quello che riusciamo a cogliere e a scrivere sul foglio bianco. "Quel conseguimento mancato" come scrive Luigi Baldacci "che, suggerendoci l'idea di vuoto, introduce quella di forma; e la forma non è altro che una nicchia scavata nel tempo".

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NATASHA JUNMANEE, "CONCHIGLIE IN RIVA AL MARE"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

E sopra il rogo che hanno preparato / ai tuoi versi, rifulge / l'inconsueta natura di fenice.
MARGHERITA GUIDACCI, Il vuoto e le forme

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Margherita Guidacci (Firenze, 25 aprile 1921 – Roma, 19 giugno 1992), poetessa e traduttrice italiana. Dopo la crisi del suo matrimonio, negli Anni’60, superò un decennio di grave sofferenza psichica che culminò nel ricovero in una clinica neurologica. Tra i poeti da lei tradotti John Donne, Emily Dickinson, T.S. Eliot ed Elizabeth Bishop.


lunedì 26 maggio 2025

Nel loro cavo


ELSE LASKER-SCHÜLER

OH LE TUE MANI

Sono i miei bambini.
Tutti i miei giochi
stanno nel loro cavo.

Sempre gioco ai soldatini
con le tue dita, piccoli cavalieri,
finché non cadono giù.

Come le amo
le tue mani di ragazzo, tutte e due.

(da La cupola, 1920 - Traduzione di Nicola Gardini)

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"Ma ti ho afferrato le mani / Poiché il mio amore è un bambino che gioca": la poetessa tedesca Else Lasker-Schüler indugia sulle mani dell'amato, ne fa un innocente gioco infantile, ma è un gioco amoroso: "Il mio cuore va lento sotto / Io non so dove – / Forse nella tua mano. / Dovunque essa si impiglia alla mia rete".

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FOTOGRAFIA © RICARDO ROJAS/PEXELS

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Nella mia anima, il tuo sguardo fiorirà di dolcezza.
ELSE LASKER-SCHÜLER

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LaskerElse Lasker-Schüler, all'anagrafe Elisabeth Schüler (Elberfeld, 11 febbraio 1869 – Gerusalemme, 22 gennaio 1945), poetessa tedesca. Frequentò l’ambiente espressionista, i cui autori la sostennero economicamente dopo il secondo divorzio. Nel 1933, pochi mesi dopo aver vinto il Premio Kleist, emigrò a Zurigo in seguito alle minacce naziste.


domenica 25 maggio 2025

Centenario di Rosario Castellanos



"Un tentativo di raggiungere la radice degli oggetti": così considerava la poesia Rosario Castellanos, scrittrice, poetessa e drammaturga messicana nata il 25 maggio 1925 a Città del Messico e morta quarantanovenne a Tel Aviv, dove era ambasciatrice, a causa di un incidente domestico. Paladina dei diritti delle donne e di quelli degli indigeni del Chiapas i suoi versi si bilanciano tra l'indignazione per l'ingiustizia sociale e lo stupore per la meraviglia del creato - misticamente filtrato dalle letture di Santa Teresa d'Ávila, e di Sor Juana Inés de la Cruz - e sul rapporto d'amore e disamore con il marito Ricardo Guerra.


FOTOGRAFIA © VOX

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GLI ADDII

Volevamo imparare l'addio
e abbiamo rotto l'alleanza
che univa l'amico all'amica.
E aumentiamo la distanza
tra gli amici divisi.

Per imparare ad andarcene, camminavamo.
Ci lasciavamo alle spalle le colline, le valli,
i prati verdi.
Guardavamo la loro bellezza
ma non siamo rimasti.

(da Poesie, 1957)

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NOSTALGIA

Adesso sono tornata.
Ho portato ciò che l'onda, per infrangersi, porta
— sale, schiuma e fragore —,
e ho toccato con le mie mani un essere vivente;
il silenzio.

Eccomi qui a sospirare
come chi ama e ricorda ed è lontano.

