mercoledì 30 novembre 2022

La vecchia canzone


EUGENIO MONTEJO

CANZONE

Ogni corpo con il suo desiderio
e il mare davanti.
Ogni letto con il suo naufragio
e le navi all'orizzonte.

Sto cantando la vecchia canzone
che non ha parole.
Ogni corpo accanto a un altro corpo,
ogni specchio tremante nell'ombra
e nuvole vaganti.

Suono la vecchia chitarra
con cui gli amanti si addormentano.
Ogni finestra nelle sue felci,
ogni corpo nudo nella sua notte
e il mare sullo sfondo, irraggiungibile.

(da Tropico assoluto, 1982)

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Irraggiungibile è il mare, dice il poeta venezuelano Eugenio Montejo, irraggiungibile è il senso della vita per quanto le cose si ripetano, per quanto i desideri e gli amori si rinnovino nelle vecchie case e sotto i cieli, per quanto la poesia provi a esprimere il sentimento.

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PABLO PICASSO, "CHITARRA (AMO EVA)"
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   LA FRASE DEL GIORNO   

La poesia attraversa da sola la terra / investendo la sua voce nel dolore del mondo / non chiede niente / nemmeno parole.
EUGENIO MONTEJO, Alfabeto del mondo




Eugenio Montejo (Caracas, 1938 – Valencia, 5 giugno 2008), poeta e saggista venezuelano. Professore, universitario, fu diplomatico a Lisbona. La sua poesia si caratterizza per una forma ricca e testuale e per la padronanza delle forme. Nel 2004 ottenne il Premio Octavio Paz.



martedì 29 novembre 2022

Il Ponte dei Ventiquattro


BAI HUA

ANTICA MELODIA

I

Un giovane scivola verso l'abisso
e un altro lo segue.

La felicità sarà presto obsoleta
Un ragazzo scrive un verso di poesia

Un verso, ahimè, un solo verso:
“Sopra il Ponte dei Ventiquattro la luna disperde la notte”

II

Inverno, a sud del fiume
Non puoi concentrare i tuoi pensieri o trovare un tema

Stinco di maiale Yaorou, Ge Garden, gente di Shanghai
La guida del tour è carica di entusiasmo

Una foto, per favore. Una foto
La sua faccia rossa gelata sorride

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L'antica melodia di questi versi del poeta cinese Bai Hua è Guangling San, un celebre brano della dinastia Han. Il verso citato viene invece da una poesia di Du Mu, autore del IX secolo, Giudicare Han Chuo a Yangzhou: “Montagne blu nebbiose, misteriose e lontane acque / A sud del fiume, mentre l'autunno finisce, l'erba non è ancora appassita / Sopra il Ponte dei Ventiquattro la luna dissolve la notte / Dov'è quell'Adone che dà lezioni sul suo flauto?”. E a sud del fiume nella seconda strofa, con uno stacco temporale, portato dall'antica melodia va lo stesso Bai Hua turista dei nostri giorni.

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FOTOGRAFIA © CGTN

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   LA FRASE DEL GIORNO   

In questo momento stai scrivendo una poesia / il che equivale a comporre una nave affondata / un albero nero / o un terrapieno protetto dalla pioggia.
BAI HUA

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Bai Hua (Sichuan, 1956), poeta cinese. Dopo aver ottenuto una laurea in inglese presso il Guangzhou Foreign Languages Institute, ha conseguito un Master in Tendenze letterarie occidentali presso l'Università di Sichuan.


lunedì 28 novembre 2022

Amore parla e parla di te


ATTILIO BERTOLUCCI

AMORE A ME VICINO

Amore a me vicino
di tua crudeltà mi consola,
fuori è notte e cade
una dolce pioggia improvvisa.

La famigliare lampada rivela
le intime e care cose,
amore parla e parla di te
sommesso, come acqua fra erbe alte.

(da Fuochi in novembre, 1934)

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Il poeta Attilio Bertolucci ed Evelina Giovanardi, detta Ninetta, si conobbero sui banchi di scuola, in prima liceo: quell’amore durò tutta la vita, fino alla scomparsa di lui nel 2000 e di lei nel 2005. Nel 1934 siamo agli albori della storia e Attilio dedica all’amata gran parte delle poesie di Fuochi in novembre, che ne delineano ogni lato, dalla grazia alla bellezza, dalla ritrosia alla forza, dalla felicità alla manifestazione di quell’amore che parla di lei in ogni cosa.

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ATTILIO BERTOLUCCI E NINETTA GIOVANARDI NEL 1991 - FOTOGRAFIA © BERNARDO BERTOLUCCI

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   LA FRASE DEL GIORNO   

L’amore, nei tuoi occhi neri, / fuoco in una radura, s’incendiò.
ATTILIO BERTOLUCCI, Fuochi in novembre




Attilio Bertolucci (San Prospero Parmense, 18 novembre 1911 – Roma, 14 giugno 2000), poeta italiano. Le sue opere poetiche sono il risultato di una felice contaminazione tra eredità ermetica e capacità di tradurre ogni astratta eleganza in un discorso poetico naturale.


