JORGE LUIS BORGES
LA LUNA
a María Kodama
C’è tanta solitudine in quell’oro.
La luna delle notti non è la luna
che vide il primo Adamo. I lunghi secoli
della veglia umana l’hanno colmata
di antico pianto. Guardala. È il tuo specchio.
(da La moneta di ferro, 1976 – Traduzione di Tommaso Scarano)
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“Penso che la poesia, la memoria, l’oblio, abbiano arricchito il mondo” chiosa lo scrittore argentino Jorge Luis Borges a proposito di questa sua poesia: la luna che vediamo non è quella che videro i nostri progenitori: “generazioni di uomini hanno guardato verso la luna, hanno pensato ad essa e l’hanno mutata in mito, per esempio quelli di Endimione e di Latmo (…) Quando guardo la luna non sto guardando solo un luminoso volume nel cielo. Sto guardando anche la luna di Virgilio, di Shakespeare, di Verlaine, di Góngora. E così ho scritto questa poesia”.
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FOTOGRAFIA © TICBEAT
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LA FRASE DEL GIORNO
Ariosto mi insegnò che sull'incerta / luna dimorano i sogni, l'inafferrabile, / il tempo che si perde, il possibile / o l'impossibile, che è la stessa cosa.
JORGE LUIS BORGES, Il creatore
Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo (Buenos Aires, 24 agosto 1899 – Ginevra, 14 giugno1986), scrittore, poeta, saggista, traduttore e accademico argentino. Creatore di un genere oggi definito “borgesiano”, a definire una concezione della vita come storia, come finzione, come opera contraffatta spacciata per veritiera, come fantasia o come reinvenzione della realtà.
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