NIKIFÍROS VRETTÀKOS
LETTERA INCOMPIUTA
Sto seduto presso la fonte del Cefiso, cerco
di scriverti un epigramma nel raggio che cade
sull’acqua e si sgrana in rubini: danza
di luci. E nelle molecole di luce danza
di cigni.
È impossibile.
Il miracolo del mondo è un incendio che arde
nelle fibre più intime. Cerco di dirtelo
ma le mie parole bruciano come l’erba.
Ciò che posso scriverti è ben poca cosa.
È sterminato, amore mio, il testo non scritto.
Puoi solo in minima parte. Per tutto il resto
non esiste scrittura.
Cerco di riversarlo
nelle tue vene come idea, come sensazione,
come timore, come rombo, come indefinito bagliore…
La luce non è d’aiuto. L’abisso del mondo, questo
fiore
di suoni…
Non si può catturare…
Questa mia lettera resterà incompiuta.
Dieci versi soltanto, un enorme
vuoto, e sotto, una piccola firma
d’acqua
– Nikifòros.
(da L'abisso del mondo, 1961 - Traduzione di Gilda Tentorio)
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La poesia, per Nikifòros Vrettàkos, è il solo modo di esprimere la pienezza dell’universo: cantarne gli elementi – il mare, la luce, i fiori, i colori – è il mezzo che la parola usa per comprenderne l’essenza. Ma talvolta anche la parola non basta, non è in grado di esprimere completamente quella pienezza, come ammette il poeta in questa “Lettera incompiuta” indirizzata all’amata.
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FOTOGRAFIA © OLIVER DEISENROTH
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LA FRASE DEL GIORNO
Il sole, le stelle, / le cose – nella poesia tutto deve girare / come avviene nell’universo.
NIKIFÒROS VRETTÀKOS, L’abisso del mondo
Nikifòros Vrettàkos (Krokeès, 1° gennaio 1912 – Plumitsa, 4 agosto 1991), scrittore e poeta greco. Partito per Atene alla scoperta del mondo, ne fu deluso. Prese parte in prima linea alla Seconda guerra mondiale e alla resistenza. Espulso dal Partito Comunista per il suo umanesimo di pace, visse in esilio la dittatura dei colonnelli. Tra le sue opere: Le smorfie dell’uomo, 1940, L’abisso del mondo, 1961, Itinerario, 1972, Protesta, 1974, Eliotropio pomeridiano, 1977, La filosofia dei fiori, 1988.
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