domenica 27 novembre 2022

Hans Magnus Enzensberger


Hans Magnus Enzensberger, scrittore e traduttore tedesco, è morto giovedì a Monaco di Baviera all'età di 93 anni. La casa editrice Suhrkamp lo ha salutato così: “come poeta, saggista, biografo, editore e traduttore, è stato uno degli intellettuali tedeschi più influenti e di fama mondiale". L’Enzensberger poeta fu in grado di mescolare sapientemente poesia e matematica, in una versatile carriera che lo portò ad essere un intellettuale autorevole per quanto discusso in seguito a certe sue prese di posizione – ad esempio contro l’islamismo e contro l’ingerenza dell’Unione Europea. Nel 2002 ottenne il premio “Principe delle Asturie” per la sua opera che “con manifestazioni di un aperto cosmopolitismo, di una spiccata onestà intellettuale, di una grande attenzione alle questioni sociali e di una spiccata componente etica, costituiscono un prezioso contributo al dibattito contemporaneo, perché offrono un'acuta analisi critica dei grandi problemi che colpiscono le società attuali, come le perversioni del potere, i totalitarismi, le menzogne ​​sociali o il crollo delle utopie”.

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FOTOGRAFIA © DER SPIEGEL

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L’ALTRO

Uno ride
si interessa
ha il mio viso con pelle e capelli sotto il cielo
lascia rotolare parole dalla mia bocca
uno che ha denaro e paura e un passaporto
uno che litiga e ama
uno si diverte
uno si dimena

ma non io
io sono l’altro
che non ride
che non ha viso sotto il cielo
e alcuna parola nella sua bocca
ed è sconosciuto a sé e a me
non io; l’altro; sempre l’altro
che non vince e non è vinto
che non si interessa
che non si muove

l’altro
che è indifferente a se stesso
del quale io non so niente
del quale nessuno sa chi è
che non mi muove
questo io sono.

(da Poesie per chi non legge poesia, Feltrinelli, 1964)

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DOMANDE AI COSMOLOGI

Se è nata prima la luce
o invece la tenebra;
se da qualche parte non c'è nulla,
oppure se, andando voi avanti così,
resta qualcosa,
della buona vecchia materia,
oltre un'overdose di matematica?

Mi sapete dire
se le 22 dimensioni
hanno un fondamento
o potrebbero essere anche di più?
se l'aldilà è il buco di un tarlo
e a quanti universi paralleli
devo prepararmi a far fronte?

Con reverenza io sto a sentire
le vostre fiabe esatte,
voi sommi sacerdoti.
Quante domande. A chi,
se non a voi,
ultimi moicani
della metafisica,
devo rivolgerle?

(da Gli elisir della scienza, Einaudi 2004 – Traduzione di Anna Maria Carpi)

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Altre poesie di Hans Magnus Enzensberger sul Canto delle Sirene:



   LA FRASE DEL GIORNO   

Mi chiedo spesso dove finisca la matematica e inizi la stregoneria.
HANS MAGNUS ENZENSBERGER




Hans Magnus Enzensberger (Kaufbeuren, 11 novembre 1929 – Monaco, 24 novembre 2022), scrittore, poeta, traduttore ed editore tedesco. La sua poesia, con espressione volutamente antipoetica e provocatoria, non vede un mezzo di salvezza per l'uomo e si presenta come denuncia spietata di tutte le storture e debolezze della società.


sabato 26 novembre 2022

Querce nel sole d’autunno


OLAV H. HAUGE

LA TERRA AZZURRA

Qui sono al sicuro, qui ci sono querce intorno ai muri,
qui scintilla lo stretto tra monti corrosi dal mare.
Se me ne sto in piedi alla finestra
le querce immense hanno
una profonda tonalità oleosa
come un dipinto antico,
sul cielo di smalto azzurro
nubi ritardatarie
si rincorrono dal mare.
Querce nel sole d’autunno!
Terra azzurra, terra di monti, terra di mare
ed ere alle mie spalle
in una festa di colori
e ardore.

Oggi ci sono freddo e fiocchi di neve nell’aria,
i rami nudi si protendono come artigli
verso il caldo e l’ultimo ozono.
Mi inoltro nella terra azzurra
sotto le foglie che cadono.
E un giorno sarà spoglio Yggdrasil.

(da La terra azzurra, Crocetti, 2008 - Traduzione di Fulvio Ferrari)

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Il poeta norvegese Olav H. Hauge va alla ricerca di spazi luminosi: la sua mente irrequieta, il suo cuore turbato cercano la spiritualità attraverso la  sterminata bellezza della natura. La poesia nasce dalla necessità di conoscere, dalla volontà  di vivere in armonia con il mondo naturale: Yggdrasil è l'albero della vita nella mitologia norrena.

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FOTOGRAFIA © OLE HENRIK SKJELSTAD/500PX

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Getta via la tua oscurità e sarai ricco.
OLAV H. HAUGE, La terra azzurra

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Olav Håkonson Hauge (Ulvik, 18 agosto 1908 – 23 maggio 1994), traduttore e poeta norvegese. Giardiniere, uomo di grande cultura, tradusse in lingua nynorsk Blake, Brecht, Celan, Hölderlin e Sylvia Plath. La sua è poesia modernista, che invade il territorio della poesia concreta.


venerdì 25 novembre 2022

Centenario di Kim Chunsu


Kim Chunsu, poeta sudcoreano, nacque il 25 novembre di cento anni fa a Chungmu, città che ora si chiama Tongyeon. Tra il 1941 e il 1943 studiò alla università Nihon di Tokyo e fu espulso e imprigionato come cittadino ostile all'impero giapponese. Tornato in Corea, fu insegnante di scuola media e superiore e iniziò a pubblicare poesie ricercando uno stile che potesse distinguersi pur nell'ambito lirico tradizionale: la sua poetica va esplorando la natura oggettiva delle cose cercando di fissarla in immagini. La poesia è dunque "il lampeggiare sulla punta / di un delicato ramoscello".


