mercoledì 9 ottobre 2024

Stretti come polsi


KARL KROLOW

LA COPPIA

I

Stretti come polsi.

Guarda il nostro aereo silenzioso,
l'aquilone del bambino,
non più trattenuto
dalle dita sulla costa
su cui si dice
adesso buonanotte.

Il piccione viaggiatore tra di noi
sale sempre più su.

Siamo in una bella casa
senza porte, cielo,
azzurro sui nostri corpi
che non si può cancellare.

II

L'altra vita
con due paia di occhi.

Siamo febbricitanti
come pietre
al sole.

Natura morta di vestiti tolti.

La nostra oscurità, come, olio acceso
versato pericolosamente dalla finestra.

Il nostro respiro vola via
dalla nostra bocca comune.

1962

(da Mani invisibili, 1962)

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L'osservazione della stanza della prima strofa diventa - in questa poesia di Karl Krolow - l'intenso erotismo della seconda, come se il poeta tedesco avesse voluto passare dalla visione esteriore a quella interiore dell'intimità della coppia.

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JACK VETTRIANO, "COPPIA CHE DANZA"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

In un certo senso sembra che una poesia non debba essere 'finita'. Deve avere la possibilità di trasmettere il suo soggetto, il suo materiale alla poesia successiva.
KARL KROLOW

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Karl Krolow (Hannover, 11 marzo 1915 – Darmstadt, 21 giugno 1999) conosciuto anche come Karol Kröpcke, poeta tedesco. Si è affermato come una fra le voci più autentiche della moderna lirica tedesca con raccolte di versi che si ispirano a una visione della natura sensitiva e precisa, in uno stile che contempera le esigenze innovatrici con un senso vigile della tradizione.


martedì 8 ottobre 2024

Condividerle


TOLIS NIKIFÓROU

LIBERAMENTE

Come il sussurro della pioggia
sulle foglie degli alberi
o un uccello in alto nel cielo,
le mie poesie non hanno bisogno
di permesso per svolazzare
qui, lì o ovunque

La loro patria è la loro anima
la loro preferenza speciale
sono i libri scolastici,
i blog sconosciuti
e gli occhi dei bambini

Le mie poesie non
mi appartengono nemmeno,
mi sono state date come mezzo
per condividerle liberamente
con chi le ama

(da Un fazzoletto pulito, 2024)

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La poesia viaggia nel mondo - lo fece nei tempi remoti per tradizione orale, poi con la diffusione della stampa attraverso il mezzo scritto, e ora, con le nuove tecnologie, è un elemento virtuale che vola in ogni parte del mondo raggiunta da Internet: e allora viene letta e trascritta, emoziona, riporta in vita vecchi ricordi, parla ai sentimenti. Liberamente, come vuole il poeta greco Tolis Nikifórou.

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FOTOGRAFIA  WEEKNOWLEDGE451

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   LA FRASE DEL GIORNO   

La poesia è una maratona, un impegno che dura tutta la vita.
TOLIS NIKIFÓROU, Diastixo, 21 marzo 2024

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Tolis Nikifórou (Salonicco, 14 novembre 1938), poeta greco. Figlio di rifugiati dall'Asia Minore, si è laureato all'Anatolia College e ha studiato economia aziendale. Ha lavorato principalmente come consulente di organizzazione aziendale a Salonicco, Atene e Londra e ha viaggiato in molti paesi.

lunedì 7 ottobre 2024

Tornare al quartiere


MARIO BENEDETTI

IL QUARTIERE

Tornare al quartiere è sempre una fuga
come trovarsi di fronte a due specchi
vede vicino uno / l'altro lontano
nell'ottusa memoria replicata

l'infanzia/ quella che fu / è perduta
non così i cortili / dei riflessi /
i bimbi che giocano sono vecchi
e vanno con cautela per la vita

ha fascino il quartiere e pioggia lieve
le rotaie di un tram che ora riposa
non irrompe di notte né mi sveglia

chi cerca dei frammenti del passato
magari si immedesima in se stesso /
tornare al quartiere è sempre una fuga.

(da La vita, questa parentesi, 1997)

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Tornare al quartiere dove si è vissuta l'infanzia è sempre una fuga dal presente - come nota il poeta uruguaiano Mario Benedetti. Ma la memoria, ahimè, è ingannevole e ingannata: se nella dimensione spaziale non ritrova gli stessi luoghi,  ma può averne ancora un'idea sebbene mutati, nella dimensione temporale deve affidarsi alla fragilità del ricordo.

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FERNANDO PESSINA, "LA CITTÀ VECCHIA DI MONTEVIDEO"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Alcune cose del passato sono scomparse ma altre aprono un varco verso il futuro e sono quelle che voglio salvare.
MARIO BENEDETTI, Il futuro del mio passato

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Mario Orlando Hamlet Hardy Brenno Benedetti-Farugia, noto come Mario Benedetti (Paso de los Toros, 14 settembre 1920 – Montevideo, 17 maggio 2009), poeta, saggista, scrittore e drammaturgo uruguaiano. Figlio di immigrati italiani, fece parte della Generazione del’45. Nel 1973 fu costretto all’esilio dal golpe militare. Rientrò nel 1983.


domenica 6 ottobre 2024

Sapore di mela renetta


GIOVANNI PAPINI

QUINTA POESIA

Al freddo sapore di mela renetta,
in lingua, per tutta la bocca
che succia ed aspetta,
ritorna negli occhi la ciocca

immobile al dolco d’autunno,
sospesa alla voglia — una frasca
di verde cognate a Vertunno
distesa nel latte di vasca.

