martedì 28 febbraio 2023

Quell’amore


MÄRTA TIKKANEN

AMORE E AMORE

Amore e amore -
come se l'amore fosse uno solo
unico
un amore dalla forma certa
stabilita e approvata

l'amore tra due
che si fondono l'uno nell'altro
finché nessuno di loro si distingue più
l'amore tra due
che voltano le spalle al mondo

l'amore che rende irraggiungibili
e irresponsabili
l'amore che è murato
e si sente autosufficiente
l'amore che conosce il suo valore
solo quando lascia fuori gli altri

Quell'amore non è mai stato mio
quell'amore è morto

(da La storia d'amore del secolo, 1978)

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Fa una specie di compendio d'amore la poetessa finlandese Märta Tikkanen. Questi sono i tipi, ci dice: quelli che si fondono e diventano una cosa sola, quelli che si isolano egoisticamente lasciando il mondo all'esterno, quelli che si allontanano, che non conoscono responsabilità, eccetera. A lei è toccato un marito alcolizzato cui ha voluto stare vicino, tenendo insieme la famiglia e attraversando insieme la tempesta con resilienza.

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FOTOGRAFIA © RICHARD TUSCHMAN

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  LA FRASE DEL GIORNO 

L'amore è fisica, il matrimonio è chimica.
ALEXANDRE DUMAS FIGLIO

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Märta Eleonora Tikkanen nata Cavonius (Helsinki, 3 aprile 1935), poetessa finlandese di lingua svedese. Giornalista di Hufvudstadsbladet dal 1956 e in seguito insegnante di svedese, è celebre soprattutto per la raccolta autobiografica La storia d’amore del secolo e per il romanzo Gli uomini non possono essere stuprati.


lunedì 27 febbraio 2023

Del treno quando è partito


NANCY BACELO

NEBBIA CHE SALE LEGGERA

Nebbia che sale leggera
- non dico quando dal ricordo
si leva la nostalgia dico
solo i pellegrini quelli
che si ricordano
del treno quando è partito

(da I musicisti continuano a suonare, 1983)

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L'immagine che rimane impressa di questa brevissima poesia di Nancy Bacelo è certamente quella della chiusa: la distrazione, la filosofica alienazione di quei viaggiatori sbadati. L'associazione di idee porta - più dell'altra analogia con il ricordo e la nostalgia - all'indeterminatezza della nebbia.

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FOTOGRAFIA © LUM3N/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Come se nessuno sentisse / più della propria musica / — dimenticata prima e completamente — / dirigendo l'orchestra / senza bacchetta e nudi.
NANCY BACELO, I musicisti continuano a suonare

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Nancy Bacelo (José Batlle y Ordóñez, 10 luglio 1931 - 1° settembre 2007), scrittrice e poetessa uruguaiana. Nel 1961 organizzò la Feria Nacional de Libros, Grabados, Dibujos y Artesanías, spazio culturale di diffusione letteraria e artistica, unico mezzo di trasmissione delle sue poesie, che terminò con la sua scomparsa.


domenica 26 febbraio 2023

Bevo il mio tè


LIN HUIYIN

SEDUTA IN SILENZIO

L'inverno ha una sua ragione
il freddo è come un fiore -
un fiore ha il suo profumo, l'inverno un pugno di ricordi.
L'ombra di un ramo secco, come un esile fumo azzurro,
dipinge una sola pennellata sulla finestra del pomeriggio.
Al freddo, la luce del sole diventa pallida e lentamente si inclina.
E così
bevo il mio tè in silenzio
come in attesa che un ospite parli.

1936

(da The collected poems of Lin Huiyin, 1985)

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Un romantico momento di pace mentre fuori il sole d'inverno dipinge i colori del tramonto: una tazza di tè è la compagna delle riflessioni della poetessa-architetto cinese Lin Huiyin, immersa nella silenziosa e calda atmosfera della casa.

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FOTOGRAFIA © PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Se il mio cuore è un fiore di loto con una candela accesa nel mezzo / allora, anche se è luce di taglio, voglio  che mostri orgoglioso la sua gloria.
LIN HUIYIN, Sogni sotto la lampada di loto

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Lin Huiyin,conosciuta anche come Phyllis Lin o Lin Whei-yin durante il periodo trascorso negli Stati Uniti (Hangzhou, 10 giugno 1904 – 1º aprile 1955), architetto, storica dell'architettura e scrittrice cinese, autrice di poesie, saggi, racconti e opere teatrali, apprezzati per la loro sottigliezza, bellezza e creatività.


sabato 25 febbraio 2023

L’acqua tenera


GIOCONDA BELLI

COME GIARA

Nei giorni buoni
di pioggia,
i giorni in cui ci amammo
totalmente,
in cui ci aprimmo
l'un l'altra
come grotte segrete;
in quei giorni, amore
il mio corpo come giara
raccolse tutta l'acqua tenera
che spargesti su di me
e adesso,
in questi giorni secchi
in cui la tua assenza duole
e screpola la pelle,
e l'acqua esce dai miei occhi
piena del tuo ricordo
a rinfrescare l'arsura del mio corpo
così vuoto e così pieno di te.

(da L’occhio della donna, 1990 – Traduzione di Emilio Coco)

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Il corpo come serbatoio di piacere e di felicità da ammassare per quando ci saranno giorni bui, per quando sarà l’assenza a regnare e soltanto il ricordo potrà placare la sofferenza e la lontananza, come l’acqua che dà sollievo a terra inaridita: la poetessa nicaraguense Gioconda Belli gioca con questa bella immagine dei giorni di pioggia e dei giorni secchi e trasforma in pianto l’acqua della passione.