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PROLOGO PER UN FIORE

Sono un animale pericoloso.
Nel momento in cui la mia mano ti tocca,
diventi l'oscurità sconosciuta.

Alla fine del tremante ramo dell'essere,
fiorisci e cadi, anonimo.
Piango tutta la notte

e nell'oscurità innominabile
le lacrime traboccano,
accendendo un ricordo.

Il mio pianto diventa un turbine
che potrebbe far crollare edifici,
e diventa luce d'oro dentro una pietra.

Mia sposa velata!

(da Disegno di un fiore, 1959)

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RITMO DI BALLATA, VII

Una mela cade
dall'alto, atterrando pesantemente
accanto alla mia anima disperata.
Com'è generoso l'autunno;
regala tutto
quello che ha maturato instancabilmente per tutta l'estate!
Sono più stupito che imbarazzato
per averla mangiata tutta da solo.
Ma a chi dovrei darla?
Sono così meschino
che a te ho dato
nient'altro che i miei cinque organi interni
e sei interiora,  puzzolenti resti
dei miei tre pasti al giorno.
Non ho niente. Ogni giorno le mie dita tremano,
ma non ho saputo darti
neppure una mela in autunno.
La mela che mi è stata data
amore,
a chi devo darla?

(da Ritmo di ballata, 1969)

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Un’altra poesia di Kim Chunsu sul Canto delle Sirene:

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Tutti noi vogliamo diventare qualcos’altro. / Tu per me e io per te vogliamo diventare / un indimenticabile sguardo.
KIM CHUNSU, Disegno di un fiore




sooKim Chunsu (Chungmu, ora Tongyeong, 25 novembre 1922 – 29 novembre 2004), poeta, saggista e politico sudcoreano. Insegnante di scuola superiore, è stato eletto deputato all’Assemblea Nazionale nel 1981. Partito da una poesia di ricerca, ha virato nel corso degli anni verso l’enfasi dell’immagine narrativa e il postmodernismo.


giovedì 24 novembre 2022

New York, città intima


YOLANDA BEDREGAL

L'AUTUNNO DEI TUOI PARCHI NEW YORK

Chi ha cantato, New York, la dolcezza dei tuoi parchi in autunno?
Chi ha sentito il fruscio dei tuoi baci d'oro
quando l'albero ossuto ha lasciato cadere le foglie
brune nella fucina del ventre della roccia?
Ogni foglia che cade non è forse un tuo pensiero?
Città, perché la gente ti guarda con stupore
come se fossi un mostro dagli occhi milionari?
Perché tutti ti cercano nell’elevazione dell’acciaio
e nessuno nella dolcezza dei tuoi parchi in autunno?

Ho percorso da sola i tuoi grandi viali,
dimenticando la tua severa struttura metallica,
sottomessa solo alla terra su cui posi;
avevi tanta nostalgia di uno sguardo umano
che la terra sorrideva sentendo che la amavo.
Forse è per questo, città di New York,
che ti ho sentito mia, come una fata madrina
quando, attraversando i tuoi parchi, le foglie mi seguivano
con un mormorio profondo, muto tra i rumori,
mettendo a tacere la loro angoscia di soli infranti.

Ho amato la tua erba secca quando soffiava il vento
dei primi freddi in caduta verticale.
Ho amato i secchi filari di tronchi spogli
che sembravano bambini affamati in casa
di un avaro magnate, o lavoratori congelati
nello sciopero forzato da giorni senza pane.
Città, quanto ti amo pensando alla tua nebbia!
È così che sei più intima e più tu,
con gli occhi chiusi davanti a un cielo arancione,
inviando il tuo messaggio al fiume in cui si culla
la commovente lacrima dell'esistenza umana.
Città, ti conosco perché ti ho baciato i piedi
nell'erba gialla del tuo parco muto.

Città, ho visto i tuoi alberi scrivere geroglifici
sulla pagina aperta del cielo biancastro
fini tracce scure di segno terreno
e poi ho udito il canto liturgico degli esseri
che in solenne processione dimorarono nelle tue viscere.

Ho visto sulle tue fredde banchine galleggiare le grandi navi,
e anche la vela più alta a stelle e strisce,
dall'acqua sorgeva il tuo cuore nascosto;
ed era solo l'ombra della mia mano nell’addio
che accarezzava la carena gravida dei tuoi viaggi.

Ho visto i tuoi ponti scavalcare il tumulto della gente,
ragnatele giganti di meditazione.

Ho sentito nella notte la tua voce intima gonfia
di un respiro caldo come un seno sognante.
Mi sono sentita piccola nella tua rete di luci
(ma c'era Aladino a guidare i miei passi)
e mi hai dato ombre, riflessi, folla, solitudine.