Mela renetta che mordo,
in questo riposo di festa,
adagio, come un ricordo
di dolcezza manifesta.

Una mi basta: nel gusto
di quell’instante, di quel morso,
rivedo all’ombra obliqua del fusto
passare il blù come un chiaro discorso.

Tutto abbandono in disparte.
Figliolo di terra ed erede
d’incontrastabile parte
il Dio mal creduto mi vede.

Mia la foglia che strappo odorando
le dita — ma più la discesa
che rifarò, tra poco, pensando
a me, sotto l’aria che pesa.

Mia tutta, la campagna, in quel sapore
che maturamente si distrugge e si disfà,
mio l’odore, l’afrore
dell’imprecisa immensità.

Nessuno godrà quel che presi
con la docile calma de' minuti,
masticando le frutta di tanti paesi
ricchi al sole e da me sconosciuti.

Ma nel termine d'ogni più fine dolcezza,
nella più persa dimenticanza,
un'acida puntura d'amarezza,
rompe ogni sacra alleanza.

Io e me, nati al medesimo istante,
consegnati ad una sorte,
ritroviamo, in un ritmo andante,
passi e sussurri di morte.

Al largo, nell'ombra dell'acqua
più zitta, ove il colpo del remo
l'erba marina risciacqua,
stretti assieme affonderemo.
 
Ma oggi, nell'ansia tranquilla
di questa giornata che affretta
la sera, non lascio una stilla
del sugo di sole di mela renetta.

(da Opera prima, 1917)

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Una mela renetta mangiata morso a morso in una passeggiata in un giorno di festa: il poeta Giovanni Papini trasforma questo gesto in un'esperienza sensoriale e meditativa assegnando al piacevole gusto - un po' come il Proust della "madeleine" inzuppata nel tè - la valenza simbolica di un attimo che riporta ad altri tempi e ad altri luoghi.

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IMMAGINE © DEUTSCHE POMOLOGIE – COLLEZIONE WILHELM LAUCHE

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   LA FRASE DEL GIORNO   

E quando addentate una mela, ditele nel vostro cuore: I tuoi semi vivranno nel mio corpo, i tuoi germogli futuri sbocceranno nel mio cuore, la loro fragranza sarà il mio respiro, e insieme gioiremo in tutte le stagioni…
KAHLIL GIBRAN, Il Profeta

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Giovanni Papini, noto anche con lo pseudonimo di Gianfalco (Firenze, 9 gennaio 1881 –  8 luglio 1956), scrittore, poeta e saggista italiano. Tra i fondatori delle riviste Leonardo (1903) e Lacerba (1913),  promosse lo svecchiamento della cultura e concepì la letteratura come «azione» dando ai suoi scritti un tono oratorio e dissacrante.


sabato 5 ottobre 2024

Quando le spiagge si svuotano


CHRISTOS LASKARIS 

COME LOTTARE

È una tristezza in autunno
quando le spiagge si svuotano
e l'isola diventa deserta
e l'anima resta sola
con il mare selvaggio;
come lottare con le domeniche vuote,
con la natura selvaggia delle rocce e del mare,
con le cornacchie che la sera gracchiano sulla banchina
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(da Il tempo felice è passato, 1979)

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La tristezza, la malinconia dell'autunno che svuota le spiagge e accorcia le giornate, che disperde tutto ciò che l'estate aveva generato e raccolto: il poeta greco Christos Laskaris, attento alla poetica del quotidiano e dell'effimero, “né felice, / né infelice; / solo / una superficie, / su cui / scorre il tempo”, registra questo cambiamento sottolineando il senso di vuoto.

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FOTOGRAFIA © P. LEÓN/FLICKR

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Quando scrivi non ti poni le domande "perché scrivo?", "per chi scrivo?". Scrivi perché non puoi fare altrimenti.
CHRISTOS LASKARIS

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Christos Laskaris (Havari, 1931 – Patrasso, 11 dicembre 2008), poeta greco. Studiò all'Accademia Pedagogica di Tripoli, ma non divenne insegnante; lavorò invece tutta la sua carriera nella divisione assicurativa dell'autorità degli autobus urbani di Patrasso. Gli è stato assegnato il Premio Internazionale Kavafis nel 2007.


venerdì 4 ottobre 2024

Vento, fiore, onda


MARTIN OPITZ

LA BELLEZZA DI QUESTO MONDO TRASCORRE

La bellezza di questo mondo trascorre
come un vento che non ha soste,
come il fiore che a stento si disserra
e subito guarda verso la terra,
come l’onda che appena arriva
e subito riprende la sua via.
Quale sarà il mio giudizio? Il mondo
non è che vento, fiore, onda.

(Traduzione di Roberto Fertonani)

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La durata effimera della bellezza è un tema molto amato dai poeti: l'Anonimo del De rosis nascentibus (II secolo dopo Cristo) scriveva, ad esempio,  "E, meravigliato, guardavo come le rose siano presto rapite / dall'età fuggitiva e come già sul nascere appassiscano". Il poeta tedesco del barocco Martin Opitz pone l'accento sulla caducità della bellezza, sulla sua natura fuggevole, che sia un fiore o un'onda: nulla dura, ogni fenomeno terreno è fugace.