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RAQUEL STOKES, "OFELIA"

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Solo l'amore resisterà / alimentando silenziosamente la lampada accesa, / il canto annodato nella gola, / la poesia annodata nella gola, / nella carezza del corpo abbandonato.
GIOCONDA BELLI, Linea di fuoco

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Gioconda Belli (Managua, 9 dicembre 1948), poetessa, scrittrice e attivista nicaraguense. Annoverata tra le più importanti scrittrici dell’America Latina, nella sua produzione ricorrono spesso i temi della lotta sandinista e dell’emancipazione femminile e  il rapporto tra l'America precolombiana e il Sud America attuale.


venerdì 24 febbraio 2023

Un raggio di sole


PIERRE REVERDY

SOLE

          Qualcuno è appena partito
Nella stanza
                   Rimane un sospiro
La vita deserta
              La via
                 E la finestra aperta
Un raggio di sole
Sul prato verde

(da Tetti di ardesia, 1918)


Del poeta francese Pierre Reverdy, cubista e surrealista, Pablo Picasso affermò che scriveva come un pittore. Lui dal canto suo teorizzava che “l’immagine è una pura creazione della mente”. Basta una finestra aperta in una stanza vuota per creare la giustapposizione di “potenza emotiva” e “realtà” in quella che appare come una natura morta cubista. Il poeta non pensa, ma osserva soltanto, registrando la manifestazione poetica.

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EDWARD HOPPER, "SOLE IN UNA STANZA VUOTA"
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  LA FRASE DEL GIORNO 

La poesia si fissa con l'aiuto delle parole, con il solo aiuto delle parole, e la trappola della poesia è la parola. Basta una parola per uccidere la poesia più bella.
PIERRE REVERDY, Alla rinfusa




Pierre Reverdy (Narbona, 11 settembre 1889 – Solesmes, 17 giugno 1960), poeta e aforista francese. Legato al cubismo e al dadaismo, fu uno dei precursori del surrealismo. Le sue opere tendono a privilegiare la verità poetica sulla realtà, a ridurre, in un linguaggio semplice e rigoroso, il divario fra sentimento ed espressione,


giovedì 23 febbraio 2023

La tua parola segreta


ELDRID LUNDEN

DEVI DECIDERE

Devi decidere ora
se vuoi parlare
O preferisci lasciare che sia il linguaggio
a esprimere chi sei.

La tua parola segreta
non è più segreta
appartiene a tutti noi.

(da Ricognizione, 1982)

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"Che sia il linguaggio a esprimere chi sei": come nota la poetessa norvegese Eldrid Lunden, è questa l'arte di chi scrive, lasciare che il proprio io trabocchi sulla pagina. Anche quando parla d'altri - non a caso Flaubert andava ripetendo che "la Bovary c'est moi". Scrivere dunque significa rivelare il proprio intimo,  senza mantenerne i segreti.

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ROBIN WETHE ALTMAN, "DONNA ALLO SCRITTOIO"

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Creo il mondo / quando parlo con il mio vicino / e quando scrivo una poesia.
ELDRID LUNDEN




Eldrid Lunden (Naustdal, 5 ottobre 1940) poetessa norvegese di lingua nynorsk. Laureata in Filologia, per molti anni è stata docente di scrittura ed esponente di spicco della rivista Profil; è considerata uno dei poeti più importanti della Norvegia all'interno del modernismo.


mercoledì 22 febbraio 2023

Un nostro tempo di neve


MARGHERITA GUIDACCI

NESSUNA PAROLA

Poiché non mi veniva nessuna parola
(la parola era «addio», ma non riuscivo a dirla)
ti ho dato il mio silenzio
ed ho ascoltato il tuo,

e non è stato un vuoto, ma condivisa pienezza
e ancora gioia, mentre accettavamo,
come la terra, un nostro tempo di neve, 
bianco grembo d'attesa delle future estati.

(da Inno alla gioia, Centro Internazionale del Libro, 1983)

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Durante la guerra, Margherita Guidacci conobbe un giovane soldato proveniente dal Cile, in cerca di qualcuno che potesse tradurre in italiano versi di Gabriela Mistral. Il reciproco amore fu stroncato prima dalla guerra - Francisco conobbe addirittura gli orrori del fronte russo - e poi dal ritorno in patria di lui nel primo dopoguerra.  Spesso i versi della Guidacci sono espressione di abbandono, di rinuncia: lo sono ancora di più come in questo caso in cui racconta l'addio. Eppure, dopo tante traversie, Francisco ritroverà Margherita, in seguito a una lunga e fortunosa ricerca, molti anni dopo.

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JAMES TISSOT, "ASPETTANDO IL TRAGHETTO"

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Chi grida sull’alto spartiacque è udito da entrambe le valli / Perciò la voce dei poeti intendono i viventi ed i morti. La poesia può dunque unire le due sponde.
MARGHERITA GUIDACCI, L'angelo e la sabbia

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Margherita Guidacci (Firenze, 25 aprile 1921 – Roma, 19 giugno 1992), poetessa e traduttrice italiana. Dopo la crisi del suo matrimonio, negli Anni’60, superò un decennio di grave sofferenza psichica che culminò nel ricovero in una clinica neurologica. Tra i poeti da lei tradotti John Donne, Emily Dickinson, T.S. Eliot ed Elizabeth Bishop.


martedì 21 febbraio 2023

Teste pesanti e lievi gobbe


GIORGIO ORELLI

CARNEVALE A PRATO LEVENTINA

È questa la Domenica Disfatta,
senza un grido né un volo dagli strani
squarci del cielo.
                                Ma le lepri
sui prati nevicati sono corse
invisibili, restano dell'orgia
silenziosa i discreti disegni.
I ragazzi nascosti nei vecchi
che hanno teste pesanti e lievi gobbe
entrano taciturni nelle case
dopocena; salutano con gesti
rassegnati.
                     Li seguo di lontano,
mentre affondano dolci nella neve.

(da L’ora del tempo, 1962)

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Quello che racconta il poeta svizzero Giorgio Orelli è “Ul Carnoé de Léras”, carnevale di rito ambrosiano (celebrato non il martedì grasso ma il sabato seguente) che va in scena nel comune ticinese di Prato Leventina, località situata oltre i 1.000 metri di altitudine e quindi vocata alle attività sciistiche. Lì il padre dal 1939 fu segretario comunale e, in seguito, il paese divenne il “posto di vacanza” della famiglia. E anche questo carnevale ormai finito va a comporre quelli che Luciano Anceschi, parlando della poetica di Orelli, definì “i frammenti del quotidiano”.