New York, città intima, come ho saputo amarti
negli angoli lontani dove sei più tu!

Chi ha cantato, New York, la dolcezza
autunnale dei tuoi parchi?
Dammi quella voce amica per continuare a chiamarti
forte nel nobile flusso del tuo Hudson.
Dammi quella voce amica per continuare a chiamarti
nell'erba arida che i tuoi sandali dorano.
Dammi il vento dei moli, la mano dei tuoi ponti.

New York, continuo ad amarti nei tuoi parchi
come un'altra foglia bruna nel tuo vento d'autunno.

(da Nadir, 1950)

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Il fascino dell’autunno e la bellezza di New York: la poetessa boliviana Yolanda Bedregal coniuga la dolcezza dei parchi colorati dalla stagione e le meraviglie di una delle città più amate del mondo. Un’attestazione di amore che abbraccia Central Park e il ponte di Brooklyn più che l’elevarsi dei grattacieli, più vicina alla terra che al cielo, più aderente all’umanità che all’economia.

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FOTOGRAFIA © RALF CHANG/PEXELS

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   LA FRASE DEL GIORNO   

L’autunno a New York porta la promessa di un nuovo amore.
VERNON DUKE




Yolanda Bedregal de Cónitzer (La Paz, 21 settembre 1913 - 21 maggio 1999),  poetessa e scrittrice boliviana, nota anche come Yolanda di Bolivia. La sua poesia, affine agli inizi al Simbolismo, esalta i sentimenti comuni agli esseri umani con linguaggio chiaro e preciso, virando verso una visione più religiosa


mercoledì 23 novembre 2022

L’acqua fredda


JANE HIRSHFIELD

FRAGRANZA DI CEDRO

Anche adesso,
decenni dopo,
mi lavo il viso con l’acqua fredda –

Non per disciplina,
né per ricordo,
né per il gelido schiaffo del risveglio,

ma per esercitarmi
a desiderare
ciò che non desidero.

(da Given sugar, given salt, 2001)

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La saggezza zen promana da questi versi della poetessa statunitense Jane Hirshfield: quello di spruzzarsi acqua fredda sul viso prima della meditazione è un rituale che i monaci praticano nei monasteri buddhisti. La Hirshfield, che negli Anni ‘70 frequentò uno di questi centri nella foresta californiana di Los Padres, ha serbato questa pratica non per rigore, per memoria di quell’esperienza o per utilità, ma appunto come “pratica”, quell’attenzione che lo zen utilizza per indirizzare alla consapevolezza.

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FOTOGRAFIA © PIXABAY

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   LA FRASE DEL GIORNO   

L’opera della poesia è il chiarimento e l’esaltazione dell’essere.
JANE HIRSHFIELD




Jane Hirshfield (New York, 24 febbraio 1953), poetessa, saggista e traduttrice statunitense. La sua poesia, influenzata dallo Zen e dal buddhismo, esplora i rapporti personali e quelli con gli elementi naturali con particolare interesse al legame tra inquinamento ambientale e umanità.


martedì 22 novembre 2022

Del tuo nome


TITOS PATRIKIOS

SILLABE

Del tuo passaggio quello ch’è rimasto
poco alla volta lo livella il tempo
come un ciottolo il fiume.
Soltanto del tuo nome sono ormai sicuro.
Lo dico sempre al mare e lo ripeto
e chissà mai che una notte,
quando ci soffocano il reticolato e la pietra,
mi serva da parola di salvezza
e scopra all’improvviso ch’è svanito anch’esso.

(da La resistenza dei fatti, Crocetti, 2007 – Traduzione di Nicola Crocetti)

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Se tu non avessi nome / io non saprei che cos'era / né come, né quando. Niente” dice Pedro Salinas nel suo amore contrastato con Katherine. Anche il poeta greco Titos Patrikios, nei naufragi del tempo e della memoria, si aggrappa a un nome come un mantra, come un’ancora cui affidare la propria salvezza.

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PETER SEMINCK, "STILL WAITING FOR BONNIE"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

La bellezza delle donne che cambiano la vita / resta nelle poesie scritte per loro / rose perenni che effondono sempre lo stesso profumo, / rose perenni, come da secoli cantano i poeti.
TITOS PATRIKIOS




Títos Patríkios (Atene, 21 maggio 1928), scrittore e poeta greco. Confinato per tre anni dalla dittatura militare sull’isola di Makronissos e poi esule a Parigi e Roma, ha trasposto nei suoi versi l’esperienza di prigionia ed esilio. La sua opera è critica verso il mondo ma ritiene necessaria la lotta in difesa dei valori anche attraverso la poesia.


lunedì 21 novembre 2022

Immagini così mute


SOPHIA DE MELLO BREYNER ANDRESEN

UN GIORNO BIANCO

Dammi un giorno bianco,
un mare di belladonna,
un movimento
intero, unito, addormentato
come un solo momento.

Io voglio camminare con chi dorme
tra paesi senza nome che fluttuano.

Immagini così mute
che a guardarle mi sembri
di avere chiuso gli occhi.

Un giorno in cui si possa non sapere.

