GIORGIO ORELLI
LA SCOLOPENDRA
Dove una sola volta sei passata
e a me distratto lampeggiò brunetta
la luce dei tuoi occhi,
una specie di gioia anticipata
esplode, si sparpaglia.
O soltanto si tratta della luce
e niente c’è di nuovo,
se non l’erba che fumiga strepita,
la scolopendra dal rosso ventre
che agita folle i piedi nell’azzurro.
(da L’ora del tempo, Mondadori, 1962)
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I versi del poeta ticinese Giorgio Orelli assurgono spesso a bestiario: vi abitano la lepre, la martora, il ragno, gli scoiattoli, l’anguilla, i piccioni e certamente la scolopendra, artropode chilopode che si muove tra le pietre e che viene qui a rappresentare il rapido passaggio della donna amata a rievocare un canto stilnovistico di Lapo Gianni: “Nel vostro viso angelico amoroso / vidi i begli occhi e la luce brunetta, / che 'nvece di saetta / mise pe' miei lo spirito vezzoso”.
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DIPINTO DI SALLY STORCH
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LA FRASE DEL GIORNO
Stringi per lei nella mano un rametto / di calicanto, vivi in questo odore.
GIORGIO ORELLI, L’ora del tempo
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