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FOTOGRAFIA © VIAGGIAMO

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Il mondo è tutto in maschera; tutto l'anno è carnevale.
MARIANO JOSÉ DE LERRA




Giorgio Orelli (Airolo, 25 maggio 1921 – Bellinzona, 10 novembre 2013), scrittore, poeta e traduttore svizzero di lingua italiana. La sua poesia, in parte appartenente al filone post-ermetico, a tratti avvicinata a quella Linea Lombarda, è ricca di grazia musicale e si caratterizza per una sua ironica ambiguità.


lunedì 20 febbraio 2023

Giardiniere dell’istante perduto


GUY GOFFETTE

O. MANDEL’ŠTAM

Al lettore sconosciuto
ho designato non il verso liscio
ma la sua cesura
questa breccia nel muro dei venti
dove resto
un mazzo di rose in mano
giardiniere dell’istante perduto
e ragioniere infinito
della luce inconsolabile
sotto la palpebra del cieco.

(da Elogio di una cucina di provincia, 1988)

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Il poeta russo Osip Mandel’štam è molto apprezzato dai “colleghi”: sul blog c’è già il tributo di Adam Zagajewski; Paul Celan lo definì con sole tre parole: “Mandel’štam: / vetro, fiato, scritto”. Questo è il tributo del poeta belga Guy Goffette, che fa suoi certi stilemi del russo.

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M. A. REILLY, "OSIP MANDEL’ŠTAM"
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  LA FRASE DEL GIORNO 

I poeti hanno sempre ragione. La storia è dalla loro parte.
OSIP MANDEL’ŠTAM

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Guy Goffette (Jamoigne, 18 aprile 1947) poeta e scrittore belga. Insegnante, libraio, editore, vive e lavora a Parigi. Yves Bonnefoy lo ha battezzato “erede di Verlaine”, capace di mantenere “le cose semplici, meravigliosamente in grado di catturare le emozioni e i desideri comuni a tutti noi”.


domenica 19 febbraio 2023

Solo così


JACK GILBERT

LA POESIA È UNA SPECIE DI MENZOGNA

La poesia è una specie di menzogna,
necessariamente. A profitto del poeta
o  della bellezza. Ma anche in essa
la verità può essere detta solo così.

Quelli che mirabilmente rifiutano
di falsificare (come quelli che non arrischiano
pretese) sono esclusi
dal dire anche così tanto.

Degas ha detto che non ha dipinto
ciò che ha visto, ma ciò che
avrebbe fatto vedere
agli altri.

(da Visioni del pericolo, 1962)

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Il tema principale di Visioni del pericolo, opera di Jack Gilbert del 1962, è l'arte stessa della poesia, la questione è la comunicazione. Nella prima poesia della raccolta il poeta statunitense narra la storia del re del Siam che ai cortigiani che non gli piacevano regalava un delicato elefante bianco: allevare il raro animale portava alla rovina. Questo dono è la poesia - dice Gilbert - e chi lo riceve deve esprimere la verità in una società che è divenuta ostile e cieca.

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EDGAR DEGAS, "PAESAGGIO, SOLE AL TRAMONTO"

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Dobbiamo disimparare le costellazioni per vedere le stelle.
JACK GILBERT, I grandi fuochi

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Jack Gilbert (Pittsburgh, Pennsylvania, 18 febbraio 1925 - Berkeley, California, 13 novembre 2012), poeta statunitense. Amico di Allen Ginsberg e Jack Spicer, non fu però vicino al movimento beat. Si è descritto come un "romantico serio" e un "contadino della poesia".


sabato 18 febbraio 2023

Giampiero Neri


“Scrivo poesia in prosa”: questa lapidaria dichiarazione fotografa perfettamente l’attività poetica di Giampiero Neri, scomparso il 14 febbraio all’età di 95 anni. Fratello dello scrittore Giancarlo Pontiggia – il suo vero nome era infatti Giampietro Pontiggia – fu da questi esortato a pubblicare i suoi testi: i primi furono editi nel 1971 consentendogli di essere annoverato come il decano di quella che fu definita la quarta generazione della “linea lombarda” con Orelli, Erba e Loi. I suoi versi di persona schiva e solitaria attrassero critici come Giovanni Giudici, che ne apprezzò lo stile austero e severo. Quell’asciuttezza rimane il suo stilema, sempre sul filo della memoria e dell’osservazione della natura.

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FOTOGRAFIA © LA PROVINCIA

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L’ASPETTO OCCIDENTALE DEL VESTITO

A Giancarlo Majorino

Corso Donati, il metrò
scava diverse gallerie ai giardini
radici che non dissero inutilmente
le ossa di qualche romano in provincia
e una valigia di fibra
la ferrovia della stazione Nord,
ora non ricordo tutti i particolari
un tempo passato corre via dietro gli alberi.

(da L’aspetto occidentale del vestito, Guanda, 1976)

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DALLO STESSO LUOGO

alla memoria di Edoardo Persico
(Napoli 1900 – Milano 1936)

Come l’acqua del fiume si muove
contro corrente vicino alla riva
si disperde dentro fili d’erba
lontana dal suo centro
la memoria fa un cammino a ritroso
dove una materia incerta
torna con molti frammenti
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(da Dallo stesso luogo, Coliseum, 1992)

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Poter scrivere ci salva. Quando proviamo certi sentimenti dobbiamo asservirli alla scrittura per trasmetterli, perché vogliamo che altri sentano quel che sentiamo noi.
GIAMPIERO NERI, Il Foglio, 20 giugno 2021




Giampiero Neri, pseudonimo di Giampietro Pontiggia (Erba, 7 aprile 1927 – Milano, 14 febbraio 2023), poeta italiano. Austera e severa, la sua poesia pratica l'osservazione di uno spazio rarefatto, spesso quello della sua città natale, diventa nei suoi versi la scena dell'amore e della vita, in lampi di intimità con il lettore.


venerdì 17 febbraio 2023

Il canto irresistibile


MARGARET ATWOOD

IL CANTO DELLA SIRENA

Questo è l'unico canto che tutti
vorrebbero imparare: il canto
irresistibile:

il canto che costringe gli uomini
a saltare fuori bordo a frotte
anche se vedono i teschi spiaggiati

il canto che nessuno conosce
perché chi l'ha ascoltato
è morto, e gli altri non ricordano.

Devo dirti il segreto
e se lo faccio, mi libererai
da questo vestito da uccello?

