FËDOR TJUTČEV
PRIMO AUTUNNO
Si dà di primo autunno un tempo
meraviglioso e breve:
il giorno è come di cristallo
e luminose son le sere…
Dove passò la forte falce e cadde
la spiga, è tutto vuoto ora ed aperto:
solo del ragno tenue filo
scintilla nell'aperto solco.
L'aria è deserta, uccello più non s'ode,
ma son lontane ancora le bufere infernali
e il puro e caldo azzurro si rovescia
sulla campagna che riposa.
(da Poesie, Adelphi, 2011 - Traduzione di Tommaso Landolfi)
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C’è nel primo autunno ancora lo strascico dell’estate, che se ne va come una bella sposa che si attarda alla sua festa: il poeta russo Fëdor Tjutčev, interprete della natura e del Cosmo, riesce a cogliere tutta la dolcezza che ancora si riversa nelle giornate di fine settembre – bastano quattro o cinque immagini a delineare il bozzetto.
FOTOGRAFIA © ALICJA/PIXABAY
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LA FRASE DEL GIORNO
Nella chiarezza v'è delle autunnali / sere un tenero, un misterioso incanto.
FËDOR TJUTČEV, Poesie
Fëdor Ivanovič Tjutčev (Ovstug, 5 dicembre 1803 - Carskoe Selo, 27 luglio 1873), poeta e scrittore russo. Fu diplomatico per 22 anni, anche a Torino, e a Monaco, dove conobbe Heine e Schelling. Non si curò dei propri versi, che furono scoperti dai simbolisti russi a inizio Novecento.
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