(da Corale, 1979)


Mi sono dimenticata di te e senza memoria / cammino sui sentieri dove il tempo / come un mostro divora se stesso”: la poetessa portoghese Sophia De Mello Breyner Andresen è sempre alla ricerca della luce in una sorta di perenne nostalgia del tempo perduto. Il giorno bianco, accecante, quello che è interamente illuminato, permetterebbe di riconoscere l’essenza delle cose tanto da arrivare a credere che essa è dentro di noi.

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GRZEGORZ WRÓBEL, "OSTUNI"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Se tanto mi duole che le cose passino /è perché ogni istante in me fu  vivo / nella ricerca di un bene definitivo / in cui le cose per Amore si eternizzassero.
SOPHIA DE MELLO BREYNER ANDRESEN, Corale

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Sophia de Mello Breyner Andresen (Porto, 6 novembre 1919 – Lisbona, 2 luglio 2004), poetessa portoghese, seconda donna a vincere il Premio Camões nel 1999. La sua opera consta di 15 libri di poesia, pubblicati tra il 1947 e il 1999, che riconoscono alla parola un valore intrinseco e per questo sono rigorosi, armonici ed equilibrati. Scrisse anche racconti, opere teatrali e libri per ragazzi.


domenica 20 novembre 2022

Roberto Luzcando


Uno dei più noti poeti panamensi contemporanei, Roberto Luzcando, è morto venerdì scorso a Città di Panama, dove era nato nel 1939. Aveva ottenuto la fama vincendo nel 1968 il Premio Premio Ricardo Miró con Per andare con il vento. Insegnante di liceo prima e universitario poi, diresse l’Ufficio Pubbliche Relazioni del Ministero della Cultura. La sua poesia ha sempre mantenuto un’orgogliosa indipendenza per non cadere in una facile poesia sociale, lasciandosi invece sedurre da temi senza tempo.

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FOTOGRAFIA © ROBERTO LUZCANDO

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MADRIGALE XX SECOLO

Nota: gli uomini ANCORA soffrono,
l'ingiustizia e l'amore li feriscono".
                                                     NESSUNO.

Hai dato un nome alla mia tristezza
e hai regalato il tuo vestito da ragazza
alla mia ombra stanca e cenciosa
per il tanto camminare accanto al mio corpo
nei lunghi sentieri di me stesso
hai dato un nome alla mia tristezza
Non so come la metti
ma ogni volta
che la chiami va con il paesaggio:
la mia tristezza che sorride nel pomeriggio
mano nella mano con la mia ombra vicino ai fiori
e tu che accovacciata dai briciole
a quel mucchio di uccellini
che a volte
sfuggono alla memoria.

(da Revista Lotería, 231, Maggio 1975)

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FAVOLA DELLA M

*Metàbole imprecisa
della ragione di vivere,
quando uno si guarda
negli occhi
e non trova niente
in fondo.

Cambia il vento
ma la nave
non va alla deriva
e anche se sembra senza meta
un'altra bussola “ex machina”,
senza nord o sud
il suo magnetismo oltremarino
segna un triangolo delle Bermude.

(E arriva il momento
in cui la trota non sale al fiume
né scende al mare:
tornando a se stesso,
semplicemente svanisce.)

*Metábole = Variazione di tempo o di luogo.

(da Il poema dell’alfabeto, 1989)

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Amare non costa nulla, nemmeno la vita.
ROBERTO LUZCANDO, Ode all’Istituto Nazionale

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Roberto Luzcando (Città di Panama, 29 aprile 1939 – 18 novembre 2022), poeta panamense. Laureato in Filosofia e Lettere, insegnò nei licei e all’università. Premio Ricardo Miró nel 1967, si è sempre distinto per una poesia indipendente capace di riflettere sui grandi temi dell’esistenza.


sabato 19 novembre 2022

Un turista sbadato


ADAM ZAGAJEWSKI

LA VALIGIA

All'alba le colline di Cracovia erano velate da nubi.
A Monaco pioveva, le Alpi invisibili
e pesanti giacevano nelle valli come pietre.

Solo ad Atene ho veduto il sole far sì
che l'aria, tutta l'aria,
tutta l'enorme flottiglia dell'aria,
si mutasse in oro fremente.

Come dicono gli scrittori religiosi: a un tratto
sono diventato un altro uomo.

Sono solo un turista nel mondo visibile,
un'ombra  tra le migliaia che
si librano sotto le immense volte degli aeroporti -

e come un cane fedele mi segue sulle sue rotelle
la mia valigia verde.

Sono solo un turista sbadato
ma amo la luce.

(da Asimmetrie, 2014 - Traduzione di Marco Bruno)

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La bellezza fugge dal mondo irrimediabilmente” e la poesia la ferma: il poeta polacco Adam Zagajewski va per il mondo a inseguire la bellezza e a tramutarla in poesia con il suo spirito che è per metà quello del nomade assetato di spazio e per metà quella dell’esule senza patria assediato dalla nostalgia.