Non mi diverto qui
accovacciata su quest'isola
dall'aspetto suggestivo e mitico

con queste due pazze pennute,
non mi piace cantare
in questo trio, fatale e prezioso.

Dirò il ​​segreto
a te, a te soltanto.
Avvicinati. Questo canto

è un grido di aiuto: aiutami!
Solo tu, solo tu puoi,
sei il solo

alla fine. Ahimè
è una canzone noiosa
ma funziona ogni volta.

(da Tu sei felice, 1974)

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Questo blog si chiama Il canto delle Sirene perché intende come tale canto la poesia e un tempo aveva come slogan il celebre verso dell’Odissea “Ferma la tua nave e il nostro canto ascolta”. Ma quale può essere la canzone intonata dalle Sirene cui Odisseo, per resistere, si fece legare dai suoi marinai all’albero maestro? La poetessa e scrittrice canadese Margaret Atwood rovescia i ruoli e propone una visione che attinge alle dinamiche della relazione uomo/donna, con tutti gli annessi sociali che essa ha implicato nel corso dei secoli e che implica tuttora. Si rovescia anche la prospettiva: la Sirena, quella della tradizione greca, non è più un mostro, un uccello piumato con testa di donna, ma una donna in un vestito da uccello. Il finale è comunque lo stesso, il solito drammatico schiantarsi dell’ascoltatore, incapace di resistere al suo canto.

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KATHRYN ST CLAIR, "SIRENA"

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Ferma la nave, ascolta la nostra voce. / Nessuno è mai passato di qui con la sua nave / senza ascoltare il nostro canto dolcissimo: / ed è poi ritornato più lieto e più saggio.
OMERO, Odissea

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Margaret Eleanor Atwood (Ottawa, 18 novembre 1939), poetessa, scrittrice e ambientalista canadese. Fondamentale nella sua opera è il tema della donna, della sua liberazione e del cambiamento dei ruoli sessuali. Parallelo è il tema della terra canadese, che compare come luogo reale e allo stesso tempo mitico e immaginario.


giovedì 16 febbraio 2023

Tutte le mie tasche


ERNST JANDL

TASCHE

guarda tutte le mie tasche.
in questa tengo cartoline illustrate.

in questa due orologi
il mio tempo e il tuo.

in questa un dado.
23 occhi vedono meglio di due.

puoi immaginare
quante paia di occhiali mi porto dietro.

(da Dingfest, 1973)

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Comico, satirico e grottesco, il poeta austriaco Ernst Jandl, la cui opera prese avvio dall’influenza del dadaismo, raggiunse uno sperimentalismo poetico che rendeva al suo massimo nelle declamazioni pubbliche che realizzava con la sua compagna Friederike Mayröcker. E dunque, con questa lettura, nelle sue tasche c’è un inventario di oggetti apparentemente inutili ma che in realtà racchiudono altro: il ricordo e il viaggio, il tempo e l’amore, il caso e la sorte, sdrammatizzati però dall’ironia dei due versi finali.

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MAX ERNST, "SENZA TITOLO"

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  LA FRASE DEL GIORNO 

La vendetta del linguaggio è la poesia.
ERNST JANDL, Peter e la mucca




Ernst Jandl (Vienna, 1º agosto 1925 – 9 giugno 2000), poeta, scrittore e traduttore austriaco, compagno di vita e d’arte di . Influenzato dal dadaismo, si dedicò alla poesia d’avanguardia ritraendo con ironia la realtà contemporanea, nei suoi risvolti più drammatici e in quelli quotidiani.


mercoledì 15 febbraio 2023

Dal tanto amarti, mare


MEIRA DELMAR

VERDE MARE

1

Dal tanto amarti, mare,
il mio cuore è divenuto
marinaio.
E mi inizia a cantare
sui pennoni d'oro
della luna, nel vento.
Qui la voce, il canto.
il cuore lontano
dove risuonano i tuoi passi
lungo le rive del porto.
Dal tanto amarti, mare,
la tua assenza mi fa soffrire
fin quasi a farmi piangere.

2

Mare!
Ed è come se, all'improvviso,
fosse tutto chiaro.
Angeli nudi. angeli
di brezza e luce. Il canto
dell'acqua che danza
sarabanda di cristallo

Isole, onde, conchiglie.
Bianco grido di sale…

E il cuore, battito
dopo battito, dice Mare!

(da Verità del sogno, 1946)

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Il mare è un retaggio che portiamo dentro. La poetessa colombiana Meira Delmar – non ha evidentemente scelto a caso questo pseudonimo – lo ama, lo canta, lo chiama: “Queste onde che arrivano lentamente / una dopo l’altra, come / le note di una scala, / sono forse quelle che mi venivano / incontro sulla spiaggia / lontana dell’infanzia?”  Di più: lo sente dentro di sé, in ogni battito del cuore, perché “il mare è uno solo” anche se cambia di nome e di aspetto.

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FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Dico il tuo nome, mare arroventato / dal sole e da questa gioia crescente / e il mio cuore innamorato sente /del palpito più chiara la presenza.
MEIRA DELMAR, Passa qualcuno




Olga Isabel Chams Eljach (Barranquilla, 21 agosto 1922 - 18 marzo 2009),  poetessa colombiana di origini libanesi, sin dal 1937 usò lo pseudonimo Meira Delmar. Professoressa di Storia dell’Arte e Letteratura, diresse per molti anni la Biblioteca Pubblica dell’Atlantico. Le sue poesie sono caratterizzate da una sensualità di fondo.


martedì 14 febbraio 2023

Valentina per te


ROBERT CREELEY

VALENTINA PER TE

Da dove, fino dove
il pensiero da fare -

Da dove, per dove
persino i significati ora mentono

Come, dove
queste speranze di riconciliare il cielo -

Anche la strada cambia
senza di te, anche il giorno.