(da Letteralmente, 1959)

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Altre poesie di Rosario Castellanos sul :Canto delle Sirene:



  LA FRASE DEL GIORNO  

Non è che il poeta cerca la solitudine, è che la trova.
ROSARIO CASTELLANOS

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Rosario Castellanos Figueroa (Città del Messico, 25 maggio 1925 - Tel Aviv, Israele, 7 agosto 1974), scrittrice, poetessa e diplomatica messicana, inserita nella Generazione dei ‘50, è considerata una delle voci più importanti del XX secolo​, impegnata nelle lotte per i diritti delle donne e degli indigeni.


sabato 24 maggio 2025

Non farmi promesse


DARIA MENICANTI

NON TI DOMANDO

Non ti domando sicurezze, mai
con te ho pensato a un amore routine
Se torni, quando torni per favore
non dirmelo. Son queste le cose
che non voglio sapere, che so.
Tu bada a non farmi promesse
io a non chiedere.

(da Poesie per un passante, 1978)

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"Non voglio sapere", "Non farmi promesse": quello di Daria Menicanti è un amore che si basa sul tacito compromesso, sul disimpegno, e forse proprio da questa sua precarietà trae la linfa, forse proprio per questo non avvizzisce e secca. Un po' come il celebre proverbio "Occhio non vede, cuore non duole": per non soffrire la poetessa piacentina preferisce non sapere.

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JACK VETTRIANO, "TRA IL BUIO E L'ALBA"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Si parla / per sottintesi evitando memorie / tra salutari banchi di silenzio.
DARIA MENICANTI, Ferragosto

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Daria Menicanti (Piacenza, 6 aprile 1914 – Mozzate, 4 gennaio 1995), poetessa, insegnante e traduttrice italiana. In lei si mescolano il registro sarcastico e ironico e quello più sottile della malinconia. Per Lalla Romano la sua era “una voce nuova, moderna e classica, per niente alla moda, ma libera e anche audace”.


venerdì 23 maggio 2025

Quasi ogni notte


IDEA VILARIÑO

QUASI OGNI VOLTA

Conosco la tua dolcezza
come il palmo della mia mano.
A volte nei miei sogni la ricordo
come se l'avessi già persa una volta.
Quasi ogni notte,
quasi ogni volta che mi addormento,
in quello stesso momento
tu, con il tuo profondo abbraccio, mi stringi,
mi circondi,
mi avvolgi nella calda grotta del tuo sonno
e appoggi la mia testa sulla tua spalla.

1969

(da Poesie d’amore, 1979)

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Una poesia d’amore di Idea Vilariño sulle relazioni a distanza, sull’assenza dell’amato che si trasforma in desiderio e sfocia in un’empatia che prova a cancellare la lontananza e a trasformarla in una dolcezza perlomeno sognata: “Ma a una cert’ora / tornerò in questa stanza / mi butterò sul letto / e allora il tuo ricordo / che dico / il mio desiderio di vederti / che tu mi guardi / la tua presenza d’uomo che mi manca nella vita / incominceranno come ora / incominci nella sera / che ormai è notte / a essere / la sola unica cosa / che m’importa nel mondo”.

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IMMAGINE GENERATA CON IA © MINDWORLD/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Come accettare la mancanza / di linfa / di profumo / d’acqua / d’aria. / Come.
IDEA VILARIÑO, No




Idea Vilariño Romani (Montevideo, 18 agosto 1920 – 28 aprile 2009), poetessa, saggista e critica letteraria uruguaiana. Appartenne al gruppo della Generazione del ‘45 con Juan Carlos Onetti e Mario Benedetti. Le sue poesie sono spesso caratterizzate da una introspezione intima. Pur accettando i premi conferiti, rifiutò di rilasciare interviste, di fare promozione ai propri libri e di commentare la sua poetica.


giovedì 22 maggio 2025

Tra le mie braccia


JOAQUÍN BENITO DE LUCAS

IL FUMO DI UN BACIO

Tornerò ad averti tra le mie braccia?
La notte è una bestia intrappolata
dalle stelle, una musica che suona
con passo d'onda e ritmo di cicala.
Ritornerò a guardarti, corpo nudo,
bocca che ha il veleno dell'anaconda,
suoni della stanza e odore di oblio?
Nel giardino degli innamorati
dove la pioggia cade come pioggia
ti ritroverò, uccello o nave, rettile
o nuvola, acquamarina o fiume
versato nella mia bocca come il fumo di un bacio?