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ELLEN BUSELLI, "LE ROSE DAVID AUSTEN"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Tanto presto quel che risplende è pronto a sparire.
WILLIAM SHAKESPEARE, Sogno di una notte di mezza estate




Martin Opitz von Boberfeld (Bolesławiec, Polonia, 23 dicembre 1597 – Danzica, Polonia,  20 agosto 1639), poeta e scrittore tedesco. Riconoscendo la necessità per la letteratura tedesca di mettersi alla scuola del Rinascimento europeo, ridusse la poetica a un sistema di precetti e di regole pratiche, ma ripulì, ammodernò e nobilitò la lingua nazionale.


giovedì 3 ottobre 2024

Sulla strada che porta al mare


MARIA LAINÁ

JAMAICA INN

La nostra vita è leggermente cambiata;
non viviamo più in città
ma sulla strada che porta al mare.
Di notte occupiamo il tempo
con il passaggio della luna
il ronzio sulle colline
e i cavalli che si dirigono verso la pozza d'acqua.

Se decidi di venire
mi farai compagnia la notte
ora che l'autunno è arrivato
e i cardini stridono nell'oscurità.
Imparerai a pregare
con fervore e disperazione
e questa strana sensazione
corrisponderà al profilo arcigno della natura.

Porta solo pochi vestiti e libri
poiché qui durano più a lungo;
e non dimenticare di portare con te scarpe adatte
c'è una palude dietro la casa
e d'inverno piove molto.

Adesso mi fermo; prenditi cura di te -
e ti amo moltissimo, lo sai.
Penso a te sul divano vicino alla finestra che pensi
al tempo e ai corpi che invecchiano.
Tutto ciò qui non ha senso
non abbiamo che un'eternità forte e lucida
che non stanca, anche se a volte fa bruciare gli occhi.

Devo andare a chiudere la finestra
il vento si è alzato di nuovo.

(da Paura rosa, 1992)

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L'amore nei versi della poetessa greca Maria Lainá è spesso ritratto alla fine del suo percorso tormentato oppure si mescola con la solitudine, con l'assenza: “L'oscurità non è luce / ma le appartiene / così come la solitudine non è amore / eppure la affronta / con gli occhi spalancati”. È una situazione di questo tipo quella che racconta Jamaica Inn, forse la sua poesia più famosa, quella di cui la stessa autrice disse in un'intervista: “Anche a dirlo ogni volta mi emoziono e sono stanca di dire questa poesia, ma, ogni volta che la leggo, a qualche verso piango”.

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EDWARD HOPPER, "WESTERN MOTEL"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Addolcita dal suo / sussurro blu trapuntato, / la poesia amplifica / soprattutto il suono del silenzio.
MARIA LAINÁ, Segni di punteggiatura

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Maria Lainá (Patrasso, 18 agosto 1947 – Atene, 27 dicembre 2023), poetessa greca. Appartenne alla cosiddetta Generazione degli anni '70. La sua opera comprende nove raccolte di poesie, undici opere teatrali, cinque opere in prosa e un'antologia della poesia straniera del XX secolo.


mercoledì 2 ottobre 2024

Sul rigo


CECILIA CASANOVA

DAL PENTAGRAMMA DEI FILI DELLA LUCE

Le rondini
allineate sul rigo
provano la loro fuga
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(da Il suono delle stelle, 1998)

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Antonio Machado ebbe un'intuizione simile guardando sul filo "serie cornacchie quiete e taciturne, / gelide, nere note / scritte sul pentagramma di febbraio". La poetessa cilena Cecilia Casanova immagina le rondini pronte a partire sui fili del telefono - immagine ormai desueta, appartenente al secolo scorso - come note su un rigo musicale.

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FOTOGRAFIA © ADINA VOICU/PIXABAY

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   LA FRASE DEL GIORNO   

O rondini! È pur dolce ai nostri cuori / questa vostra partenza agile e gaia,
MARINO MORETTI

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Cecilia Casanova (Santiago del Cile, 2 ottobre 1926 – 2 novembre 2014), poetessa cilena. Autrice di poesie spesso brevissime ma chiare e intense, è stata accostata ad Emily Dickinson per la sua sensibilità nei confronti della natura e per la ricerca dell’immenso nel quotidiano.


martedì 1 ottobre 2024

Poesie per ottobre XI


Ottobre e il suo vento che spazza via le foglie arrugginite: ne parlano il poeta argentino trapiantato a Parigi Juan José Saer, che osserva una sera in cui è facile immaginare la Senna e l'onnipresente Tour Eiffel sullo sfondo, e Néstor Martínez, poeta salvadoregno che  vive a Los Angeles, attratto dal suo giocoso e colorato vorticare che mette fine all'estate.

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FOTOGRAFIA © ESKIPAPER

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JUAN JOSÉ SAER

PER CANTARE

La sera è pulita come un lenzuolo vuoto.
A tratti, come una mano che scrive, il vento la offusca.
La divora,  come una speranza raggelata
da lampi di rimorso.
Sera tarlata di ottobre, luce sfrenata del giorno.
Non ho pace e sono felice.

(da L’arte di narrare, 1988)

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NÉSTOR MARTÍNEZ

OTTOBRE

Ti diverti sulle foglie
scuoti i rami
scivoli giù dall'albero
giocoso, veloce, irrequieto,
dall’alto in basso
dal basso verso l'alto
vento del nord
salti da un albero all'altro
avvolgi il bosco
ti allontani veloce,
dietro di te una scia di foglie,
agitando  le braccia,
ti salutano
fino alla prossima estate.

