JESÚS URZAGASTI
ELOGIO DEL SILENZIO
Il silenzio viene da molto lontano
per sentirlo devi penetrare nella densità dell’origine
toccare la materia che sfugge dai suoi gravi enigmi
sorprendere la quiete nascosta nel movimento
mettere sotto chiave il brusio ineguale del destino.
Con una parola puoi nominarlo
e sfiorarlo con il pensiero
ma nel suo instabile e vasto regno
nessuno entra se non a piedi scalzi.
Si installa dove il tempo si arresta
estraneo a ombre e luci
e se a un tratto svanisce
il ribollente mondo rimane attonito.
Nessuno sa perché la musica dell’universo
è l’altra faccia del silenzio
tutti ignorano su che cosa si fonda
un tale sortilegio senza partitura.
Porto di uscita e di arrivo
profondità che non si appanna sulle alture
specchio invisibile della solitudine
che abita in tutti gli angoli del corpo
qualcosa di ancora più puro è il silenzio
quando per il tanto meditare sull’immensità
che non ha mai un posto
ti arrendi e ne senti la mancanza.
(da Poesia, 272, Giugno 2012 – Traduzione di Claudio Cinti)
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Il silenzio è merce rara in questi tempi: sembra che vogliamo colmare il nostro vuoto interiore riempiendo di suoni il silenzio; fateci caso: c’è musica negli ascensori e nei parcheggi degli ipermercati e dove non c’è musica spesso intervengono i rumori della città. Eppure il silenzio è di chi medita, è di chi crea e, come dice il poeta boliviano Jesús Urzagasti, “Il silenzio non dichiara un’impossibilità, al contrario, stabilisce una certezza di altro ordine”.
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IMMAGINE © SIIR FM
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LA FRASE DEL GIORNO
il poeta è quel bambino che, messo di fronte alla solitudine, oscilla senza tristezza tra la follia e la lucidità.
JESÚS URZAGASTI, Poesia, 272 – Giugno 2012
Jesús Urzagasti Aguilera (Campo Pajoso, 15 ottobre 1941 – La Paz, 27 aprile 2013), narratore e poeta boliviano, è celebre soprattutto per i romanzi Tirinea (1967) e Nel paese del silenzio (1987).
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