HUMBERTO AK’ABAL
API
Cosa sono quelle cose?
Cosa brilla nel cielo?
chiesi a mia madre.
Api, rispose.
Da allora, ogni notte,
i miei occhi mangiano il miele.
(da Altre volte sono un giaguaro, 2006)
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Una delicatissima poesia in cui risaltano tutto il rispetto per la natura e la sua sacralità e l’atavico tramandarsi della conoscenza. Le stelle come api valgono una sinestesia gusto/vista per il poeta guatemalteco in lingua maya K’iche’ Humberto Ak’abal
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FOTOGRAFIA © ANDRE COSSO/PIXABAY
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LA FRASE DEL GIORNO
I poeti / sono come le api: / altri mangiano quello che preparano.
HUMBERTO AK’ABAL, Tessitore di parole
Humberto Akʼabal (Momostenango, 31 ottobre 1952 – Città del Guatemala, 28 gennaio 2019), poeta maya Kʼicheʼ guatemalteco in lingua Kʼicheʼ. La sua è una poesia dalla semplicità essenziale, dalla sacralità elementare all'interno della quale parole pulsanti rivelano atti, cose ed esseri direttamente naturali.

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