GIORGIO ORELLI
ASSENZA
Nulla scoprire. Amare il primo verde
di robinia. Non cercare se il fiume
più oltre si fa schiuma, né se nuova
avidità le pecore sospinge
a branchi sulle balze.
Essere il vecchio che socchiude gli occhi
poggiato al suo rastrello, o la lenta
salamandra che mena per i ciottoli
la sua inusitata allegrezza di polvere.
(da L’ora del tempo, 1962)
.
Nelle poesie di Giorgio Orelli, autore ticinese, c’è un rapporto armonico tra l’uomo e la natura, e non può essere altrimenti visto quell’angolo di Svizzera formato dalla Val Bedretto e dalla Val Leventina, zona di fieno per il bestiame, di “orti dove latte luccicano frenetiche”, di capre e pecore che pascolano tranquille. E quell’armonia, quella tranquillità sogna Orelli, che vorrebbe essere salamandra tra i ciottoli o il vecchio contadino assorto che diventa parte integrante del paesaggio.
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VINCENT VAN GOGH, "FATTORIA IN PROVENZA"
.
LA FRASE DEL GIORNO
O soltanto si tratta della luce / e niente c’è di nuovo, / se non l’erba che fumiga strepita, / la scolopendra dal rosso ventre / che agita folle i piedi nell’azzurro.
GIORGIO ORELLI, L’ora del tempo
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Giorgio Orelli (Airolo, 25 maggio 1921 – Bellinzona, 10 novembre 2013), scrittore, poeta e traduttore svizzero di lingua italiana. La sua poesia, in parte appartenente al filone post-ermetico, a tratti avvicinata a quella Linea Lombarda, è ricca di grazia musicale e si caratterizza per una sua ironica ambiguità.
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