HANNI OSSOTT
IL MORSO PROFONDO
C’è un morso profondo
tagliente
al centro del mio sesso
da cui mi levo come me stessa
e sono,
e posseggo e dono.
Regalo il mio corpo e il mio desiderio.
C’è un morso in me
che sottomette l’altro
lo piega, lo mette in ginocchio
da questo morso si apre un ampio mare di vuoto
vertigini
cadute
abissi
Mi attraversa un pendio
mi segna un precipizio
nell’amore…
e in tutte le mie segrete commessure
con cura, con sospetto, tu ti unisci a me
e non mi conosci.
(da Il circo rotto, 1996)
“Tu ti unisci a me e non mi conosci”: può bastare questa frase a descrivere tutte le incomprensioni tra uomini e donne su cui sono stati fatti molti discorsi e scritti molti libri. La poetessa venezuelana Hanni Ossott rileva questa dicotomia maschio/femmina, dal suo punto di vista insuperabile per effettiva incomprensione dei labirinti dell’altro. Ma – dice in un’altra poesia – “Gli uomini poeti devono essere femminili / e le donne poeta devono essere maschili”: questo è forse il possibile superamento.
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DISEGNO DI EGON SCHIELE
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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia arriva a uno come arriva l’amore o la febbre. Non si sa perché.
HANNI OSSOTT, Come leggere la poesia
Hanni Ossott (Caracas, Venezuela, 14 febbraio 1946 - 31 dicembre 2002), poetessa, traduttrice, saggista e critica d’arte venezuelana. Insegnò all’Università Centrale di Caracas. La sua poesia ama toni notturni nei quali si sviluppano i temi del dolore e della casa.
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