(da Campo di schiuma, 1983)

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In riva al mare è impossibile dimenticarti. / L'aroma che viene dalla terra / ha il sapore dello iodio e l'odore del tuo corpo / come le lenzuola tristi / che umiliate caddero / con gli abbracci ai piedi del letto”: Joaquín Benito de Lucas, indagatore meticoloso dell’infanzia e della memoria, si trova qui alle prese con il ricordo dell’amore, investito dal desiderio e timoroso dell’oblio.

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STEPHANIE SERPICK, "COSA RIMANE #11"
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  LA FRASE DEL GIORNO 

Il tuo amore è come il brillare di un pianeta: / promette luce intensa, dona splendore.
JOAQUÍN BENITO DE LUCAS

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Joaquín Benito de Lucas (Talavera de la Reina, 1934 – Madrid, 18 maggio 2021), poeta spagnolo. Laureatosi in Lettere e Filosofia, viaggiò nei paesi arabi prima di diventare docente universitario a Madrid e Berlino. La sua è poesia di memoria che cerca di strappare all’oblio, persone, luoghi ed eventi.


mercoledì 21 maggio 2025

Le pedine d’avorio


JORGE LUIS BORGES

DI COME NULLA SI SA

La luna ignora che è tranquilla e chiara,
nemmeno sa di essere la luna;
la sabbia, d’esser sabbia. Non v’è cosa
che sappia singolare la sua forma.

Le pedine d’avorio sono estranee
all’astratta scacchiera, come la mano
che le muove. Forse il destino umano
di brevi gioie e lunghe sofferenze

è strumento di un Altro. Lo ignoriamo;
e dargli nome Dio non ci è d’aiuto.
Anche il timore e il dubbio sono vani

e la tronca preghiera che iniziamo.
Quale arco avrà scagliato questa freccia
che sono? Quale vetta è la sua meta?

(da La rosa profonda, Adelphi, 2013 - Traduzione di Tommaso Scarano)

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"Che si accenda la luce di una lampada, anche se nessuno la vede. Dio lo vedrà": lo scrittore argentino Jorge Luis Borges, da scettico o agnostico, ha spesso indagato il mistero dell'esistenza umana. E questa consapevolezza dell'esistere è ciò che distingue l'uomo dalle cose, per quanto ignota ancora gli sia l'origine.

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MIHAI CRISTE, "TUTTO IL MONDO È UN PALCOSCENICO"

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Dio per me è l'infinito, o l'antica anànche, il Caso. È colui che, in una biblioteca infinitamente grande, illimitata e aperiodica, detiene il catalogo dei cataloghi.
JORGE LUIS BORGES, Prospettive Libri, aprile 1981

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Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo (Buenos Aires, 24 agosto 1899 – Ginevra, 14 giugno 1986), scrittore, poeta, saggista, traduttore e accademico argentino. Creatore di un genere oggi designato “borgesiano”, a definire una concezione della vita come storia, come finzione, come opera contraffatta spacciata per veritiera, come fantasia o come reinvenzione della realtà.


martedì 20 maggio 2025

Paul Durcan


Il poeta irlandese Paul Durcan è morto sabato scorso in una casa di cura dublinese. La poesia lo salvò quando fu rapito dalla sua famiglia e internato contro la sua volontà nell'ospedale psichiatrico St. John of God e in seguito in una clinica di Harley Street dove fu sottoposto a elettroshock e a forti dosi di barbiturici: “Mi hai salvato la vita. Per tre anni / sono sopravvissuto nei bassifondi della disperazione”.

Molto spesso le sue poesie riflettono i titoli delle notizie del giorno, riuscendo spesso a interpretarle là dove i titoli fallivano, costringendo il lettore a interrogarsi sulla realtà più oscura, raggiungendo un sentimento autentico: "la poesia dovrebbe avere molto in comune con il giornalismo, il miglior tipo di giornalismo, quello di raccontare nel modo più diretto ed efficiente possibile".

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FOTOGRAFIA © IRISH INDEPENDENT

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NESSA

L’avevo incontrata il primo agosto
all'Hotel
Shangri-La,
Mi prese per l'indice
e mi gettò nel suo pozzo.
E quello era un vortice, quello era un vortice,
e per poco non annegai.

