CHARLES BAUDELAIRE
MOESTA ET ERRABUNDA
Dimmi, Agathe, qualche volta non ti vola via il cuore,
via dall'oceano nero dell'immonda città,
verso un diverso oceano acceso di splendore,
più chiaro, azzurro e fondo della verginità?
Dimmi, Agathe, qualche volta non ti vola via il cuore?
Il mare, il vasto mare consola i nostri affanni!
Da qual demone ha avuto l'incarico sublime
di cullarci, arrochito cantante che accompagna
dei burberi venti l'organo smisurato?
Il mare, il vasto mare consola i nostri affanni!
Treno, portami via! rapiscimi, vascello!
Va' lontano! qui il fango dei nostri pianti è intriso.
- Non è vero che a volte il triste cuore
d'Agathe dice: Ai rimorsi, ai crimini, ai dolori,
treno, portami via, rapiscimi, vascello?
Ah! come sei lontano, paradiso d'odori
dove sotto l'azzurro non c'è che amore e gioia,
dove è degna d'amore ogni cosa che s'ama
e nel puro piacere annega il cuore!
Ah! come sei lontano, paradiso d'odori!
Ma il verde paradiso degli amori infantili,
le corse, i baci, i fiori raccolti, le canzoni,
i violini che vibrano di là dalla collina
e a sera, sotto gli alberi, il vino nei boccali
- ma il verde paradiso degli amori infantili,
così innocente e colmo di piaceri furtivi,
già è più lontano dunque dell'India e della Cina?
Possiamo richiamarlo con i nostri lamenti,
può dargli nuova vita una voce argentina,
paradiso innocente di piaceri furtivi?
(Moesta et errabunda, da I fiori del male, 1857 – Traduzione di Giovanni Raboni)
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Charles Baudelaire prospetta alla “malinconica e vagabonda” Agathe un altrove, un mondo che forse neppure esiste, un luogo utopico che è ciò che rimane dell’innocenza dell’infanzia, un mare azzurro lontano dalla grigia città e dal suo spleen, un paradiso perduto, quel luogo che già altrove il poeta francese aveva evocato: “I soli declinanti / rivestono i campi, / i canali, l'intera città / di giacinto e d'oro; / il mondo s'addormenta / in una calda luce. // Laggiù tutto è ordine e bellezza, / lusso, calma e voluttà”.
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FOTOGRAFIA DA INSTAGRAM
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LA FRASE DEL GIORNO
Noi vogliamo, per quel fuoco che ci arde nel cervello, tuffarci nell'abisso, Inferno o Cielo, non importa. Giù nell'Ignoto per trovarvi del nuovo.
CHARLES BAUDELAIRE, I fiori del male
Charles Baudelaire (Parigi, 7 aprile 1821 - 31 agosto 1867), poeta francese, considerato il padre del Simbolismo. Dopo un viaggio in Oriente, trascorse quasi tutta la vita a Parigi in un alternanza di droghe, alcool, disordini e aspirazioni ideali. La sua poesia verte sull'uomo, le sue cadute e i suoi tentativi di rialzarsi tra spleen e ideale.
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