"Un tentativo di raggiungere la radice degli oggetti": così considerava la poesia Rosario Castellanos, scrittrice, poetessa e drammaturga messicana nata il 25 maggio 1925 a Città del Messico e morta quarantanovenne a Tel Aviv, dove era ambasciatrice, a causa di un incidente domestico. Paladina dei diritti delle donne e di quelli degli indigeni del Chiapas i suoi versi si bilanciano tra l'indignazione per l'ingiustizia sociale e lo stupore per la meraviglia del creato - misticamente filtrato dalle letture di Santa Teresa d'Ávila, e di Sor Juana Inés de la Cruz - e sul rapporto d'amore e disamore con il marito Ricardo Guerra.
FOTOGRAFIA © VOX
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GLI ADDII
Volevamo imparare l'addio
e abbiamo rotto l'alleanza
che univa l'amico all'amica.
E aumentiamo la distanza
tra gli amici divisi.
Per imparare ad andarcene, camminavamo.
Ci lasciavamo alle spalle le colline, le valli,
i prati verdi.
Guardavamo la loro bellezza
ma non siamo rimasti.
(da Poesie, 1957)
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NOSTALGIA
Adesso sono tornata.
Ho portato ciò che l'onda, per infrangersi, porta
— sale, schiuma e fragore —,
e ho toccato con le mie mani un essere vivente;
il silenzio.
Eccomi qui a sospirare
come chi ama e ricorda ed è lontano.
(da Letteralmente, 1959)
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Altre poesie di Rosario Castellanos sul :Canto delle Sirene:
LA FRASE DEL GIORNO
Non è che il poeta cerca la solitudine, è che la trova.
ROSARIO CASTELLANOS
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Rosario Castellanos Figueroa (Città del Messico, 25 maggio 1925 - Tel Aviv, Israele, 7 agosto 1974), scrittrice, poetessa e diplomatica messicana, inserita nella Generazione dei ‘50, è considerata una delle voci più importanti del XX secolo, impegnata nelle lotte per i diritti delle donne e degli indigeni.

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