Togliti i pantaloni, mi disse,
e per poco non lo feci;
Ti andrebbe di nuotare? mi disse,
e mi tuffai nel Mare d'Irlanda.
E quello era un vortice, quello era un vortice,
e per poco non annegai.

Sulla via del ritorno caddi nel campo
e lei cadde accanto a me.
Sarei rimasto sdraiato sull'erba con lei per tutta la vita,
con Nessa:
era un vortice, era un vortice,
e per poco non annegai.

Oh, mia cara Nessa, mia cara Nessa,
resterai con me sugli scogli?
Verrai a prendermi nel Mare d'Irlanda
e mi lascerai sciogliere i capelli rossi?
E poi andremo a Dublino
in un taxi avvolto nella polvere.
Oh, sei un vortice, sei un vortice,
e per poco non annegai.

(da O Westport in the light of Asia Minor, 1975)

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LA RAGAZZA CON LE CHIAVI DEL COTTAGE DI PEARSE

a John e Judith Meagher

Quando avevo sedici anni incontrai una ragazza bruna;
i suoi capelli scuri erano ancora più scuri perché il suo sorriso era così luminoso;
era la ragazza con le chiavi del cottage di Pearse;
e il suo nome era Cáit Killann.

Il cottage era costruito sul fianco di una collina;
ricordo due finestre e una pace cosmica
di stanze brune e spoglie e su pareti imbiancate
fotografie dell'appassionata e pallida Pearse.

Ricordo il tetto di paglia bagnato e gli stipiti scrostati
e come tutto fosse meglio visto dal basso, nel campo;
ero solito sedermi tra le canne con un taccuino e una matita
a scrivere poesie appassionate per Cáit Killann.

Spesso lei indugiava sul davanzale di una finestra;
mani lungo i fianchi e gambe brune distese;
con una gonna rosso sole e una giacca nero luna;
guardava verso il nostro strano mondo con gli occhi sbarrati.

Il nostro mondo era strano perché non aveva futuro;
lei era diretta in America alla fine dell'estate.
Non aveva altra scelta che lasciare la sua casa -
la ragazza con le chiavi del cottage di Pearse.

O Cáit Killann, o Cáit Killann,
te ne sei andata con le chiavi dalla tua terra natia.
Eppure qui, in questa oscurità, gli occhi di El Greco splendono
dal volto orgoglioso e mortale della figlia del tuo postino del Connemara.

(da O Westport in the light of Asia Minor, 1975)

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Un’altra poesia di Paul Durcan sul Canto delle Sirene:

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  LA FRASE DEL GIORNO  

La parola più rilassante del nostro vocabolario è 'noi'. Immagina di poter dire 'noi'. La maggior parte delle persone non è nella posizione di dire 'noi'.
PAUL DURCAN, Dammi la tua mano

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Paul Durcan (Dublino, 16 ottobre 1944), poeta irlandese. Da ragazzo, fu rapito dalla sua stessa famiglia e rinchiuso in un ospedale psichiatrico, dal quale riuscì a fuggire. In seguito studiò Architettura e Storia Medievale. La sua opera d’esordio O Westport in the Light of Asia Minor gli valse nel 1975 il Premio Kavanagh.


lunedì 19 maggio 2025

Un muro rosa


FRANCISCO BRINES

GEOGRAFIA

Un muro rosa, e un geranio che dondola,
sotto il blu, il suo fiore rosso assetato,
e una buganvillea viola si arrampica.
Un volo aperto di colombe bianche
porta la luce dell'aria alle palme.
Quando sono a Marrakech, sogno Elca.
Quando sono a Denia, scappo a Essaouira.

(da L'autunno delle rose, 1986)

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La perdita e la ricerca del paradiso: sono due dei temi fondamentali dell'opera del poeta spagnolo Francisco Brines. L'irrequietezza che esprime in questi versi è un'ansia di appartenere al mondo ma di voler ritornare sempre a Elca, la tenuta di famiglia divenuta ora sede della fondazione a lui intitolata, a quel giardino dove il geranio e la buganvillea aprono i loro fiori sotto il cielo azzurro.