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   LA FRASE DEL GIORNO   

In autunno, d'ottobre, la pioggia cade pigramente, il vento respira, come se un tartaro offeso cantasse una canzone; una canzone infinita: oo - oo-oo-oo-oo.
MAKSIM GOR'KIJ, Le mie università

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Juan José Saer (Serodino, 28 giugno 1937 – Parigi, 11 giugno 2005), scrittore e poeta argentino. È ritenuto uno dei più importanti ed influenti autori della letteratura latinoamericana e della letteratura in lingua spagnola del XX secolo. Spazio e tempo sono i temi principali della sua opera.


Néstor Martínez (San Salvador, 1957), scrittore, giornalista e poeta salvadoregno. Ha studiato giornalismo in El Salvador, negli Stati Uniti e in Svezia. Ha lavorato per anni al quotidiano Diario Co Latino e collabora con i quotidiani di Los Angeles in lingua spagnola La PrensaLa Opinión.


lunedì 30 settembre 2024

Non sono un albero


RUSSELL EDSON

AUTUNNO

Una volta un uomo trovò due foglie ed entrò in casa
tenendole con le braccia tese, dicendo ai suoi genitori che era un albero.

Gli dissero vai in cortile e non crescere in soggiorno
perché le tue radici potrebbero rovinare il tappeto.

Disse che stava scherzando, non sono un albero e lasciò cadere le
foglie.

Ma i genitori dissero guarda, è autunno.

(Da Il tunnel, 1994)

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Una favoletta moderna ci arriva dal poeta statunitense Russell Edson, che del resto è stato accostato alla stravaganza dei cartoni animati della Warner Bros. C'è una delicatezza di fondo in questa poesia in cui, come in molte delle prose poetiche di Edson,  un moderno uomo qualunque improvvisamente precipita in una realtà alternativa in cui perde il controllo di sé.

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FOTOGRAFIA © MATEUSZ SAŁACIAK/PEXELS



   LA FRASE DEL GIORNO   

Ricorda, le parole sono il nemico della poesia.
RUSSELL EDSON

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Russell Edson, pseudonimo di Russell Edelstein (Manhattan, New York, 12 dicembre 1928 – Darien, Connecticut, 29 aprile 2014), poeta , romanziere, scrittore e illustratore statunitense. L'uso di creature antropomorfe e di azioni  surreali conferisce ad alcune delle sue poesie la stravaganza sostenuta dei vecchi cartoni animati della Warner Bros.


domenica 29 settembre 2024

Una spiaggia infinita


HANNI OSSOTT

ESSERE

Sono su una spiaggia infinita,
la mia anima si schiude
all’improvviso
verso uno strano nulla.

Non conosco il  mio nome,
il mio corpo,
assolta da ogni essere,
da ogni obbligo,
mi abbandono
solo
           all'ardore,
mi addormento.

Infinita, sono questa sabbia
che cancella
ciò che voglio essere.

(da Il circo rotto, 1993)

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La poesia. / (…) / Se arrivasse, con essa arriverebbero la gioia di vedere / la felicità di contare tutti i numeri dell'universo / le funzioni, gli spettacoli / le rarità, le individualità. // Se arrivasse / la totalità inonderebbe la mia anima. / L'assoluto mi invaderebbe. / Un dio si manifesterebbe in noi. / Adesso sono su una spiaggia infinita. Sono stella e muschio”. Il sogno della poetessa venezuelana Hanni Ossott è quello di dissolversi nell’infinito, di fondersi con esso, annullandosi nella totalità.

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FOTOGRAFIA © PXHERE

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Si scrivono poesie / per gli uomini che non sanno pregare.
HANNI OSSOTT, Cielo, il tuo grande arco

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OssottHanni Ossott (Caracas, Venezuela, 14 febbraio 1946 - 31 dicembre 2002), poetessa, traduttrice, saggista e critica d’arte venezuelana. Insegnò all’Università Centrale di Caracas. La sua poesia ama toni notturni nei quali si sviluppano i temi del dolore e della casa.


sabato 28 settembre 2024

La ripetizione dei gesti


EMMA BARRANDÉGUY

SORPRENDE SEMPRE

Sorprende sempre
la ripetizione dei gesti
quando si fa il bagno,
quando si piegano i vestiti
e li si ripone negli armadi.
Gli anni mi hanno insegnato
a risparmiare energie
e a essere precisa.
E anche a guardarmi allo specchio
con la necessaria cecità.
Sappiamo che c'è sempre una frase
che ci aspetta.
E il beneficio della pioggia.
E anche il sorriso
ha ritrovato la sua giusta misura
e la domenica l'adeguata dimensione domestica.
Ma ci sono cose che ancora ci indignano.
e tuttavia
la bugia frettolosa
viene in aiuto di un amore impossibile.

(da Le porte, 1964)

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La normalità, la tranquillità della ripetizione, della routine quotidiana. C'è chi ne è atterrito e la rifugge e chi invece vi ritrova conforto, come la poetessa argentina Emma Barrandéguy: "Mi piace sedermi in veranda. In estate le rondini vengono dalla California, attraversano l'Amazzonia e vanno al fiume. Al crepuscolo insegnano ai pulcini a volare e a cacciare il cibo nell'aria. Di notte mia sorella va a dormire e io torno alla mia routine di scrivere per il giornale domenicale locale. In questo tempo respiro felicità".

