venerdì 12 maggio 2023

Un incantesimo


JUAN EDUARDO CIRLOT

INTONAZIONE D’INCANTESIMO

Ogni urlo che chiede di luna un’eco
è sete che affligge un albero secco

Ogni pietra che da sola si innalza
è stele di un dio che nessuno canta.

Ogni solco di calce, ogni amarezza
è il muro buio della mia ebbrezza.

Ogni rosa di cristallo, ogni fiamma
dà voce al fremito che mi infiamma.

Ogni spiaggia senza mare, ogni nudo
campo è terra di sole che mai eludo.

Ogni sangue che conosco, ogni mela
è via più lontana che il mondo svela.

Ogni verso che scrivo, ogni canto
è come un incantesimo, soltanto.

(da Albero agonico, 1945)

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Quell'uomo dai capelli sparsi non è altro che l'esumatore di un mondo prima irredento. Ha appreso, attraverso la sofferenza, formule magiche che gli altri non conoscono: incantesimi per evocare e ricreare danze interiori”: esordisce così Juan Eduardo Cirlot presentando la figura di un poeta. È la sua visione della poesia, quella di un rigore di linguaggio che permette la rivelazione e la scoperta. Allora, “razze sordomute, perdute nei loro luoghi profondi, acquistano improvvisamente la loro voce (…) finché tutta la terra non diventa eco”.

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FOTOGRAFIA © CROMACONCEPTOVISUAL/PIXABAY
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  LA FRASE DEL GIORNO  

La bellezza è l'illusione della trascendenza.
JUAN EDAURDO CIRLOT, Del non mondo




Juan Eduardo Cirlot Laporta (Barcellona, 9 aprile 1916 – 11 maggio 1973), poeta e scrittore spagnolo. Surrealista e dadaista, assunse una vasta tradizione spiritualista con l'interesse per la simbologia che permeò tutta la sua attività letteraria. La sua scrittura riversa atti di giocoleria lessicale all'interno di un generale tono elegiaco.


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