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IMMAGINE CREATA CON IA

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Ovunque ho vissuto, ho apprezzato il mondo e, se ho provato entusiasmo e meraviglia nel guardarlo, l'esperienza mi ha sempre portato una consapevolezza più ricca e un rinnovato amore per la vita.
FRANCISCO BRINES, La certezza della poesia

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Francisco Brines Bañó (Oliva, 22 gennaio 1932 - Gandía, 20 maggio 2021),​ poeta spagnolo. Inquadrato nel gruppo della Generazione dei ‘50, se ne distaccava per la sua poesia elegiaca attenta alla bellezza, al malinconico scorrere del tempo e alla caducità del vivere. Ê stato insignito del Premio Cervantes per il 2020.


domenica 18 maggio 2025

Allegrezza di polvere


GIORGIO ORELLI

ASSENZA

Nulla scoprire. Amare il primo verde
di robinia. Non cercare se il fiume
più oltre si fa schiuma, né se nuova
avidità le pecore sospinge
a branchi sulle balze.
Essere il vecchio che socchiude gli occhi
poggiato al suo rastrello, o la lenta
salamandra che mena per i ciottoli
la sua inusitata allegrezza di polvere.

(da L’ora del tempo, 1962)

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Nelle poesie di Giorgio Orelli, autore ticinese, c’è un rapporto armonico tra l’uomo e la natura, e non può essere altrimenti visto quell’angolo di Svizzera formato dalla Val Bedretto e dalla Val Leventina, zona di fieno per il bestiame, di “orti dove latte luccicano frenetiche”, di capre e pecore che pascolano tranquille. E quell’armonia, quella tranquillità sogna Orelli, che vorrebbe essere salamandra tra i ciottoli o il vecchio contadino assorto che diventa parte integrante del paesaggio.

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VINCENT VAN GOGH, "FATTORIA IN PROVENZA"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

O soltanto si tratta della luce / e niente c’è di nuovo, / se non l’erba che fumiga strepita, / la scolopendra dal rosso ventre / che agita folle i piedi nell’azzurro.
GIORGIO ORELLI, L’ora del tempo

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Giorgio Orelli (Airolo, 25 maggio 1921 – Bellinzona, 10 novembre 2013), scrittore, poeta e traduttore svizzero di lingua italiana. La sua poesia, in parte appartenente al filone post-ermetico, a tratti avvicinata a quella Linea Lombarda, è ricca di grazia musicale e si caratterizza per una sua ironica ambiguità.


sabato 17 maggio 2025

Da un posto all’altro


BRIAN PATTEN

VIAGGIANDO DA UN POSTO ALL'ALTRO

Senza lasciare nulla, nulla davanti;
quando ti fermerai al tramonto
il cielo sarà in rovina,

quando sentirai gli ultimi uccelli
cantare con gole stanche,
pensa a quanto sei fortunato che,

sapendo che saresti arrivato,
siano rimasti svegli per salutarti,
tu che viaggi da un posto all'altro

quando il tardo pomeriggio
entra nel bosco, quando
niente ha davvero importanza.

(da La confessione del piccolo Johnny, 1967)

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Dei versi del poeta inglese Brian Patten un altro poeta, Charles Causley, scrisse che "rivelano una sensibilità profondamente consapevole della possibilità sempre presente del magico e del miracoloso". È il pregio dei versi di Patten, poesie pure dove la speranza sposa l'armonia con il pianeta, come nel caso di chi, arrivando in un posto durante un viaggio, scopra la bellezza del cielo al tramonto come un inatteso portento.

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FOTOGRAFIA © PUBLIC DOMAIN PICTURES

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Amare è l'unico miracolo comune.
BRIAN PATTEN, Poesie d'amore

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Brian Patten (Liverpool, 7 febbraio 1946), poeta e scrittore britannico. È diventato famoso negli anni '60 come uno dei Liverpool Poets e scrive principalmente poesie liriche sui rapporti umani, attraversate dalla consapevolezza di un sempre possibile miracolo. È affermato autore di libri per bambini.


