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martedì 20 maggio 2025

Paul Durcan


Il poeta irlandese Paul Durcan è morto sabato scorso in una casa di cura dublinese. La poesia lo salvò quando fu rapito dalla sua famiglia e internato contro la sua volontà nell'ospedale psichiatrico St. John of God e in seguito in una clinica di Harley Street dove fu sottoposto a elettroshock e a forti dosi di barbiturici: “Mi hai salvato la vita. Per tre anni / sono sopravvissuto nei bassifondi della disperazione”.

Molto spesso le sue poesie riflettono i titoli delle notizie del giorno, riuscendo spesso a interpretarle là dove i titoli fallivano, costringendo il lettore a interrogarsi sulla realtà più oscura, raggiungendo un sentimento autentico: "la poesia dovrebbe avere molto in comune con il giornalismo, il miglior tipo di giornalismo, quello di raccontare nel modo più diretto ed efficiente possibile".

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FOTOGRAFIA © IRISH INDEPENDENT

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NESSA

L’avevo incontrata il primo agosto
all'Hotel
Shangri-La,
Mi prese per l'indice
e mi gettò nel suo pozzo.
E quello era un vortice, quello era un vortice,
e per poco non annegai.

Togliti i pantaloni, mi disse,
e per poco non lo feci;
Ti andrebbe di nuotare? mi disse,
e mi tuffai nel Mare d'Irlanda.
E quello era un vortice, quello era un vortice,
e per poco non annegai.

Sulla via del ritorno caddi nel campo
e lei cadde accanto a me.
Sarei rimasto sdraiato sull'erba con lei per tutta la vita,
con Nessa:
era un vortice, era un vortice,
e per poco non annegai.

Oh, mia cara Nessa, mia cara Nessa,
resterai con me sugli scogli?
Verrai a prendermi nel Mare d'Irlanda
e mi lascerai sciogliere i capelli rossi?
E poi andremo a Dublino
in un taxi avvolto nella polvere.
Oh, sei un vortice, sei un vortice,
e per poco non annegai.

(da O Westport in the light of Asia Minor, 1975)

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LA RAGAZZA CON LE CHIAVI DEL COTTAGE DI PEARSE

a John e Judith Meagher

Quando avevo sedici anni incontrai una ragazza bruna;
i suoi capelli scuri erano ancora più scuri perché il suo sorriso era così luminoso;
era la ragazza con le chiavi del cottage di Pearse;
e il suo nome era Cáit Killann.

Il cottage era costruito sul fianco di una collina;
ricordo due finestre e una pace cosmica
di stanze brune e spoglie e su pareti imbiancate
fotografie dell'appassionata e pallida Pearse.

Ricordo il tetto di paglia bagnato e gli stipiti scrostati
e come tutto fosse meglio visto dal basso, nel campo;
ero solito sedermi tra le canne con un taccuino e una matita
a scrivere poesie appassionate per Cáit Killann.

Spesso lei indugiava sul davanzale di una finestra;
mani lungo i fianchi e gambe brune distese;
con una gonna rosso sole e una giacca nero luna;
guardava verso il nostro strano mondo con gli occhi sbarrati.

Il nostro mondo era strano perché non aveva futuro;
lei era diretta in America alla fine dell'estate.
Non aveva altra scelta che lasciare la sua casa -
la ragazza con le chiavi del cottage di Pearse.

O Cáit Killann, o Cáit Killann,
te ne sei andata con le chiavi dalla tua terra natia.
Eppure qui, in questa oscurità, gli occhi di El Greco splendono
dal volto orgoglioso e mortale della figlia del tuo postino del Connemara.

(da O Westport in the light of Asia Minor, 1975)

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Un’altra poesia di Paul Durcan sul Canto delle Sirene:

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  LA FRASE DEL GIORNO  

La parola più rilassante del nostro vocabolario è 'noi'. Immagina di poter dire 'noi'. La maggior parte delle persone non è nella posizione di dire 'noi'.
PAUL DURCAN, Dammi la tua mano

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Paul Durcan (Dublino, 16 ottobre 1944), poeta irlandese. Da ragazzo, fu rapito dalla sua stessa famiglia e rinchiuso in un ospedale psichiatrico, dal quale riuscì a fuggire. In seguito studiò Architettura e Storia Medievale. La sua opera d’esordio O Westport in the Light of Asia Minor gli valse nel 1975 il Premio Kavanagh.


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