(da Sulla Terra, 2006)

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La "Valentina" - i lettori dei Peanuts lo sanno conoscendo i vani affanni amorosi di Charlie Brown per la Ragazzina dai capelli rossi - è un biglietto decorativo che si invia nella tradizione anglosassone e francese a chi si ama per San Valentino. In poesia vi sono esempi di Gertrude Stein ("Molto bella è la mia valentina,  / molto bella e molto mia"), di E. E. Cummings ("La tua valentina / mi rende più felice di me", Poe, Emily Dickinson, Elizabeth Bishop, Louis Zukofsky ("Molte altre felici valentine. / Quante? / Contare 'ultima / non ha senso"), Charles d'Orléans. Quella scelta per questo San Valentino è dedicata da Robert Creeley, poeta statunitense postmoderno.

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IMMAGINE © PUBLICDOMAINPICTURES

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Oh amore, dove mi conduci ora?
ROBERT CREELEY

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Robert Creeley (Arlington, Massachusetts, 21 maggio 1926 – Odessa, Texas, 2 aprile 2005), poeta statunitense, tra i maggiori esponenti della lirica postmoderna. Viaggiò in Europa e Asia vivendo per quarant’anni in Giappone, dove apprese la filosofia buddhista e lo zen. È spesso accostato ai poeti della Black Mountain, pur essendone lontano stilisticamente.


lunedì 13 febbraio 2023

L’infinita bugia


IDEA VILARIÑO

EPPURE

Prendo il tuo amore
eppure
ti do il mio amore
eppure
avremo sere notti
ebbrezze
estati
tutto il piacere
la felicità
la tenerezza.
Eppure.
Ci mancherà sempre
l’infinita bugia
il sempre.

1961

(da Di rose che si aprono nell'acqua, Bompiani, 2021 - Traduzione di Laura Pugno)

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"La notte non era il sogno / Era la sua bocca / Era il suo bel corpo spogliato / dei gesti inutili / (...) / Ed era il suo amore / che mi invadeva così lento / così misterioso": Idea Vilariño, poetessa uruguaiana che ebbe una lunga e travagliata relazione con il poeta Juan Carlos Onetti, cantava la necessità dell'amore e contemporaneamente la sua impossibilità, la sua finitezza.

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MARC CHAGALL, "GLI INNAMORATI DI VENCE"

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Forse / si può vivere / come un lungo amore / una vita intera.
IDEA VILARIÑO, Poesie d'amore

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Idea Vilariño Romani (Montevideo, 18 agosto 1920 – 28 aprile 2009), poetessa, saggista e critica letteraria uruguaiana. Appartenne al gruppo della Generazione del ‘45 con Juan Carlos Onetti e Mario Benedetti. Le sue poesie sono spesso caratterizzate da una introspezione intima. Pur accettando i premi conferiti, rifiutò di rilasciare interviste, di fare promozione ai propri libri e di commentare la sua poetica.


domenica 12 febbraio 2023

Quello che matura e brilla


RUBÉN SEVLEVER

MI ABBAGLIANO SOLO

Mi abbagliano solo
il canto circolare
delle lucide fontane
nella piazza silenziosa,
il tardo passaggio dei viaggiatori
di se stessi,
la profondità dell'aria
prigioniera dei piccoli giardini.

Mi abbagliano il sole appollaiato
su intimi sottotetti,
il fumo che sale
nei cieli del villaggio,
i solchi del sentiero meditato.

Mi abbaglia solo
quello che matura e brilla
senza rumore.

(da Poesie scelte e altri scritti, 2012)

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La natura della poesia fa sì che scorra senza impedimenti” scrisse nei suoi Frammenti di un diario poetico Rubén Sevlever: la poesia fluisce da sé in questo paesaggio cittadino dopo l’illuminazione iniziale, è allora che il poeta si fa da parte e può davvero, senza più vincoli e autonomamente, “esprimersi l’inesprimibile”.

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EVGENIJ LUSHPIN, "SAN FRANCISCO, PARADISO DEI TRAM
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  LA FRASE DEL GIORNO 

Un sistema di riflessi nel cielo opaco della mente segna l'inizio del divenire poetico.
RUBÉN SEVLEVER, Frammenti di un diario poetico




Rubén Sevlever (Rosario, 1932 – 29 gennaio 2011), poeta argentino. Direttore della rivista Pausa, nel 1960 aprì la libreria Aries, che divenne un centro culturale e poetico. La sua poesia, fortemente astratta, cerca continuamente di eludere il tempo umano per eternizzarsi in un tempo proprio.



sabato 11 febbraio 2023

Per una striscia di cielo


WISŁAWA SZYMBORSKA

PER QUALCOSA DI PIÙ

Per qualcosa di più
dell’impeto dei confini,
del fruscio delle bandiere,
– del Suo trionfo soldatesco, tracotante.

Per qualcosa di più
della rivincita dell’inno,
del senso dei destini,
– della Sua vendetta, rapida e sprezzante.

Per qualcosa di più
della Sua – festa.

Per qualcosa di più,
– per il Suo: Giorno Feriale.

... per il fumo dei camini,
per il libro estratto senza paura,
per una striscia di cielo limpido
lottiamo.

1944

(da Canzone nera, Adelphi, 2022 - Traduzione di Linda Del Sarto)

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Canzone nera è la primissima raccolta di Wisława Szymborska, non pubblicata perché dopo la guerra l'Unione degli scrittori polacchi impose come unico stile il realismo socialista: la giovane poetessa vi legge gli avvenimenti della Storia quasi facendone una cronaca poetica in diretta. Siamo naturalmente nella martoriata Varsavia del 1944, quando la resistenza polacca insorse per 63 giorni contro i tedeschi prima di venire sopraffatta e  di subire la violentissima rappresaglia nazista con la deportazione degli abitanti e la quasi totale distruzione della città.

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FOTOGRAFIA © FLASHBAK

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Le mani, chiamate a reggere il peso del mondo, / lo sanno: il mondo rivivrà senza spettri di guerra, / per gli anni calpestati pagherà fino in fondo, / e credono in un nuovo ordine e ritmo.
WISŁAWA SZYMBORSKA, Canzone nera

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Wisława Szymborska (Kórnik, 2 luglio 1923 – Cracovia, 1º febbraio 2012), poetessa e saggista polacca, insignita del Premio Nobel per la Letteratura nel 1996 “per una poesia che, con ironica precisione, permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti d'umana realtà”.


venerdì 10 febbraio 2023

Strane domande


MARY OLIVER

LA FALENA, I MONTI, I FIUMI

Chi può immaginare la tristezza della luna che vive così
brevemente? Chi può indovinare l'impazienza della pietra
desiderosa di essere macinata, di essere parte
di qualcosa di più vivo? Chi può intuire in quale
pesantezza i fiumi ricordano la loro originaria chiarezza?

