JOSÉ SBARRA
FRATELLO, CREDIMI, NON È GELOSIA
Fratello, credimi, non è gelosia
e neppure
risentimento.
Non la odio e neppure serbo rancore a lui.
Che insieme entrambi siano felici.
Che abbiano pace.
Che siano liberi di amarsi molto.
Una sola cosa desidero.
Non per sete di vendetta,
è soltanto un capriccio innocente,
fratello, sai che non sono cattivo.
Il mio desiderio è che una notte lei
avvinghiata al suo corpo
nel suo orecchio sbagliando sussurri il mio nome.
(da Il malamore, 2017)
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Una piccola ossessione, una vendetta travestita da semplice innocente capriccio: il poeta argentino José Sbarra sogna – un po’ come un moderno Catullo con una nuova Lesbia – che la sua ex sia in fondo, almeno inconsciamente, ancora innamorata di lui.
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DISEGNO DI CHOBIR DOKAN
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LA FRASE DEL GIORNO
Il verbo è amare / amare bene / amare male / amare come sia / però amare. / La chiave è amare / e quando tutto duole / amare con maggiore intensità / e quando tutto diventa insopportabile / amare il doppio.
JOSÉ SBARRA, Il malamore
José Sbarra (Buenos Aires, 15 luglio 1950 – 23 agosto 1996), poeta argentino. Maestro, giornalista e sceneggiatore televisivo. Visse scrivendo, pensando e drogandosi, nel quartiere disagiato di San Telmo, dove morì di AIDS. Tra le sue opere: Ossessione di vivere, Piccolo cielo, Paura, io?, Non accendere la luce, Aiuto, non mi serve nulla, Plastico crudele e il postumo Il malamore.
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