SERAFINA NÚÑEZ
POESIA
Ti convoco nel chiostro del mio sangue,
tu rispondi, sei l’eco del mio essere,
l’inaudito, quello delle verdi coste infinite,
quello che non annota il tempo degli altri.
Disegni paraventi e leggende,
muori per la pace dei miei recinti
quando la notte apre l’oscurità,
i suoi delicati regni di essenze,
al destino tenace dei miei stupori.
Io sono la donna che passa incerta
tra nebbie, colombe e memorie.
(da Il diamante ferito, 2001)
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Nei suoi versi di chiara ispirazione intimista la poetessa cubana Serafina Núñez trova conforto nella poesia, ritrova la sua armonia nell’eco di quella voce perduta che però sente in lei, che convoca a disegnare mondi dispersi o lontani o solamente sognati e desiderati: “Scrivo in questa notte di labirinti inaspettati: / nella sua penombra, / come braci, ci guardano specchi, / i volti degli amati morti, / i volti dei vivi, / le innumerevoli facce della vita / e i suoi vari universi. / Scrivo in questa notte lenta e avvolgente come una profezia, / nell'infinita veglia delle stelle… / Le mie parole abitano la solitudine”.
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FOTOGRAFIA © OPEN CARNAGE
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LA FRASE DEL GIORNO
Poesia; /
vieni a mescolare le mie ossa, / a scavarmi / a darmi questo vestito desueto / di abitante / dei quattro punti cardinali.
SERAFINA NÚÑEZ, Il diamante ferito
Mercedes Serafina Núñez de Villavicencio y Ortiz (L’Avana, 14 agosto 1913 – 15 giugno 2006), poetessa e insegnante cubana. Il suo esordio avvenne grazie a Juan Ramón Jiménez, che mantenne con lei un'amicizia sincera per tutta la vita. La sua poesia è intima e musicale, influenzata dal modernismo e dal simbolismo.
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