Strane domande, eppure ho trascorso
del tempo utile con esse. E le suggerisco anche a te,
perché il tuo spirito cresca in curiosità, perché la tua vita
sia più ricca di quanto non sia, perché tu ti chini a terra
per sentire com'è in realtà, poiché noi - così astuti
e ambiziosi, egoisti e sfrenati - siamo solo
un disegno del movimento, il più vivace.

(da Un migliaio di mattine, 2012)

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La vita, la natura, sono in continua evoluzione: la poetessa statunitense Mary Oliver, sulle orme di Walt Whitman e Henry David Thoreau, ci invita a rendercene conto, a immergerci maggiormente in questo mondo in cui viviamo e, certamente, ad amarlo e rispettarlo, abbandonando le nostre piccole beghe e i nostri interessi, la nostra astuzia malevola ed egoista.

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FOTOGRAFIA © 12019/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Non so esattamente cosa sia una preghiera. / So prestare attenzione, cadere / nell'erba, inginocchiarmi nell'erba, / essere oziosa e beata, passeggiare tra i campi.
MARY OLIVER, Casa di luce

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Mary Oliver (Maple Heights, Ohio, 10 settembre, 1935 – Hobe Sound, Florida, 17 gennaio 2019), poetessa statunitense, vincitrice del National Book Awards 1992 e del Premio Pulitzer 1984, è autrice di 32 raccolte poetiche e di quattro saggi sulla poesia. Il New York Times l’ha definita “Di gran lunga, la poetessa di questo paese che ha venduto di più”.


giovedì 9 febbraio 2023

Un tulipano vermiglio


KENNETH REXROTH

CONFUSIONE

per Nancy Shores

Passo davanti a casa tua in una lenta alba vermiglia,
le persiane sono spalancate e le finestre sono aperte.
la dolce brezza del lago
è come il tuo respiro sulla mia guancia.
Cammino tutto il giorno sotto la pioggia intermittente.
Colgo un tulipano vermiglio nel parco deserto,
Lucenti gocce di pioggia si aggrappano ai suoi petali.
Alle cinque la città si tinge di un colore solitario.
Passo davanti a casa tua in una sera piovosa,
posso vederti muoverti vaga tra pareti illuminate.
A tarda notte mi siedo davanti a un foglio di carta bianco,
finché un petalo vermiglio caduto trema davanti a me.

(da The collected shorter poems, 1966)

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Kenneth Rexroth, poeta statunitense, amava dissociare e ricombinare gli elementi poetici in una specie di “cubismo letterario”, sull’orma di Apollinaire e Mallarmé,  così da rendere più elevato il livello della sensazione. Appare evidente in questi versi d’amore in cui si alternano i colori di una giornata e la poesia si manifesta sotto forma di un petalo di tulipano.

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FOTOGRAFIA © STUX/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Poiché ti sogno / ogni notte, / i miei giorni solitari /sono soltanto sogni.
KENNETH REXROTH, La stella del mattino

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Kenneth Charles Marion Rexroth (South Bend, Indiana, 22 dicembre 1905 – Santa Barbara, California, 6 giugno 1982), poeta statunitense. Figura centrale nella poesia di San Francisco dal 1930 al 1970, visse attivamente la Beat Generation, verso cui fu critico. Gran parte della sua poesia è d’amore o erotica, influenzata dai lirici greci antichi e da Tu Fu, poeta cinese dell’VIII secolo.


mercoledì 8 febbraio 2023

Un altro orizzonte


JULIA UCEDA

UCCELLI E GEMME

Mentre i fulmari nella loro livrea chiara
si librano o vanno alla deriva come boe coscienti,
e le sterne, con grida spaventose,
si lanciano a pescare gli imprudenti,
il cupo gabbiano che abbandonò le navi
che il berillo del sole solleva nella sera,
dal suo ponteggio lontano e solitario
contempla il mare del tempo. Per lui,
sul topazio grigio o sul quarzo illuminato
dove creature da lontano ondeggiano,
non ci sono tortore,
non ci sono calandre o allodole,
solo un profondo orizzonte. E poi un altro orizzonte,
uguale a quello dentro: lo stesso di sempre.

(da Parlando con un faggio, 2010)

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"Non so dove i gabbiani abbiano il nido, / ove trovino pace. / Io son come loro, / in perpetuo volo. / La vita la sfioro / com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo": aveva già pensato Vincenzo Cardarelli alla misteriosa esistenza dei gabbiani, eleganti e crudeli, ma spesso intenti a scrutare l'orizzonte, quell'orizzonte azzurro e sconfinato che - come sottolinea la poetessa spagnola Julia Uceda, non è soltanto quello esteriore.

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FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Gabbiani: ancore delle navi che percorrono i cieli.
RAMÓN GÓMEZ DE LA SERNA, Greguerías




Julia Uceda Valiente (Siviglia, 22 ottobre 1925), poetessa e docente spagnola. Vincitrice del Premio Nazionale di Poesia 2003 con Nel vento, verso il mare. Dal 1965 al 1973 visse e insegnò nel Michigan, poi in Irlanda, prima di tornare in Galizia. Tra i suoi temi l’amore che trascende la vita quotidiana, il sogno, il tempo e il ricordo.


martedì 7 febbraio 2023

Centenario di Julio Flórez


Bizzarra figura quella del poeta colombiano Julio Flórez, del quale ricorre oggi il centenario della morte: amico di José Asunción Silva, che fu tra i fondatori del Modernismo ispanoamericano, non ne seguì la nuova lezione, restando  fedele ai modelli romantici dell’Ottocento, tanto da essere definito “un romantico tardivo”. Il suo carattere di bohémien blasfemo e ateo (a quello si riferisce l’«empio scontro» citato in Ego sum) lo pose in rotta di collisone con le autorità colombiane e, su consiglio del generale Reyes, abbandonò il paese per un tour nelle Americhe che lo vide infine trovare asilo in Messico e poi in Spagna e Francia con incarichi diplomatici trovatigli dallo stesso Reyes.

