VITTORIO SERENI
PAESE
Era questo l'augurio, camminare:
o frusciante di passi nella sera,
nell'oscura tua folla che trascorre
all'ombra fedele dei morti.
Ma tu ti neghi
e monotono ti chiudi
in prati grami d'inverno,
in disperate brughiere
che salgono verso il confine.
(da Frontiera, Edizione di Corrente, 1941)
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Il paese, quelle radici che in Cesare Pavese sono “qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”, sfugge invece nella poetica di Vittorio Sereni: diventa sfuggente, etereo, quasi trasfigurato, praticamente vivo in ciò che più non lo è, ovvero quegli antenati che resistono nei cimiteri e nelle memorie. Si chiude addirittura questo paese, mostra il suo volto più crudo, quello invernale con le brughiere di brine e di nebbie.
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FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA
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LA FRASE DEL GIORNO
Troppe ceneri sparge attorno a sé la noia, / la gioia quando c'è basta a sé sola..
VITTORIO SERENI, Frontiera
Vittorio Sereni (Luino, 27 luglio 1913 – Milano, 10 febbraio 1983), poeta italiano, è il capostipite della variante lombarda del novecentismo poetico, detto “Linea lombarda”. Ufficiale di fanteria, viene fatto prigioniero dopo l’8 settembre 1943. Nel dopoguerra è direttore letterario di Mondadori e cura la prima edizione dei Meridiani.
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