RAFAEL ALBERTI
HO LASCIATO TUTTO PER TE
Ah! cchi nun vede sta parte de monno,
Nun za nnemmanco pe’ cche ccosa è nnato
G. G. BELLI
Lasciai per te i miei boschi, la tradita
fila d’ alberi, i cani vigilanti,
e gli anni dell’ esilio più importanti
fino a quasi l’ inverno della vita.
Lasciai un sussulto, lasciai un tremolio,
un fulgore di fuochi non smorzati,
e l’ ombra mia lasciai nei disperati
occhi che sanguinavano all’addio.
Lasciai colombe tristi accanto al rio,
cavalli sotto il sole delle arene,
senza odore del mar, senza vederti.
Lasciai per te tutto ciò che era mio.
Dammi tu, Roma, in cambio delle pene
tutto ciò che ho lasciato per averti.
(da Roma, pericolo per i viandanti, 1968 - Traduzione di Vittorio Bodini)
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Esule dal 1939 in seguito alla guerra civile, il poeta spagnolo Rafael Alberti, soggiornò prima in Francia e poi in Argentina e, dagli Anni Sessanta, in Italia, ad Anticoli Corrado e a Roma, nel quartiere di Trastevere. Alla città eterna chiede qualcosa a compensazione della nostalgia per aver abbandonato l'Argentina e la casa di legno nei boschi di Castelar, dove era rimasto per una ventina d'anni: riceverà un rinnovamento di vita e di poesia, incontrando nuovi amici e scoprendo paesaggi e località che gli resteranno nel cuore una volta rientrato in patria nel 1977.
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FOTOGRAFIA © MIKE68/PIXABAY
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LA FRASE DEL GIORNO
Se l'ammirazione per tanta arte / è abbastanza a Roma per divorarti, / attraversa Roma come fa il vento.
RAFAEL ALBERTI, Roma, pericolo per i viandanti
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Rafael Alberti Merello (El Puerto de Santa María, 16 dicembre 1902 - 28 ottobre 1999), poeta spagnolo. Membro della Generazione del ‘27. Il suo lirismo si evolve da una poesia più intellettuale e astratta alla violenza satirica di opere quali Capital de la gloria (1936-1938) e infine a un più delicato e nostalgico intimismo.
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