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FOTOGRAFIA © POESÍAS


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EGO SUM

È questo il freddo volto
di un poeta stravagante,
che senza forze di gigante
sognò di esser gigante un giorno;
ma che dopo un empio scontro
pallido si arrese e fallì,
Beh, a malapena riuscì
a ravvivare il desiderio,
e rimane solo un pigmeo
che sogna ancora ciò che sognò…

(da Oro e ebano, 1943)

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VISIONE

Sei cosa impossibile? Una chimera?
Un sogno fatto carne, bella e viva?
Esplosione di luce? Dillo, schiva
maga in cui si incarnò la primavera.
 
La tua fronte è un giglio, l'occhio un tizzone,
la bocca un fiore cui nessuno beve
tra i suoi petali l'ammaliante miele
Per il colibrì dell'attesa passione.

Perché incessante il tuo amore sospiro,
Se non posso raggiungere il traguardo?
Perché riempi l'aria che respiro?

Ovunque del tuo desiderio ardo:
apro gli occhi e dovunque ti guardo;
io chiudo gli occhi e dentro me ti ammiro.

(da Poesie scelte, 1912)

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Altre poesie di Julio Flórez sul Canto delle Sirene:

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Ma il mio grido si perde nell'oscurità / e ascolto solo, nel cuore della notte, / del silenzio il monologo infinito.
JULIO FLÓREZ, Mazzo di rovi

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Julio Flórez (Chiquinquirá, 22 maggio 1867 – Bogotá, 7 febbraio 1923), poeta colombiano. Fu uno dei più popolari poeti romantici della sua epoca, opponendo il suo lirismo prolisso e il suo esagerato scetticismo ai dettami delle nuove correnti in ascesa: il Modernismo, il SImbolismo e il Parnassianesimo.


lunedì 6 febbraio 2023

Le vele bianche


KATHERINE MANSFIELD

ORA SONO UNA PIANTA, UN’ERBACCIA

Ora sono una pianta, un’erbaccia,
gramigna che oscilla
su un baratro di rocce;
ora sono flebile erba marrone
che fluttua come una fiamma;
sono una canna;
vecchia conchiglia che canta
da sempre la stessa canzone;
un cumulo di carici;
una bianca, bianca pietra;
un osso;
finché non torno
ancora sabbia
e rotolo, soffio,
avanti e indietro, indietro, avanti
sulla riva del mare
nella luce che agonizza – 
finché anche la luce muore.

Se tu fossi qui non diresti:
“Non mi aspetta, si è dimenticata
di me”. Non stiamo giocando
mutandoci in gramigna, in pietre e prati
mentre quelle strane navi passano
gravemente, gentilmente, mollando noccioli di schiuma
che si srotola intorno alla nostra isola natale con eleganza
bolle di spuma che luccicano sulle pietre
ti piacciono gli arcobaleni? Guarda, tesoro! No, sono spariti.
E le vele bianche si sciolgono nel cielo che naviga.

1917

(da Poesie, 1923)

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Se nei racconti di Katherine Mansfield il colore locale dei paesaggi neozelandesi fa da sfondo, nei suoi versi l’io poetico va fondendosi con la natura: “Quando fui uccello / volai su un albero di karaka / in un nido fatto di foglie / morbide come piume”. Qui diventa erba, conchiglia, osso, pietra, sabbia… La seconda strofa della poesia invece si fa meno intensa: Katherine si lascia immalinconire dalla nostalgia dell’infanzia e del fratello Leslie, caduto a 21 anni nella battaglia di Ypres.

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CATHRIN WELZ-STEIN, "FUORI NEL VERDE"

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Tutto ciò che nella vita accettiamo veramente subisce un cambiamento. Quindi la sofferenza deve diventare Amore. Questo è il mistero. Questo è quello che devo fare.
KATHERINE MANSFIELD, Diario

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Katherine Mansfield, pseudonimo di Katherine Beauchamp (Wellington, 14 ottobre 1888 – Fontainebleau, Francia, 9 gennaio 1923),  scrittrice neozelandese nota soprattutto per i suoi racconti, in cui un'arte evocativa trasfigura con grande delicatezza un materiale essenzialmente autobiografico, influenzato dall’opera di Čechov.


domenica 5 febbraio 2023

Del tuo passaggio


LILIANE WOUTERS

COSA RESTA?

Cosa resta del tuo passaggio, Ulisse?
Il canto greco che ci abbeverò,
Ulisse! Così avrei potuto dire
Cesare o Annibale. Scivola il tempo
lento sul corso delle loro gesta,
tram non chiamato Desiderio ma
Nebel. Nebel und Nacht. E la fama?
Ho freddo fin nelle ossa. È appassito
il mio bell’arancio. Tutto passa.
Tutto è passato. Siamo ancora là
come vi furono Cesare, Ulisse,
la Regina. Quale? Tutto svanisce
(scorre, diceva un altro con ragione).
E io dico: del tuo passaggio, Ulisse,
(o Dupont), cosa resta? Le stagioni
di una volta, con o senza le nevi.
I tratti di Ulisse (o di Durand). Saffo
ci ha lasciato soltanto un po’ di erba,
la pulzella Giovanna solo cenere.
Chiudila qui, non pensarci, Liliane.
Lo so. Ma vedo i miei giorni fuggire
e presto sarò nel corteo dei Cesari,
degli Ulissi, dei Dupont, preposti
a cercare le nevi di una volta.

(da L’aloe, 1983)

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La poetessa belga Liliane Wouters medita sul passaggio del tempo – anzi, sul suo  scorrere secondo  il celebre panta rei eracliteo. Tutto svanisce, tutto viene inghiottito dal suo flusso: Ulisse, Cesare, Annibale, Saffo, re e regine, eroi ed eroine. Da notare due riferimenti: il “Tram chiamato Desiderio” è naturalmente il dramma di Tennessee Williams, “Nacht und Nebel” qui curiosamente rovesciato è il nome in codice delle “direttive per la persecuzione delle infrazioni contro il Reich o contro le forze di occupazione nei territori occupati.

