JOHN CIARDI
VERSI
Non ho seguito esattamente un modo di vivere
ma mi ha stupito l’ape e la ricchezza del vento
era quasi credibile. Ascoltando ridere una gazza
in una città fantasma nel Wyoming, dicendo Ciao
a Cambridge, mangiando formaggio in riva allo spumoso Reno,
appoggiandomi a un plexiglas a Tokio,
non ho saputo costruire una vita con tutte
le esistenze che ho frequentato. Ancora l’ape
mi stupiva, e non mi preoccupavo di chiedere
conto al vento. Solo una volta, a Pompei,
sono caduto in un sogno che ho compreso,
e mi sono svegliato per scoprire che non avevo perso la strada.
(da Da persona a persona, 1964)
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Il poeta italoamericano John Ciardi si chiede quali siano i confini della sua vita – a parte la poesia, simboleggiata dallo stupore per un’ape – come l’Ungaretti di Girovago, sembra che “In nessuna parte di terra mi posso accasare”. In realtà, Ciardi sa da sempre qual è la sua patria, quelle radici che tanto ha ricercato, il borgo di Montecalzati, l’Irpinia da cui provenivano i genitori: “Sulla montagna al di là del Vesuvio / In quello che ho lasciato / Del dialetto da cui sono partito”…
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JOHN CIARDI – IMMAGINE DAL WEB
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LA FRASE DEL GIORNO
Sono un maniaco delle parole – ho giocato con le parole – hanno piccoli sapori che mi attraggono.
JOHN CIARDI, Cincinnati Magazine, Dicembre 1985
John Anthony Ciardi (Boston, 24 giugno 1916 – Metuchen, New Jersey, 30 marzo 1986), poeta, traduttore ed etimologista italoamericano. Durante la seconda guerra mondiale fu artigliere sui B-29 in missione sul Giappone; congedato come sergente, tornò a insegnare ad Harvard e alla Rutgers. Celebre è la sua traduzione in inglese della Divina Commedia.
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