OSIP EMIL’EVIČ MANDEL’ŠTAM
È PIÙ LENTO L’ALVEARE NEVOSO
È più lento l'alveare nevoso,
più terso del vetro il cristallo,
e il velo turchese è gettato
sulla sedia con negligenza.
La stoffa, inebriata di se stessa,
languida per le carezze della luce,
percepisce in sé l'estate,
come non sfiorata dall'inverno;
se nei diamanti di ghiaccio
fluisce il gelo dell'eterno,
qui v'è un trepidare di libellule
occhicerulee, rattoviventi.
1910
(da La pietra, 1913 - Traduzione di Gario Zappi)
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Il poeta russo Osip Ėmil'evič Mandel'štam mette a confronto inverno ed estate: se nel primo vi è il turbinare dei fiocchi di neve e il brillio cristallino del ghiaccio, nella bella stagione anche le cose sembrano illanguidire nella luce dorata del sole, nella quale, come quei fiocchi di neve, ma più vigorose, volteggiano azzurre libellule.
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HENRI MATISSE, "LA STANZA ROSSA"
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LA FRASE DEL GIORNO
E sotto il cielo dimentichiamo spesso / - sotto un purgatoriale cielo effimero – / che il felice deposito celeste / è una mobile casa della vita.
OSIP EMIL’EVIČ MANDEL’ŠTAM, Cinquanta poesie
Osip Ėmil'evič Mandel'štam (Varsavia, 15 gennaio 1891 – Vladivostok, 27 dicembre 1938), poeta, letterato e saggista russo. Prosatore e saggista, esponente di spicco dell'acmeismo e vittima delle Grandi purghe staliniane: arrestato per una critica a Stalin e condannato ai lavori forzati in Siberia, morì nel campo di transito di Vladivostok.
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