giovedì 2 luglio 2020

Il puro ovale dello zero


BARTOLO CATTAFI

NEL CERCHIO

Qui nel cerchio già chiuso
nel monotono giro delle cose
nella stanza sprangata eppure invasa
da una luce lontana di crepuscolo
può darsi nasca un’acqua ed una nebbia
il mare sconosciuto e il lido
dove per prima devi
imprimere il tuo piede
calando dalla nave
consueta, transfuga
che il rombo frastorna
in corsa nella mente,
lungo le belle curve di conchiglia.
Sarà prossimo il centro:
là s’appunta il nero
occhio, la nostra
perla di pece sempre in fiamme,
serrata tra le ciglia,
che per un attimo, in un battito ribelle
intacca il puro ovale dello zero.


(da Le mosche del meriggio, 1958)

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Le mosche del meriggio è una raccolta in cui il poeta siciliano Bartolo Cattafi analizza il tema del viaggio: più d’uno ha scritto che il viaggio è circolare – basta citare José Saramago: “Il viaggio non finisce mai, solo i viaggiatori finiscono”. Cattafi insegue il mondo, percorrendo l’orbita terrestre come un Odisseo in cerca della sua Itaca.

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DIPINTO DI MIHAI CRISTE 

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LA FRASE DEL GIORNO
Così è il sole divelto dallo zenit / corpo stanco in viaggio alla deriva / come la rosea memoria già lontana.
BARTOLO CATTAFI, Nel centro della mano




Bartolo Cattafi (Barcellona Pozzo di Gotto, 6 luglio 1922 – Milano, 13 marzo 1979),  poeta italiano. La sua poesia spazia sui dilemmi esistenziali con sensibilità di diarista, spesso con uno sguardo metafisico dove sono protagonisti il vuoto e la solitudine. Nei suoi versi il tema del viaggio è una costante metafora del vivere.


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