venerdì 16 maggio 2025

Una sola lingua


NELO RISI

SE…

Se io mi mettessi a dipingere e tu a far versi
se io traducessi in inglese la parola amore
se io disponessi i colori ad arte sentirei meno male
se m’ammantassi d’orgoglio in pubblico
se tu evitassi la competizione dei sessi
se tu sapessi ascoltare il silenzio
se io rispondessi al tuo “parlami parlami”
se io avessi il gusto elisabettiano del dramma
se tu avessi più gusto per l’ironia
se tu smettessi di dipingere e io di museggiare
se i miei atti fossero bancari
se le tue azioni crollassero in borsa
se praticassimo una sola lingua invece d’un gergo infernale
se ricominciassimo a vivere come due persone di cuore
se cacciassimo di casa parenti e conoscenti
se io non dormissi quando tu sei desta o viceversa
se cercassimo oltre l’amplesso di conoscerci meglio
se io non fossi così stupidamente paterno
se io leggessi fino in fondo le tue lettere definitive
se tu fossi meno assente e io meno in viaggio
se tu adottassi un bambino invece di tre gatti siamesi…

(da Polso teso, Mondadori, 1956)

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In un rapporto di coppia è necessario confrontarsi, provare a mettersi nei panni dell’altro, visualizzare le rispettive differenze, nel caso venirsi incontro a metà strada per evitare che la relazione si incrini o scoppi, “ascoltarsi e ascoltare” come dice lo stesso Nelo Risi, che visse un lungo matrimonio con la scrittrice ungherese Edith Bruck, che, a sua volta, di lui in Ti lascio dormire, ricorda: “«Non sono come tu mi vorresti», dicevi spesso, «ma gli opposti si attraggono. Non sentirti infelice e non credere che io stia meglio di te, sii indulgente con me, tesoro, luce, sole della mia vita, io sono fatto a modo mio»”.

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EDITH BRUCK E NELO RISI - FOTOGRAFIA © LA CROIX

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Ci vogliono voci forti, / ugole di ferro, oggi, per dire / una sola sommessa parola d’amore.
NELO RISI, Pensieri elementari

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Nelo Risi (Milano, 21 aprile 1920 - Roma. 17 settembre 2015), poeta e regista italiano. Laureato in Medicina, non praticò mai la professione. Partito da una lezione montaliana, si staccò dall’ermetismo trovando il suo spazio espressivo in uno spirito critico, spesso ideologico, capace di indagare con una precisione nitida e scrupolosa gli aspetti psicologici e sociali del vivere.


giovedì 15 maggio 2025

Dammi tu, Roma


RAFAEL ALBERTI

HO LASCIATO TUTTO PER TE

Ah! cchi nun vede sta parte de monno,
Nun za nnemmanco pe’ cche ccosa è nnato
                                                G. G. BELLI

Lasciai per te i miei boschi, la tradita
fila d’ alberi, i cani vigilanti,
e gli anni dell’ esilio più importanti
fino a quasi l’ inverno della vita.

Lasciai un sussulto, lasciai un tremolio,
un fulgore di fuochi non smorzati,
e l’ ombra mia lasciai nei disperati
occhi che sanguinavano all’addio.

Lasciai colombe tristi accanto al rio,
cavalli sotto il sole delle arene,
senza odore del mar, senza vederti.

Lasciai per te tutto ciò che era mio.
Dammi tu, Roma, in cambio delle pene
tutto ciò che ho lasciato per averti.

(da Roma, pericolo per i viandanti, 1968 - Traduzione di Vittorio Bodini)

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Esule dal 1939 in seguito alla guerra civile, il poeta spagnolo Rafael Alberti, soggiornò prima in Francia e poi in Argentina e, dagli Anni Sessanta, in Italia, ad Anticoli Corrado e a Roma, nel quartiere di Trastevere. Alla città eterna chiede qualcosa a compensazione della nostalgia per aver abbandonato l'Argentina e la casa di legno nei boschi di Castelar, dove era rimasto per una ventina d'anni: riceverà un rinnovamento di vita e di poesia, incontrando nuovi amici e scoprendo paesaggi e località che gli resteranno nel cuore una volta rientrato in patria nel 1977.

