VINCENZO CARDARELLI
SERA DI GAVINANA
Ecco la sera e spiove
sul toscano Appennino.
Con lo scender che fan le nubi a valle,
prese a lembi qua e là
come ragie fra gli alberi intricate,
si colorano i monti di viola.
Dolce vagare allora
per chi s’affanna il giorno
ed in se stesso, incredulo, si torce.
Viene dai borghi, qui sotto, in faccende,
un vociar lieto e folto in cui si sente
il giorno che declina
e il riposo imminente.
Vi si mischia il pulsare, il batter secco
ed alto del camion sullo stradone
bianco che varca i monti.
E tutto quanto a sera,
grilli, campane, fonti,
fa concerto e preghiera,
trema nell’aria sgombra.
Ma come più rifulge,
nell’ora che non ha un’altra luce,
il manto dei tuoi fianchi ampi, Appennino.
Sui tuoi prati che salgono a gironi,
questo liquido verde, che rispunta
fra gl’inganni del sole ad ogni acquata,
al vento trascolora, e mi rapisce,
per l’inquieto cammino,
sì che teneramente fa star muta
l’anima vagabonda.
(da Poesie, Mondadori, 1942)
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Su Gavinana, località montana dell'Appennino pistoiese, scende il tramonto. Vincenzo Cardarelli sta vagabondando, portando a spasso la sua inquietudine e in quell'atmosfera dorata, in quel vociare, in quel risuonare di campane trova un momento di pace alla sua angosciata solitudine, pur rimanendo in disparte da quelle presenze lontane.
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FOTOGRAFIA © THE DIGITAL ARTIST/PIXABAY
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LA FRASE DEL GIORNO
L'idea che ci facciamo d'ogni cosa / è cagione che tutto ci deluda.
VINCENZO CARDARELLI, Poesie
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Vincenzo Cardarelli, nato Nazareno Caldarelli (Corneto Tarquinia, 1º maggio 1887 – Roma, 18 giugno 1959), poeta, scrittore e giornalista italiano. Sorta dall’Avanguardia degli Anni Dieci, la sua poetica rivela influssi dell’espressionismo linguistico e del frammentismo, ad esprimere temi come lo sradicamento, il viaggio, l'adolescenza, la perdita di identità.

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