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PIERRE BONNARD, "SALA DA PRANZO IN CAMPAGNA"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Non credo nell'ispirazione, quindi la poesia arriva quando la pagina bianca dice qualcosa. Ecco perché credo che ogni vita possa essere romanzata e che tutti possano riempire una pagina.
EMMA BARRANDÉGUY

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Emma Barrandéguy (Gualeguay, 8 marzo 1914 - 19 dicembre 2006), scrittrice, giornalista, poetessa e drammaturga argentina. Ha avuto storie d'amore con uomini e donne che l'hanno portata a un'intensa riflessione sulla sessualità, l'omosessualità, la repressione e la libertà. È stata una delle prime attiviste per la causa femminista.


venerdì 27 settembre 2024

Senza dire cos’è


ORFILA BARDESIO

CIGNO

Resta con me,
mistero,
non spogliarti
all'improvviso,
resta silenzioso
e oscuro,
è come sei che ti amo,
non spiegato dalla chiarezza,
né nascosto dall'apparenza,
resta alla finestra
aperta allo spazio,
chiusa all'intimità.
Senza di te la vita non avviene,
la luce non sorge
senza dire cos'è
o cosa siamo.
Ed è bello non saperlo.

(da La canzone della terra, 2009)

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Nella visione del mondo, degli animali o dei fiori che spesso appaiono nella sua opera, la poetessa uruguaiana Orfila Bardesio si interroga sempre su ciò che è nascosto, nel suo aspetto mistico, ma non con l'intenzione di riuscire a scoprire il mistero quanto piuttosto di fondersi con esso, di divenirne parte.

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FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Il poeta sa dell'Oceano ciò che l'Oceano non sa di se stesso. / Sa dell'Aria ciò che l'Aria non sa di se stessa. / Sa della Terra ciò che la Terra non sa di se stessa.
ORFILA BARDESIO, Alfar, n. 89, 1950

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Orfila Bardesio (Montevideo, 18 maggio 1922 – 14 ottobre 2009), poetessa uruguaiana. Con precocissime preoccupazioni poetiche, ricevette un'educazione cattolica e umanistica che si riflette in tutta la sua opera. Nelle sue poesie risalta la delicata passione per la natura e gli animali, nonché uno stretto legame con il creato e con la figura divina.


giovedì 26 settembre 2024

Vòltati


FRANCO LOI

VÒLTESS

Vòltess, sensa dàgh pés, cume se fa
quand ch’i penser ne l’aria slisen via,
vòltess per abitüden, lenta, sensa sâ,
cume quj donn che per la strada i gira
la testa per un òm, in câ, o sü la porta,
vòltess per simpatia d’un rümur luntan,
o d’una rùnden sü nel ciel stravolta,
vòltess sensa savè, per vuluntâ
d’un quaj penser bislàcch, o per busia,
vòltess per returnà, che smentegâ
sun mì che dré di spall te rubarìa
quel nient del camenà, quel tò ’ndà via.

Vòltati, senza darci peso, come si fa
quando i pensieri nell’aria scivolano via,
vòltati per abitudine, lenta, senza senso,
come quelle donne che per strada girano
la testa per un uomo, in casa, o sulla porta,
vòltati per simpatia di un rumore lontano,
o di una rondine su nel cielo stravolta,
vòltati senza sapere, per volontà
d’un qualche pensiero bislacco, o per bugia,
vòltati per ritornare, che dimenticato
ci sono io dietro le tue spalle per rubarti
quel niente del camminare, quel tuo andare via.

(da Lünn, Il Ponte, 1982)

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Un gesto, quello della donna che si volta lentamente, che ha un taglio quasi cinematografico, iconico, e che per il poeta Franco Loi, che quel gesto ruba come un fiore in un giardino, è un archetipo di fascino, di bellezza. Una nota linguistica: “sâ”, qui tradotto “senso” è il sale - tra l’altro femminile in milanese - e rende meglio l’idea del gusto.

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LAURA LEE ZANGHETTI, "ATTRAVERSANDO LA STRADA"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Le parole sono suoni, e l’impiego e l’accostamento di una parola o un’altra a una diversa parola non è determinato dalla logica, ma dall’impulso dato dall’emozione.
FRANCO LOI, Corriere della sera, 21 gennaio 2020

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Franco Loi (Genova, 21 gennaio 1930 – Milano, 4 gennaio 2021) poeta, scrittore e saggista italiano. Autore in dialetto milanese, i temi ricorrenti nelle sue poesie di sono la guerra, la scoperta della presenza del male nella storia, la sensazione di un tradimento perpetrato e di ferite non rimarginabili, l'energia dell'invettiva, il rimpianto di un paradiso perduto, ma anche la costanza dell'invocazione della preghiera.


mercoledì 25 settembre 2024

Gli dei divisi


ROBERTO JUARROZ

UNDICESIMA POESIA VERTICALE, IV, 1

La condizione malsana
di non poter pensare insieme,
di non poter pensare all’unisono,
di non poter concepire un pensiero unico
tra noi due,
ci separa senza rimedio.

Per questo la più grande tentazione
di due esseri che si avvicinano
è quella di fondare un nuovo dio,
un dio che comprenda se stesso
e corregga questo errore,
questo trauma fatale
degli dei divisi.

