MARIA LUISA SPAZIANI
SCORREVA UN VENTO CALDO
Scorreva un vento caldo sugli abeti
tenebrosi da secoli, e portava
da fondali africani un grido lungo
come un corno da caccia. Solo il tonfo
delle pigne ritmava il suo ruggito
lontano, quasi musica, e rasente
il disco della luna, rari uccelli
notturni sciabolati sul confine
d'ombra e di luce qui da te giungevano
a portare messaggi che ora il tempo
mi esalta e mi confonde. Fu una notte
di aspettazione, e lento San Lorenzo
si annunciava con pianti di comete,
gigli che si sfogliavano nel buio
senza mani a raccoglierli. Passavano
lungo il tratturo i cani dei pastori,
neri dentro la tenebra dei pini,
i cani, occhi provvidi del giorno
e ora anime perse, inquieti lemuri
dell'estate che scavano entro zone
precluse il loro grido di rivolta,
e da millenni lo affidano al canto
delle sorgenti in corsa verso il mare.
(da L’occhio del ciclone, Mondadori, 1970)
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Il vento caldo dell’estate – tra l’altro titolo di una canzone di Alice del 1980 composta con Franco Battiato – è una tortura insopportabile: qui viene a sconvolgere uno scenario montano siciliano di attesa e di memorie (l’ululare dei corni da caccia rimanda a un celebre verso di Apollinaire sui ricordi). È San Lorenzo e benché la data sia solo tradizionale e ormai approssimativa, può essere un esercizio poetico individuare come Maria Luisa Spaziani quei “pianti di comete”, quei “gigli che si sfogliano nel buio”.
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FOTOGRAFIA © FAVIM
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LA FRASE DEL GIORNO
L'aforisma è una scheggia d'universo. Ricostituire la vetrata è un po' più difficile.
MARIA LUISA SPAZIANI, Aforismi
Maria Luisa Spaziani (Torino, 7 dicembre 1922 – Roma, 30 giugno 2014), poetessa italiana formatasi nel clima postermetico di chiara ascendenza montaliana. La sua poesia è venuta via via distendendosi dal mottetto o epigramma a forme narrativo-discorsive.
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