KARMELO C. IRIBARREN
I GATTI
Lenti
sui marciapiedi,
immobili
sugli scaffali,
acciambellati
sui divani,
ci guardano,
ci osservano,
ci scrutano.
Lo fanno
da migliaia di anni
ormai.
E continuano
a marcare
le distanze.
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Il fascino dei gatti sta principalmente in quella loro aria misteriosa, in quel loro sguardo che sembra trafiggere, come se provenissero da un altro pianeta. Ne è colpito anche il poeta basco Karmelo C. Iribarren, che, grazie a quel climax ascendente – ci guardano, ci osservano, ci scrutano – centra quel senso di indipendenza che i gatti sanno ostentare con notevole eleganza.
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MARC FRANZ, “GATTO BIANCO”
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LA FRASE DEL GIORNO
I gatti, misteriosi e sensibili, non ubbidiscono nemmeno al buon Dio, che ne sorride.
FRANCIS JAMMES
Karmelo C. Iribarren (San Sebastián, 19 settembre 1959), è un poeta spagnolo, autodidatta. Associata al “realismo sporco” di Bukowski e Carver, in realtà la sua è una poesia più minimale, molto spesso frutto di osservazione della strada e dei bar, che l’ha fatta definire “realismo pulito” e “poesia di esperienza”. Tra le sue raccolte poetiche Serie B, Dal fondo del bar, Ondata di gelo, Attraversando la notte, La pelle della vita.
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