(da Undicesima poesia verticale, 1988)

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Se l’unione è quello che gli innamorati cercano – “l’antica unità il cui desiderio e la cui ricerca costituiscono quello che noi chiamiamo amore” come teorizza Platone nel Simposio – allora la sua impossibilità è il fallimento, dice il poeta argentino Roberto Juarroz. Eppure, incessantemente andiamo alla ricerca di questo sogno: “Nella sua metà la mia metà riunisco” recita un verso di Ronsard.

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ERICA ROBIN, "YIN E YANG"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

In quel riposo, trovandosi ad essere uno e senza divisione, senza divisione anche all’interno di sé, al punto che la loro intelligenza pareva smarrita, la loro memoria vuota, la loro volontà inutile, essa stava in piedi in quel riposo come dinanzi a un sorgere del sole e si perdeva interamente in lui, essa e le sue particolarità terrestri.
ROBERT MUSIL, L’uomo senza qualità

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Roberto Juarroz (Coronel Dorrego, 5 ottobre 1925 – Buenos Aires, 31 marzo 1995), poeta, saggista e bibliotecario argentino. La sua opera, salvo le prime Sei poesie scelte del 1960 è riunita con il titolo unico di Poesia verticale. Varia solo il numero d'ordine, da raccolta a raccolta, fino alla quattordicesima, uscita postuma nel 1997.


martedì 24 settembre 2024

Al sole della tenerezza


LUCIE SPÈDE

FRUTTI

La bambina
la sua guancia mela
fresca.
Nel palmo della mia mano
si scalda
al sole
della tenerezza

(da Parole di mele, 2010)

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Un gesto di tenerezza: la mano che accarezza la guancia diventa poesia in pochissime pennellate nei versi della poetessa belga Lucie Spède, cui bastano un paio di semplici metafore, la liscia rotondità della mela e il calore del sole.

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EMILE MUNIER, "LA GIOVINEZZA"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Qualcosa di più di una preghiera è la tenerezza.
GLORIA FUERTES, Storia di Gloria

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Lucie Spède (Etterbeek, 27 settembre 1936 – 10 gennaio 2010), scrittrice e poetessa belga di lingua francese. Ha pubblicato una decina di raccolte di poesia, racconti e prosa. È stata definita “poesia fatta donna” e i suoi versi, se economizzano le parole, rivelano altresì un’ardente vita interiore.


lunedì 23 settembre 2024

Un posto in ogni stanza


MARÍA MERCEDES CARRANZA

ODE ALL'AMORE

Una sera che non dimenticherai mai
viene a casa tua e si siede al tavolo.
A poco a poco avrà un posto in ogni stanza,
le sue impronte saranno sui muri e sui mobili,
disferà il tuo letto e sprimaccerà il tuo cuscino.
I libri nella libreria, preziosa trama degli anni,
si adatteranno al suo gusto e alla sua somiglianza,
cambieranno di posto le fotografie.
Altri occhi osserveranno le tue abitudini,
il tuo andare e venire tra muri e abbracci
e i rumori e gli odori di tutti i giorni saranno diversi.
E un pomeriggio qualsiasi che non dimenticherai mai
chi ha distrutto la tua casa e ha abitato le tue cose
uscirà dalla porta senza salutare.
Dovrai iniziare a risistemare la casa,
spostare i mobili, pulire le pareti,
cambiare le serrature, strappare i ritratti,
spazzare via tutto per continuare a vivere.

(da Ciao, solitudine, 1987)

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Amore e disamore hanno un posto di riguardo nelle poesie di María Mercedes Carranza. La poetessa colombiana in questa ode punta l'attenzione sul fatto che il fallimento dell'amore alla fine è soltanto una singola esperienza di vita - per quanto possa essere dolorosa e straziante - ma non l'intera vita.

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PAUL SCHULENBERG, "APPARTAMENTO SULLA 68ª STRADA"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Non c'è nell'anima / un altro modo di vivere / il disamore?
MARÍA MERCEDES CARRANZA, Ciao, solitudine

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CarranzaMaría Mercedes Carranza (Bogotá, 24 maggio 1945 – 11 luglio 2003), poetessa e giornalista colombiana. La sua opera poetica, secondo James J. Alstrum, è “demolitoria, ma sana e necessaria per indirizzare la poesia su percorsi insoliti”.


domenica 22 settembre 2024

Ogni autunno


IRINA VIKYRČAK

OGNI AUTUNNO

Ogni autunno
compro una nuova borsa a tracolla
ma in qualche modo
il contenuto rimane lo stesso:
fazzoletti di settembre,
appunti stropicciati,
un'agenda logora,
una penna rossa da insegnante,
il cellulare,
il mio portafoglio verde
spesso e sottile,
scarabocchi su una busta
come una mappa del tesoro,
un po' di tristezza,
qualche battuta,
un barattolo di conserva di ricordi,
un libro in latino,
pensieri in cirillico,
un impermeabile tascabile
con disegni di papaveri.
Come sempre, un disordine,
tipico
di tutto ciò che
contiene l'anima di una donna.
Non so cosa fare delle mie mani.
È autunno.

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Con l’equinozio, oggi alle 14.44, entriamo ufficialmente nell’autunno, “stagione sleale” per la sua bellezza dolce e malinconica, come la definì Gesualdo Bufalino. Ed è come un nuovo capodanno, un ritorno alle abitudini dopo l’allegra follia dell’estate, come nota anche la poetessa ucraina Iryna Vikyrčak.


