lunedì 6 febbraio 2023

Le vele bianche


KATHERINE MANSFIELD

ORA SONO UNA PIANTA, UN’ERBACCIA

Ora sono una pianta, un’erbaccia,
gramigna che oscilla
su un baratro di rocce;
ora sono flebile erba marrone
che fluttua come una fiamma;
sono una canna;
vecchia conchiglia che canta
da sempre la stessa canzone;
un cumulo di carici;
una bianca, bianca pietra;
un osso;
finché non torno
ancora sabbia
e rotolo, soffio,
avanti e indietro, indietro, avanti
sulla riva del mare
nella luce che agonizza – 
finché anche la luce muore.

Se tu fossi qui non diresti:
“Non mi aspetta, si è dimenticata
di me”. Non stiamo giocando
mutandoci in gramigna, in pietre e prati
mentre quelle strane navi passano
gravemente, gentilmente, mollando noccioli di schiuma
che si srotola intorno alla nostra isola natale con eleganza
bolle di spuma che luccicano sulle pietre
ti piacciono gli arcobaleni? Guarda, tesoro! No, sono spariti.
E le vele bianche si sciolgono nel cielo che naviga.

1917

(da Poesie, 1923)

..

Se nei racconti di Katherine Mansfield il colore locale dei paesaggi neozelandesi fa da sfondo, nei suoi versi l’io poetico va fondendosi con la natura: “Quando fui uccello / volai su un albero di karaka / in un nido fatto di foglie / morbide come piume”. Qui diventa erba, conchiglia, osso, pietra, sabbia… La seconda strofa della poesia invece si fa meno intensa: Katherine si lascia immalinconire dalla nostalgia dell’infanzia e del fratello Leslie, caduto a 21 anni nella battaglia di Ypres.

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CATHRIN WELZ-STEIN, "FUORI NEL VERDE"

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Tutto ciò che nella vita accettiamo veramente subisce un cambiamento. Quindi la sofferenza deve diventare Amore. Questo è il mistero. Questo è quello che devo fare.
KATHERINE MANSFIELD, Diario

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Katherine Mansfield, pseudonimo di Katherine Beauchamp (Wellington, 14 ottobre 1888 – Fontainebleau, Francia, 9 gennaio 1923),  scrittrice neozelandese nota soprattutto per i suoi racconti, in cui un'arte evocativa trasfigura con grande delicatezza un materiale essenzialmente autobiografico, influenzato dall’opera di Čechov.


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