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FOTOGRAFIA © MIKE68/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Se l'ammirazione per tanta arte / è abbastanza a Roma per divorarti,  / attraversa Roma come fa il vento.
RAFAEL ALBERTI, Roma, pericolo per i viandanti

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Rafael Alberti Merello (El Puerto de Santa María, 16 dicembre 1902 - 28 ottobre 1999), poeta spagnolo. Membro della Generazione del ‘27. Il suo lirismo si evolve da una poesia più intellettuale e astratta alla violenza satirica di opere quali Capital de la gloria (1936-1938) e infine a un più delicato e nostalgico intimismo.


mercoledì 14 maggio 2025

Arrivare in una città


FELIPE BENÍTEZ REYES

LA POESIA

Strano
quanto arrivare in una città
e osservare come la luce
inventa quella città da cui non sei mai
riuscito a partire.

(da Il bagaglio aperto, 1996)

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Per fare poesia bisogna spostare il punto di vista dalla realtà, cercare di intravedere quello che resta celato dietro di essa o che rimane sovrapposto come una di quelle fotografie in doppia esposizione. È quello sguardo diverso che suggerisce il poeta spagnolo Felipe Benítez Reyes.

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EVGENIJ LUSHPIN, "SERA AD ANNECY"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Ciò che una poesia trasmette può dipendere più dal lettore che dalla poesia stessa. Tra un testo e il suo lettore si verifica una sorta di reazione chimica variabile. Leggiamo partendo da ciò che siamo.
FELIPE BENÍTEZ REYES, Fronterad, 6 marzo 2022

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Felipe Benítez Reyes (Rota, 25 febbraio 1960), scrittore e poeta spagnolo. Dopo la laurea in filologia ispanica], ha esordito nel 1982 con la raccolta di liriche Paraíso manuscrito. Autore versatile, nel corso della sua carriera ha pubblicato romanzi, raccolte di racconti e di poesie, libri per ragazzi, saggi e un testo teatrale.


martedì 13 maggio 2025

Gli abiti del mio amore


JUAN GELMAN

FILI SPINATI

A Mara

Nella farandola del vento
stesi gli abiti del mio amore. Quale volo
fece allora il tempo che
ci passammo l’un l’altro/tanto
difficile da afferrare tutto.
Noi siamo in
ciò in cui ci manchiamo. Lì
ci vediamo l’un l’altro
in una strada dove
la luce cade al contrario.

(da Mundar, 2007 - Traduzione di Laura Branchini)

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Esule, la vita segnata dai lutti, dalla solitudine e dal senso di estraniamento, il poeta argentino Juan Gelman si vede costretto a vivere della memoria, a dare una risposta al continuo interrogare dell'assenza, a quell'eco del desiderio che non si spegne mai e che si sopisce soltanto nell'accettazione del proprio destino.

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JEFFREY T. LARSON, "PANNI STESI"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Mi sono abituato a bere la notte lentamente, perché so / che la abiti, non importa dove, popolandola di sogni.
JUAN GELMAN, Violino e altre domande

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Juan Gelman (Buenos Aires, 3 maggio 1930 – Città del Messico, 14 gennaio 2014), poeta, scrittore e giornalista argentino. Vincitore del Premio Cervantes nel 2007, è autore di una poesia esistenziale con accenti lirici e intimisti, divenuta più sociale con l’avvento della dittatura militare (il figlio e la nuora furono sequestrati e uccisi dal regime, la nipote data in adozione) e l’esilio.


lunedì 12 maggio 2025

Ai piedi dell’olmo


ROCCO SCOTELLARO

NOTTE IN CAMPAGNA

Coricàti ai piedi dell’olmo,
il cielo ha meno stelle per il vento.
Le Pleiadi sono incenerite,
l’Orsa è sgangherata
sull’orizzonte pulito.

Io voglio te, niente boccali di vino forte
né l’origano e il sale sul pane.
Tu distesa rimani
ferita da non so chi ti ha giocato a sorte.

(da È fatto giorno, Mondadori, 1954)

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Un amore segreto, come quello con la "figlia del trainante", va in scena nell'ambientazione campestre delle poesie di Rocco Scotellaro: come scrive Silvia Mele, "sono donne non facili da vedere, da incontrare, protette non solo dal loro pudore e dalle tradizioni, ma anche dalla famiglia".