FOTOGRAFIA © FRIDAY2022/PIXABAY

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Arriva l'autunno, con la sua voce di cenere, / scoraggiando i sogni, coprendo di foglie / le immagini spezzate che il cuore conosce.
JON JUARISTI

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Iryna Vikyrčak (Zalischchyky, 17 maggio 1988), scrittrice, poetessa e traduttrice ucraina. Laureata presso la Facoltà di Lingue Straniere all’Università Nazionale di Černivci, è autrice della raccolta Conversazione con gli angeli (2005). Ha pubblicato le sue poesie in varie riviste.


sabato 21 settembre 2024

Una torta


LINDA PASTAN

CONTARE ALL'INDIETRO

Come sono diventata così vecchia,
mi chiedo,
pensando
al mio 67° compleanno.
La dislessia sorride:
in realtà ho 76 anni.

Ci sono posti
dove a 60 anni iniziano
a contare all'indietro;
in Giappone
ricominciano
da uno.

Ma i numeri
non importano.
È la fisica
dell'accelerazione che mi preoccupa,
il modo in cui il tempo accelera
come se non avesse indovinato

la destinazione —
guarda!
Vedo mia madre
e mio padre che portano una torta,
aspettandomi
alla linea di partenza.


(da Viaggiare leggeri, 2010)

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Una volta l'anno ci tocca fare i conti con il nostro compleanno. Avanzando con l'età, mutano anche le riflessioni - come ben sa la poetessa statunitense Linda Pastan, autrice dalla spiccata "attitudine domestica". E sogna di ringiovanire anziché invecchiare, come il Benjamin Button di Francis Scott Fitzgerald. Ritrovando, a ritroso nel tempo, quello che più manca a certi compleanni "avanzati": l'affetto delle persone più care.

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FOTOGRAFIA © ECHO S/PUBLIC DOMAIN PICTURES

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Sono miti del calendario/ sia ieri che adesso,/ e il tuo compleanno/ è sempre una nascita.
CARLOS DRUMMOND DE ANDRADE, Ad amare si impara amando

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Linda Pastan (New York, 27 maggio 1932 – Chevy Chase, Maryland, 30 gennaio 2023), poetessa statunitense di origini ebraiche. Nota per aver scritto brevi poesie che affrontano argomenti come la vita familiare, la domesticità, la maternità, l'esperienza femminile, la vecchiaia e la morte, la perdita e la sua paura, fa del mezzo poetico lo strumento per tenere sotto controllo l'oscurità.


venerdì 20 settembre 2024

Un eterno straniero


BEI DAO

VELENO

Per il mondo
sono un eterno straniero
Non capisco la sua lingua
non capisce il mio silenzio
ciò che ci scambiamo
è mero disprezzo
come se ci incontrassimo in uno specchio

Anche per me stesso
sono un eterno straniero
Temo l'oscurità
ma uso il mio corpo per ostacolare
quell'unica e sola lampada
la mia ombra è la mia amante
il mio cuore il nemico

(da Gli stranieri ritornati, 1987)

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La disillusione, la solitudine e l’inquietudine sono la trama su cui il poeta cinese Bei Dao tesse la sua poesia minimalista, che spesso è un interrogarsi sul momento presente e sull’essere. Qui traccia un autoritratto ai tempi della rivoluzione culturale che porterà a Tienanmen, i tempi del risveglio dal conformismo ideologico maoista e dell’individualismo e del soggettivismo in reazione al realismo imposto agli artisti dallo stato cinese.

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PABLO PICASSO, "L'OMBRA"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Non sono un eroe / In un'epoca senza eroi / Voglio solo essere un uomo.
BEI DAO, Poesie scelte 1972-1986

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Bei Dao, pseudonimo di Zhao Zhenkai (Pechino, 2 agosto 1949), scrittore, poeta e traduttore cinese, considerato l'ispiratore e uno tra i maggiori esponenti negli anni Ottanta della poesia menglong, o poesia "oscura", in aperta ribellione con le forme tradizionali e il realismo socialista.


giovedì 19 settembre 2024

La mia vuota fame di te


GEOFFREY HILL

IL CANZONIERE DI SEBASTIAN ARRURRUZ, 5

Amore, oh amore mio, verrà,
Sicuro! Un temporale
Cova sempre la terra secca tutto il giorno.
Di notte le persiane pulsano nel suo scroscio.

La metafora regge; è una casa accogliente.
Tu sei fuori, perduta chissà dove. Mi trovo
A divorare versi di più strana passione
Ed esilio. Le parole esatte

Alimentano la mia vuota fame di te.

(da King Log, 1968 - Traduzione di Renato Oliva)


Una sobria trasparenza, un tranquillo erotismo, un'intimità naturale - oltre alla leggera vena ironica - attraversano i versi del Canzoniere di Sabastian Arrurruz, poeta immaginario creato dal poeta britannico Geoffrey Hill per esplorare i temi dell’amore, della perdita e del ricordo con profondità emotiva. La lontananza della donna amata diventa quindi un esilio.