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DIPINTO DI RAFAL OLBINSKI
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  LA FRASE DEL GIORNO 

Che mi importano luogo, durata, / se continuo ad assicurarmi / di serbare per sempre l’istante.
LILIANE WOUTERS, L’aloe

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Liliane Wouters, (Ixelles, 5 febbraio 1930 – Gilly, 28 febbraio 2016), poetessa, drammaturga, traduttrice e saggista belga di lingua francese. La sua poesia è all’insegna del “grido controllato”, rigorosa, precisa ed elegante, generalmente espressa in brevi componimenti ricchi di immagini e di musicalità.



sabato 4 febbraio 2023

Il miracolo del sabato


MIQUEL MARTÍ I POL

SABATO

Ogni sabato
l'aria fresca della strada penetra nelle case
- l'aria del sabato è più fresca e chiara -
e lava gli angoli
della malinconia
e della fatica, l’oscuro trantran
di tutta la settimana.

Ogni sabato
le donne aprono balconi e finestre e appendono
fuori vestiti dai colori vivaci,
specialmente nei giorni di processione,
e con un fazzoletto legato intorno alla testa,
come le zingare delle zarzuelas
cantano ad alta voce
mentre spolverano i mobili
ed espongono alla vista dei vicini
l‘intimità delle loro camere.

Se poi cammini per le strade,
ti sembrerà di visitare una città sconosciuta
e le donne ti sorrideranno
affabili, pronte ad amarti con una dolcezza insospettata.

Il miracolo del sabato
è un miracolo assurdo e un po' infantile,
ma nessuno lo ignora nei paesi
e ogni settimana le case vengono purificate
e l'aria fresca della strada
entra dai balconi e dalle finestre
e tutto torna bello
per sua virtù.

(da La fabbrica, 1972)

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Il miracolo del sabato: il poeta catalano Miquel Martí i Pol si aggiunge alla schiera degli estimatori di questo giorno prefestivo che per molti significa libertà dal lavoro, il pensiero corre naturalmente al Sabato del villaggio leopardiano: “Questo di sette  / è il più gradito giorno, / pien di speme e di gioia: / diman tristezza e noia / recheran l’ore, ed al travaglio usato / ciascuno in suo pensier farà ritorno”. Giorno di pulizie e di felice svago, di musica e di colori, in cui aleggia leggera quasi una specie di felicità, certamente la spensieratezza.

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JOAN SLOAN, “DONNE CHE SI ASCIUGANO I CAPELLI”

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Né sabato senza sole, né ragazza senza amore, né domenica senza ubriaco.
PROVERBIO SPAGNOLO

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Miquel Martí i Pol (Roda de Ter, 19 marzo 1929 – Vich, 11 novembre 2003), poeta, scrittore e traduttore catalano. Nato da umile famiglia, lavorò a lungo in una fabbrica tessile. Esordì nel 1954 con Parole al vento. Tradusse dal francese Saint-Exupéry, Apollinaire, De Beauvoir, Flaubert, Zola, Barthes.


venerdì 3 febbraio 2023

Linda Pastan


Ci sono poeti che fanno dell’immediatezza il loro punto di forza. Altri, come Linda Pastan, poetessa newyorkese di origini ebraiche scomparsa il 30 gennaio, masticano e rimasticano i loro testi: “No, non c'è facilità nello scrivere. Il compito è farlo sentire alla fine come se scorresse facilmente. Ma ogni mia poesia passa attraverso qualcosa come cento revisioni” dichiarò in un’intervista del 2003 alla PBS. E quanto al contenuto “domestico” delle sue poesie, spiegò: “Ho sempre scritto di ciò che è intorno a me, l'ambiente qui nei boschi, ma voglio dire, c'è sempre qualcosa che cambia. Quando i miei bambini erano piccoli, c'erano molti bambini piccoli che correvano attraverso le poesie. Poi gli amici e la famiglia hanno iniziato a invecchiare e morire, c'è stata molta più oscurità e morte. Ma penso di essere sempre stata interessata ai pericoli che sono sotto la superficie anche se sembra una vita domestica semplice e ordinaria. Possono sembrare superfici lisce, ma ci sono tensioni e pericoli proprio sotto, e quelli sono ciò a cui sto cercando di arrivare”.

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FOTOGRAFIA © HARVARD REVIEW

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CONVERSAZIONE IMMAGINARIA

Mi dici di vivere ogni giorno
come se fosse l'ultimo. Questo è in cucina
dove prima del caffè mi lamento
del giorno che inizia, questa corsa a ostacoli
di minuti e ore,
di negozi di alimentari e di medici.

Ma perché l'ultimo? Chiedo. Perché non
vivere ogni giorno come se fosse il primo —
tutto puro stupore, Eva che si strofina
gli occhi svegli quella prima mattina,
il sole che sorge
come un ingenuo ad oriente?

Tu macini il caffè
con il piccolo ruggito della mente
che prova a chiarirsi. Io ho apparecchiato
la tavola, guardo fuori dalla finestra
dove la rugiada ha battezzato ogni
superficie vivente.

(da Insonnia, 2015)

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NEL GIARDINO DI HAPPO-EN A TOKYO

Il modo in cui un neo
sul viso di una donna
definisce piuttosto che guastare
la sua bellezza,

così i grattacieli —
quei fiori della tecnologia —
rivelano la perfezione
del giardino che circondano.

Forse l’Eden è sepolto
qui in Giappone,
dove un’incandescente
carpa koi striscia serpentina

ai margini dello stagno;
dove un’Eva-san
dai capelli neri nelle pieghe
a petalo di un kimono

una volta ha mostrato
il suo corpo di seta al sole,
poi ha raccolto un cachi
e con un piccolo inchino lo ha morso.

(da Insonnia, 2015)

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Quello che vogliamo / non è mai semplice. / Ci muoviamo tra le cose / che pensavamo di volere.
LINDA PASTAN, Aspettando la mia vita




Linda Pastan (New York, 27 maggio 1932 – Chevy Chase, Maryland, 30 gennaio 2023), poetessa statunitense di origini ebraiche. Nota per aver scritto brevi poesie che affrontano argomenti come la vita familiare, la domesticità, la maternità, l'esperienza femminile, la vecchiaia e la morte, la perdita e la sua paura, fa del mezzo poetico lo strumento per tenere sotto controllo l'oscurità.