VLADIMIR HOLAN
NULLA
Nulla onnipresente e a tal segno ordinario
che si potrebbe rivelare in figura,
ma un nulla modesto, un nulla che nega se stesso…
Eppure ciascuno lo teme, nessuno lo vuole,
e così, con nessuno immorente,
è come se sempre crescesse e aumentasse in certezza,
come si accresce il numero delle tue bottiglie vuote in soffitta,
bottiglie che offrivi e di cui nessuno si cura
e che dunque di notte porterai fuori
e in segreto ammucchierai nella via…
Qualcuno là grida: “Sapendo, non saprete!”
E un altro: “Guai ai cani grassi!”
(da Addio? , Arcipelago, 2015 - Traduzione di Marco Ceriani e Vlasta Fesslová)
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Il niente, il nulla è paradossalmente una presenza frequente nella poesia del ceco Vladimir Holan: “«Cosa c'è nel tuo cuore», mi ha chiesto la vita. / Era una domanda così brusca, / Stavo cercando una scusa così piccola, / che risposi: niente!”. Quel nulla che non siamo stati, che non abbiamo fatto e che eppure è, quel nulla che temiamo anche se cerchiamo con ogni mezzo di evitarlo.
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FOTOGRAFIA © FELIX W/PIXABAY
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LA FRASE DEL GIORNO
Poesia, poesia, tu a tal punto dell’altro mondo, / eppure tu che non devi ritornare.
VLADIMÍR HOLAN
Vladimír Holan (Praga, 16 settembre 1905 – 31 marzo 1980), poeta ceco. Dall’astrattismo e dal simbolismo ermetico con cui iniziò a scrivere versi passò a forme più realistiche e pessimistiche, centrate sul destino dell'uomo e della società, attuate con un linguaggio oscuro.
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