ÁNGELA FIGUERA AYMERICH
INSONNIA
La notte è una povera bestia scura
ferita dalla scudisciata del vento…
I miei occhi insonni
navigano nel buio.
Il mio cuore sta sprofondando
tra ansia e paura…
E dentro, fiocco per fiocco,
il verso è tessuto.
(da Donna di creta, 1948)
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“Più di un giorno mi duole di essere poeta. / Di aver labbra, aver gola, che si apprestano al canto”: la poetessa basca Ángela Figuera Aymerich come una Penelope a rovescio, la notte, preda dell’insonnia, dei pensieri, dell’ansia, mentre fuori il vento soffia forte, tesse la sua tela di versi.
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FOTOGRAFIA KAAZOOM/PIXABAY
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LA FRASE DEL GIORNO
E, né dentro né fuori, sulla tangente / che solo in un punto aderisce al vero, / solo e vigile, insonne o sonnambulo, / il poeta serba il suo arduo equilibrio.
ÁNGELA FIGUERA AYMERICH, I giorni duri
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Ángela Figuera Aymerich (Bilbao, 30 ottobre 1902 – Madrid, 2 aprile 1984), scrittrice spagnola, rappresentante della cosiddetta poesia senza radici della prima generazione spagnola del dopoguerra. Dall'attaccamento al quotidiano e al paesaggio degli esordi è passata ad una visione più impegnata del mondo sviluppando la sua fase di poesia sociale, definita "esistenzialismo solidale".

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