VITTORIO SERENI
LA MALATTIA DELL’OLMO
Se ti importa che ancora sia estate
eccoti in riva al fiume l’albero squamarsi
delle foglie più deboli: roseogialli
petali di fiori sconosciuti
- e a futura memoria i sempreverdi
immobili.
Ma più importa che la gente cammini in allegria
che corra al fiume la città e un gabbiano
avventuratosi sin qua si sfogli
in un lampo di candore.
Guidami tu, stella variabile, finché puoi…
- e il giorno fonde le rive in miele e oro
le rifonde in un buio oleoso
fino al pullulare delle luci.
Scocca
da quel formicolio
un atomo ronzante, a colpo
sicuro mi centra
dove più punge e brucia.
Vienmi vicino, parlami, tenerezza,
- dico voltandomi a una
vita fino a ieri a me prossima
oggi così lontana – scaccia
da me questo spino molesto,
la memoria:
non si sfama mai.
È fatto – mormora in risposta
nell’ultimo chiaro
quell’ombra – adesso dormi, riposa.
Mi hai
tolto l’aculeo, non
il suo fuoco – sospiro abbandonandomi a lei
in sogno con lei precipitando già.
(da Stella variabile, Garzanti, 1981)
.
Bocca di Magra, l’estate finisce dolcemente e lentamente, Vittorio Sereni passeggia lungo il fiume mentre gli olmi colpiti dalla grafiosi già perdono le foglie: è una scena che sprofonda nel sogno, è un’onirica visione dai toni danteschi tra stelle e ombre parlanti assunte come guide - stella variabile è la discontinua ispirazione poetica, intermittente come le stelle con le loro fasi. È allora facile riconoscere il paragone tra l’olmo assalito da un fungo parassita e l’uomo preda della memoria.
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CHILDE HASSAM, “OLMI, EAST HAMPTON, NEW YORK”
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LA FRASE DEL GIORNO
Se l’idea di poesia che ogni poeta porta con sé fosse raffigurabile in uno specchio, noi vedremmo quello specchio assumere di volta in volta tutti i colori possibili, riflettere non un’immagine ma una battaglia d’immagini.
VITTORIO SERENI, Gli immediati dintorni
Vittorio Sereni (Luino, 27 luglio 1913 – Milano, 10 febbraio 1983), poeta italiano, è il capostipite della variante lombarda del novecentismo poetico, detto “Linea lombarda”. Ufficiale di fanteria, viene fatto prigioniero dopo l’8 settembre 1943. Nel dopoguerra è direttore letterario di Mondadori e cura la prima edizione dei Meridiani.
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