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FOTOGRAFIA © ADHITYA ANDANU/PEXELS

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Sono là dov’è l’amicizia, / ma non gli amici, dove cresce / l’incanto, ma senza incantesimi.
ADAM ZAGAJEWSKI, Desiderio

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Adam Zagajewski (Leopoli, Ucraina, 21 giugno 1945 – Cracovia, 21 marzo 2021), poeta, scrittore e saggista polacco. Esordì nel 1972 con Komunikat. Esponente della New Wave polacca, nel 1976 aderì al Comitato per la Difesa degli Operai e la dittatura comunista gli impedì di pubblicare. Cominciò allora il suo esilio a Houston e Parigi. Tornò a risiedere a Cracovia nel 2002.


venerdì 18 novembre 2022

Tutte le cose sono agrodolci


CHARLES WRIGHT

FUTURO

Alla fine tutte le cose sono agrodolci:
uno sguardo vuoto, una piccola stazione di passaggio appena oltre il silenzio.

Se non riesci a goderti la quotidianità,
                                                           non hai futuro qui
E se ci riesci, non hai comunque futuro.

E il tempo, cane nero, ti annuserà
                                                           e leccherà le tue guance scarne
e giacerà al tuo fianco - caldo, molto vicino - e non si muoverà.

(da Sestetti, 2010)

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Tutte le mie poesie sembrano essere una discussione continua con me stesso sull’improbabilità della salvezza” scrisse il poeta statunitense Charles Wright. E se questo postulato è vero e nega il futuro, allora non rimane che l’eterno presente: “La metafisica del quotidiano era quello che cercava: / un po’ di rugiada sull’erba dell’alba, / una goccia di sangue tra gli alberi della sera / una goccia di fuoco”.

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GILLIAN HEATON, "UOMO E PASTORE TEDESCO SULLA SPIAGGIA AL TRAMONTO"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

I nostri giorni, a differenza dei lunghi sospiri del vento, / si innamorano per metà dei giunchi e per metà delle canne palustri. / Fuori dal corpo, ogni cosa è un ostacolo.
CHARLES WRIGHT, Carico pesante

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Charles Wright (Pickwick Dam, Tennessee, 25 agosto 1935), poeta, accademico e traduttore statunitense, vincitore del Premio Pulitzer per la poesia nel 1998. Professore presso l'Università della Virginia, ha creato uno stile poetico che genera una sensazione di immediatezza e concretezza enfatizzando gli oggetti e la prospettiva personale.


giovedì 17 novembre 2022

Johanna Godoy


Domenica scorsa si è spenta la poetessa guatemalteca Johanna Godoy, nata a Città del Guatemala nel 1968. Le sue opere – in particolare le prime (Lapidaria, 1992 e L’amore di Giocasta, 1997) – indagano con stile disincantato sulla differenza di genere, sulla condizione femminile: “Devi uccidere Penelope, accettare la solitudine come condizione tua e di ogni essere umano. Dobbiamo smettere di aspettare che arrivi la felicità, che lui ritorni e soddisfi le nostre aspettative”. L’emancipazione e il riscatto assumono una forma ulteriore quando nelle opere successive appare un altro tema, quello della maternità: “Siamo nate / per lottare / per unire / i mille fili di sangue / che hanno innestato le loro voci / nei nostri grembi”.

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CASA DI DONNE

La mia casa è abitata da donne

Vagano smarrite
e picchiano la testa contro i muri
o si alzano in punta di piedi e fanno discorsi

Vedo pelli di pesca
o solchi più profondi
mentre tutte si amano
e, cosa più importante,
mi amano

Condividiamo
l'ultimo labbro rotto
e il prossimo manifesto
sul disamore

La mia vita è questo manicomio
di dolci sonnambule

Si strappano i capelli
mentre gli ormoni scaldano i loro corpi
e si chiedono se andrà ancora bene tra loro

Nessuna si arrischia più ad uscire dal convento.

(da Danza implacabile, 2002)

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SEI NATO DI NUOVO

Sei nato di nuovo
tra le mie gambe
Vieni a cercarti
a scavarti
vero
reale
tra di esse
Ti elevi
sulla piccolezza
della tua infelicità quotidiana
per diventare
immortale

(da Lapidaria, 1992)

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QUESTO BREVE E IMMENSO CIELO

Questo breve e immenso cielo
cresciuto dentro di me
ha visto l'orizzonte
tra ululati e imprecazioni

Ricorro ai suoi colori
in ogni momento
per rinnovare la speranza
e riempirmi dell'acqua
del suo sguardo

Il mio piccolo cielo
occupa lo spazio del futuro
e lascia il mio segno indelebile
nello spazio della vita

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Un’altra poesia di Johanna Godoy sul Canto delle Sirene:

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Scrivere deriva / dal soliloquio necessario / per inventare l’universo.
JOHANNA GODOY, Danza implacabile

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Claudia Johanna Godoy Carrera (Città del Guatemala, 1968 - 13 novembre 2022), poetessa guatemalteca. Laureata in Lettere e Educazione Pedagogica, insegnò all’Università del Guatemala e della Costarica. Condusse un programma poetico su Radio Faro Cultural.


mercoledì 16 novembre 2022

Centenario di José Saramago


“Non di rado ciò che sta scritto è sfasato rispetto a ciò che, in quanto vissuto, dovrebbe avergli dato origine. Non si domandi pertanto al poeta ciò che ha pensato o sentito, è proprio per non doverlo dire che scrive versi”: è questa la filosofia poetica di José Saramago, scrittore portoghese Premio Nobel per la Letteratura 1998, di cui ricorre oggi  il centenario della nascita. È quello che hanno intuito in lui i giurati dell’Accademia Svedese, che lo premiarono per quella sua capacità di “afferrare una realtà elusiva” con “compassione, immaginazione e ironia”.

