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martedì 1 luglio 2025

Poesie per luglio XI


Un fiume e luglio legano queste due poesie: il poeta spagnolo Álvaro Valverde  insegue la dolcezza della vita guardandola scorrere pigra nel rigoglio dell'estate; il poeta indiano Rabindranath Tagore affida il suo dono d’amore alla pioggia monsonica che ingrossa il fiume e fa verdi le piante.

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FOTOGRAFIA © SHARON ANG/PIXABAY

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ÁLVARO VALVERDE

COSÌ

Così come nel fiume
si vedono
riflesse piante e alberi
e le sponde sembrano,
per simmetria, una
terra verde rovesciata,
la luce, la brezza, l'acqua,
nelle prime ore
di questa giornata di luglio,
danno l'idea
che la vita è Dolce,
serena, questo vivere
davanti al baratro.

(da La stanza dello scirocco, 2018)

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RABINDRANATH TAGORE

PIOGGIA D’ESTATE

Perdonami se oggi sono impaziente, amore.
È la mia prima pioggia estiva. La foresta,
sulle sponde del fiume, è agitata
e i rigogliosi alberi di ipomea acquatica
tentano, con i fiori profumati, il monsone che passa.
Vedi, da ogni parte il cielo è attraversato
da lampi e il vento solleva i capelli.
Se proprio oggi ti porto il mio dono,
perdonami amore.
Il mondo dei soliti giorni
è nascosto dal vapore della pioggia,
ogni lavoro è sospeso nelle case,
desolati sono i campi.
Solo per gli occhi tuoi neri
lo scrosciare della pioggia
ritrova la sua melodia,
e, alla tua porta, vestito d’azzurro,
luglio aspetta che tu apra, coi gelsomini
pronti per le tue trecce.

(da Il dono dell'amante, 1920)

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

O luglio, tu sei come un giovinetto / ch'abbia le chiome molli e succolente  / come frutta mature; e per diletto  / tu porti ai contadini le semente.
FEDERIGO TOZZI, La zampogna verde

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Álvaro Valverde (Plasencia, 1959), poeta e scrittore spagnolo. Dopo aver insegnato e collaborato con ABC Cultural, lavora come critico di poesia a El Cultural, supplemento del quotidiano El Mundo, così come nelle riviste Turia, Cuadernos Hispanoamericanos e Clarín.


Rabindranath Tagore, nome anglicizzato di Rabíndranáth Thákhur (Calcutta, 7 maggio 1861 – Santiniketan, 7 agosto 1941), poeta, drammaturgo, scrittore e filosofo bengalese. Insignito del Nobel nel 1913 “per la profonda sensibilità, la freschezza e la bellezza dei versi con i quali, con consumata capacità, ha reso il proprio pensiero poetico, espresso in inglese con parole proprie, parte della letteratura occidentale”.


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