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GUSTAVE CAILLEBOTTE, "GIOVANE UOMO ALLA FINESTRA"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

"Non si può perdere ciò che non si è posseduto." / Tanto per quella gemma abrasiva. / Posso perdere ciò che voglio. Voglio te.
GEOFFREY HILL, King Log

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Geoffrey Hill (Bromsgrove, 18 giugno 1932 – Cambridge, 30 giugno 2016), poeta britannico fondatore e co-direttore dell'Editorial Institute alla Boston University.  Le sue poesie hanno per temi Dio, l'amore, la guerra e il fluire del tempo. La tessitura dei versi, di estrema sofisticazione intellettuale, richiama John Donne e Ben Jonson.


mercoledì 18 settembre 2024

Ángel García López


Una crisi cardiorespiratoria ieri si è portata via all’età di 89 anni il poeta andaluso Ángel García López. Per quarant’anni insegnante di scuola secondaria, è autore di un'ampia opera poetica caratterizzata da una costante indagine formale, sempre all'insegna del rigore e dell’azzardo, tesa alla ricerca dei più alti livelli di bellezza. Riteneva la poesia un’elevata arte verbale, una formulazione magica la cui emozione risiede nel territorio del mistero.

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FOTOGRAFIA © AMIGOS DE UNAMUNO

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PAROLE DA APPENDERE A UNA FINESTRA A ROTA

Questo balcone si affaccia sul mare. Tocco la schiuma
vagabonda, inesauribile, della spiaggia.
Sul balcone, davanti a La Costilla,
i miei occhi si sono rivolti al mare.
                                     Lontano, la nebbia
disegna un orizzonte che naviga
ne l mio cuore.
                                     Conosco ogni granello
di quella sabbia, il suo nome, la sua estate,
il suo cognome. E l'acqua mi viene offerta
giovane e dolce al mattino. E canta
il suo settembre soleggiato.
                                     Nei vetri
cresce il fiore leggero dei coralli,
ruggisce l'azzurro della gola scolastica
del giorno.
E appare quel bambino, quell'insonne
che ero un tempo. E guarda.
                                     E a Rota
questa finestra è il mare. E il gabbiano
che gli restituisce la parte più bella del cielo.

(da Mester Andalusí, 1978)

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TUTTO QUELLO CHE NON TI DICO È ELOQUENTE

Tutto quello che non ti dico è eloquente, perché nessuna
parola chiarisce
come il silenzio.
Dire addio è questo long drink
dal sapore di mai. Tuttavia,
perso tra l'alcool, c'è sul fondo
un verso
Quello è tuo. bevilo
non lentamente, ma nemmeno
con la fretta di chi se ne va
dopo aver avvelenato il bicchiere.
Lascia che il bicchiere
parli nella tua bocca. E, anche se vuoto,
serba il suo brivido. Poiché chiunque ama
lo fa per sempre.

(da Di furti e verginità, 1983)

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Un’altra poesia di Ángel García López sul Canto delle Sirene:

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Nella poesia lirica quello che non è autobiografia è solo plagio.
ÁNGEL GARCÍA LÓPEZ

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Ángel García López (Rota, 29 marzo 1935 – Madrid, 17 settembre 2024), poeta spagnolo. Autore di un'ampia opera poetica, in cui risaltano l'attento primato del linguaggio, il rigore formale e la ricerca sulle possibilità ritmiche e linguistiche. Questo compito creativo è stato contraddistinto da successivi e importanti riconoscimenti letterari, come il Premio Adonais nel 1969.


martedì 17 settembre 2024

Il grande melo


OLAV H. HAUGE

HO TAGLIATO IL GRANDE MELO

Ho tagliato il grande melo
davanti alla finestra.
Mi bloccava la vista, questo era un motivo,
anche d'estate la stanza era buia,
e poi al mercato della frutta non volevano
più le sue mele.
Ho pensato a cosa avrebbe detto mio padre,
gli piaceva quel melo.
Ma l'ho tagliato.
Tutto è diventato più luminoso,
posso vedere tutto il fiordo
e seguire meglio ciò che accade
in tutte le direzioni,
la casa ora è più visibile,
è meglio esposta.
Non voglio ammetterlo,
ma mi manca il melo.
Non è più come prima.
Ci proteggeva dal vento
e ci dava buona ombra,
il sole filtrava tra i rami fino al tavolo,
e la notte mi sdraiavo
ad ascoltare il fruscio del fogliame.
E le mele,
non esistono mele migliori in primavera,
hanno un sapore così aromatico .
Mi fa male ogni volta che vedo il ceppo,
quando sarà marcito lo scaverò dal terreno
e lo taglierò per farne legna da ardere.

(da Chiedi al vento, 1971)

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Abbiamo visto la poetessa statunitense Mary Oliver compiere la scelta contraria: evitare di tagliare il noce nero davanti casa in nome dei ricordi della famiglia e dell'affetto per il vecchio albero. Il poeta norvegese Olav H. Hauge invece quell'albero avito - un melo - lo taglia e per metà della poesia sembra convincersi di aver fatto la scelta giusta valutando i "pro". Ma, ahimè, ci sono anche i "contro" e sono proprio questi a lasciare infine un amaro e doloroso rimpianto.

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GINETTE CALLAWAY, "ALBERO DI MELE"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Gli alberi sono le colonne del mondo, quando gli ultimi alberi saranno stati tagliati, il cielo cadrà sopra di noi
PROVERBIO DEI NATIVI AMERICANI

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Olav Håkonson Hauge (Ulvik, 18 agosto 1908 – 23 maggio 1994), traduttore e poeta norvegese. Giardiniere, uomo di grande cultura, tradusse in lingua nynorsk Blake, Brecht, Celan, Hölderlin e Sylvia Plath. La sua è poesia modernista, che invade il territorio della poesia concreta.