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VINCENT VAN GOGH, "LA SIESTA"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Tu sei, réseda selvaggia, che mi nutri / l’amore che cerco, che mi fai sperare.
ROCCO SCOTELLARO, È fatto giorno

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Rocco Scotellaro (Tricarico, 19 aprile 1923 – Portici, 15 dicembre 1953), scrittore, poeta e politico italiano impegnato nella lotta per miglioramento delle condizioni economiche e sociali dei contadini. La sua poesia è caratterizzata da da un'ambientazione pastorale serena, da un'armonia di immagini e visioni che esaltano la vita bucolica.


domenica 11 maggio 2025

Le linee delle tue mani


MARINO MUÑOZ LAGOS

LA PRIMA VITA

Oggi è una giornata di pioggia
E tu sei qui: insieme guardiamo
la solitudine di un mondo
che non ci appartiene.

Tutto è lontano
quando piove.

Intorno al mio cuore.
le parole si raccolgono
come ciottoli bagnati.

E vorrei essere ancora dentro di te
per sentire le tue pulsazioni,
il soffio del tuo sangue,
il tuo sorprendente risveglio.

Mamma: adesso guardo il cielo
e trovo le linee  delle tue mani.

(da I volti della pioggia, 1970)

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Terrena, calda, alimentata da un umanesimo immediato”: così Omar Lara definì la poesia di Marino Muñoz Lagos. È dell’autore cileno la poesia che ho scelto per celebrare questa giornata tradizionalmente dedicata alle mamme: con raffinata sensibilità sottolinea quel legame stretto che lega ogni figlio e ogni figlia alla madre..


IMMAGINE CREATA CON IA © YAMU JAY/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Giunto, ti dico, madre, / che tu sei come il mare; che sebbene le onde / dei tuoi anni si alternino e ti mutino. / il tuo luogo è il medesimo / al passo del mio cuore.
JUAN RAMÓN JIMÉNEZ, Diario di poeta e di mare

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Marino Muñoz Lagos (Mulchén, 19 luglio 1925 - Punta Arenas, 15 aprile 2017), poeta cileno. Dopo aver conseguito il diploma di maestro elementare, si è stabilito a Punta Arenas, a seguito delle norme della cosiddetta Legge di Difesa Permanente della Democrazia. Le sue poesie hanno per sfondo il paesaggio magellanico con tempeste e marinai.


sabato 10 maggio 2025

I prati al tramonto


EDWARD ESTLIN CUMMINGS

IL VENTO È UNA SIGNORA

Il vento è una Signora dagli
occhi sottili e luminosi (che
si muove) al tramonto
e che-tocca-i-colli
senza motivo

(ho parlato con la
persona vera e verde "Sei
Tu il Vento?" "Sì" "perché tocchi i fiori
come fossero non vivi, come

Loro fossero idee?" "Perché
cose che nella mia mente fioriscono
sotto la più goffa foggia inciamperanno,
paion capaci di fragilità e titubanza

- non credere questi
senza ragione e altrimenti
rose e monti
diversi dall'io sono che vaga

imminente per il mondo rinnovato"
mi disse il vento) che è Una signora vestita
di verde, che; tocca i prati
(al tramonto).

(da  &, 1925)

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Mi capita spesso durante la bella stagione di trovarmi in un campo al tramonto: la sensazione che si prova è proprio quella che esprime il poeta statunitense Edward Estlin Cummings, quella comunanza fisica con la natura, quel sentirla viva, quel suo tocco che sfiora la pelle, quei pensieri che nascono mentre tutto intorno la luce scende a tingere del suo colore caldo i prati e i fiori, il grano e la soia, il mais e i girasoli.

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FOTOGRAFIA © NEIL MORRELL

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Ascoltare il vento dispensa dalla poesia, è poesia.
EMIL M. CIORAN, Taccuino di Talamanca

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Edward Estlin Cummings,  noto anche come e.e. cummings (Cambridge, Massachusetts, 14 ottobre 1894 – North Conway, New Hampshire, 3 settembre 1962),  poeta, drammaturgo, scrittore e saggista statunitense. È celebre per l’uso poco ortodosso delle maiuscole e della punteggiatura, e per il fatto di servirsi delle convenzioni sintattiche in modo avanguardista e innovativo.