giovedì 23 agosto 2018

La memoria di sere uguali


EUGENIO MONTALE

NEL GIARDINO

Discendi dal gran viale
e ti sovrasta un cielo
azzurro estivo. Una nuvola
bianca di lini rinfresca
la canicola al tuo arrivo.
Ci sediamo sulla solita panchina.
Poi d'un tratto un soffio di vento
e la tua paglia comincia a turbinare.
L'afferri, ti risiedi.
L'ala del grande pino marino
come vela spiegata ci trascina.
Vorremmo bordeggiare
da questo litorale tutta la costiera,
giungere in un duetto di nomi, di ricordi
fino a Nervi.
Ma il sole già declina,
diffonde il suo lucore in raggi obliqui,
dispare, torna, e la memoria di sere
uguali raddoppia gli orizzonti,
traduce in altri giorni
quel momento fugace che scompare.
Ora anche il vento tace.

(da Diario postumo, Mondadori, 1991)

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La donna angelicata tanto cara a Eugenio Montale torna anche nella sua controversa opera ultima, il Diario postumo, denunciata come falsa da Dante Isella: questa figura di bianco vestita che, come il “vento ch’entra nel pomario” di Ossi di seppia, “vi rimena l’ondata della vita”. E con la donna, intesa come mezzo di salvezza e di comprensione del mistero ultimo delle cose, torna la ricerca delle memorie, altro tema caro al poeta genovese.

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Curran

CHARLES COURTNEY CURRAN, “DONNA CON ABITO BIANCO IN GIARDINO”

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LA FRASE DEL GIORNO
Anche oggi cercheremo una breccia. / Una parola che ci possa salvare / e che ci tenga in bilico / sul confine ideale tra realtà / e fantasia potrà, anche / se per poco, cangiare l'esistenza.
EUGENIO MONTALE, Diario postumo




Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981), poeta e scrittore italiano, Gli fu conferito il Premio Nobel per la Letteratura nel 1975 “per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”, ovvero la “teologia negativa” in cui il "male di vivere"  si esprime attraverso la corrosione dell'Io lirico tradizionale e del suo linguaggio.


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