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FOTOGRAFIA © UOL

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FANTASCIENZA, I

Forse si fa convesso il nostro mondo
nello stampo positivo di un’altra sfera.

Forse nell’interspazio che sta in mezzo
si scambiano segrete migrazioni.

Forse l’allodola, quando s’invola,
va in cerca d’altri nidi, o d’altro sole.

Forse la cerva bianca del mio sogno
dal concavo del gregge si è perduta.

Forse dall’eco di un lontano canto
è  nata la poesia che facciamo.

Forse soltanto amore è ciò che abbiamo,
forse nostra corona, nostro manto.

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SPIAGGIA

Ti cinge, circolare, la poesia:
in circoli concentrici t'accerchia
il corpo coricato sulla sabbia.

Come un'altra ape in cerca d'altro miele,
trascurati gli aromi del giardino,
il corpo t'accarezza la poesia.

(da Le poesie, Feltrinelli, 2017 - Traduzione di  Fernanda Toriello)

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Altre poesie di José Saramago sul Canto delle Sirene:

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Uno scrittore è un uomo come gli altri: sogna.
JOSÉ SARAMAGO

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José de Sousa Saramago (Azinhaga, 16 novembre 1922 – Tías, 18 giugno 2010), scrittore, giornalista, drammaturgo, poeta, critico letterario e traduttore portoghese, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1998 perché “con parabole, sostenute dall'immaginazione, dalla compassione e dall'ironia ci permette continuamente di conoscere realtà difficili da interpretare”.


martedì 15 novembre 2022

Amico delle nuvole


JORGE CARRERA ANDRADE

MONETA DEL FORESTIERO, I

Amico delle nuvole
forestiero disperso sul pianeta
tra pietre illustri e macchine spartisco
il sole dei tropici in monete.

Popoli di nebbia, uomini del vento,
del vestito blu, del salvadanaio
e del dio dei numeri:
leggo le vostre maschere fiorite.

Delizia di lische e sugo di gelo
mi offrite ogni giorno. Non chiedo niente
cinici ospiti di questo mondo,
custodi di un incerto paradiso.

Commercianti di vespe:
sono un uomo dei tropici azzurri.
Io vi spio per conto della luna.
Sono agente segreto delle nuvole.

(da Uomo planetario, 1959)

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Diplomatico ecuadoriano, il poeta Jorge Carrera Andrade, fu console in Perù, Francia, Giappone e Stati Uniti e poi ambasciatore in Venezuela, Gran Bretagna, Nicaragua, Francia, Belgio e Olanda. La nostalgia verso la terra lontana è una traccia costante nei suoi versi: il mondo in cui si trova a vivere gli è amaramente ostile e una nostalgia profonda lo pervade per quegli azzurri mari dei tropici.

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RENÉ MAGRITTE, "IL BACIO"
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   LA FRASE DEL GIORNO   

Solo la nuvola finge / un'isola / popolata di figure / diverse.
JORGE CARRERA ANDRADE

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Jorge Carrera Andrade (Quito, 18 settembre 1902 – 9 novembre 1978), poeta, storico e diplomatico ecuadoriano, considerato uno dei più originali poeti dell'America spagnola contemporanea. Le sue poesie presentano elementi di simbolismo e modernismo.


lunedì 14 novembre 2022

Possedere i giorni


VINCENZO CARDARELLI

ALLA DERIVA

La vita io l'ho castigata vivendola.
Fin dove il cuore mi resse
arditamente mi spinsi.
Ora la mia giornata non è più
che uno sterile avvicendarsi
di rovinose abitudini
e vorrei evadere dal nero cerchio.
Quando all'alba mi riduco,
un estro mi piglia, una smania
di non dormire.
E sogno partenze assurde,
liberazioni impossibili.
Oimè. Tutto il mio chiuso
e cocente rimorso
altro sfogo non ha
fuor che il sonno, se viene.
Invano, invano lotto
per possedere i giorni
che mi travolgono rumorosi.
Io annego nel tempo.

(da Poesie, Mondadori, 1960)

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Il classico tono meditativo di Vincenzo Cardarelli segue naturalmente la lezione leopardiana, al cui esempio il letterato laziale si rifà in poesia e in prosa d’arte. Il destino dell’uomo dunque, il suo “male di vivere” e le sue leggi inesorabili vengono ad essere intesi come uno stile di vita, oggetto di una calma riflessione in quello che egli stesso definisce “il suo sonno di pietra”.

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EDWARD HOPPER, “DOMENICA”

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Le mie giornate sono / frantumi di vari universi / che non riescono a combaciare.
VINCENZO CARDARELLI, Poesie

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Vincenzo Cardarelli, nato Nazareno Caldarelli (Corneto Tarquinia, 1º maggio 1887 – Roma, 18 giugno 1959), poeta, scrittore e giornalista italiano. Sorta dall’Avanguardia degli Anni Dieci, la sua poetica rivela influssi dell’espressionismo linguistico e del frammentismo, ad esprimere  temi come lo sradicamento, il viaggio, l'adolescenza, la perdita di identità.


domenica 13 novembre 2022

Un piccolo fuoco


JOAN VINYOLI

SERA BUIA

È una sera buia con grida rosse
ai piedi di un bosco di querce nere.
Vado verso il crepuscolo
inciampando,
carico di un grosso fascio di legna
molto secca.
Vuoi aiutarmi a portare questo peso,
per accendere un piccolo fuoco
e scaldare
le nostre mani così vuote?

