domenica 17 maggio 2020

Non so, dove…



JOSEPH ROTH

DOVE?

Un tempo ero un piccolo bambino,
che tormentato dalla paura si rifugiava dalla madre,
se attraverso il camino spirava il vento…
Non so, dove…

Un tempo ho udito un canto,
che risuonava così delicato e stanco,
quando io mi separai dalla mia patria…
Non so, dove…

Una volta il mio cuore era vivo…
Fiori di papavero erano in fiamme…
Un tempo ho conosciuto la felicità…
Non so, dove…


(da Poesie, Moby Dick, 1990 – Traduzione di Claudia Sartoni)

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C’è la nostalgia per il tempo che fu in questi versi del romanziere austriaco Joseph Roth – allora ventunenne: vi compare quello che sarà uno dei temi principali della sua opera, la constatazione della dissoluzione di un Impero: “Io l'ho amata, questa patria, che mi ha permesso di essere contemporaneamente un patriota e un cittadino del mondo, un austriaco e un tedesco fra tutti i popoli austriaci. Ho amato le virtù e i pregi di questa patria, e amo oggi, che è morta e perduta, anche i suoi errori e le sue debolezze. Ne aveva molti. Li ha espiati con la sua morte. È passata quasi immediatamente da una rappresentazione da operetta all'orrendo teatro della guerra mondiale”. Roth si sente un esule, non solo dalla patria, anche dall’infanzia, dalla vita, dalla felicità.

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FOTOGRAFIA DA PINTEREST

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LA FRASE DEL GIORNO
La vita sta nei concetti come un bambino cresciuto negli abiti troppo corti.
JOSEPH ROTH, Il profeta muto




Joseph Roth (Brody, Ucraina, 2 settembre 1894 – Parigi, 27 maggio 1939), scrittore e giornalista austriaco. Grande cantore della finis Austriae, della dissoluzione dell'impero austro-ungarico, è noto per i suoi romanzi (La cripta dei cappuccini, La leggenda del santo bevitore, La marcia di Radetzky). Le sue raccolte poetiche risalgono al biennio 1915-1916.


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