Il poeta, scrittore, cantautore e pianista danese Benny Andersen è morto all’età di 88 anni il 16 agosto nella sua casa di Sorgenfri, un sobborgo di Lingsby. Lascia un totale di 108 opere, suddivise in romanzi e poesie, racconti per bambini, saggi artistici e musicali, che hanno di fatto di lui lo scrittore più letto di Danimarca. Ironico interprete della vita quotidiana, anzi di più, un caricaturista fintamente ingenuo, sapeva trattare la vita con un allegro umorismo che si ramificava spesso nel surreale.
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È ORA
È tempo
l’acqua bolle
la terra brucia
il mondo aspetta
quando Alessandro aveva l’età di Cesare
era già il Grande
quando Cesare aveva la mia età
era già morto
non sprecavano il tempo
il tempo non li sprecava
usavano il tempo come una camicia
da notte
erano sepolti in esso
e io sono qui
con il giornale
con il Natale
a trattenere le cose
lasciando che le imprese mi passino davanti al naso
irrimediabilmente in ritardo con le scoperte
il mondo non aspetterà
quando Mozart aveva cinque anni
quando Gesù ne aveva dodici
quando Colombo salpò
quando Omero
quando Rembrandt
quando Pasteur
quando Darwin
quando Dalgas
da Vinci
da Gama
Damocle
è ora
è più che ora
il cappello
il cappotto
le pinze da ciclista.
Ora o mai più.
(da L’interno della bombetta, 1964)
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FELICITÀ
C’è qualcosa di speciale nella felicità
puoi essere davvero contento
quando lo senti
ma anche ansioso
ti blocchi per un secondo
poi lentamente avanzi con cautela
come in un campo minato
e ogni volta che metti giù un piede
senza saltare in aria
o dimentichi di goderti la felicità
o ti arrabbi perché non sai
quanto durerà
così quando infine appare l’avversità
è un sollievo
come se fossi tornato al sicuro
è un peccato
perché c’è qualcosa di speciale nella felicità
che altrimenti non incontrerai
forse questo è il problema
non lo sappiamo abbastanza bene
dovremmo saperne di più
penso sia questione di allenamento.
(da L’interno della bombetta, 1964)
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L’ULTIMA POESIA DEL MONDO
Se questa fosse l'ultima poesia del mondo
la farei la più lunga possibile
infinitamente lunga
ma rallenterei le ultime righe
e mi fermerei poco prima di finire
temendo di cadere nello spazio
oppure mi sdraierei
e striscerei sul ventre verso il bordo
conservando le ultime parole
e mi sporgerei con cura sull'abisso
dove finiscono tutte le poesie
e proverei a guardare sotto la poesia
usando questa rara opportunità
di vedere una poesia dall'altra parte
e immagina solo se ci vedessi
la prima poesia del mondo
poi come una mosca mi muoverei
lungo questa parte inferiore
aggrappato ad ogni parola
fino a conoscerle a memoria
e quando avrò finito con l'ultima riga
proverei a tornare in cima
penzolando e scalciando e ansimando un po'
mi girerei oltre il bordo
e capiterei nella prima riga di questa poesia
o forse in un posto completamente diverso
Se questa fosse l'ultima poesia del mondo
mi rifiuterei di crederci
o l'avrei rimandata a più tardi
e lavorerei su un’altra
Se questa fosse l'ultima poesia del mondo
mi rifiuterei di scriverla
in ogni caso mi fermerei il prima possibile
magari proprio qui.
(da L’ultima isola e altre poesie, 1969)
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LA FRASE DEL GIORNO
Immagina di non essere vicino alla tomba della Democrazia né alla sua culla ma a metà della sua fiorente pubertà.
Immagina di avere molta strada da fare.
Immagina che la via lunga sia la più corta.
Immagina che la via più lunga è restare dove sei.
BENNY ANDERSEN
Benny Andersen (Vargede, 7 novembre 1929 – Sorgenfri, 16 agosto 2018), poeta, cantautore, compositore e pianista danese. Le sue poesie variano dalle riflessioni alle stravaganze, sempre condite da un umorismo di fondo e da immagini sorprendenti.
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