(da Ora che è tardi, 1975)

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Il poeta catalano Joan Vinyoli invita a condividere le proprie solitudini, a riempire il loro vuoto con il calore umano, a illuminare con esso il buio di un’esistenza solitaria. E portare in due il fardello certo è molto meno duro.

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FOTOGRAFIA © VADIM MARKIN/PEXELS

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Piantiamo dunque una tenda contro il vento, / diventiamo un simulacro d'amore / e finiremo per essere solo amore.
JOAN VINYOLI, Viale dell’anniversario




Joan Vinyoli i Pladevall (Barcellona, 3 luglio 1914 - 30 novembre 1984), poeta catalano. Fortemente influenzato dall’opera di Rainer Maria Rilke, mise in pratica la sua massima: “La poesia non è fatta di sentimenti, ma di esperienze”, coniugando realismo ed esistenzialismo.


sabato 12 novembre 2022

Un solo viticcio



EMANUEL GEIBEL

IN AUTUNNO

Sulla muraglia del giardino
ancora trema un solo viticcio:
Così nella mia mente
un solo pensiero trema dolorosamente.

Riesco a malapena ad afferrarlo,
ma non mi lascerà
mai, ahimè, in nessun momento;
e così ci penso e
ogni notte, ogni giorno porto
con me il sordo lamento
che per me sei perduta.

(da Poesie, 1849)

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Un viticcio solitario su un muro serve da spunto al poeta tardoromantico tedesco Emanuel Geibel per avventurarsi con semplici parole ed elevato ideale in una ardita metafora sul pensiero fisso dell’amata ormai perduta, un’ossessione che spicca nel vivere quotidiano.


FOTOGRAFIA © COULEUR/PIXABAY

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Non c'è dolore più grande nel mondo che separare due cuori che un tempo si amavano.
EMANUEL GEIBEL

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Emanuel Geibel (Lubecca, 17 ottobre 1815 – 6 aprile 1884), poeta tedesco. Epigono del tardo romanticismo, vicino alla corte di Massimiliano II di Baviera, scrisse anche numerose poesie politiche che inneggiavano all’unificazione della Germania con la Prussia. Esperto di culture classiche, tradusse dal greco e dal latino.


venerdì 11 novembre 2022

Il letto e il tavolo


HOMERO ARIDJIS

LA FORMA DELLA TUA ASSENZA

Nemmeno un momento
ho smesso di vedere in questo corpo
la forma della tua assenza,
come una sfera che non ti contiene più.
Ma due cose continuamente ti rivelano,
hanno tutto il tuo corpo nell'istante,
e sono il letto e il tavolo di legno,
fatti su misura per l’amore
e per la fame.

(da Bruciare le navi, 1975)

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L’assenza sembra essere una totale mancanza della persona amata visto che, come dice lo stesso poeta messicano Homero AridjisIl corpo è lo spazio / primo e ultimo dell’uomo”. È il postulato della quartina iniziale, ma in realtà resta il ricordo a riempire quell’assenza, resta l’emozione della memoria, il gusto dolceamaro della nostalgia: “Sono pieno di te, / non ti perderò”.

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MAGGIE SINER, "LETTO SFATTO"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Con la tua immagine e con il tuo amore, / tu, benché assente, mi sei ogni ora presente. / Perché non puoi allontanarti oltre il confine dei miei pensieri; / ed io sono ogni ora con essi, ed essi con te.
WILLIAM SHAKESPEARE, Sonetti

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Homero Aridjis (Contepec, Michoacán, 6 aprile 1940), poeta, romanziere, saggista e diplomatico messicano. È anche un ambientalista molto attivo. La sua poesia  è spesso poesia d’amore, un amore universale e trascendente che sconfina nel territorio delle visioni, raccontato in modo limpido e originale.


giovedì 10 novembre 2022

Solo il suo sorriso


JORGE BOCCANERA

EVENTO IV

Non c'è stato un grande saluto
né un abbraccio da chi a non so dove
nemmeno un mucchio di parole aveva
solo il suo sorriso
il contorno delle labbra
che chiedeva credenziali ai miei occhi
dicendo:
Benvenuto signore
per conto di questa mia pelle.

(da Notizie di una donna qualunque, 1976)

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Corpo e spirito, carne e anima: la dicotomia che fece dire a Marguerite Yourcenar che l'una contiene l'altra come la tastiera i suoni esplode con un caldo velo di eros nei versi del poeta argentino Jorge Boccanera. Le labbra come biglietto da visita di tutta una donna.


DIPINTO DI ROY LICHTENSTEIN

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Fammi l'amore e non la guerra, / o entrambi forse quando ti raggiungo, notte.
JORGE BOCCANERA, Marimba

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bio-boccaneraJorge Boccanera (Bahía Blanca, 18 aprile 1952), poeta, drammaturgo e saggista argentino. Dal 1976 visse esule in Messico e Costarica a seguito del golpe militare. Tornato a Buenos Aires nel 1997, si occupa esclusivamente di attività letterarie.